Pubblicazioni


Sezione dedicata alle pubblicazioni riguardanti l'ANMS
Image

Ottobre 2017 - N. 17

Memorie

Volume: 17

Anno: 2017
Cose di scienza, Big Data e l’unificazione delle collezioni europee di storia naturale
Vincenzo Vomero

Riassunto

“Cose di scienza”, oggetti del patrimonio scientifico materiale, raccolte e collezioni che formano il core business attorno al quale gravita tutto ciò che un museo scientifico offre ai suoi pubblici. Quanta poca attenzione alle cose di scienza dedica l’intellighenzia del nostro Paese e quanti significati fondamentali invece queste cose racchiudono in sé. Il contenuto informativo nascosto in un fossile, in una zanzara, in una pietra, in uno strumento scientifico è talmente grande che a raccontarlo non basterebbe un intero museo o una enciclopedia. Noi, gli specialisti delle cose di scienza, siamo appena in grado di metterne in evidenza alcuni, pochi in verità, e sempre collegati alle nostre specializzazioni. Ancora non siamo riusciti, però, a far capire a chi sta fuori del museo che conoscere nei dettagli e comprendere, almeno in parte, l’informazione contenuta in questi oggetti ammassati nei nostri musei è invece cruciale per far evolvere la nostra civiltà, il nostro benessere e la nostra stessa sopravvivenza.

 
Things of science, Big Data and unification of the European natural history collections

Abstract

“Things of science”, objects of the material scientific heritage, collections that form the core business underlying all that a scientific museum offers to its public. So little attention is paid to the things of science by the intellighenzia of Italy, yet so many fundamental meanings are encompassed in these things. The informational content concealed in a fossil, in a mosquito, in a stone, in a scientific instrument is so great that an entire museum or an encyclopaedia would not be sufficient to recount it all. We, the specialists of things of science, are merely able to highlight some (in truth few) of them and always those related to our specialized fields. However, we have not managed to make it clear to those outside the museum that a detailed knowledge and at least partial understanding of the information contained in the objects amassed in our museums is crucial to the evolution of our civilization, our well-being and our survival.

p. 3 /Cose di scienza, Big Data e l’unificazione delle collezioni europee di storia naturale

Scarica PDF
Presentazione dei curatori
Giancarla Malerba, Cristina Cilli, Giacomo Giacobini

Riassunto

Questo volume raccoglie gli Atti del XXV Congresso ANMS dal titolo “Cose di scienza. Le collezioni museali: tutela, ricerca ed educazione”, che si è svolto a Torino nei giorni 11-13 novembre 2015. A undici anni di distanza dal XIV Congresso ANMS sul tema “Il patrimonio della scienza: le collezioni di interesse storico”, Torino si è riproposta come sede per parlare dell’argomento sempre attuale delle collezioni scientifiche dei nostri musei.

Abstract

This volume collects the Acts of the XXV ANMS Congress entitled “Things of Science. Museum Collections: Protection, Research and Education”, held in Turin on 11-13 November 2015. Eleven years after the XIV ANMS Congress on the topic “The Patrimony of Science: Collections of Historical Interest”, Turin was once again the place to talk about the ever topical subject of the scientific collections of our museums.

p. 6 /Presentazione dei curatori

Scarica PDF
Indice

p. 0 /Indice

Scarica PDF
Le collezioni dei musei non sono camere delle meraviglie
Giovanni Pinna

Riassunto

Nel mondo dei musei scientifici, in special modo di storia naturale, ma non di rado anche nel mondo dei musei etnografici soprattutto di cultura popolare, siamo oggi in presenza di due forme espositive che ritengo abbiano un’influenza importante sia sul ruolo che queste istituzioni sono chiamate a svolgere nella società, sia sulla loro stessa natura: la prima di queste forme espositive mette l’oggetto al centro delle esposizioni e rinvigorisce il rapporto fra le collezioni e il pubblico, la seconda prescinde dalle collezioni e produce esposizioni didattico-ludiche. Queste due forme espositive rappresentano solo la parte più evidente di due concezioni profondamente diverse della natura, del significato sociale, del ruolo scientifico e della funzione educativa del museo, e sono strettamente legate l’una all’accettazione, l’altra alla negazione dell’idea che la collezione sia parte fondante del museo. Mentre la prima è la concezione che potremmo definire tradizionale, la seconda è un’idea che si è sviluppata da poco tempo e viene considerata dai suoi sostenitori progressista. Tanto per anticipare ciò che penso ritengo che quest’ultima forma museale sia funzionale solo all’educazione di masse popolari con basso grado di istruzione.

Parole chiave
esposizione, collezioni scientifiche, educazione.

 
Museum collections are not wunderkammer.

Abstract

In scientific museums, especially in natural history, rather often in ethnographic museums world in particular of popular culture, nowadays we are in presence of two exhibition forms which I consider having an important influence on its very nature and on the role that these institutions have to play in society: the first of these exhibition forms places the object at the core of the exposure and invigorates the relationship between collections and the public, the second one is independent of the collections (prescinds from the collections) and produces playeducational exhibitions. These two exhibition forms represent just the more apparent aspect of two deeply different nature conceptions, social significance, scientific role and museum educational function, and are closely linked to acceptance or denial of the idea that the collection is the museum constituent part. The first is the idea which we could define traditional, while the second one is a concept recently developed and is considered “progressive” by its supporters. Just to anticipate my thought, this latter museum form is only functional to popular masses education with low educational level.

Keywords
exhibition, scientific collection, education.

 

p. 11 /Le collezioni dei musei non sono camere delle meraviglie

Scarica PDF
Le cere anatomiche del Museo Tumiati dell’Università di Ferrara. Storia e restauro di una collezione di fine Settecento
Cristina Delunas, Marco Bresadola, Silvano Capitani

Riassunto

Una rara collezione di cere anatomiche di fine ‘700 dedicate all’ostetricia e al corpo femminile è conservata presso il Museo anatomico “G. Tumiati” dell’Università di Ferrara. I modelli, nati dalla collaborazione fra Giovanni Tumiati, professore di anatomia e ostetricia presso l’Università di Ferrara, e Giuseppe Chiappi, ceroplasta marchigiano, risalgono all’ultimo decennio del XVIII secolo. Sono modelli di utilità pratica, eccezionalmente veritieri e precisi in ogni dettaglio. Il loro scopo era quello di insegnare l’ostetricia e “l’arte del parto” a chirurghi e levatrici. Grazie alla collaborazione nata fra il Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Ferrara e il DICAAR dell’Università di Cagliari è stato avviato il restauro degli antichi manufatti. Le cere ferraresi, irripetibili opere d’arte e scienza, oltre a svolgere ancora oggi l’originaria funzione di diffusione della conoscenza scientifica, possono anche essere protagoniste in contesti più ampi, interdisciplinari e di esposizione al pubblico.

Parole chiave
ceroplastica, museo anatomico, restauro manufatti in cera, Giovanni Tumiati.

 
The wax anatomical models of the University of Ferrara. History and restoration of a late 18th-century collection.

Abstract

A rare collection of wax anatomical models dating back to the late 18th-century and devoted to Obstetrics and to woman’s body is housed at the University of Ferrara Anatomical Museum “G. Tumiati”. The models, resulted from a tight collaboration between Giovanni Tumiati, Professor of Anatomy and Obstetrics at the University of Ferrara, and Giuseppe Chiappi, a wax modeler from central Italy, date back to the last decade of 18th-century. The models are extremely realistic and accurate in the careful rendering of any anatomical detail. Their main purpose was didactic and scientific as well: teaching Obstetrics and the “art of delivery” to surgeons and midwives. As part of a joint initiative between the University of Ferrara Museum System and the University of Cagliari DICAAR, the restoration of the ancient artifacts has been undertaken. Nowadays the waxes of Ferrara, unique masterpieces of art and science, can certainly regain the original role of valuable specialized tools to promote scientific knowledge, but also hold a key role in wider interdisciplinary and public-exhibition contexts.

Keywords
ceroplastic, anatomical museum, wax restoration, Giovanni Tumiati.

 

p. 17 /Le cere anatomiche del Museo Tumiati dell’Università di Ferrara. Storia e restauro di una collezione di fine Settecento

Scarica PDF
Testimonianze fossili dal Kentucky al Granducato di Toscana
Elisabetta Cioppi

Riassunto

Una ricerca storico-catalografica effettuata su alcuni reperti di mastodonti americani conservati al Museo di Paleontologia di Firenze ha permesso di ricostruire una storia locale legata a una località del Kentucky scoperta nel 1739. Dal Kentucky i fossili giungono a Parigi, poi a Londra e Firenze. Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, si appassiona a questi resti, li raccoglie ed espone alla Casa Bianca. Buffon e Cuvier li studiano e raffigurano. Nell’Inventario del Reale Gabinetto di Fisica e Storia Naturale di Firenze del 1793 è stato individuato un primo reperto. Gli altri pezzi furono mandati nel 1829 da William Cooper a Ottaviano Targioni Tozzetti. Storia sociale e storia della Paleontologia si intrecciano producendo memorie da veicolare con passione al pubblico.

Parole chiave
mastodonte americano, Big Bone Lick, Jefferson, Buffon, Targioni Tozzetti.

 
Fossil evidences from Kentucky to the Grand Duchy of Tuscany.

Abstract

A historical and catalographic research done on some American mastodons preserved at the Museum of Palaeontology of Florence has allowed the reconstruction of a local story related to a site in Kentucky, discovered in 1739. From Kentucky the fossils arrived in Paris, then in London and Florence. Thomas Jefferson, third president of the United States, was passionate about these remains, collected and exposed them into the White House. Buffon and Cuvier studied them. In the Inventory of 1793 of the Royal Cabinet of Physics and Natural History of Florence a molar has been identified. The other pieces were sent by William Cooper to Ottaviano Targioni Tozzetti in 1829. Social History and the History of Palaeontology link together, producing memories to be conveyed with passion to the public.

Keywords
american mastodon, Big Bone Lick, Jefferson, Buffon, Targioni Tozzetti.

 

p. 21 /Testimonianze fossili dal Kentucky al Granducato di Toscana

Scarica PDF
La collezione osteologica “Tedeschi” del Museo di Antropologia dell’Università di Padova: un patrimonio a disposizione degli studiosi
Nicola Carrara, Marta Giacon, Martina Magrin Cinzia Scaggion, Silvia Vascon

Riassunto

Nella primavera 2015 le collezioni del Museo di Antropologia sono state trasferite in un’unica sede - Palazzo Cavalli - dopo molti decenni di alterne vicende. Lo spostamento diviene un tassello fondamentale per il progetto del Museo di Storia Naturale dell’Università di Padova che, proprio a Palazzo Cavalli, riunirà in un unico percorso espositivo quattro musei (antropologia, geologia e paleontologia, mineralogia e zoologia). Nei nuovi spazi si intende arrivare alla rapida conclusione di un progetto iniziato una decina di anni fa e continuato nel tempo grazie a varie collaborazioni: la catalogazione completa della collezione osteologica “Tedeschi”. Essa fu raccolta per la maggior parte dal prof. Enrico Tedeschi a inizio ‘900. Alcuni reperti sono attribuiti ad epoca preistorica e pre-romana, ma la maggior parte – di provenienza italiana – risale alla fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Notizie di questo materiale si ritrovano in un Registro craniologico iniziato da Tedeschi, un prezioso catalogo osteologico generale in cui lo stesso studioso annotò l’età, il sesso e le cause di morte di numerosi soggetti. Sono poche le collezioni di cui si possiedono tali dati: esse costituiscono una insostituibile fonte di notizie e di materiale di indagine per una corretta ricostruzione biologica delle popolazioni del passato. Con il supporto di moderne tecniche di indagine (radiologiche, microstrutturali, biomolecolari, ecc.) si possono studiare, in particolare, le relazioni tra età anagrafica ed età biologica, la determinazione del dimorfismo sessuale, la determinazione della statura in vita a partire da materiale scheletrico, i ritmi di accrescimento, gli eventuali stress nutrizionali o le patologie sofferte in vita da un individuo.

Parole chiave
collezione osteologica, antropologia fisica e forense, paleopatologia, analisi avanzate

 
The Tedeschi’s osteological collection at the Padua University Museum of Anthropology: an heritage available to researchers.

Abstract

In spring of 2015 the collections of the Museum of Anthropology have been transferred in a single location - Palazzo Cavalli - after many decades of alternate events. Relocation becomes a fundamental step for the project of the Padua University Museum of Natural History that will bring together, just at Palazzo Cavalli, four museums in a single exhibition (anthropology, geology and paleontology, mineralogy and zoology). Into the new spaces, it is intended to reach to a rapid conclusion of a project started one decade ago and continued through time thanks to various collaborations: the complete cataloging of the Tedeschi’s osteological collection. It was collected for the most part by prof. Enrico Tedeschi in early ‘900s. Some finds are attributed to a prehistoric and pre-Roman age, but most - of Italian origin - dates from the late 19th and early 20th century. News of this material can be found in the “Registro craniologico” (craniological historical log) started by Tedeschi, a precious osteological general catalog in which the he noted age, sex and cause of death of many individuals. Few collections have such kind of data: they are an irreplaceable source of news and material of survey for proper biological reconstruction of the ancient populations. With the support of modern techniques of investigation (radiological, microstructural, biomolecular, etc.) it can be studied, in particular, the relationship between chronological age and biological age, determination of the sexual dimorphism, determination of the stature starting from the material skeletal, the growth pace, possible nutritional stresses or pathologies suffered by individuals during life.

Keywords
osteological collection, physical anthropology and forensic, paleopathology, advance analysis.

