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Il volto dell'amore. San Valentino da Monselice, indagini forensi

Le tecniche di indagine più moderne permettono oggi di ricostruire la storia di San Valentino e di dare un volto al patrono degli innamorati e protettore degli epilettici. Interviene: Alberto Zanatta (Museo Morgagni di Anatomia Patologica) San Valentino visse tra il 119 e 338 d. C, probabilmente a Roma, ed è considerato patrono degli innamorati e protettore degli epilettici. Il suo corpo arrivò a Monselice dalle catacombe romane verso il 1720 per merito di Nicolò Duodo che lo ricevette da papa Clemente XI insieme alle reliquie di altri 26 martiri. Questi corpi furono conservati nell’oratorio di san Giorgio di Monselice, dove si trovano tuttora. Negli anni Ottanta del Novecento, venne eseguita una prima ricognizione sui resti di San Valentino da un gruppo coordinato da Vito Terribile Wiel Marin dell’Università di Padova. Recentemente, sono stati fatti nuovi studi su San Valentino da parte di un team sempre dell’Università di Padova, usando tecniche di indagine moderne. Durante l’ultima ricognizione è stato condotto un esame antropologico dei resti scheletrici per poter comprendere meglio lo stile di vita e le eventuali patologie presenti. Sono stati prelevati anche dei campioni di tessuto osseo per datare lo scheletro grazie al radiocarbonio. Infine, è stato eseguito un rilievo tridimensionale del cranio e della mandibola per poter ricostruire il volto del santo con tecniche digitali.