Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Museologia Scientifica

Anno: 2016
Volume: 10

Riassunto

Vengono illustrate le modalità di raggiungimento del “primato” relativo alla ricchezza di raccolte zoologiche extraeuropee presenti nel Museo Civico di Storia Naturale “Giacomo Doria” di Genova, con un excursus cronologico degli arrivi dei materiali dalla fondazione del Museo ai nostri giorni, con alcuni accenni finali sulle problematiche attuali di gestione.

Parole chiave
raccolte zoologiche, Museo di Genova.

Past and future of a supremacy.

Abstract

The supremacy of the title is connected with the richness of extraeuropean zoological materials present in the Museo Civico di Storia Naturale “Giacomo Doria” in Genoa. The arrive of the collections, from the foundation of the Museum till today, is shortly outlined, with some final notes about the actual problems of management.

Keywords
zoological collections, Genoa Museum.

p. 69 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Riassunto

Una recente nuova catalogazione del materiale paleontologico conservato nel Museo Sardo di Geologia e Paleontologia Domenico Lovisato di Cagliari ha permesso il riesame di alcune collezioni storiche custodite in esso. Tra queste vi è quella di vertebrati fossili quaternari raccolti intorno alla metà del XIX secolo dal Generale Alberto Lamarmora nella località storica di Bonaria (Cagliari). Dall’analisi preliminare del materiale è stato possibile individuare sette taxa di mammiferi appartenenti al Complesso Faunistico a Microtus (Tyrrhenicola). L’importanza di tale collezione è molteplice, storica poiché rappresenta una delle prime collezioni annesse al Museo Lovisato, donata da uno dei personaggi più illustri nel panorama scientifico dell’epoca, e scientifica, poiché è costituita da quelli che sono alcuni tra i primi resti di vertebrati fossili quaternari sistematicamente raccolti nell’Isola. Non ultimo, i depositi fossiliferi del Quaternario di Bonaria sono ormai totalmente scomparsi, consumati prima dall’attività di cava e poi fagocitati dal tessuto urbano.

Parole chiave
collezioni paleontologiche, vertebrati, Quaternario, Sardegna.

The “Lamarmora Vertebrate Collection” of the Sardinian Museum of Geology and Palaeontology Domenico Lovisato (Cagliari, Italy).

Abstract

Some historical collections housed in the Sardinian Museum of Geology and Palaeontology Domenico Lovisato have been reviewed during a recent cataloging. One of them is the “Lamarmora Vertebrate Collection”, a small assemblage of Quaternary vertebrate fossils gathered by General Alberto Lamarmora during the mid-nineteenth century in the historic locality of Bonaria (Cagliari). Seven mammal taxa belonging to the Microtus (Tyrrhenicola) Faunal Complex have been recognized during preliminary analysis. The collection has an historic importance because it was donated by one of the most illustrious names in that period and, secondly, it represents one of the first collections annexed to the “Museo Lovisato”. A scientific importance is given by the presence of some of the first Quaternary fossil vertebrate remains collected in Sardinia. It is important to put light on the fact that now the Quaternary fossiliferous deposit of Bonaria is totally disappeared, first exploited by quarry activity and then engulfed by the urban development.

Keywords
palaeontological collections, vertebrates, Quaternary, Sardinia.

p. 74 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Riassunto

In occasione di una nuova campagna di catalogazione è stato fatto il punto sullo stato di conservazione del materiale paleontologico conservato nel Museo Sardo di Geologia e Paleontologia D. Lovisato (Cagliari, Italia). I reperti catalogati purtroppo rappresentano solo una parte di quelli che originariamente facevano parte delle collezioni del museo. In occasione di diversi cambi di sede e soprattutto a causa degli ultimi eventi bellici infatti, molti dei reperti del Museo D. Lovisato sono andati irreparabilmente danneggiati o perduti. È questo il caso di alcuni importanti fossili di rettili miocenici ritrovati nel territorio di Cagliari tra la seconda metà del XIX secolo e i primi anni della seconda metà del XX secolo. Tra i reperti conservati nelle vetrine del museo vi sono quel che rimane dell’olotipo del coccodrillo Tomistoma calaritanum Capellini, 1890 e due carapaci di tartarughe, tutti ritrovati nelle litofacies marnoso-arenacee della Formazione dei Calcari di Cagliari (Miocene superiore).