 

p. 26 /La collezione osteologica “Tedeschi” del Museo di Antropologia dell’Università di Padova: un patrimonio a disposizione degli studiosi

Scarica PDF
L’elefantessa di Napoleone: dalla ricostruzione storica alla valorizzazione
Edoardo Razzetti, Paolo Guaschi, Stefano Maretti, Jessica Maffei, Giorgio Giacomo Mellerio, Philippe Candegabe, Serena Manzi, Salvatore Restivo, Dalila Giacobbe, Oreste Sacchi, Ugo Ziliani

Riassunto

L’acquisizione di un esemplare di elefante asiatico (Elephas maximus) da parte del Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Pavia è stata ricostruita tramite documenti d’archivio. La storia di questo animale inizia nel 1772, quando Jean-Baptiste Chevalier, ultimo governatore francese di Chandannagar, decise di offrire al re Luigi XV un elefante per la Ménagerie di Versailles. L’elefante rimase a Versailles per nove anni, fino alla sua morte, quando il corpo fu portato al Jardin du Roi a Parigi e sezionato da Jean-Claude Mertrud e Daubenton le Jeune. Nel 1804 la pelle di elefante arrivò a Pavia per volontà di Napoleone Bonaparte che la inviò al Museo di Storia Naturale insieme ad altri reperti zoologici. Per far fronte all’urgente bisogno di un restauro dell’elefante, nel 2014 il museo ha deciso di avviare un progetto di crowdfunding con l’aiuto della piattaforma Universitiamo (www.universitiamo.eu) di proprietà dell’Università di Pavia. È stata inoltre organizzata una mostra presso il Palazzo Centrale dell’Università dal 30 aprile al 31 ottobre 2015. L’iniziativa ha registrato un grande riscontro di pubblico, con oltre 10.000 visitatori. I fondi della Regione Lombardia hanno infine permesso un restauro completo dell’esemplare.

Parole chiave
Elephas maximus, Napoleone Bonaparte, Pavia, crowdfunding, Universitiamo.

 
The elephant of Napoleon: from historical reconstruction to public display.

Abstract

The elephant of Napoleon: from historical reconstruction to public display. The acquisition of a specimen of Asian elephant (Elephas maximus) by the Museum of Natural History of the University of Pavia was traced from archive documents. The history of this animal starts in 1772 when Jean-Baptiste Chevalier, last French governor of Chandannagar, decided to offer to the King Louis XV an elephant for the Menagerie of Versailles. The elephant remained in Versailles for nine years, until his death, when the body was taken to the Jardin du Roi in Paris and dissected by Jean-Claude Mertrud, and Edme-Louis Daubenton. In 1804, the elephant skin arrived in Pavia by the will of Napoleon Bonaparte, who sent it to the Museum of Natural History along with other zoological specimens. In 2014 the specimen was in urgent need of restoration so the Museum decided to start a crowdfunding project with the help of the Universitiamo platform (www.universitiamo.eu) owned by the University of Pavia. An exhibition was held at the Central University Palace and took place from 30th April to 31st October 2015. The initiative had a great response from the public with over 10.000 visitors. Finally funds from the Regione Lombardia allowed a complete restoration of the specimen.

Keywords
Elephas maximus, Napoleone Bonaparte, Pavia, crowdfunding, Universitiamo.

 

p. 30 /L’elefantessa di Napoleone: dalla ricostruzione storica alla valorizzazione

Scarica PDF
Storia di una collezione settecentesca. Il Museo vallisneriano dell’Università di Padova attraverso i cataloghi storici
Elena Canadelli

Riassunto

Il contributo prende in esame il caso del Museo di storia naturale dell’Università di Padova, istituito nel 1733 grazie alla donazione delle raccolte di Antonio Vallisneri sr da parte del figlio Antonio Vallisneri jr. Integrati con le fonti manoscritte e a stampa, i cataloghi storici delle collezioni, compilati negli anni Trenta dell’Ottocento e oggi conservati in diverse istituzioni dell’Università di Padova, forniscono un importante contributo allo studio del Museo vallisneriano.

Parole chiave
Antonio Vallisneri sr e jr, Università di Padova, museo, cataloghi storici.

 
History of an Eighteenth-Century Collection. The Vallisneris’ Museum of the University of Padua through its Historical Catalogs.

Abstract

The essay focuses on the case of the Natural History Museum of the University of Padua, founded in 1733 thanks to the donation of the collections of Antonio Vallisneri Sr. by his son Antonio Vallisneri Jr. Along with manuscripts and printed sources, the historical catalogs of collections compiled in the 1830s, now preserved in different institutions of the University of Padua, contribute to the study of the Vallisneris’ Museum.

Keywords
Antonio Vallisneri Sr. and Jr., University of Padua, museum, historical catalogs.

 

p. 34 /Storia di una collezione settecentesca. Il Museo vallisneriano dell’Università di Padova attraverso i cataloghi storici

Scarica PDF
La collezione Blaschka del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze
Laura Faustini, Stefania Lotti

Riassunto

Il Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze ospita la collezione di invertebrati marini in vetro, opera di Leopold Blaschka (1822-1895) e del figlio Rudolf (1857-1939), singolare esempio del rapporto tra Arte e Scienza. La collezione, acquistata nell'ultimo ventennio dell’Ottocento da Pietro Marchi, preside dell’allora Istituto Tecnico di Firenze, rappresenta un corpus di grande interesse: giunta a noi quasi intatta per consistenza (mancano solamente sette esemplari dei 118 originari), fu assemblata acquistando dai cataloghi di vendita una precisa selezione di modelli, con l’intento di fornire un quadro sistematico delle principali specie di invertebrati degli ambienti marini europei. Tutti gli esemplari sono stati oggetto di un accurato intervento di restauro. Inserita in un progetto generale che prevede l’apertura al pubblico della Sezione di Storia Naturale del Museo, la collezione è in attesa di essere valorizzata tramite un adeguato allestimento espositivo che ne evidenzi la valenza scientifica e la qualità tecnica e artistica.

Parole chiave
Blaschka, invertebrati marini, Fondazione Scienza e Tecnica, Istituto Tecnico di Firenze, restauro.

 
The Blaschka Collection of the Fondazione Scienza e Tecnica of Florence.

Abstract

The Fondazione Scienza e Tecnica Museum in Florence houses a collection of marine invertebrate glass models, which are the work of Leopold Blaschka (1822-1895) and of his son Rudolf (1857-1939). This is a peculiar example of interplay between art and science. The models, which were acquired in the last two decades of the nineteenth century by Pietro Marchi - principal of what was then the “Istituto Tecnico” of Florence - now constitute a most valuable corpus, that has reached the present time almost intact (only seven items out of the original 118 are missing). Among all the objects that were then available on the market, only a limited set was purchased, with the aim of drawing a systematic picture of the main species of invertebrates that can be found in European sea environments. All items have undergone accurate conservation work. In the general effort of making the Science Section of the Museum open to the public, the Blaschka collection is now awaiting to be displayed with a relevance conforming to its scientific and artistic value.

Keywords
Blaschka, marine invertebrates, Fondazione Scienza e Tecnica, Istituto Tecnico di Firenze, conservation.

 

p. 39 /La collezione Blaschka del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze

Scarica PDF
La collezione Sphagnum dell’Herbarium Horti Pisani (PI)
Lucia Amadei, Rosa Baldini, Simonetta Maccioni

Riassunto

Nel 1950 il professor Alberto Chiarugi, direttore dell’Orto e del Museo botanico di Pisa, scriveva queste parole: “Le collezioni più notevoli dell’Herbarium Horti Pisani sono quelle riguardanti la Briologia. … Veramente imponenti sono le collezioni del genere Sphagnum, ricche di autotipi preziosi …” (Chiarugi, 1950). Le Briofite dell'Herbarium Horti Pisani provengono dall’assemblamento di molti esemplari e collezioni a partire dalla fine del 1700 fino ai nostri giorni. Questa copiosa raccolta, alla fine del secolo scorso, si presentava difficilmente consultabile a causa di rimaneggiamenti e nuove introduzioni non integrate avvenuti durante il periodo 1950-1980. Da alcuni anni è in corso l’esame degli esemplari allo scopo di conoscere e rendere fruibile il patrimonio di dati tassonomico-nomenclaturali, fitogeografici e storici in essa conservato e consentirne lo studio. Vengono qui presentati i risultati relativi a uno dei gruppi delle Briofite, gli Sfagni, collezione composta attualmente da oltre cinquemila campioni, ricca anche di prezioso materiale originale e di cui vengono messe in evidenza le notizie che riguardano i raccoglitori e le raccolte.

Parole chiave
Sphagnum, Herbarium Horti Pisani, Museo botanico.

 
The Collection Sphagnum of the Herbarium Horti Pisani (PI).

Abstract

In 1950 Professor Alberto Chiarugi, director of the Botanic Garden and Botanic Museum of Pisa, wrote: "The most remarkable collections of the Herbarium Horti Pisani are those concerning Bryology ... Truly impressive are the collections of the genus Sphagnum, rich in precious autotipi ... "(Chiarugi, 1950). The Bryophytes of Herbarium Horti Pisani come by assembling of many specimens and collections from the late 1700s to the present day. This large collection, at the end of the last century, was hardly available because of renovations and new non-integrated introductions occurred during the period 1950-1980. The examination of the specimens is in progress in order to know and make the heritage of taxonomicnomenclatural, phytogeographical and historical data preserved in it accessible and make the study possible. In this work the results for one of the bryophytes groups, Sphagnum, are presented; the collection consists of more than five thousand samples, and it is rich in precious original material. Collectors and collections are listed and commented.

Keywords
Sphagnum, Herbarium Horti Pisani, Botanic Museum.

 

p. 43 /La collezione Sphagnum dell’Herbarium Horti Pisani (PI)

Scarica PDF
La raccolta di avifauna italiana del naturalista “Andrea Fiori” (Sassuolo, MO)
Ivano Ansaloni, Aldo Imperiale

Riassunto

Il Naturalista Andrea Fiori si interessò principalmente di ornitologia ed entomologia. La sua collezione di avifauna italiana è attualmente composta da 634 esemplari, raccolti per lo più nell’ultimo quarto del 1800, suddivisi in 272 specie ascrivibili a 151 generi, 61 famiglie e 20 ordini. Per molte di esse sono presenti le diverse livree in relazione ad età, sesso, stagione e sottospecie. La maggior parte degli esemplari è stata preparata dallo stesso prof. Fiori. È stata effettuata la revisione tassonomica sui singoli esemplari. Con questo contributo, oltre a ribadire l’importanza della collezione vengono segnalate le tappe successive del percorso che hanno portato all’attuale, definitiva, esposizione. Si tratta sicuramente di un bell’esempio di recupero, conservazione e valorizzazione di una collezione dal valore sia storico che scientifico.

Parole chiave
collezione storica, avifauna italiana, Andrea Fiori, Sassuolo (MO).

 
The collection of Italian birdlife of the naturalist “Andrea Fiori” (Sassuolo, MO).

Abstract

The Naturalist Andrea Fiori was mainly interested in ornithology and entomology. His collection of Italian birdlife is currently composed of 634 specimen, collected mostly in the last quarter of 1800, divided into 272 species attributable to 151 genera, 61 families and 20 orders. For many of them there are different plumages in relation to age, sex, season and subspecies. Most of the specimens were prepared by the same prof. Fiori. It was performed the taxonomic revision on the single specimen. With this contribution, in addition to confirming the importance of the collection are indicated the following steps of the path that led to the current and final exhibition. This is certainly a good example of recovery, conservation and enhancement of a collection of both historical and scientific value.

Keywords
historical collection, Italian birdlife, Andrea Fiori, Sassuolo (MO).

 

p. 48 /La raccolta di avifauna italiana del naturalista “Andrea Fiori” (Sassuolo, MO)

Scarica PDF
La “Collezione Cristalli” del Museo di Mineralogia e Petrografia dell’Università di Torino.
Erica Bittarello, Alessandra Marengo, Lorenzo Mariano Gallo

Riassunto

Tra le raccolte tematiche presenti nella collezione del Museo di Mineralogia e Petrografia dell’Università, attualmente in comodato d’uso al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (MRSN), è di particolare rilevanza la cosiddetta “Collezione Cristalli”. La raccolta è costituita attualmente da 270 esemplari di cristalli isolati, montati con pece su un supporto metallico a forma di “testa di chiodo”, a sua volta piantato in una basetta di legno verniciata con il relativo cartellino di accompagnamento. Ad oggi non è stata reperita alcuna documentazione storica in merito alla costituzione della raccolta, ma sulla base di varie brevi note riportate sui singoli cartellini si può collegare la collezione all’opera di Johann Strüver, che operò al Museo dal 1870 al 1873, e successivamente a quella di Giorgio Spezia, che dal 1878 al 1911 fu direttore dell’istituzione torinese. La raccolta venne allestita prevalentemente con finalità didattiche nell’ambito della “Scuola di Mineralogia” annessa al Museo, anche se in alcuni casi sono stati inseriti in questa collezione esemplari studiati o ritenuti essere interessanti per possibili ulteriori ricerche. Recentemente restaurata, la collezione è stata parzialmente presentata negli ultimi anni in diverse mostre mineralogiche in Italia ed in Europa.

Parole chiave
mineralogia, collezioni museologiche, Torino, Museo Regionale di Scienze Naturali, Collezioni Cristalli.

 
The “Crystals Collection” of the Museum of Mineralogy and Petrography of the University of Turin

Abstract

The “Crystals Collection” represents one of the most important and unusual thematic collections of the Museum of Mineralogy and Petrography of the University, it is currently in loan for use to the Regional Museum of Natural Science of Turin (MRSN). This collection is composed of 270 isolated crystals. The specimens are fastened with pitch on a metallic support, a small nail and put on a wooden base with the relative cover tag. The Catalogue of the mineralogical collection and the single cover tags give some generic information. Probably the “Crystals Collection” is connected first to the intense activity of Johann Strüver, that worked at the Museum from 1870 to 1873, and at a later stage, to Giorgio Spezia, director of the institution from 1878 to 1911. The collection was prepared especially for didactic purposes in the “School of Mineralogy” of the Museum, even if some possible interesting specimens are included in this collection for additional studies. In the later years, the collection has been restored and partially shown in several mineralogical exhibitions in Italy and in Europe.

Keywords
mineralogy, museological collection, Turin, Regional Museum of Natural Science; Crystals Collection.

