Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Museologia Scientifica

Anno: 2014
Volume: 8

Riassunto

Questo lavoro ha lo scopo di chiarire la finora confusa vicenda sull’identificazione di alcuni campioni mineralogici appartenenti alle collezioni storiche dell’Università degli Studi di Torino. Questi campioni, che si credevano da tempo perduti, sono stati riportati alla luce dopo più di un secolo durante le operazioni di riordino delle collezioni. Gli esemplari conosciuti come “mohsite di Colomba”, una specie mineralogica attualmente discreditata, sono stati analizzati, dopo aver ricostruito la loro storia museologica. Dopo accurate analisi i campioni sono stati identificati come dessauite-(Y): si tratta del primo ritrovamento per il Piemonte e il quarto per l’Italia. Da questa breve nota si evince come gli attuali strumenti di caratterizzazione mineralogica e cristallografica unitamente alle informazioni storiche e museologiche dei campioni possano portare a un importante processo di valorizzazione del nostro patrimonio culturale e scientifico troppo spesso dimenticato.

Parole chiave
collezioni mineralogiche, “mohsite”, Colomba, Torino

“Mohsite” of Colomba - the last chapter…

Abstract

This paper provide the correct identification of historical samples, rediscovered after many years, using modern analytical techniques and it gives additional information on known mineral species increasing the value of our cultural heritage. Samples of the so-called “mohsite of Colomba” from La Beaume (Oulx, Piedmont, Italy), studied by prof. L. Colomba (1902), were lost and consequently never analyzed with modern equipment. After more than a century, during a reorganization of the mineralogical collection of Turin University, these old specimens were found. They were analyzed and the results have demonstrated that the historical samples studied by Colomba are dessauite-(Y). They represent the first probed occurrence for the Piedmont region, the fourth for Italy, and the seventh worldwide.

Keywords
mineralogical collections, “mohsite”, Colomba, Turin.

p. 52 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Riassunto

Le collezioni etnografiche appartenenti ai grandi musei d’Europa sorti nel XIX secolo, negli ultimi anni sono state oggetto di rivisitazioni e riflessioni relative al loro significato attuale mentre nei musei americani e oceaniani di recente costituzione operatori nativi sono entrati a far parte degli staff che curano mostre temporanee e esposizioni permanenti. Il Museo di Storia Naturale di Firenze possiede un importante patrimonio di migliaia di oggetti prodotti dalle culture di tutti i continenti, pervenuti in Museo a partire dalla seconda metà dell’800, il cui allestimento risente di interpretazioni legate ai climi culturali del passato e di una museografia ormai inadeguata alla loro migliore conservazione e pubblica fruizione. In questo lavoro si traccia la storia delle collezioni e dei presupposti metodologici sottesi alla loro formazione ed esposizione al pubblico, si descrivono le condizioni attuali di una esposizione permanente che non riflette più la missione che il museo vuole darsi di fronte alla società contemporanea e che è attualmente oggetto di attenzione da parte della Direzione scientifica.

Parole chiave
collezioni etnografiche, conservazione, museologia, museografia.

The ethnographic collections of the Museum of Natural History in Florence: history and museological and museographical perspectives.

Abstract

The ethnographic collections belonging to the great museums of Europe arose in the nineteenth century, in recent years have been the subject of interpretations and reflections on their present meaning as in the news American and Oceanian museums native operators have become part of the staff who care for temporary and permanent exhibitions. The Museum of Natural History in Florence holds an important collection of thousands of objects produced by the cultures of all the continents, arrived in the Museum from the second half of 800, which the permanent exhibition suffer from an interpretations related to cultural climates of the past and a museography inadequate to their better preservation and public use. This paper traces the history of collections and methodological assumptions subtended their formation and exposure to the public, describes the current conditions of a permanent exhibition that no longer reflects the mission that the museum wants to give himself in front of the contemporary society and that is currently the subject of attention from the scientific direction.

Keywords
ethnographic collections, conservation, museology, museography.

p. 56 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Riassunto

Un elefante, un esemplare museale e due colonialismi: la storia di M’Toto dal Tanganica tedesco sino a Roma. Il valore simbolico degli animali è un aspetto ben conosciuto delle società umane. Il presente lavoro offre la storia completa di un elefante africano di savana (Loxodonta africana) vivente nel Giardino Zoologico di Roma nella prima metà del XX Secolo, le cui spoglie sono oggi conservate nel Museo Civico di Zoologia di Roma. Si tratta di un primo tentativo di raccontare la storia ‘innaturale’ e simbolica di un esemplare prettamente scientifico, conservato in uno dei musei naturalistici italiani, che può offrire interessanti spunti divulgativi.