Parole chiave
collezioni paleontologiche, rettili, Miocene, Sardegna.

The Miocene reptiles of the Sardinian Museum of Geology and Palaeontology Domenico Lovisato (Cagliari, Italy)

Abstract

The palaeontological material stored in the Sardinian Museum of Geology and Paleontology D. Lovisato (Cagliari, Italy) has been recently catalogued. The fossils stored at present are unfortunately only a part of the original museum collection. In fact, numerous fossils have been irreparably damaged or lost due to the several relocations occurred during the Second World War. This is the case of some interesting Miocene fossil reptiles found in the Cagliari area between the second half of the nineteenth century and the beginning of the second half of the twentieth century. At the present, the Museum still hosts the holotype of the crocodilian Tomistoma calaritanum Capellini, 1890 and two turtle carapaces, all found in the marl-sandstone lithofacies of the late Miocene Calcari di Cagliari Formation.

Keywords
palaeontological collections, reptiles, Miocene, Sardinia.

p. 81 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Riassunto

Il Museo di Zoologia dell’Università di Padova affonda le sue radici nel XVIII secolo grazie alla donazione della collezione privata di Antonio Vallisneri (1661-1730) da parte del figlio. Come molti altri musei storici italiani, ha alternato periodi di splendore, in cui vennero acquisiti molti reperti, frutto di donazioni, spedizioni, acquisti, a periodi di abbandono delle collezioni. La sua lunga ed importante storia vanta però un finale fortunato dato che, in tempi recenti, le collezioni sono state restaurate e nuovamente esposte al pubblico. Nel 2014 è stato completato l’attuale allestimento e il decennale della riapertura è stato dedicato alla professoressa Margherita Turchetto che ha contribuito alla progettazione e ha sempre creduto nel ruolo fondamentale dei musei per la divulgazione scientifica.

Parole chiave
collezioni zoologiche, Università di Padova, reperti storici, nuova apertura.

Il Museo di Zoologia dell’Università di Padova: un patrimonio storico ritrovato.

Abstract

The Zoological Museum of the University of Padova was founded in the 18th century thanks to the legacy of Antonio Vallisneri and donated by his son, Antonio, to the University. In the following centurymany acquisitions, donations and expeditions enriched the collections of the museum of valuable specimens. During the 20thcentury, the Museum went through a period of decline due to the World Wars and the frequent changes of seat, up to its total closure at the end of the 1970 decade. Fortunately, the long and important history of this Museum had a happy ending. The building and the collections have been recently restored and exposed to the public. In 2014 the current setting was completed in time to celebrate ten years from its re-opening (2004-2014). The event was dedicated to professor Margherita Turchetto, who worked on the project of the new Museum since its beginning, always believing in the importance of museums for scientific knowledge.

Keywords
zoological collections, University of Padova, historical specimens, new opening.

p. 88 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Riassunto

Una mostra temporanea (21 Feb - 20 Giu 2014) al Museo dell’Ambiente dell’Università del Salento (MAUS) ha rappresentato lo spunto per una ricognizione dei numerosi reperti sparsi tra le istituzioni museali italiane. La ricognizione ha riportato l’esistenza di 2466 reperti, da 11 differenti collocazioni. Dal 1911 ad oggi, meno del 20% di tali reperti è stata studiata, con la pubblicazione di 48 articoli scientifici e 1 catalogo. Tali studi hanno consentito la descrizione di 42 specie, di cui 39 nuove per la Scienza, e la istituzione di 32 Generi, 9 Famiglie, e 1 Ordine, nuovi per la Scienza. La mostra temporanea al MAUS è stata integrata con la realizzazione di un catalogo. Le illustrazioni adoperate per corredare la mostra e il catalogo sono state adoperate anche per la realizzazione del calendario MAUS 2015, con l’obbiettivo di diffondere la ricca collezione tra il grande pubblico

Parole chiave
cretaceo, pesci fossili, collezione disgiunta.