 

p. 52 /La “Collezione Cristalli” del Museo di Mineralogia e Petrografia dell’Università di Torino.

Scarica PDF
Nuova vita per un vecchio gabinetto scientifico: recupero e valorizzazione di un patrimonio naturalistico da preservare
Dalila Giacobbe, Salvatore Restivo, Florinda Gennuso

Riassunto

Dopo la realizzazione nel 2012 di due aule-museo per i propri studenti, il Collegio S. Ignazio di Messina ha deciso di incrementare ulteriormente il proprio patrimonio museale acquisendo nel 2015 le collezioni naturalistiche conservate presso il laboratorio scientifico dell'Istituto Ancelle del Sacro Cuore di Gesù di Palermo, che le ha dismesse in quanto non più utilizzate per la didattica. La ricerca storica effettuata ha permesso di verificare che parte di esse proveniva a sua volta dal Collegio omonimo di Roma e fu trasferita nel collegio palermitano all'epoca della sua istituzione (1939), arricchendosi di numerosi reperti di origine siciliana. Acquisite infine dal Sant'Ignazio, le collezioni zoologiche sono state censite e sottoposte ad un accurato restauro conservativo, in quanto i numerosi traslochi e l'assenza di manutenzione ordinaria per un periodo presumibilmente lungo hanno danneggiato in vario modo i reperti. Il percorso che ha condotto le collezioni da Roma a Messina ben rappresenta le due tendenze opposte che si vanno delineando negli ultimi anni: da un lato la dismissione e lo smembramento delle collezioni naturalistiche perché non più fruite o perché vengono a mancare le condizioni o le risorse per la loro esposizione e/o conservazione; dall'altro, un rinnovato interesse da parte di diverse tipologie di enti verso la museologia scientifica, con il recupero di gabinetti scientifici abbandonati e l'acquisizione di collezioni esterne spesso dimenticate, contesto in cui riacquista grande importanza il restauro delle collezioni di Storia Naturale, che potrebbe portare alla formazione di figure professionali altamente specializzate in questo campo, catalizzando il recupero di una parte sconosciuta del patrimonio museologico nazionale.

Parole chiave
collezioni storiche, conservazione, restauro, didattica, scuola.

 
New life for an old scientific cabinet: restoration and valorization to preserve a naturalistic heritage.

Abstract

In 2012 two museum/lab classrooms were realized in the "Collegio S. Ignazio" school in Messina. In 2015 the school get some naturalistic collections from the "Ancelle del Sacro Cuore di Gesù" Institute in Palermo, in order to increase its museological heritage. The new acquired samples have been cleaned and restored and their origin were reconstructed. First the collection was housed in a college in Ciampino in the thirties and was moved to a religious institute in Rome during the II World War. Then samples were transferred to Palermo at the opening of the religious institute to equip its school with a scientific cabinet. In last decades the collection was no longer use, until it was acquired by the Collegio S. Ignazio that uses it for scientific and didactic activities. The history of those samples reflects the tendency of several institutes to dispossess themselves of their scientific collections, not being able to ensure their manteinance. On the other hand, the acquisition of dismissed collections by other institutions shows that a growing interest in scientific museology is developing again.

Keywords
historical collections, conservation, restoration, didactic, school.

 

p. 57 /Nuova vita per un vecchio gabinetto scientifico: recupero e valorizzazione di un patrimonio naturalistico da preservare

Scarica PDF
La parte non visibile del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica: il Museo Tecnologico e il Gabinetto di Storia Naturale dell’antico Istituto Tecnico di Firenze
Stefania Lotti

Riassunto

Nella sezione non visibile del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica è conservato uno spaccato della storia scientifica ottocentesca fiorentina. Tra le collezioni, un tempo afferenti al Museo Tecnologico e al Gabinetto di Storia Naturale dell’antico Istituto Tecnico di Firenze, figurano molti prodotti merceologici, testimoni delle tecniche produttive impiegate in passato e di quelli che furono i principali produttori manifatturieri d’Italia ed esteri, a livello sia di piccole imprese locali sia di grandi realtà industriali. Vi sono, inoltre, decine di migliaia di reperti naturalistici, spesso di natura prettamente locale, che documentano realtà floristiche e faunistiche oggi alterate e talora non più esistenti. A differenza di quanto accaduto per il Gabinetto di Fisica, visitabile ormai da qualche anno, questa sezione non ha ancora la possibilità di essere esposta al pubblico, disponibile solo per gli specialisti. La possibilità di informare circa l’esistenza di questo materiale è sicuramente uno dei passi fondamentali per raggiungere l’obiettivo della sua fruizione completa.

Parole chiave
Fondazione Scienza e Tecnica, Istituto Tecnico di Firenze, collezioni naturalistiche, Museo Tecnologico.

 
The non displayed section of the Fondazione Scienza e Tecnica Museum: the Museo Tecnologico and the Gabinetto di Storia Naturale of the old Istituto Tecnico of Florence.

Abstract

The non displayed section of the Fondazione Scienza e Tecnica Museum gives us an insider view of Florence nineteenth century science. Within the collections of the “Museo Tecnologico” and the “Gabinetto di Storia naturale” of the old Istituto Tecnico of Florence, there are several items that bear witness of the techniques used in the past and of the main manufacturers in Italy and abroad – both local small activities and industrial companies. A large group of naturalistic specimens is also to be found, many of wich belong to local areas, concerning now mutated, or no longer existing, habitats. As opposed to the “Gabinetto di Fisica”, wich has been open to the public, this section is non available for display, except to qualified experts. Spreading knowledge of its existence is the first step in a process that will hopefully lead to its full enjoyment.

Keywords
Fondazione Scienza e Tecnica Museum, Istituto Tecnico of Florence, naturalistic collections, Museo Tecnologico.

 

p. 61 /La parte non visibile del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica: il Museo Tecnologico e il Gabinetto di Storia Naturale dell’antico Istituto Tecnico di Firenze

Scarica PDF
La collezione osteologica del Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando” dell’Università degli Studi di Torino: un esempio di riordino di “cose di scienza”
Gianluigi Mangiapane, Giacomo Giacobini, Giancarla Malerba, Cristina Cilli

Riassunto

Il presente contributo vuole illustrare i primi risultati di un progetto volto al riordino e al miglioramento delle condizioni di conservazione della collezione osteologica del Museo di Anatomia umana dell’Università di Torino. Alla collezione sono connessi altri materiali quali arredi e strumenti d’epoca e fondi archivistici e librari. La collezione osteologica è costituita da due nuclei distinti: il primo rappresentato da preparati provenienti dall'ex Istituto Anatomico e il secondo originariamente afferente al Museo Craniologico dell'Accademia di Medicina di Torino.

Parole chiave
collezione osteologica, beni culturali, antropologia.

 
The Osteological Collection of the “Luigi Rolando” Museum of Human Anatomy of the University of Turin: an Example of Reorganization of “science stuff”.

Abstract

This paper aims to illustrate the reorganization project which took place on a part of the cultural heritage stored at the Museum of Anatomy, University of Turin. Recently, in fact, several activities were carried out in order to rearrange and improve the conservation of the osteological collection and related materials, including archive and library funds, plaster casts, antique furnishing and anthropological instruments. The osteological collection is constituted by two distinct parts: one represented by bones prepared in the Institute of Anatomy; the other represented by the specimens of the Craniological Museum of the Academy of Medicine of Turin.

Keywords
osteological collection, cultural heritage, anthropology.

 

p. 66 /La collezione osteologica del Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando” dell’Università degli Studi di Torino: un esempio di riordino di “cose di scienza”

Scarica PDF
L’esemplare tipo di Stegotetrabelodon syrticus Petrocchi, 1941: un reperto sopravvissuto alle vicissitudini belliche?
Carla Marangoni, Lorenzo Rook, Maria Emanuela Desio

Riassunto

Al Museo Civico di Zoologia di Roma è conservato il calco del cranio di un elefantide fossile, Stegotetrabelodon syrticus, scoperto e descritto come genere e specie nuovi dal paleontologo Carlo Petrocchi nel 1941. L’olotipo proviene dal giacimento a vertebrati del Miocene Superiore di Qasr As Sahabi in Libia ed è conservato presso il Museo Libico di Storia Naturale di Tripoli. A causa delle recenti vicende belliche non si conoscono le sorti delle collezioni del Museo di Tripoli, incluso il cranio fossile di Stegotetrabelodon che, già nel 2008, giaceva in evidente stato di abbandono in un locale fatiscente dell’edificio. Il presente contributo intende sottolineare il valore scientifico del calco conservato a Roma che, nel caso il fossile in Libia fosse andato distrutto, rappresenterebbe l’unica riproduzione dell’olotipo. Inoltre se ne suggerisce la valorizzazione, attraverso una musealizzazione che illustri la storia della scoperta italiana e, soprattutto, che rimarchi l’attuale potenzialità distruttiva della guerra, anche nei confronti di reperti naturalistici - forse meno conosciuti dei reperti archeologici o artistici - ma di grande valore per la Scienza.

Parole chiave
Stegotetrabelodon syrticus, As Sahabi, Libia, Museo di Zoologia di Roma.

 
The holotype of Stegotetrabelodon syrticus Petrocchi, 1941: did the remain survive to the war?

Abstract

At the City Museum of Zoology in Rome (Italy) the cast of the proboscidean Stegotetrabelodon syrticus skull, discovered and described by Carlo Petrocchi in 1941, is preserved. The type of the species was excavated in the vertebrate-bearing sediments of Qasr As Sahabi (Libya) and was preserved at the Libyan Museum of Natural History in Tripoli. Because of the recent war, nobody knows the state of the museum collections, the Stegotetrabelodon fossil holotype included. Indeed since 2008 this paleontological remain was in an evident bad status in a decaying hall of the building. The present paper underlines the high scientific value of the cast housed at the Rome Museum. If the Libyan skull went eventually destroyed, this cast would represent the only record of the Petrocchi’s type specimen. Moreover we suggest its exhibition, thanks to a museum project aimed at describing the paleontological discovery and, above all, keeping the attention of visitors on the destruction of naturalistic specimens due to the war, an actual problem, probably less known to the public than the archeological or artistic ones, but extremely important for the Science.

Keywords
Stegotetrabelodon syrticus, As Sahabi, Libya, City Museum of Zoology in Rome (Italy).

 

p. 71 /L’esemplare tipo di Stegotetrabelodon syrticus Petrocchi, 1941: un reperto sopravvissuto alle vicissitudini belliche?

Scarica PDF
Il patrimonio paleontologico conservato nel Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università degli Studi di Torino
Marco Pavia Massimo Delfino, Francesca Lozar, Edoardo Martinetto, Giulio Pavia, Giorgio Carnevale

Riassunto

Il 1879 è l’anno d’istituzione del Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Torino (MGPT). A seguito della convenzione per l’affidamento delle collezioni in comodato d’uso al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, una parte del patrimonio paleontologico del MGPT, costituita soprattutto da collezioni in continua implementazione, è rimasta in gestione diretta del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino. La catalogazione dei reperti è effettuata su un DataBase dedicato, compatibile con i progetti di catalogazione ministeriali, con acronimo MGPT-PU. Questi reperti, citati in più di 200 pubblicazioni, verranno ulteriormente valorizzati mediante la pubblicazione online dei cataloghi.

Parole chiave
Museo di Geologia e Paleontologia, Torino, catalogazione, valorizzazione.

 
The Palaeontological Heritage preserved in the Museo di Geologia e Paleontologia of the Torino University.

Abstract

The Museo di Geologia e Paleontologia of the Torino University (MGPT) was created in 1879. The fossil collection of MGPT was been the object of an agreement between the Torino University and the Regione Piemonte to create the basis of the scientific collections of the Museo Regionale di Scienze Naturali of Torino. After this agreement, a large portion of the collections has been left to the direct management of the Dipartimento di Scienze della terra of the Torino University who greatly increased those collections. The fossil remains of the MGPT are going to be input in a DataBase with the acronymus MGPT-PU. The specimens preserved in the MGPT have been the object of more than 200 scientific publications. In order to enhance the visibility and valorization of the collections we plan to put the catalogue online in a searchable database.

Keywords
Museo di Geologia e Paleontologia, Torino, cataloguing, valorization.

 

p. 76 /Il patrimonio paleontologico conservato nel Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università degli Studi di Torino

Scarica PDF
Il Museo Civico di Scienze Naturali “Angelo Priolo” di Randazzo (CT): da collezione privata a risorsa culturale per tutti
Salvatore Restivo, Dalila Giacobbe, Renzo Ientile

Riassunto

Nel 1983 viene istituito il Museo Civico di Scienze Naturali di Randazzo (CT), inizialmente con lo scopo di conservare e rendere fruibile la Collezione ornitologica donata da Angelo Priolo. Inaugurato nel 1989, è ospitato in un'ala dell'Istituto Santa Giovanna Antida e comprende anche collezioni paleontologiche, geologiche e altre raccolte zoologiche. I reperti, in parte pelli montate e in parte esemplari essiccati, sono prevalentemente destinati all'ostensione. Sono presenti alcune specie esotiche, ma il nucleo principale della raccolta è costituito da esemplari di specie locali raccolti da Priolo intorno agli anni '60. Il museo è regolarmente aperto al pubblico e ha un'importante valenza didattica per le scolaresche, oltre che scientifica e culturale.

Parole chiave
Angelo Priolo, collezione ornitologica, fauna siciliana, fruizione, conservazione.

 
The Civic Museum of Natural Sciences “Angel Priolo”, Randazzo (CT): from private collection to public cultural resource.

Abstract

In 1983 is established the Museum of Natural Sciences in Randazzo with the aim to preserve and make accessible the ornithological collection donated by Angelo Priolo. Also it includes geological and paleontological collections and other zoological collections. The museum was opened in 1989 and is housed in a section of the Institute “Santa Giovanna Antida”. Exotic species are represented in the collections, but most of the specimens were collected by Priolo in Sicily in the '60s. Almost all the specimens are used for exhibit. The museum is open daily to the public and has an important educational value for students, as well as scientific and cultural value.