Parole chiave
giardino zoologico, Tanzania, esemplare museale, fascismo, Carl Hagenbeck

Abstract

The symbolic value of animals is an ancient and well-known aspect of human societies. In the present paper the history of an African savannah elephant (Loxodonta africana) that lived in the Giardino Zoologico in Rome during the first half of XX Century is offered. M’Toto life is exceptionally documented, from the day of capture in Tanzania to his death in Rome. This is a first attempt to discuss the ‘unnatural’ and symbolic history of a natural history museum specimen, preserved in a Italian museum, and offers additional points for the educational utilization of a scientific specimen.

Keywords
zoological garden, Tanzania, museum specimen, fascism, Carl Hagenbeck.

p. 67 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Riassunto

Trattamenti di conservazione storici in paleontologia: la collezione geo-paleontologica del Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Torino gestita dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Il cambiamento delle condizioni ambientali a cui i fossili sono sottoposti dopo il loro ritrovamento e gli stress meccanici nel corso delle fasi di estrazione tendono ad aumentare la naturale fragilità dei reperti. Conseguentemente compaiono fratture, distacchi o spolvero della superficie che rendono pertanto necessari interventi di restauro atti a ripristinare l’oggetto e a prevenirne l’ulteriore deterioramento. In passato gli studiosi erano soliti impiegare consolidanti e adesivi di origine naturale quali colle animali, resine e gomme vegetali, ma durante l’ultimo secolo tali materiali sono stati affiancati da prodotti di sintesi. Il seguente lavoro presenta lo stato di conservazione di alcuni reperti della collezione geo-paleontologica del Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Torino gestito dal Museo Regionale di Scienze Naturali, valutando i trattamenti conservativi succedutisi negli anni e analizzando i materiali impiegati.

Parole chiave
collezioni paleontologiche, fossili, trattamenti conservativi, adesivi, consolidanti.

Abstract

The change of environmental conditions following the discovery of fossils and mechanical stresses during the excavation phase can raise the already grave fragility of the findings. As a consequence, fractures, detachments and powdering phenomena can appear and a conservation treatment is required to restore the objects and preserve them from further degradation. Traditionally, scientists have been using products of natural origin (animal glues, resins or gums) as consolidants and adhesives, but in the course of the last century these materials have been often replaced by synthetic products. In this survey part of the geopalaeontological collection of the Geology and Palaeontology Museum of the University of Turin managed by the Piedmont Council Museum of Natural Sciences in Turin has been evaluated by considering the efficacy of the consolidation treatments and the products employed over the years.

Keywords
palaeontological collections, fossils, conservation treatments, adhesives, consolidants.

p. 71 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Riassunto

All’interno del Museo di Zoologia ed Anatomia Comparata dell’Università di Modena e Reggio Emilia sono stati effettuati lavori di restauro degli animali tassidermizzati. Tra i primati, è stato trattato un trittico formato da esemplari (maschio, femmina e giovane) di Colobus guereza privi di cartellino storico identificativo. Durante le fasi di pulizia del loro manto, sono stati rinvenuti due elementi vegetali, risultati poi mericarpi. L’analisi tassonomica dei mericarpi risultati appartenenti a Cynoglossum amplifolium, essenza vegetale africana, hanno permesso di identificare l’Etiopia come luogo di probabile provenienza dei tre primati.

Parole chiave
Colobus guereza, primati, Cynoglossum amplifolium, mericarpo.

On the trail of vegetal biodiversity to discover animal diversity: an example of integrative study at the Museum of Zoology and Comparative Anatomy of Modena.

Abstract

In the Museum of Zoology and Comparative Anatomy of the Modena and Reggio Emilia University restoration works on mounted skin specimens have been recently done. Among primates, a triptych formed by a male, a female and a young specimens of Colobus guereza without the historical identification tag has been renewal. During the cleaning steps of the Guereza specimens fur, two mericarps belonging to Cynoglossum amplifolium were found. The distribution area of this species allowed to possibly identify the place of origin of Guereza specimens as Ethiopia.