Salento cretaceous fish in Italian museums and other scientific institutions

Abstract

A temporary exhibition (21 Feb - 20 Jun 2014) at the MAUS (Museum of the Environment -University of the Salento) provided an opportunity to revise the collections of Cretaceous fossil fish found in Salento limestone belonging to various Italian Institutions. The investigation, which continued after the exhibition concluded, recorded 2466 items, distributed across 11 different locations. To date, less than 20 % of the items have been studied. However, from 1911 to 2015, 48 scientific articles and 1 catalogue were published, describing 42 species (including 39 new to Science), with the establishment of 32 new Genera, 9 new Families and 1 new Order. The exhibition at the MAUS was supported by the publication of a catalogue to disseminate knowledge of this aspect of the Salento limestone. Illustrations drawn for the exhibition were also used to produce the MAUS 2015 calendar, thus fulfilling the aim of presenting to the wider public the rich assemblage of Cretaceous fish from the Salento, mostly unknown and dispersed around Italy.

Keywords
cretaceous, fossil fish, dispersed collection.

p. 94 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Riassunto

Viene ricostruita la storia della più importante collezione mineralogica dell’Isola d’Elba. Infatti il Museo di Storia Naturale di Firenze conserva 5000 esemplari, provenienti dalle collezioni di Raffaello Foresi e Giorgio Roster, costituite a fine ‘800 e dalle antiche collezioni settecentesche del Museo. Lo studio di documenti e cataloghi originali ha permesso di completare i dati conosciuti e di effettuare la rivalutazione inventariale della collezione, campione per campione. Infine i dati aggiornati sono stati trasferiti nel sistema di catalogazione dell’ICCD (Istituto Centrale del Catalogo e Documentazione).

Parole chiave
Foresi, Roster, Elba, catalogazione, ICCD.

The “5000 elbani” of Florence: reassessment of a historical collection.

Abstract

The history of the most important collection of minerals from Isola d’Elba in the world is reconstructed. In the Museo di Storia Naturale of Florence are preserved 5000 specimens of Elba minerals, derived from two historical collections formed at the end of the 19th century by Raffaello Foresi and Giorgio Roster, along with other specimens present in the Museum in the 18th century. The original documents and catalogues were studied to complete the data and to update the inventory values for each specimen. Finally the revised data were transferred in the ICCD (Istituto Centrale del Catalogo e Documentazione) cataloguing system.

Keywords
Foresi, Roster, Elba, cataloguing, ICCD.

p. 99 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Riassunto

Il Museo Botanico di Padova custodisce, tra le sue preziose collezioni, la “Spermoteca Italica” e altre raccolte di sementi risalenti ai primi del Novecento; queste ci offrono l’opportunità di avere un quadro rappresentativo delle specie coltivate, infestanti e di quelle commerciate più di un secolo fa.

Parole chiave
spermoteca, Sernagiotto, Sgaravatti.

The seed collection of the Botanical Museum of Padova.

Abstract

The Botanical Museum of Padua preserves an important collection of seeds dated from the beginning of 20th century. These seeds give us an idea of which species were weed, cultivated and traded in Italy and Europe more than a century ago.

Keywords
spermoteca, Sernagiotto, Sgaravatti.

p. 106 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Riassunto

Il presente contributo intende offrire un quadro generale della storia e del significato del Giardino Zoologico di Napoli, una struttura famosa in tutto il mondo per gli interessanti e a volte unici successi nell’acclimatazione e riproduzione di mammiferi e uccelli, come l’orice d’Arabia, il rinoceronte nero e l’avvoltoio reale. Sebbene il parco situato all’interno della Mostra d’Oltremare ai Campi Flegrei ha mantenuto sino a tempi recenti un aspetto molto simile all’originale, sotto la direzione di Franco Cuneo vennero realizzate una Stazione di Quarantena per bovidi esotici presso il Lago del Fusaro mentre il Cratere degli Astroni divenne sede di un originale tentativo di acclimatazione di specie di ungulati. Proprio quest’ultima iniziativa offrì la scusa per la nascita della sezione italiana del WWF nel 1966. Dopo la morte di Cuneo nel 1984 la mancanza di adeguato supporto degli enti pubblici impedì l’adeguamento dello zoo. Con il fallimento nel 2003 si apriva il più triste decennio nella storia della struttura. Nel 2013 lo zoo veniva affidato ad una nuova gestione che ha ad oggi restituito un importante e rinnovato patrimonio culturale alla città di Napoli.