Keywords
Angelo Priolo, ornithological collection, fauna of Sicily, fruition, preservation. IL MUSEO CIVICO DI SCIENZE NATURALI “ANGELO PRIOLO” DI RANDAZZO (CT) 81 ORIGINE DELLA COLLEZIONE Angelo Priolo (1923-2006) (fig. 1) si appassionò all’ornitologia fin dai pr

 

p. 81 /Il Museo Civico di Scienze Naturali “Angelo Priolo” di Randazzo (CT): da collezione privata a risorsa culturale per tutti

Scarica PDF
I pesci delle acque interne italiane nelle collezioni universitarie modenesi
Luigi Sala, Susanna Barraco

Riassunto

I Pesci e i Ciclostomi delle acque interne italiane sono rappresentati all’interno delle collezioni museali dell’ateneo modenese in due distinte raccolte: una “storica” risalente dalla seconda metà ‘800 a metà ‘900, conservata nella sede storica del museo zoologico, una “recente” datata dal 1970 al 2015 depositata presso l’attuale Dipartimento Scienze della Vita. Complessivamente comprendono 64 taxa, 39 in quella storica e 55 in quella recente. La collezione storica è composta da 85 preparati monospecifici conservati sia a secco sia in liquido, provenienti da 13 bacini idrografici mentre in quella recente i 135 campioni, anche plurispecifici, sono tutti conservati in liquido in contenitori di plastica e in gran parte di provenienza regionale. Degni di nota gli esemplari di Knipowitschia punctatissima che rappresentano probabilmente i tipi sui quali Giovanni Canestrini descrisse per la prima volta la specie nel 1863 e le trote fario catturate nell’800 sull’Appennino appartenenti ai ceppi locali oggi scomparsi. La collezione storica è stata schedata secondo gli standard dell’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione).

Parole chiave
collezioni museali, ittiofauna dulcicola, schedatura ICCD, progetto CollMap.

 
Italian inland waters fish in Modena University collections.

Abstract

Italian inland water fish and cyclostomes are stored in the museum collections of the University of Modena and Reggio Emilia within of two different collections: one “historical” dating from middle ‘800 to middle ‘900, preserved in the original location of the Zoological Museum, the other “recent” dating from 1970 to 2015 conserved in Life Sciences Department. Globally the collections comprise 64 taxa, 39 in the historical and 55 in the recent collection. Historical collection is composed of 85 specimens, either taxidermic prepared or preserved in liquid, coming from 13 national basins, while, in the recent collection 135 samples, both monospecific and multispecific, stored in liquid, mainly come from regional basins. Noteworthy, the collection includes Knipowitschia punctatissima specimens that represent the putative holotypes described by Giovanni Canestrini in 1863 and some brown trouts captured in nineteenth century on Modena Apennines belonging to local strains today disappeared. The historical collection has been filed in accordance to the standards of ICCD (Central Institute for Catalogue and Documentation).

Keywords
museum collections, freshwater fish, filing ICCD, CollMap project.

 

p. 84 /I pesci delle acque interne italiane nelle collezioni universitarie modenesi

Scarica PDF
Collezioni sistematiche e ricerca: sfide e problemi per i musei naturalistici italiani
Franco Andreone

Riassunto

La ricerca scientifica rappresenta, insieme alla costituzione e alla conservazione delle collezioni sistematiche e alla divulgazione, una delle principali missioni e uno degli elementi fondanti dei moderni musei naturalistici. Lo studio sulle collezioni contribuisce alla comprensione e alla salvaguardia delle varie forme di diversità del nostro pianeta. Purtroppo la ricerca, altrove riconosciuta come prioritaria per i musei di storia naturale nel mondo, in Italia non viene adeguatamente considerata: la difficoltà per i conservatori di vedere riconosciuta la propria produzione scientifica, nonché la carenza di fondi e di personale rende le istituzioni museologiche italiane poco competitive e pone interrogativi sul loro posizionamento nel panorama della ricerca mondiale.

Parole chiave
biodiversità, campagne di raccolta, collezioni sistematiche, musei naturalistici.

 
Systematic collections and research: defies and problems in Italian natural history museums.

Abstract

Scientific research represents, together with the creation and preservation of systematic collections and divulgation, one of the main missions and one of the basal elements of modern natural history museums. The study upon collections contributes to the understanding and safeguard of different diversity forms on our planet. Unluckily, scientific research, elsewhere taken in due account and considered as a priority for the museums of natural history in the World, is not adequately considered in Italy: the difficulty for curators to see duly acknowledged and considered their own scientific production, together with the chronical lack of funds and personnel, makes uncompetitive the Italian museums and poses questions on their positioning in the panorama of world scientific research

Keywords
biodiversity, field surveys, systematic collections, natural history museums.

 

p. 89 /Collezioni sistematiche e ricerca: sfide e problemi per i musei naturalistici italiani

Scarica PDF
L’interesse delle collezioni storiche per la conoscenza e la diffusione dei dati sugli ambienti marini. L’esempio delle collezioni del Muséum d'Histoire Naturelle di Nizza (Francia)
Brigitte Rollier

Riassunto

All’inizio del XIX secolo il Mediteranneo, rimasto per molto tempo misterioso e inaccessibile, venne studiato e figurato da alcuni naturalisti di talento nizzardi quali Antoine Risso (1777-1845), Jean-Baptiste Vérany (1800- 1865), e Jean-Baptiste Barla (1820-1896). Essi scoprirono, descrissero nel dettaglio e catalogarono sistematicamente molte specie, da quelle più comuni a quelle rare. Raccolsero esemplari di queste specie, li trattarono per la conservazione e li presentarono anche sotto forma di disegni, formando veri e propri album di immagini molto realistiche. Questi studiosi di Nizza, pionieri nelle loro ricerche, hanno lasciato un immenso patrimonio in termini di valore storico, artistico ma anche scientifico: questo insieme unico è oggi di grande utilità per la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente marino mediterraneo, in particolare grazie alle banche dati digitali sulla biodiversità e sul patrimonio naturale.

Parole chiave
collezioni storiche, ambiente marino, Mediterraneo, conservazione, valorizzazione, nuovi utilizzi.

 
The value of historical collections, for the knowledge and dissemination on the data of the sea world. An example of the collections of the Muséum d'Histoire Naturelle de Nice.

Abstract

The Mediterranean and its inhabitants, long mysterious and inaccessible, were studied and documented from the beginning of the XIX century, thanks to talented Nicois naturalists, including Antoine Risso (1777-1845), Jean- Baptiste Vérany (1800-1865), and Jean-Baptiste Barla (1820-1896). Specimens from the most common to the most rare were inventoried, new species were discovered, and all were meticulously described. In parallel, these naturalists collected specimens, prepared them for conservation, and presented them in illustrations that form albums of incredible accuracy. These learned Nicois, pioneers in their field, left us a rich heritage of historical, artistic, and scientific value; this unique work is significant today for its knowledge, and for the preservation and appreciation of the marine life in the Mediterranean that it describes, notably the database that reveals the biodiversity and the natural heritage of these waters.

Keywords
historical collections, sea life, Mediterranean, preservation, appreciation, new uses.

 

p. 94 /L’interesse delle collezioni storiche per la conoscenza e la diffusione dei dati sugli ambienti marini. L’esempio delle collezioni del Muséum d'Histoire Naturelle di Nizza (Francia)

Scarica PDF
DNA, archivi della biodiversità e musei scientifici: alcune esperienze presso la Galleria di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Perugia
Angelo Barili, Sergio Gentili, Livia Lucentini

Riassunto

La Galleria di Storia Naturale del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici dell’Università degli Studi di Perugia conserva rilevanti collezioni zoologiche risalenti al XIX e al XX secolo. La possibilità di genotipizzare tali reperti consente di “fotografare” la biodiversità del passato, affrontando quelle ambiguità tassonomiche e di distribuzione geografica impossibili da discernere sulla base dei soli campioni attuali. La collaborazione fra musei naturalistici e laboratori di ricerca bio-molecolare, sta consentendo sia di sviluppare nuove tecniche conservative di estrazione del DNA da materiale museale, sia di chiarire aspetti chiave di alcune delle specie faunistiche di maggiore interesse conservazionistico, come Starna (Perdix perdix) e Coturnice (Alectoris graeca), sia di verificare l’esistenza di particolari entità tassonomiche, come il Cavedano del Trasimeno (Squalus albus) o addirittura di descrivere nuove specie (Esox flaviae). Queste ricerche sono possibili solo grazie all’analisi genetica di esemplari museali e forniscono alle autorità competenti strumenti di implementazione di piani di gestione e valorizzazione del patrimonio faunistico. Inoltre tali attività, rimarcando il ruolo dei musei naturalistici nella promozione della ricerca scientifica applicata alla conservazione delle risorse naturali, valorizzano il lavoro di naturalisti ed esploratori del passato e “rendono vive” le collezioni storiche. I campioni tassidermizzati acquisiscono così un ruolo primario nella ricerca scientifica applicata alla conservazione della fauna selvatica, divenendo oggetto di attività educative e didattiche innovative in cui i Musei di Storia Naturale, integrano il ruolo di “Archivi della Biodiversità” con quello di Laboratori di Ricerca e centri di educazione.

 
DNA, biodiversity archives and scientific museums: experiments performed in the Natural History Gallery of the University of Perugia

Abstract

The Natural History Gallery of the Scientific Museum Centre of the University of Perugia hosts important zoological collections dated to XIX and XX centuries. The possibility of a genotipization of museum specimens allowed to “photograph” the past biodiversity, studying taxonomic and zoogeographic ambiguities that should be impossible to be clarified basing only on contemporary samples. For these reasons, the collaboration between naturalistic museum and bio-molecular laboratories allowed the development of new conservative methodologies for DNA extraction from museum specimens, as well as clarify key-aspects of some important faunal species as Perdix perdix or Alectoris graeca, verify the existence of debated species, as Squalus albus, or the description of newly one, as Esox flaviae. Such researches are made possible by the genetic characterization of museum specimens and produce data that can be use by the management authorities to implement management plans and valorise faunal heritage. Furthermore, they underlined the role of naturalistic museums in the promotion of scientific research applied to the natural resources conservation, valorise the work of past naturalists and explorers and “make alive” the historical collections. Taxidermy samples acquired a central role in the scientific research applied to the conservation of sylvatic fauna, becoming the object of innovative educational and didactic activities in which the natural history museums complete their role of “biodiversity archives” with that of research laboratories and educational centre.

p. 97 /DNA, archivi della biodiversità e musei scientifici: alcune esperienze presso la Galleria di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Perugia

Scarica PDF
Algarium Veneticum. How to revive a historical collection as a tool for the marine algal biodiversity investigation
Simona Armeli Minicante, Marco Sigovini, Alessandro Ceregato

Riassunto

A forgotten algal herbarium assembled from the Venice Lagoon by Giacomo Zolezzi, Michelangelo Minio and Nicolò Spada between 1941 and 1950 has been recently found at the Biblioteca Storica di Studi Adriatici, located at the Institute of Marine Sciences (ISMAR-CNR) headquarters in Venice. Considering the relevance of this collection and the renewed interest for biodiversity studies, it has been decided to formally establish the herbarium of the Institute. The new herbarium has been named Algarium Veneticum and recorded under this name by the New York Botanical Garden and added with the code in the Index Herbariorum. Currently, the “Algarium Veneticum” includes the historical collection entitled “Distribuzione e polimorfismo di Gracilaria confervoides nella Laguna di Venezia”, consisting of 19 folders containing more than a thousand samples of Gracilaria and a miscellaneous section with specimens of different algal taxa; moreover, a new collection of macroalgae has been initiated and rapidly enriched. The “Algarium Veneticum” has been established with the purposes: 1) to catalog and digitize the historical collection and upload it on the institutional web platforms; 2) to revise the collection by an integrated approach of both classic taxonomic methods and DNA barcoding techniques; 3) to expand the algarium with new collections from the Venice Lagoon and the Adriatic Sea.

Parole chiave
algal herbarium, macroalgae, Venice Lagoon, marine biodiversity, collections.

 
“Algarium Veneticum”. Far rivivere una collezione storica come strumento per la ricerca sulla biodiversità delle alghe marine.

Abstract

Presso la Biblioteca Storica di Studi Adriatici dell’Istituto di Scienze Marine (ISMAR-CNR) è stato recentemente ritrovato un erbario algale della Laguna di Venezia raccolto da Giacomo Zolezzi, Michelangelo Minio e Nicolò Spada tra il 1941 e il 1950. Considerando l’importanza di questa collezione ed il rinnovato interesse per gli studi di biodiversità, si è deciso di istituire formalmente l’erbario dell’Istituto. Il nuovo erbario, denominato Algarium Veneticum, è stato registrato dal New York Botanical Garden con il codice nell’Index Herbariorum. Attualmente, l’Algarium Veneticum comprende la collezione storica dal titolo “Distribuzione e polimorfismo di Gracilaria confervoides nella Laguna di Venezia”, composta da 19 carpette contenenti più di mille campioni di Gracilaria e una sezione miscellanea con campioni di diversi taxa algali. L’algario è stato recentemente arricchito di una collezione di macroalghe frutto di nuovi campionamenti. L’istituzione dell’Algarium Veneticum ha tra i suoi scopi: 1) catalogare e digitalizzare la collezione storica e pubblicarla sui portali web istituzionali; 2) effettuare una revisione tassonomica delle specie algali presenti nella collezione algologica storica, integrando i metodi della tassonomia classica con le tecniche di DNA barcoding; 3) ampliare l’Algarium Veneticum con raccolte algali moderne provenienti dalla Laguna di Venezia e dal mare Adriatico.

Keywords
erbario algale, macroalghe, Laguna di Venezia, biodiversità marina, collezioni.