Keywords
Colobus guereza, primates, Cynoglossum amplifolium, mericarps.

p. 77 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Riassunto

Il presente articolo costituisce una carrellata delle diverse modalità messe in atto ai fini della comunicazione dal Museo Galileo con l’obiettivo di aprirsi al confronto e al dialogo con le altre realtà scientifiche museali italiane. Il museo contemporaneo è attento alla comunicazione con il suo pubblico, è capace di mettere in campo diverse modalità e strategie per coinvolgere tutti i visitatori in una esperienza museale dove ognuno è protagonista. Il Museo Galileo ha scelto di essere un luogo dove i visitatori possono trovare le più diverse opportunità per conoscere le collezioni conservate ed approfondire le tematiche legate alla storia della scienza. A partire dal riallestimento, che ha reso il museo un luogo confortevole, sono state messe in atto tutta una serie di strategie per favorire la comunicazione come la messa a disposizione per la visita di operatori ed esperti, la realizzazione di percorsi tattili, la possibilità di utilizzare audioguide.

Parole chiave
museo, comunicazione, storia della scienza, Galileo.

Communication at the Galileo museum.

Abstract

This paper is a summary of ideas to be considered for implementation and further discussions. After our research based at the Museo Galileo of Florence to enhance and facilitate communication between the public and experts, it is hoped to encourage further discussion throughout the community of Science Museologists. The outcome of our research has led to create tactile paths and audio guides to provide a more pleasurable and knowledge based environment. As a result, the new Museo Galileo can offer better surroundings for study of topics related to the history of science.

Keywords
museum, communication, hystory of science, Galileo.

p. 82 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Riassunto

Allo scopo di monitorare il rapporto tra il Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan” e il suo pubblico in relazione ai molteplici aspetti ritenuti importanti per una equilibrata fruizione museale, nel periodo da Febbraio a Maggio 2012, ai visitatori che si sono dimostrati disponibili a partecipare alla ricerca è stato somministrato un questionario costituito da domande a risposta libera. Questa tipologia d’intervento si inquadra in una politica di condivisione e sostenibilità adottata da tempo e ritenuta oggi più che mai indispensabile per la validazione socio-culturale di un Museo nel territorio che lo ospita. Da questo studio emerge che il visitatore ha del Museo l’impressione di un luogo accogliente e ben organizzato, pur nella sua piccolezza, un posto in cui informarsi ma anche divertirsi, pur in assenza di giochi e apparati interattivi, un posto in cui c’è ancora spazio per lo stupore, ma anche per imparare a salvaguardare l’ambiente marino.

Parole chiave
pubblico, visitor studies, soddisfazione.

After visiting. Survey at the Museum of Marine Biology “Peter Parenzan”.

Abstract

In order to monitor the relationship between the Marine Biology Museum “Pietro Parenzan” and his audience in relation to many aspects which are important for a balanced museum fruition, in the period from February to May 2012, visitors were invited to answer a few questions that included open-ended responses. This type of study is part of a policy of sharing and sustainability adopted for a long time and today more than ever essential to the socio-cultural validation of a museum in the territory it occupies. From the results of this study it appears that the visitor think the Museum like a welcoming and well organized place, despite its smallness, a place to inquire but also have fun, even in the absence of games and interactive equipments; a place where it is still possible to be astonished, but also to learn how to safeguard the marine environment.

Keywords
public, visitor studies, satisfaction.

p. 86 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Riassunto

Il lavoro è stato svolto tra Marzo e Ottobre 2013 all’interno del Museo Astronomico e Planetario di Roma con l’obiettivo di studiare l’utenza museale in modo approfondito, impostando l’analisi sulla comparazione di più metodologie di indagine. La scelta è stata motivata dall’esigenza di comprendere la soddisfazione dei visitatori rispetto al sistema espositivo che il museo offre, il tutto teso a migliorare la fruibilità del museo stesso. Il presente lavoro vuole dunque fornire uno strumento di analisi utile a rilevare non solo i bisogni ma anche le aspettative del pubblico dei musei scientifici, e quindi tracciare una metodologia idonea a conoscere i visitatori del Museo Astronomico. Lo studio è stato articolato in diverse fasi: la progettazione, la rilevazione, la registrazione e la codifica dei dati. La ricerca si è basata sulla comparazione di più metodologie che insieme hanno reso l’analisi dei visitatori più completa ed esaustiva.

Parole chiave
museologia, studi sul pubblico, planetario, museo astronomico.

Visitor study on exhibits at the Planetarium and Astronomical Museum of Rome: a comparative analysis.