Parole chiave
record riproduttivi, Cratere degli Astroni, Stazione di Quarantena, WWF Italia.

An outline of the history of the Giardino Zoologico in Naples with some personal notes

Abstract

The history of zoological gardens in Italy is poorly documented, with potential negative consequences for their future development. The present paper is the first overview concerning the history of Naples Zoo, The Zoo was internationally known for astonishing breeding results including species such as Arabian oryx, black rhinoceros, klipspringer and king vulture. After a decade of great financial problems, from 2013 a new management has already completed new areas for several species, such as Asian elephants, tigers and savannah ungulates.

Keywords
breeding records, Astroni Crater, Quarantine Station, WWF Italy.

p. 110 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Riassunto

In questo articolo discuteremo del recupero di uno strumento scientifico di particolare interesse storico-didattico appartenente alla Collezione del Liceo Classico Statale “Umberto I” di Palermo: un raro banco ottico del Melloni costruito alla fine del 1800 nella Palermo della “belle époque” dal “macchinista” Filippo Caliri. Nell’articolo discuteremo gli aspetti tecnici degli interventi conservativi effettuati.

Parole chiave
patrimonio scientifico e tecnologico, strumenti storici di fisica.

Recovery of a rare Melloni’s optical bench built in Palermo during the “belle époque”

Abstract

In the article we will report on the recovery of a Melloni’s optical bench built at the end of 1800 by the “macchinista” Filippo Caliri in the “belle époque” of Palermo. A scientific instrument of particular historical and didactic interest belonging to the collection of Liceo Classico Statale “Umberto I” of Palermo. In the article, we will discuss the technical aspects of the interventions carried out.

Keywords
scientific and technological heritage, historical physics instruments.

p. 117 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE

Riassunto

Il tema dello studio e dell’esposizione di resti umani nei musei è molto attuale e dibattuto. Esso è frutto di una maggiore attenzione per questi particolari beni museali che presentano delle problematiche etiche uniche. All’interno di questo dibattito, si vuole portare il contributo di due casi occorsi al Museo di Antropologia dell’Università di Padova. Il primo riguarda le collezioni osteologiche umane conservate, sia quelle provenienti da scavi archeologici che quelle moderne. Per queste collezioni si sta procedendo con uno studio multi-disciplinare che negli auspici aumenterà le conoscenze di questi reperti, fornendo una chiave di presentazione adeguata per la futura esposizione. Il secondo caso legato alla mummia egizia vuole riflettere sull’importanza del linguaggio espositivo di reperti così particolari: la scelta di una comunicazione completa e chiara delle indagini scientifiche svolte sul reperto appare la via migliore da percorre.

Parole chiave
resti umani, studio, ricerca, musealizzazione, comunicazione.

Studying and exposing human remains: two cases from the Padua University Museum of Anthropology

Abstract

The theme of the study and on the exposure of human remains in museums is very topical and debated. It is a fruit of a greater attention to these particular museum specimens which present unique ethical problems. Within this debate, we want to bring the contribution of two cases occurred at the Padua University Museum of Anthropology. The first concerns the osteological human collections preserved, both those coming from archaeological excavations and the modern ones. A multi-disciplinary study for these collections has started with the aim of increasing the knowledge of these finds, providing a suitable key of presentation for future exposure. The second case linked to the Egyptian mummy wants to reflect on the importance of language in exhibiting thus particular finds: the choice of a complete and clear communication about the scientific investigations carried out on the specimen appears the best thing to do.

Keywords
human remains, studies, researches, exhibition, communication.

p. 122 / Volume 10/2016 NUOVA SERIE