 

p. 101 /Algarium Veneticum. How to revive a historical collection as a tool for the marine algal biodiversity investigation

Scarica PDF
Scavi nel patrimonio museale: spunti di ricerca dal riordino di una collezione malacologica
Andrea Benocci, Giuseppe Manganelli

Riassunto

I reperti del Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici sono da sempre utilizzati per la ricerca scientifica e per potenziare ulteriormente questa fruizione il Museo sta gradualmente realizzando e pubblicando i cataloghi delle proprie collezioni. Ultima in ordine di tempo ad esser stata oggetto di revisione e catalogazione è stata la collezione malacologica. Il lavoro, durato alcuni anni, ha portato a interessanti scoperte: in particolare sono stati rinvenuti lotti riconducibili a illustri studiosi del passato. Degne di nota sono soprattutto la raccolta di molluschi continentali di Silverio Bonelli (contenente probabilmente dei sintipi) e quella di molluschi d’acqua dolce del Nord America donata da Giovanni Capellini che include specie minacciate di estinzione. Tra i molluschi marini numerosi esemplari presentano iscrizioni, fori artificiali o altre tracce che consentono di attribuirli al nucleo più antico della collezione (XVIII secolo) e forniscono indicazioni sulle modalità espositive del passato. Il riordino del materiale consente quindi non solo di individuare gli esemplari di maggiore interesse, ma anche di ricostruire le vicende storiche legate alle collezioni.

Parole chiave
Accademia dei Fisiocritici, collezione malacologica, catalogazione, storia delle scienze.

 
Digging in museum heritage: new research insights from the revision of a malacological collection.

Abstract

The Museum of Natural History of Accademia dei Fisiocritici hosts rich collections of natural objects, that have been used for scientific research. To enhance these activities the Museum is producing inventories to be published as printed or digital catalogues. Revision and cataloguing activities of the historical malacological collection have provided interesting insights: in particular, we found that some specimens belonged or could be attributed to eminent scientists of the past. Noteworthy are Silverio Bonelli’s collection of continental molluscs (some of which could be syntypes) and Giovanni Capellini’s collection of freshwater molluscs of north America, which includes threatened species. Further, many seashells show inscriptions or man-made holes: such signs indicate they probably belong to the most ancient core of the collection (XVIII century) and give some clues on the way these items were displayed in the past. Thus, the revision of this material highlighted the presence of specimens of great taxonomic, faunistic and conservation value and allowed to retrace some historical events linked to the collection.

Keywords
Accademia dei Fisiocritici, shell collection, catalogue, history of science.

 

p. 105 /Scavi nel patrimonio museale: spunti di ricerca dal riordino di una collezione malacologica

Scarica PDF
Sinergie fra collezioni, archivi di dati e ricerca: un esempio per le Campanulaceae
Annalaura Pistarino

Riassunto

Un programma di ricerca biosistematica, tassonomica e di distribuzione sulla famiglia delle Campanulaceae è in corso da alcuni anni presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (MRSN). Nel tempo, gli interventi si sono susseguiti con obiettivi diversi: delineare la distribuzione in Italia nord-occidentale di 61 unità sistematiche e effettuare ricerche di campo per completare la documentazione carente, verificare aspetti sistematici di gruppi critici, designare tipi e loci classici di alcune entità, approfondire morfologia e morfometria di polline e semi, condurre indagini biomolecolari per analisi di carattere filogenetico. Nell’ambito di tale progetto le collezioni museologiche hanno ricoperto un ruolo insostituibile: infatti sono state il punto di partenza per l’applicazione delle metodologie di analisi e nel tempo uno dei prodotti delle ricerche è stato l’incremento numerico dei campioni. Parte dei risultati è già stata oggetto di pubblicazione ma molti dati restano da rendere noti e alcune ricerche sono tuttora in corso (studi sulla germinazione dei semi e sullo sviluppo dell’embrione, relazioni tra Campanula e insetti Curculionidi, schede dell’Atlante fotografico dei frutti e dei semi della flora del Piemonte e della Valle d’Aosta).

Parole chiave
Campanulaceae, collezioni d’erbario, corologia, indagini biosistematiche e tassonomiche, Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino.

 
Synergies among collections, data archives and research: an example for Campanulaceae.

Abstract

At the Regional Museum of Natural Sciences of Turin (MRSN) a research program on biosystematic, taxonomic and distribution aspects of the Campanulaceae family has been carried on for several years. Over time, the activities aimed at different purposes: outline the northwestern Italian distribution of 61 units carrying out field research to complete the lack of documentation, investigate systematic aspects of critical groups, designate types and loci classici of certain entities, analyse the morphology and morphometry of pollen and seeds, conduct biomolecular investigations for phylogenetic character analysis. Within this project the museological collections are playing an important role: in fact, they have been the starting point for the implementation of methodological analyses and along the way the increase of the number of samples has been a product of the research. Part of the results has been already published but many data are to be issued and some investigations are still ongoing (studies on seed germination and on the developing embryo, relationship between Campanula and Curculionidae insects, digital Atlas of fruits and seeds of Piedmont and Aosta Valley flora).

Keywords
Biosystematic and taxonomic research, Campanulaceae, distribution, herbarium collections, Regional Museum of Natural Sciences of Turin.

 

p. 110 /Sinergie fra collezioni, archivi di dati e ricerca: un esempio per le Campanulaceae

Scarica PDF
Orto e Museo Botanico di Pisa: “Hortus vivus” e “Hortus siccus” al servizio della ricerca
Lucia Amadei, Leonardo Cocchi, Simonetta Maccioni, Giuseppe Pistolesi, Roberta Vangelisti

Riassunto

L’Orto e il Museo Botanico dell’Università di Pisa sono i laboratori di ricerca per diversi gruppi di lavoro che afferiscono a rispettivi Dipartimenti dell’Ateneo. Si riporta una traccia di alcune tra le più recenti indagini supportate dalle due strutture museali.

Parole chiave
Orto Botanico, Museo Botanico, ricerca, Pisa.

 
The Botanic Garden and the Museum of Pisa: “Hortus vivus” and “Hortus siccus” at the service

Abstract

The Botanic Garden and Museum of the University of Pisa are research laboratories for some groups of researchers belonging to some Departments of the University. In this work, some of the latest surveys supported by the two Museums are reported.

Keywords
Botanic Garden, Botanic Museum, research, Pisa.

 

p. 115 /Orto e Museo Botanico di Pisa: “Hortus vivus” e “Hortus siccus” al servizio della ricerca

Scarica PDF
Le pteridofite del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
Rosa Camoletto

Riassunto

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino nel 1983 ha avviato nuove collezioni pteridologiche allo scopo di sviluppare uno strumento per il corretto studio delle pteridofite (Lycophytes e Monilophytes), per approfondire gli studi floristici locali e per migliorare la diffusione culturale relativa a questo gruppo di tracheofite. L'erbario MRSN ora include alcune migliaia di campioni e di dati floristici digitalizzati ed è continuamente accresciuto con acquisti, raccolte e scambi internazionali. La collezione didattica è utilizzata per corsi e mostre sulla tassonomia, sull'evoluzione delle embriofite terrestri e per addestrare nuovi pteridologi.

Parole chiave
erbario MRSN, flora, pteridofite, ricerca, divulgazione.

 
Pteridophyta at the Museo Regionale di Scienze Naturali of Torino (Italy).

Abstract

The Museo Regionale di Scienze Naturali of Torino in 1983 started new pteridological collections in order to develop a tool for the proper study of ferns and fern allies (Lycophyta and Monilophyta), to deepen local floristic studies and to improve the cultural diffusion relative to this group of tracheophytes. The MRSN herbarium includes now thousands of specimens and digitized floristic data and is continuously increased with purchases, harvesting and international exchanges. The didactic collection is used for courses and exhibitions on the taxonomy and evolution of terrestrial embriophytes and to train new pteridologist.

Keywords
MRSN herbarium, Pteridophyta, flora, science popularization.

 

p. 123 /Le pteridofite del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino

Scarica PDF
L’Erbario dei Cappuccini di San Quirico d’Orcia (SI): biodiversità vegetale di 200 anni fa!
Ilaria Bonini, Paolo Castagnini, Claudia Angiolini

Riassunto

L’Erbario dell’Università di Siena conserva nella Collezione storica quattro Erbari del XVIII sec. L’Erbario dei Cappuccini di San Quirico d’Orcia (Si) è uno degli erbari storici, donato da un privato all’Università di Siena. Esso è costituito da quattro faldoni e un volume cartonato. Oggetto di questo studio sono i tre faldoni (vol. 1, 2, 5) che riportano la dicitura “Piante non officinali”. Sono presenti un totale di 155 piante non officinali, di cui 148 sono state ad oggi identificate, 4 esemplari sono distrutti e 3 richiedono ancora una ulteriore revisione. Sono specie caratteristiche di ambienti ruderali, boschi, prati e coltivi della Toscana e alcune sono piante esotiche ad uso ornamentale oggi divenute invasive.

Parole chiave
Herbaria, conservazione biodiversità vegetale, Toscana.

 
The Cappucini Herbarium of San Quirico d’Orcia (Si): plant biodiversity than 200 years ago!

Abstract

The Herbarium of Siena University preserved in the Historical collection four herbaria of the eighteenth century. The Herbarium of the Cappucini of San Quirico d’Orcia (Si) is one of historical herbarium, donated by a private to Siena University. It consists of four folders and a cardboard book. Object of this study are three folders (vol. 1, 2, 5) which are labeled “non-medicinal plants”. There are a total of 155 “non-medicinal plants”, of which 148 samples have been identified, 4 specimens are destroyed and 3 require further revision. They are kind of ruderal areas, woods, meadows and cultivated fields of Tuscany and some are exotic plants for ornamental purposes now become invasive.

Keywords
Herbaria, conservation plant biodiversity, Tuscany.

 

p. 119 /L’Erbario dei Cappuccini di San Quirico d’Orcia (SI): biodiversità vegetale di 200 anni fa!

Scarica PDF
L’erbario “Irma Pierpaoli” del Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan”, Porto Cesareo (LE)
Anna Maria Miglietta, Antonella Petrocelli, Ester Cecere

Riassunto

L’erbario “Irma Pierpaoli”, del Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan” (Porto Cesareo, Le), consiste complessivamente di 670 campioni di alghe marine tra cui sono individuabili 219 taxa suddivisi in Rhodophyta (122), Ochrophyta (53) e Chlorophyta (44). Questa piccola collezione prende il nome da Irma Pierpaoli, una studiosa marchigiana, che raccolse la maggior parte degli esemplari nel Mar Ionio (soprattutto Mar Grande e Mar Piccolo di Taranto) e nel Mar Adriatico (soprattutto costa marchigiana), dagli inizi degli anni ’20 alla fine degli anni ‘50. Nel 1959, la Pierpaoli donò la collezione a Pietro Parenzan, fondatore dell’omonimo Museo di Biologia Marina, il quale la incrementò negli anni successivi con 39 campioni raccolti negli stessi mari della collezione originaria.

Parole chiave
collezione, erbario, alghe.

 
The herbarium “Irma Pierpaoli”, Museum of Marine Biology “Pietro Parenzan”, Porto Cesareo (Le).

Abstract

The herbarium “Irma Pierpaoli”, owned by the Museum of Marine Biology “Pietro Parenzan” (Porto Cesareo, Lecce, Italy), consists in 670 dried samples of seaweeds. Among them 219 taxa are present, precisely 122 are Rhodophyta, 53 are Ochrophyta and 44 are Chlorophyta. This little collection is named from Irma Pierpaoli, a scholar from Marches, who collected the most part of samples from the Ionian Sea (mainly Mar Grande and Mar Piccolo of Taranto) and from the Adriatic Sea (mainly from the Marches coasts), starting from the beginning of the twenties up to the end of the fifties. In 1959, miss Pierpaoli gave away her collection to professor Pietro Parenzan, the founder of the homonymous Museum of Marine Biology. Afterwards, he increased the collection with 39 seaweed samples, which he collected in the same seas.

Keywords
collection, herbarium, seaweeds.

 

p. 127 /L’erbario “Irma Pierpaoli” del Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan”, Porto Cesareo (LE)

Scarica PDF
La rana toro (Lithobates catesbeianus) nelle collezioni erpetologiche dei musei italiani
Mauro Grano, Cristina Cattaneo, Marco Sassoè

Riassunto

In questo lavoro viene presa in esame la presenza della rana toro (Lithobates catesbeianus Shaw, 1802) nelle collezioni museali italiane. Viene riportata la presenza di questo anfibio in numerose collezioni museali, sia nei grandi musei metropolitani, sia in alcuni musei provinciali di minori dimensioni. La presenza della rana toro nei musei italiani riveste un interesse particolare per lo studio e il controllo di una specie aliena con un alto potenziale di invasività.

Parole chiave
Rana toro, Lithobates catesbeianus, museologia scientifica, collezioni erpetologiche.

 
The bullfrog (Lithobates catesbeianus) in herpetological collections of Italian museums.

Abstract

In this work we investigated the presence of the American bullfrog (Lithobates catesbeianus Shaw, 1802) in Italian museums. We report the presence of this Amphibian in numerous collections, both in major metropolitan museums and in some smaller museums. The presence of the American bullfrog in Italian collections is of particular interest for the study and control of an alien species with a high potential of invasiveness.

Keywords
American bullfrog, Lithobates catesbeianus, scientific museology, herpetological collections.

 

p. 131 /La rana toro (Lithobates catesbeianus) nelle collezioni erpetologiche dei musei italiani

Scarica PDF
La classificazione delle meteoriti in conto terzi come veicolo efficace per l’incremento patrimoniale e per la valorizzazione scientifica delle collezioni dei musei naturalistici
Vanni Moggi Cecchi, Giovanni Pratesi, Serafina Carpino, Stefano Caporali

Riassunto

L’attività di classificazione delle meteoriti di recente rinvenimento è regolata dalla Meteoritical Society sulla base di una procedura codificata. Un apposito comitato, il Nomenclature Committee, esamina i report contenenti i risultati delle analisi effettuate e decreta l’approvazione del reperto come nuova meteorite, assegnandogli un nome ufficiale. Uno dei requisiti base di tale attività è che una parte del materiale analizzato, definita type specimen (olotipo), deve essere detenuta permanentemente presso l’ente che effettua la classificazione. Nel presente lavoro vengono presentati i risultati ottenuti, in termini di valorizzazione economica del patrimonio delle collezioni e di valorizzazione scientifica dei musei, dall’attività di classificazione delle meteoriti svolta dal 2002 ad oggi presso il Museo di Scienze Planetarie della Provincia di Prato e, successivamente, presso il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze. Le ricerche condotte nell’ambito di tale attività hanno infatti permesso, mediante l’ampliamento delle conoscenze in questo settore, di incrementare la visibilità delle istituzioni coinvolte presso la comunità scientifica.