Abstract

This work was done between March and October 2013 in the Planetarium and Astronomical Museum of Rome with the aim of studying museum’s visitors by setting study based on the comparison of several methods of investigation. This choice is motivated by the need to understand visitor satisfaction about the communication systems offered by the museum, to improve its usability. This study tries to provide a useful analysis system which could investigate not only public ’s needs but also visitor’s expectations. The final aim is the creation of a comparative methodology suitable in the Astronomical Museum visitor’s study. The study is divided into sections: planning, collection, recording and data’s coding. The entire research is based on the comparison between different methodologies which could give us exhaustive information about visitor’s behavior.

Keywords
Museology, visitor studies, planetarium, astronomical museum.

p. 95 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Riassunto

La Legge sulle professioni non organizzate del 2013 (L. 4/2013) e la recentissima Legge Madia del 14 giugno 2014 (S. 1249/2014) modificano lo scenario museale nazionale facendo emergere speranze e incognite tra i professionisti che lavorano in questo settore. Con l’intento di evidenziare il contributo delle professionalità educative alla realizzazione di un museo “responsivo”, questo articolo offre un breve excursus che ripercorre il processo di istituzione dei servizi educativi e la progressiva professionalizzazione del personale incaricato. Inoltre, aprendo il dibattito sulle expertise necessarie per soddisfare i propositi educativi del museo, si focalizzano alcune competenze pedagogico-didattiche fondamentali per chi opera negli Istituti.

Parole chiave
educazione museale, professioni museali, educazione non formale, competenze pedagogico-didattiche.

Educational services and competences for the responsive museum.

Abstract

The Italian Law Legge sulle professioni non organizzate (L. 4/2013) and the latest Legge Madia (14th June 2014 – S. 1249/2014) change the national framework, instill hope and put a strain on professionals working in the museum-sector. In order to point out the educator support on developing the “responsive” museum, we try to offer a short excursus on the foundation of museum-educational services and on the professionalization of practitioners who are working in these services. Furthermore, we pursue to open the panel discussion on professional expertise required by practitioners in educative museums and we focus on some essential skills in didactics and pedagogy they need during their job.

Keywords
museum education, museum professionals, non-formal education, pedagogical-didactic competences.

p. 102 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE

Riassunto

La Galleria di Storia Naturale (GSN) dell’Università degli Studi di Perugia ha promosso e sviluppato numerose attività educative sin dalla sua istituzione (aprile 2010). Tali iniziative, seguite direttamente dal personale della GSN, sono caratterizzate da percorsi tematici di visita centrati sulla diretta osservazione dei campioni delle collezioni storiche dell’Ateneo. Le proposte didattiche si fondano su un “contatto” senza barriere, tra il visitatore-fruitore ed i campioni, oltre che su un ampio raggio d’azione temporale e spaziale degli argomenti trattati che variano dal “Tempo profondo” all’oggi, dal locale alle più disparate regioni biogeografiche del pianeta e su una multidisciplinarietà dei percorsi conoscitivi, in continua interazione tra Scienze Naturali e Umane. Tale approccio diretto, variegato e multidisciplinare ha favorito un sempre maggiore coinvolgimento del pubblico con risultati complessivi didatticamente assai validi e un aumento, nel tempo, del numero di fruitori.

Parole chiave
Galleria di Storia Naturale, collezioni storiche, collezioni scientifiche, esperienze educative, biodiversità.

Biodiversity, historical collections and science education: “rediscovered” collections at the Natural History Gallery of the University of Perugia.

Abstract

Natural History Gallery (NHG) of the University of Perugia has promoted and developed numerous educational activities since its establishment (April 2010). These initiatives, treatment and aftercare directly by staff of nhg, are characterized by thematic visit centered on the direct observation of samples from the historical collections of the University of Perugia. The educational proposals are based on a “contact” without barriers, between the visitor and user-samples, as well as on a wide range of temporal and spatial topics ranging from “Deep Time” today, from local to the diverse biogeographic regions of the planet and on a multidisciplinary approach of cognitive paths, in continuous interaction between natural and human sciences. This direct approach has fostered a diverse and multidisciplinary always greater public involvement with the overall results didactically very valid and an increase over time in the number of users.

Keywords
Natural History Gallery, historical collections, science education, biodiversity, scientific collection

p. 108 / Volume 8/2014 N.1-2 NUOVA SERIE