Parole chiave
Meteoriti, type specimen, Meteoritical Bulletin, Nomenclature Committee, valorizzazione.

 
The meteorite classification on behalf of a third party as an efficient tool for the economic valorisation and the scientific promotion of the heritage of the naturalistic collections.

Abstract

The classification of newfound meteorites is regulated by the Meteoritical Society according to a codified procedure. A specific committee, named Nomenclature Committee, examines the reports containing the results of the analyses performed on the new meteorite and approves it, assigning it an official name. One of the basic requirements of such activity is that an aliquot of the meteorite, named type specimen, must be permanently on deposit at the institution that carries out the classification procedure. In the present paper are presented the results obtained since 2002 at the Museo di Scienze Planetarie della Provincia di Prato and at the Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze both in terms of economic enhancement of the museums’ heritage and of their scientific promotion. The researches carried out, expanding the knowledges on this subject, allowed to improve the visibility of the involved institutions among the scientific community

p. 144 /La classificazione delle meteoriti in conto terzi come veicolo efficace per l’incremento patrimoniale e per la valorizzazione scientifica delle collezioni dei musei naturalistici

Scarica PDF
Collezione di microrganismi di interesse enologico
Enrico Vaudano, Antonella Costantini, Francesca Doria, Emilia Garcia-Moruno

Riassunto

La collezione di lieviti e batteri di interesse enologico del Centro di Ricerca per l’Enologia di Asti (CREA-ENO), è stata fondata negli anni ‘70. Il nome originario era Collezione Nazionale dei Lieviti e Batteri Selezionati Del Vino- Istituto Sperimentale per l’Enologia CNLBSV-ISE. In 40 anni di attività sono stati raccolti più di un migliaio di ceppi di lievito e centinaia di ceppi batterici attraverso l’isolamento da uve, mosti e vini e nuovi ceppi vengono aggiunti continuamente. Negli anni le tecniche di identificazione e caratterizzazione tassonomica hanno visto notevoli progressi, grazie alle metodologie di analisi basate sul DNA. Tali metodi molecolari permettono di caratterizzare i microorganismi sia a livello di specie che di ceppo e possono essere utilizzati per un ampio spettro di obiettivi che vanno a valutare determinate caratteristiche dei microorganismi presenti in collezione.

Parole chiave
vino, lieviti, batteri, collezione, variabilità genetica.

 
The collection of micro-organisms of oenological interest.

Abstract

The collection of yeasts and bacteria of oenological interest of the Research Center for Enology of Asti (CREAENO), was founded in the '70s. The original name was Collezione Nazionale dei Lieviti e Batteri Selezionati Del Vino- Istituto Sperimentale per l’Enologia CNLBSV-ISE. In 40 years of activity more than a thousand strains of yeast and hundreds of bacterial strains isolated from grapes, must and wine have been collected and new strains are constantly being added. Over the years, techniques for the identification and the taxonomic characterization have had significant progresses, due to development of analytical methods based on DNA. These molecular methods allow to characterize the microorganisms both at species level and at strain level and can be used for a broad spectrum of objectives to evaluate specific characteristics of the microorganisms in the collection.

Keywords
wine, yeasts, bacteria, collection, genetic variability.

 

p. 148 /Collezione di microrganismi di interesse enologico

Scarica PDF
Collezioni scientifiche ed educazione: la missione, gli scenari e le prospettive
Elisabetta Falchetti

Riassunto

Il contributo discute la valenza educativa delle collezioni scientifiche, il loro apporto alla formazione dei cittadini e al cambiamento socioculturale che il XXI secolo richiede. Le esperienze in corso nei musei indicano che le collezioni costituiscono una risorsa insostituibile nella costruzione di conoscenze e comprensione della realtà, di identità individuali e comunitarie, di dialogo interculturale e di benessere fisico, mentale e spirituale.

Parole chiave
collezioni scientifiche, scenari socioculturali, educazione al patrimonio, sostenibilità

 
Scientific Collections and education: mission, landscape, prospects.

Abstract

This paper emphasizes the educational value of museum scientific collections, their contribution to the citizen’s education and to the sociocultural change required in/by the 21st century. Many museum experiences confirm that the scientific collections are a fundamental resource in order to build knowledge and comprehension of reality, individual and collective identities, intercultural dialogue and physical, mental and spiritual wellbeing.

Keywords
scientific collections, sociocultural landscapes, heritage education, sustainability.

 

p. 153 /Collezioni scientifiche ed educazione: la missione, gli scenari e le prospettive

Scarica PDF
Le collezioni scientifiche e anatomo-patologiche per l’insegnamento medico, un patrimonio sottostimato. L’esempio del Gordon Museum of Pathology di Londra.
Roberta Ballestriero

Riassunto

Nato nel 1826, il Gordon Museum of Pathology del King’s College di Londra è uno dei più grandi musei di patologia del mondo e la a sua funzione primaria è l’insegnamento medico. Non è aperto al pubblico ma accoglie visitatori del settore medico/scientifico. Il Museo ospita anche importanti collezioni scientifiche di carattere storico tra cui le cere anatomiche e dermatologiche dell’artista Joseph Towne. Sin dagli anni settanta i suoi moulages sono stati utilizzati nelle lezioni. Dato che continua ad accettare nuovi preparati e modelli, il museo riconosce e utilizza l’importante potenziale educativo delle sue collezioni scientifiche antiche e moderne che contribuiscono a migliorare la capacità di osservazione visiva e l’empatia tra gli studenti del settore sanitario.

Parole chiave
Gordon Museum, cere anatomiche, moulages dermatologici.

 
The scientific and pathological collections for medical teaching, an underestimated heritage. The example of the Gordon Museum of Pathology in London

Abstract

Created in 1826, the Gordon Museum of Pathology at King’s College London is one of the largest pathology Museums in the world and medical teaching is its primary function. It is not open to the public but welcomes visitors of the medical/scientific field. The museum also houses important historical and scientific collections including the anatomical and dermatological wax models of the artist Joseph Towne. Since the seventies his moulages have been used in the lessons. As it continues to accept new preparations and models, the museum recognises and uses the important educational potential of its antique and modern scientific collections to enhance the observation skills and empathy in health-care students.

Keywords
Gordon Museum, anatomical wax models, dermatological moulages.

 

p. 157 /Le collezioni scientifiche e anatomo-patologiche per l’insegnamento medico, un patrimonio sottostimato. L’esempio del Gordon Museum of Pathology di Londra.

Scarica PDF
“Lezioni al Museo”: cimeli dell’informatica per didattica e orientamento all’Università di Pisa
Giovanni A. Cignoni

Riassunto

A Pisa, “culla” dell’informatica italiana, ci sono il Museo degli Strumenti per il Calcolo, con una collezione di rilievo internazionale, e “Hackerando la Macchina Ridotta”, un progetto di ricerca che applica l’archeologia sperimentale allo studio e alla ricostruzione dei vecchi calcolatori e che cerca nuovi modi di raccontare l’informatica. Collezioni e competenze vanno “sfruttate”: ad esempio per la didattica approfondita e per l’orientamento di futuri studenti alla scelta dei loro studi. Le “Lezioni al Museo” si integrano nei programmi di informatica di licei e istituti tecnici. Il Museo è un’aula/laboratorio da frequentare più volte nel ciclo di studi. Le “Lezioni” non sono visite guidate: prendono un’intera mattina, sono impegnative e affrontano specifici argomenti di informatica studiandoli sui cimeli del Museo, su ricostruzioni e simulatori, mettendo gli studenti a contatto diretto con le collezioni, ma anche con la ricerca e la didattica universitaria che, nel nostro caso, appartengono all’identità del Museo che fa parte del Sistema Museale dell’Università di Pisa.

Parole chiave
informatica, didattica, orientamento agli studi.

 
Lectures at the Museum: Relics of Computer Science for Teaching and Study Guidance at the Pisa University.

Abstract

In Pisa, the “cradle” of Italian computer science, there are the Museum of Computing Machinery, with an internationally renowned collection, and Hacking the Macchina Ridotta, a research project which uses experimental archeology for studying and rebuilding old computers, and which searches for new ways of telling the history of computing. Collections and expertises have to be “exploited”: for example, for in-depth teaching and for guidance in the choice of studies. The Lectures at the Museum are integrated in the computer science teaching plans of high schools. The Museum is a classroom/workshop which can be attended several times in the course of study. The Lectures are not guided tours: they take a whole morning and are demanding. Lectures address spe cific topics of computer science by studying them on the relics, the reconstructions and the simulators available at the Museum, putting the students in close contact with the collections and with teachineg and research, which are part of the Museum identity - being it one of the museums of the University of Pisa.

Keywords
computer science, teaching, study guidance.

 

p. 162 /“Lezioni al Museo”: cimeli dell’informatica per didattica e orientamento all’Università di Pisa

Scarica PDF
Collezioni per tutti, per tutte le età e per tutte le culture
Angela Pelosi, Ilaria de Angelis, Nicola Margnelli, Carla Cecchi Maranzana

Riassunto

Le collezioni museali hanno la potenzialità di attrarre tutti, se valorizzate e presentate con strategie rispondenti alle aspettative e alle particolari esigenze socio-culturali dei diversi visitatori. Per rispondere alle esigenze dei pubblici Myosotis in collaborazione con il Museo Civico di Zoologia di Roma, propone percorsi culturali differenziati che favoriscono la partecipazione diretta, l’interazione e le relazioni sociali tra i visitatori, cercando di soddisfare le loro aspettative. Negli ultimi anni Myosotis si è concentrata sul pubblico dell’infanzia (scolastico e non-scolastico) promuovendo, attraverso la reinterpretazione e centralità delle collezioni museali, l’Educazione al Patrimonio e la formazione socio-culturale dell’individuo, fin dalla prima fase di scolarizzazione. Questo contributo intende proporre alcune riflessioni sui ruoli educativi e sociali del museo scientifico moderno, mettendo in evidenza l’esigenza di un confronto istituzionale sul valore delle collezioni come risorsa non solo di educazione scientifica, ma anche di dialogo, relazione sociale, benessere e qualità della vita.

Parole chiave
collezioni, visitatori, percorsi culturali, famiglie, infanzia.

 
Collections for everyone, every ages and cultures.

Abstract

The museum collections have the potentiality to attract everyone, if enhanced and presented through strategies which answer the expectations and specific socio-cultural needs of the different kind of visitors. Myosotis in collaboration with the Zoological Museum of Rome meets the public needs by proposing different cultural paths to encourage participation, interaction and socialising among the visitors. Myosotis in recent years has focused his work on childhood public (schools and visitors) promoting, through the reinterpretation and centrality of museum’s collections, Cultural Heritage and socio-cultural education, from the first phase of schooling. This paper propose some reflections above the educational and social roles of the modern science museum, highlighting the need of an institutional debate on the value of the collections as a resource not only in scientific education but also in dialogue, social relationships, well-being and quality of life.

Keywords
collection, visitors, cultural path, families, childhood.

 

p. 166 /Collezioni per tutti, per tutte le età e per tutte le culture

Scarica PDF
“Il Museo in tasca”: un’applicazione per scoprire le collezioni naturalistiche dei Fisiocritici tramite dispositivi mobili
Andrea Benocci Giuseppe Manganelli, Chiara Bratto, Valentina Lusini, Elisa Bruttini

Riassunto

“Il Museo in tasca” è un’applicazione gratuita per smartphone e tablet ideata da Fondazione Musei Senesi per incrementare l’accessibilità di sei musei accreditati della provincia di Siena. L’Accademia dei Fisiocritici, che partecipa col suo Museo di Storia Naturale, ha concluso per prima la realizzazione di questa sorta di guida tascabile, disponibile da marzo 2016. Si tratta di uno strumento utile non solo per organizzare una visita, ma soprattutto per orientarsi nei numerosi locali del museo e per avere informazioni sui reperti esposti, dato che quelle contenute nelle vetrine sono estremamente limitate: l’ostensione di tipo ottocentesco, che il Museo ha scelto di mantenere, presenta infatti scarse possibilità illustrative. La app si articola in quattro sezioni: “Museo” descrive la sede e la storia dell’Accademia; “Temi” individua le principali aree tematiche trattate, fornendo indicazioni generali sulla natura e l’origine delle collezioni e sui criteri espositivi; “Oggetti” analizza più dettagliatamente le raccolte, specificandone la consistenza, la tipologia e l’importanza; “Territori” descrive infine alcune località da cui provengono importanti reperti o collezioni. Ogni sezione contiene schede di testo (disponibili anche in inglese e mandarino), gallerie fotografiche e filmati appositamente realizzati.

Parole chiave
visita virtuale, app, comunicazione, divulgazione.

 
“Il Museo in tasca”: an application to discover Fisiocritici’s natural collections through mobile devices

Abstract

“Il Museo in tasca” is a free application for smartphones and tablets conceived by Fondazione Musei Senesi to increase access to six museums in Siena province. Accademia dei Fisiocritici contributed to the project by assembling information on its Museum of Natural History in a “virtual pocket guide”, available for download from March 2016. This application is useful for planning visits, finding one’s way around the ancient building and learning more about the exhibits, since showcases contain limited information. The Museum chose to maintain the way objects were displayed in the XIX century, a choice that limits the amount of information that can be transmitted. The application has four sections: “Museum” describes the location and history of the Siena Academy of Sciences; “Themes” indicates the main disciplines (geology and palaeontology, zoology and anatomy) and provides general information on the types and origins of collections; “Objects” describes certain items or collections in detail and explains their scientific value; “Localities” illustrates their provenance: major fossil-bearing outcrops, mining districts or areas of faunistic value. Each section contains texts (available in Italian, English and Chinese), photo galleries and video clips.

Keywords
virtual tour, app, communication, divulgation.

 

p. 176 /“Il Museo in tasca”: un’applicazione per scoprire le collezioni naturalistiche dei Fisiocritici tramite dispositivi mobili

Scarica PDF
Inside-out le collezioni geologiche del Museo universitario di Modena
Milena Bertacchini

Riassunto

“Cristalli ai raggi X” è la mostra che ha celebrato a Modena il 2014 quale Anno Internazionale della Cristallografia. Obiettivo del progetto è stato quello di illustrare al più vasto pubblico di scuole e cittadini quanto i cristalli facciano parte del vivere quotidiano. L’iniziativa è stata curata dal Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia e dal Museo Universitario “Gemma 1786”. L’esperienza espositiva è stata costruita partendo dalle collezioni museali (minerali, rocce, documenti e strumenti storici) che hanno rappresentato un valido strumento di comunicazione e di educazione scientifica, di intrattenimento e socializzazione.

Parole chiave
mostra scientifica, cristalli, collezioni museali, scuole, Modena.

 
Inside-out Modena University Museum collections of geological sciences.

Abstract

On the UN Year 2014 as the International Year of Crystallography, the Department of Chemical and Geological Sciences of Modena and Reggio Emilia University (Italy) and its Museum “Gemma 1786”, organized an exhibition named “Cristalli ai raggi X” based on museum collections. The initiative involved the cooperation of many public and private partners and the active participation of twenty schools of different types and levels. A novel aspect was the planned participation of high-school students in the fifty collateral events organized during the exhibition. The main purpose of “Cristalli ai raggi X” was to introduce non-specialists to the world of crystals and their properties. In addition to a wide range of scientific materials sourced from museum collections (minerals, rocks, historical documents, precision instruments) and technological applications, the event also included a variety of cultural and artistic items. The museum collections represented a useful intercessor of science communication and education, entertainment and socialisation. Then, they contributed to trasform the exhibition in a dynamic place of dialogue, amusement and involvment for visitors of different ages and interests.

Keywords
science exhibition, crystals, museum collections, schools, Modena.

 

p. 180 /Inside-out le collezioni geologiche del Museo universitario di Modena

Scarica PDF
Entomologia in un clic: didattica multimediale all’Università di Modena e Reggio Emilia
Matteo Bisanti, Andrea Govoni, Aurora Pederzoli

Riassunto

Dal 2009 il Museo di Zoologia e Anatomia Comparata (MZAC) dell'Università di Modena e Reggio Emilia, in collaborazione col progetto KeyToNature, ha avviato un progetto di promozione della collezione entomologica conservata al Museo, attraverso attività di identificazione degli insetti su dispositivi digitali. Il MZAC ha prodotto chiavi dicotomiche digitali utilizzando fotografie di insetti della propria collezione, di donazioni e di collezioni di altri musei. In particolare la chiave degli “Insetti del MZAC” è utilizzata su supporto tablet nei laboratori didattici e in eventi rivolti alla cittadinanza di Modena come aperture straordinarie del Museo, fiere entomologiche (EntoModena) e mostre a tema. Per valutare l'efficacia comunicativa delle chiavi prodotte si è avviata un'evaluation con questionari e interviste semi-strutturate, di cui si riportano i risultati nel seguente lavoro.

Parole chiave
collezione entomologica, digitale, educazione, tassonomia.

 
One-clic-Entomology: multimedial teaching at the University of Modena and Reggio Emilia.

Abstract

Since 2009 the Museum of Zoology and Comparative Anatomy (MZAC) of University of Modena and Reggio Emilia has been promoting his enthomological collection by means of educational activities focused on insects identification, in collaboration with the international project KeyToNature. Digital dichotomical keys have been developed using pictures from enthomological collections hosted in MZAC, from donations and from other Museums' collections. In particolar we are currently using the “Insects of MZAC” key on tablet during educational laboratories and public events as special opening of the Modena’s Museums, enthomological fair (EntoModena) and expositions. To evaluate the communication efficacy of the keys, we carried out an evaluation with questionnaries and semi-structured interviews, the results of which are reported in this paper.

Keywords
enthomological collection, digital, education, taxonomy.

 

p. 184 /Entomologia in un clic: didattica multimediale all’Università di Modena e Reggio Emilia

Scarica PDF
Dall’analisi dei manufatti litici alla divulgazione della preistoria: il valore educativo di una collezione museale
Lucia Borrelli, Daniele Moscone, Giovanni Paternoster

Riassunto

Al Museo di Antropologia del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche di Napoli è stata condotta una interessante ricerca storico-scientifica sulla Collezione Cerio costituita da 2889 manufatti litici, per lo più in ossidiana, ascrivibili al Neolitico e rinvenuti a Capri in località Le Parate. Grazie a questa ricerca e alla realizzazione di un’ostensione dei più significativi reperti, si potrà mostrare al pubblico del Museo il ruolo che l’isola di Capri ebbe nelle antiche rotte marittime legate alla circolazione dell’ossidiana e in che modo veniva lavorata questa roccia vulcanica.

Parole chiave
collezioni archeologiche, esposizioni, divulgazione scientifica.

 
From the analysis of the lithic artifacts to the dissemination of the prehistory: the educational value of a museum collection.

Abstract

The Museum of Anthropology of the Museum Centre of Natural and Physics Sciences has carried out an interesting historical and scientific research on the Cerio Collection found in Le Parate site (Capri) and consisting of 2,889 stone artifacts, mostly in obsidian. This study allows to show to the visitors of the Museum the role that the island of Capri had in the ancient maritime routes linked to the circulation of the obsidian and in which way this volcanic rock was processed.

Keywords
archeological collections, expositions, scientific dissemination. PREMESSA

 

p. 189 /Dall’analisi dei manufatti litici alla divulgazione della preistoria: il valore educativo di una collezione museale

Scarica PDF
Il “Mondo delle Palme”: spunti didattici dai campioni della Carpoteca Storica dell’Orto Botanico di Modena
Giovanna Bosi, Giovanna Barbieri, Daniele Bertoni, Fabrizio Buldrini, Simona Rinaldi, Daniele Dallai

Riassunto

Prosegue il lavoro di revisione sui campioni della Carpoteca Storica dell’Orto Botanico di Modena. Dopo le Gimnosperme sono state affrontate le Monocotiledoni, circa 1/7 dei campioni della collezione, afferenti a 21 famiglie attuali, tra le quali la più rappresentata è quella delle Arecaceae o Palmae, che in collezione ha taxa con zone d’origine che coprono l’intero globo terrestre. Tenendo conto della grande importanza etnobotanica di tante palme e di molti aspetti botanici curiosi ad esse legati, si è pensato di strutturare un itinerario interdisciplinare a loro dedicato, rivolto alla scuola primaria. L’itinerario, da svolgere all’Orto e in classe, è supportato da schede e da un gioco didattico. I reperti della famiglia delle Arecaceae hanno trovato collocazione nelle vetrine dell’Aula Storica, in una mostra semi-permanente funzionale al percorso stesso.

Parole chiave
carpoteca storica, Modena, monocotiledoni, Arecaceae, didattica extrauniversitaria.

 
The "Palm World": some didactical suggestions from the samples of the Historical Carpological Collection of the Botanic Garden of Modena.

Abstract

The revision of the samples of the carpological collection of the Botanical Garden of Modena is in progress. After the Gymnospermae, we took into account the Monocotyledons, about 1/7 of the whole collection. The Monocotyledons samples are ascribed to 21 families, among which the most represented are the Arecaceae (= Palmae), with taxa whose origin zones cover the whole Earth. Due to the great ethnobotanical importance of many palms and their various curious botanical features, we proposed an interdisciplinary didactic itinerary dedicated to the palms, which is suitable for the primary school. Such itinerary, which is articulated in a part to develop in the Botanic Garden and another one to develop in the classroom, is completed by didactic cards and a didactic play. The samples belonging to the Arecaceae are now collocated in the shopcases of the Aula Storica of the Botanical Garden of Modena, as a semi-permanent exhibition which is functional to the itinerary itself.

Keywords
historical carpotheque, Modena, monocotyledons, Arecaceae, extra-university teaching activity.

 

p. 193 /Il “Mondo delle Palme”: spunti didattici dai campioni della Carpoteca Storica dell’Orto Botanico di Modena

Scarica PDF
Collezioni museali fra natura, storia e cultura: una collaborazione fra l’Orto Botanico di Modena e la Riserva Naturale Regionale delle Salse di Nirano
Daniele Dallai, Fabrizio Buldrini ,Giovanna Barbieri ,Giovanna Bosi

Riassunto

La Riserva Naturale Regionale delle Salse di Nirano, sita alle falde dell’Appennino Modenese, è la prima riserva regionale istituita in Emilia Romagna (1982) a tutela di un complesso di salse fra i piú grandi d’Italia e d’Europa, frequentata da 70.000 visitatori ogni anno. Nell’ambito delle consolidate collaborazioni tra la Riserva e l’Orto Botanico di Modena, volte a valorizzare e tutelare gli aspetti naturalistici dell’area protetta, il progetto in corso propone ai visitatori un percorso “tra collezioni e territorio”, che si snoda tra le aree più peculiari della Riserva, le collezioni presenti nei suoi spazi espositivi e le collezioni museali dell’Orto Botanico modenese, offrendo un percorso multidisciplinare di conoscenza tra natura e cultura sui temi della conservazione biologica e della memoria storica locale.

Parole chiave
collezioni scientifiche, territorio locale, Orto botanico Modena, Salse di Nirano.

 
Museum collections among nature, history and culture: a collaboration between the Botanic Garden of Modena and the Regional Natural Reserve of the Salse di Nirano.

Abstract

The Regional Natural Reserve of the Salse di Nirano, situated at the foot of the Apennines of Modena, is the first regional reserve instituted in Emilia-Romagna (1982), for preserving a mud volcanoes complex which is among the biggest ones of Italy and Europe. The Reserve is frequented by some 70,000 visitors every year. In the context of the consolidated collaborations between the Reserve and the Botanical Garden of Modena, which are aimed to qualify and preserve the naturalistic aspects of the protected area, the running project proposes to the visitors a tour “between collections and territory”. This tour is articulated in a visit to the most peculiar areas of the Reserve, to its museum collections and to the historical collections of the Botanical Garden of Modena, offering a multidisciplinary itinerary for the knowledge of nature and culture, with a particular focus on the biological conservation and the local historical memory.

Keywords
scientific collections, local territory, Botanic Garden of Modena, Salse di Nirano.

 

p. 198 /Collezioni museali fra natura, storia e cultura: una collaborazione fra l’Orto Botanico di Modena e la Riserva Naturale Regionale delle Salse di Nirano

Scarica PDF
Il Museo di Zoologia ed Anatomia Comparata dell’Università di Modena e Reggio Emilia testimone di biodiversità attuale e passata
Andrea Gambarelli, Rita Maramaldo, Ciro Tepedino, Aurora Pederzoli, Maria Agnese Sabatini, Lucrezia Mola

Riassunto

La nascita del Museo di Zoologia ed Anatomia Comparata dell’Università di Modena e Reggio Emilia risale al 1776 e si deve al Duca Francesco III d’Este. Tra le collezioni quella riguardante la “fauna modenese”, inaugurata da Antonio Carruccio nel 1880, rappresenta il primo esempio provinciale di conservazione di vertebrati locali per la regione dell’Emilia. Ne fanno parte esemplari di specie attualmente estinte nel territorio modenese (lontra, grifone e lupo). La collezione fa tuttora parte di apprezzati percorsi tematici rivolti alle scuole, per far conoscere gli animali che vivono intorno a noi, in particolare la biodiversità dei nostri boschi, delle zone umide e dei giardini delle nostre case. In tali percorsi, attraverso attività ludiche e laboratori, gli studenti conoscono gli animali del territorio. La collezione viene anche utilizzata per laboratori didattici durante le aperture straordinarie che il Museo offre al pubblico ed è stata protagonista nell’allestimento di una mostra tenuta a Modena dal titolo “Educare a pensare: Alberto Manzi e l’educazione scientifica”.

Parole chiave
biodiversità, didattica, fauna modenese, raccolte zoologiche.

 
The Museum of Zoology and Comparative Anatomy of the University of Modena and Reggio Emilia as witness of present and past biodiversity.

Abstract

The Museum of Zoology and Comparative Anatomy of the University of Modena and Reggio Emilia dates back to 1776 and it was founded by the will of the Duke Francesco III d’Este. Among the collections that concerning the “Fauna of Modena”, inaugurated by Antonio Carruccio in 1880, represents the first example of the local vertebrate conservation for the region Emilia. Some specimens of this collection belong to species currently extinct in the Modena area (otter, wolf and griffin). The collection is still part of appreciated educational activities for schools, to raise awareness of the animals living around us, particularly of biodiversity in our forests, wetlands and gardens. In these activities, through games and laboratories, students discover the animals in the area. The collection is also used for teaching laboratories during the special opening that the Museum offers the public and was the protagonist of an exhibition held in Modena on “Educare a pensare: Alberto Manzi e l’educazione scientifica” focused on Alberto Manzi's thought.

Keywords
biodiversity, education, local fauna. zoological collections.

 

p. 202 /Il Museo di Zoologia ed Anatomia Comparata dell’Università di Modena e Reggio Emilia testimone di biodiversità attuale e passata

Scarica PDF
Dalla collezione di pietre ornamentali del Museo Regionale di Scienze Naturali a TourInStones, un’applicazione per la valorizzazione geoturistica di Torino
Francesca Gambino, Alessandro Borghi, Lorenzo Mariano Gallo

Riassunto

TourInStones è un itinerario geoturistico online a spot dedicato ai luoghi di importanza culturale del centro di Torino in cui sono evidenziati i materiali lapidei costitutivi degli edifici e dei monumenti storici della città. L’itinerario è costituito di 17 siti, per ciascuno dei quali è riportata una breve descrizione storico-architettonica e una sintesi dei caratteri di una delle pietre da costruzione impiegate di maggior rilevanza. La collezione di pietre ornamentali del Museo Regionale di Scienze Naturali è stata utilizzata come base di riferimento per lo studio macro- e microscopico delle varie litologie dei monumenti.

Parole chiave
beni culturali, pietre ornamentali, applicazioni multimediali, Torino.

 
From the collection of ornamental stones of the Regional Museum of Natural Sciences to Tourinstones, an application for geo-tourism promotion of Turin.

Abstract

TourInStones is an online geotouristic virtual tour where ornamental stones are showed in the most important cultural places and monuments of Turin downtown. The travel (tour) is constituted by 17 stops, represented by churches, building and arcaded streets. Each stop presents a brief historic and architectural description and a summary of the characters of one of stones (the most relevant) employed for the building. The collection of ornamental stones of Museo Regionale di Scienze Naturali was used as reference for mascroscopic and microscopic lithologic research of these stones. The tour is a part of “Progeo Piemonte” project ofTurin University. It is going to be also an application for tablet and smartphones titled “TourInStones”; its creation is under construction.

Keywords
cultural heritage, ornamental stones, multimedia applications, Turin.

 

p. 206 /Dalla collezione di pietre ornamentali del Museo Regionale di Scienze Naturali a TourInStones, un’applicazione per la valorizzazione geoturistica di Torino

Scarica PDF
Le piante alimentari conservate nell’Erbario dell’Università di Torino. Un percorso divulgativo dalle collezioni storiche ai temi di EXPO 2015
Laura Guglielmone, Deborah Isocrono

Riassunto

In occasione di EXPO Milano 2015, l’Erbario dell’Università di Torino ha ideato un percorso didattico/divulgativo rivolto a studenti e pubblico adulto per illustrare momenti significativi delle ricerche botaniche legate all’uso e alla diffusione delle piante alimentari. Allo scopo sono stati utilizzati exsiccata, tavole iconografiche e materiali d’archivio.

Parole chiave
collezioni d’erbario, piante alimentari, Erbario TO.

 
The food plants in the Herbarium of the University of Turin: an educational project from the historical collections to EXPO 2015.

Abstract

The Herbarium of the University of Turin, within EXPO Milano 2015, presented an educational/informative project for students and general public to illustrate significant moments of botanical research related to the use and spread of food plants. The project has been carried out using exsiccata, iconographic tables and archival materials.

Keywords
herbaria, food plants, Herbarium TO.

 

p. 210 /Le piante alimentari conservate nell’Erbario dell’Università di Torino. Un percorso divulgativo dalle collezioni storiche ai temi di EXPO 2015

Scarica PDF
Museobus: saperi in movimento
Simona Guioli, Camilla Risi

Riassunto

La necessità, da una parte di avvicinare, in termini culturali, i centri urbani più grandi alle realtà marginali di un contesto geografico montano e assai frammentato demograficamente e dall’altra di creare uno strumento innovativo per raccogliere saperi e reperti dispersi sul territorio e che forse andrebbero perduti, porta alla nascita del cosiddetto Museobus. Ovvero l’idea di allestire un furgone e portare a contatto con varie realtà sociali quanto di culturalmente materiale (e immateriale) il territorio oltrepadano conserva e offre. Lo slogan “saperi in movimento” racchiude in poche parole gli obiettivi progettuali e permette di diffonderne la consapevolezza sia sul territorio sia altrove.

Parole chiave
beni materiali e immateriali, collezioni, territorio.

 
Museobus: knowing in motion.

Abstract

The need for one side to approach, in cultural terms, the larger urban centers to the marginal realities of a geographic context that is highly fragmented in demographic terms and on the other to create an innovative stump to gather knowledge and finds dispersed on the territory and perhaps they would be lost, leading to the birth of the so-called Museobus. That is, the idea of setting up a van and bringing in contact with various social realities as well as culturally material (and immaterial) beyond the territory it conserves and offers. The slogan “knowing in motion” encloses in a few words the design goals and allows to spread awareness both on the territory and elsewhere.

Keywords
tangible and intangible assets, collections, territory.

 

p. 215 /Museobus: saperi in movimento

Scarica PDF
La collezione universitaria di Chieti: da raccolta biomedica a memoria culturale del territorio
Francesca Monza, Antonietta Di Fabrizio, Alessandro Rapinese, Luigi Capasso

Riassunto

Il Museo Universitario di Chieti, pur avendo una storia recente, conserva un ricco patrimonio formato da una raccolta di oltre 19.000 record in continua evoluzione. Nato con una vocazione biomedica e una collezione concessa in prestito temporaneo illimitato dalla Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo, dal 2006 ha scelto di accogliere le richieste provenienti dal territorio e di ampliare l’offerta museale. Il museo è così diventato il referente naturale sia delle istituzioni formative del territorio, che chiedevano una collaborazione non solo per la didattica ma anche per la conservazione del patrimonio tecnico-scientifico storico, sia dei collezionisti privati desiderosi di rendere fruibile alla collettività l’attività di raccolta di una vita. Il presente lavoro analizza come nel corso di vent’anni - tramite convenzioni, prestiti temporanei illimitati, donazioni e lasciti - sia nata una nuova collezione universitaria che abbraccia diverse branche del sapere. Se ne evince anche come l’ampliarsi delle sue collezioni abbia determinato modifiche nella mission e abbia contribuito a indirizzare sempre più la sua vocazione verso la Terza Missione d’ateneo.

Parole chiave
musei universitari, museologia, storia del collezionismo, Terza Missione.

 
The university collection of Chieti: from biomedical collection to cultural memory of the territory.

Abstract

Despite its recent history, The University Museum of Chieti retains a rich and constantly evolving heritage, consisting of a collection of over 19,000 records. The Museum was born originally with a biomedical vocation thanks to a collection granted by the Archaeological Superintendence of Abruzzo as an unlimited temporary loan. However, since 2006 the Museum has chosen to expand its offer to fulfill the requests coming from the territory. The Museum has thus become the natural point of reference, on the one hand, for the local educational institutions, which asked for cooperation not only for teaching purposes, but also to preserve their technical and scientific heritage; on the other hand, for private collectors eager to give the community access to the collection of a lifetime. This paper analyzes how, in the last twenty years, a new university collection has been created through conventions, unlimited temporary loans, donations and bequests. The collection now encompasses different branches of knowledge. This work also demonstrates how the widening of its collections has led to relevant changes in the Museum's mission and has contributed to direct increasingly its vocation towards the Third Mission of universities.

Keywords
university museums, museology, history of collecting, third mission.

 

p. 218 /La collezione universitaria di Chieti: da raccolta biomedica a memoria culturale del territorio

Scarica PDF
Cultura e valore educativo nella rete delle collezioni scientifiche dell’Università di Palermo: comunicazione e moderne tecnologie
Natale Surano, Antonella Tarantino, Massimo Midiri

Riassunto

Da qualche anno, l’Università di Palermo persegue l’obiettivo di rendere più fruibili i beni artistici e architettonici che possiede. Allo stesso tempo ha iniziato anche un percorso per inserire nello stesso obiettivo anche i musei scientifici e diverse altre collezioni. Per questo scopo, tra le tante soluzioni a disposizione, ha fatto anche ricorso alla tecnologia e ai nuovi strumenti oggi disponibili che consentono visite e consultazioni virtuali.

Parole chiave
assistente virtuale, proximity visiting, visita virtuale.

 
Cultural and educational value in the network of Scientific Collections of the University of Palermo: communication and modern technologies.

Abstract

Since 2011, the University of Palermo aims to make more accessible the artistic and architectural its heritage. At the same time he also started a process to insert the same goal also in its science museums and other collections. Among many solutions for these purposes, also he has started a work to technology and new tools available today that allow us virtual visits and consultations.

Keywords
virtual assistant, proximity visiting, virtual tour.

 

p. 222 /Cultura e valore educativo nella rete delle collezioni scientifiche dell’Università di Palermo: comunicazione e moderne tecnologie

Scarica PDF
Crittogame non vascolari nell’Herbarium Universitatis Taurinensis (TO): valorizzazione come base per un futuro utilizzo
Deborah Isocrono, Laura Guglielmone, Guglielmo Pandolfo

Riassunto

L’Herbarium Universitatis Taurinensis (TO) contiene oltre 130.000 campioni, ad oggi scarsamente indagati, riferibili a crittogame non vascolari. Il presente lavoro illustra i primi risultati di un progetto volto al censimento, descrizione e valorizzazione delle collezioni crittogamiche della sede Torinese.

Parole chiave
crittogame, erbario TO, collezioni storiche.

 
Non vascular cryptogamic collections from Herbarium Universitatis Taurinensis (TO): making the most to promote their utilization

Abstract

The Herbarium Universitatis Taurinensis (TO) contains over 130.000 scientifically and historically significant cryptogamic specimens, including type specimens. This paper presents the first results of a project aimed at the discovery, description and enhancement of non vascular plant collections hosted in Turin Herbarium.

Keywords
cryptogams, herbarium, Historical collections.

 

p. 135 /Crittogame non vascolari nell’Herbarium Universitatis Taurinensis (TO): valorizzazione come base per un futuro utilizzo

Scarica PDF
Nuovi approcci per lo studio di fossili di Vertebrati nelle collezioni storiche
Daniela Minelli, Federico Fanti, Gabriele Mazzuferi, Roberto Zorzin

Riassunto

Allo scopo di evidenziare le caratteristiche morfologiche dei fossili degli Elasmobranchi Eocenici di Bolca oggetto di revisione abbiamo utilizzato alcune tecniche non invasive, che permettessero di studiare con chiarezza tutti i dettagli anatomici (scheletro, denti, pelle e organi interni) degli esemplari e di distinguere con certezza le parti autentiche da quelle ricostruite: a questo scopo è stato utile strumento di indagine la lampada a luce ultravioletta. Per la corretta attribuzione tassonomica, abbiamo svolto un’indagine anatomo-comparativa con gli Elasmobranchi attuali appartenenti ai presunti generi da identificare, oltre a confrontare i reperti con i fossili delle collezioni storiche di pesci di Bolca conservati a Verona e con gli olotipi dei relativi generi conservati a Padova.

Parole chiave
Museo Capellini, fossili, Elasmobranchi, Bolca.

 
New approaches to the study of fossils Vertebrates in the historical collections.

Abstract

In order to highlight the morphological characteristics of the fossil Elasmobranchs from the Eocene of Bolca under review some non-invasive techniques were used. Such techniques allowed us a detailed study of all anatomical characters (skeleton, teeth, skin, organs and tissues) of the specimens and a definite discrimination of the original parts from those reconstructed. The ultraviolet light lamp revealed as a useful investigative tool for this purposen. For a right taxonomic attribution, we performed an anatomical-comparative study with living Elasmobranchs belonging to presumptive genera, and,in addition, we compared our specimens with the fossils of the historical fish collection of Bolca preserved in Verona and with the holotypes of its germane genera stored at Padua.

Keywords
Capellini Museum, fossils, Elamobranchs, Bolca.

 

p. 140 /Nuovi approcci per lo studio di fossili di Vertebrati nelle collezioni storiche

Scarica PDF
Presentazioni tridimensionali in museologia e per la didattica della medicina: la collezione anatomica dell’ex Museo di Anatomia Patologica dell’Università di Bari
Andrea Marzullo, Teresa Lettini, Gabriella Serio, Vincenza Montenegro, Flavio Ceglie, Vittorio Pesce Delfino

Riassunto

La collezione anatomica del Museo dell’ex Istituto di Anatomia Patologica dell'Università di Bari oggi patrimonio del Dipartimento di Emergenze e Trapianti d'Organo (DETO) annovera reperti raccolti a partire dalla sua fondazione e include quadri di patologie malformative e non risalenti ai primi anni del novecento lasciti di precedenti collezioni private. Gran parte della collezione comprende casi di cardiopatie congenite ed acquisite e quadri malformativi complessi, molti dei quali attualmente di rarissimo riscontro grazie alle sempre più accurate diagnosi prenatali. I reperti sono stati di recente valorizzati grazie alla tecnologia 3D con l'esclusivo impianto del Tredimed (realizzazione unica in Italia effettuata per la Facoltà di Medicina di Bari dalla Società Consortile Digamma) con il quale sono stati prodotti anche collane di filmati e immagini tridimensionali destinati a una didattica medica innovativa. Per lo studio dettagliato dei reperti è stato anche utilizzato il prototipo (realizzato dalla Società Consortile Digamma) di un microscopio tridimensionale capace di produrre immagini tridimensionali di altissimo ingrandimento che permette una estesa profondità di campo, un alto contrasto e la possibilità di ottenere alti ingrandimenti senza alcuna aberrazione geometrica e cromatica.

Parole chiave
3D, collezione anatomica, anatomia patologica.

 
3D Presentation in museology and its application medicine teaching: the anatomic collection of the Anatomic Pathology Institute of University of Bari.

Abstract

The anatomic collection of the Section of Anatomic Pathology (Dept. of Emergency and Organ Transplantation) of University of Bari includes a large number of samples collected since its foundation. It is of notable importance the section dedicated to the cardiac congenital diseases and other malformations, most of which are nowadays very rare. The anatomical specimens are currently used for teaching activities addressed to students in medicine and doctors of different branches. Recently, the collection has been exploited through the use of the 3D technology due to TREDIMED, an exclusive system set-up by Società Consortile DIGAMMA for the University of Bari that allows images at high magnification and wide depth of field without geometric and chromatic aberrations. 3D Videos for educational purpose have been produced providing a renewal interest for the collection and its fruition.

Keywords
3D, pathology, anatomic specimens.

 

p. 172 /Presentazioni tridimensionali in museologia e per la didattica della medicina: la collezione anatomica dell’ex Museo di Anatomia Patologica dell’Università di Bari

Scarica PDF