Volume 11/2017 NUOVA SERIE

Museologia Scientifica

Anno: 2017
Volume: 11

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Riassunto

Sebbene siano trascorsi quasi sessanta anni dalla storica Rede Lecture tenuta all’Università di Cambridge (maggio 1959) da Charles Percy Snow, ancora oggi è sempre più evidente nel nostro diversificato panorama culturale un evidente e insanabile iato tra le due culture. Nel discorso di Snow, una cultura era quella scientifica e un’altra era quella umanistica. Sforzi enormi sono stati fatti sul piano filosofico per indirizzare il dibattito verso l’unicità della cultura ma le due culture di Snow non riescono a convergere. Al contrario, sul piano pratico e politico una moltitudine di attori sembrano lavorare proprio per cercare di approfondire il gap tra “scienza e cultura” tendendo, forse inconsciamente, a lasciare la scienza sempre più fuori della cultura, emarginandola in una sorta di ghetto indegno di sedere accanto all’arte, alla letteratura e alla produzione di ogni tipo di artefatto.

Parole chiave
due culture, scientifica, umanistica

The asymmetry of the two cultures and the essence of scientific museums

Abstract

Almost 60 years have passed since Charles Percy Snow delivered his historical Rede Lecture at the University of Cambridge (May 1959). However, still today in our differentiated cultural landscape there is an evident and irreparable gap between the “two cultures”. In Snow’s talk, one culture was scientific and the other was humanistic. On the philosophical level, great efforts have been made to direct the debate towards the unity of culture, but Snow’s two cultures have not been able to converge. Indeed, on a practical and political level, many actors seem to be working to widen the rift between “science and culture”, tending (perhaps unconsciously) to leave science ever more outside of culture, marginalizing it in a sort of ghetto unworthy to flank art, literature and the production of artefacts of all types.

Keywords
two cultures, Science, humanities

p. 3 / Volume 11/2017 NUOVA SERIE

Riassunto

Il forum di questo volume di Museologia Scientifica (n. 11) è stato dedicato proprio all’accessibilità museale, argomento molto caro a tutta la nostra comunità dei musei scientifici dell’ANMS che da anni porta avanti numerosi progetti. Dando quindi per scontato l’aspetto più strettamente legale e quindi obbligatorio dell’abbattimento delle barriere architettoniche, che è campo di attività di architetti ed ingegneri, il personale del museo deve impegnarsi molto, e anche in termini di ricerca, per considerare qualunque istanza di accessibilità come un impegno permanente per l’inclusione del pubblico.

Parole chiave
Accessibilità, inclusione, barriere

Accessibility and museums for all. From theory to practice. It can be done, it must be done!

Abstract

The forum of this volume of Museologia Scientifica (no. 11) is dedicated to museum accessibility. This subject is very dear to all the scientific museums of the ANMS, which has been carrying out numerous projects in this regard for some years now. We can take for granted the more strictly legal aspect of accessibility, i.e. the obligatory removal of architectural barriers, which is a field of activity for architects and engineers. Instead, museum personnel must make a strong effort (also in terms of research) to consider any accessibility requirement a permanent commitment to inclusion of the public.

Keywords
Accssibility, inclusion, barriers

p. 9 / Volume 11/2017 NUOVA SERIE

Riassunto

Ben lungi dall’essere semplicemente e unicamente riconducibile a barriere di tipo fisico, l’accessibilità museale è oggi un tema molto dibattuto, una problematica complessa e articolata che deve tenere in conto i differenti aspetti della fruibilità e, in particolar modo, l’eterogeneità del pubblico dei musei, con le relative e variegate diversità in bisogni, aspettative e soddisfazione. Cosa impedisce, o rende difficile la visita a un museo? Cosa scoraggia il ritorno di chi c’è già stato? Quali sono le barriere a una fruizione veramente ampia e, soprattutto, come si possono superare? Spesso gli interventi in direzione di un miglioramento dell’accessibilità non sono particolarmente costosi, ma, invece, sicuramente implicano un cambiamento di mentalità e di atteggiamento nei confronti dell’eterogeneità del pubblico, con l’acquisizione di un punto di vista più ampio che possa andare incontro alle diversità.

Parole chiave
accessibilità, barriere fisiche, barriere economiche, barriere sensoriali, barriere tecnologiche, barriere culturali.

The accessible museum: barriers, actions and thoughts

Abstract

Museum accessibility is a highly debated topic today. Far from being attributable merely to physical barriers, it is a complex problem that must take into account the different aspects of usability, in particular the heterogeneous nature of the museum’s audience, with its diversity of needs, expectations and satisfaction. What hinders or makes difficult the visit to a museum? What discourages the return of those who have already been there? What are the barriers to truly broad use and, above all, how can they be overcome? Interventions to improve accessibility are often not particularly expensive, but they certainly require a change of mentality and attitudes regarding the heterogeneity of the audience, with the acquisition of a broader perspective able to satisfy its diverse aspects.

Keywords
accessibility, physical barriers, economic barriers, sensory barriers, technological barriers, cultural barriers.

p. 11 / Volume 11/2017 NUOVA SERIE

Riassunto

Dal 2014 il Museo Archeologico di Udine ha iniziato un percorso orientato all’accessibilità della struttura museale, degli allestimenti e delle iniziative culturali organizzate, che è approdato, grazie ai finanziamenti del progetto europeo COME-IN! ad una nuova fase di rivisitazione in termini di accessibilità e inclusività. Questo processo ha riguardato non solo l’allestimento del Museo Archeologico, inaugurato nel 2013, ma ha interessato l’intera struttura e in generale i servizi forniti dai Civici Musei di Udine. L’obiettivo di inserire in maniera armoniosa ed equilibrata tutti gli interventi previsti da progetto si è concretizzato nel coinvolgimento di professionisti e associazioni che hanno collaborato in base alle proprie competenze. Gli interventi sono stati presentati e promossi agli operatori del settore e ai non addetti ai lavori attraverso una mostra “Donne, Madri, Dee: linguaggi e metafore universali nell’arte preistorica”.

Parole chiave
accessibilità, inclusività, museografia partecipata, progettazione partecipata.

Implementing the “Guidelines” of the European projet COME-IN! Cooperating for Open Access to Museums-towards a widEr Inclusion. The example of the Archaeological Museum of Udine

Abstract

In 2014, the Archaeological Museum of Udine started a journey towards the accessibility of the museum, its set-up and cultural initiatives. Thanks to the COME-IN! European project funds, it reached a new phase of revisiting the structure in terms of accessibility and inclusion. This process concerned not just the set-up of the Archaeological Museum, inaugurated back in 2013, but the whole structure and, on a general level, the services provided by the Civic Museums of Udine. The goal was to implement all the project interventions in a balanced and harmonious way by involving professionals and associations who collaborated according to their expertise. The interventions have been presented and promoted to the field operators and the public audience through the exhibition “Women, Mothers, Goddesses: Universal Languages and Metaphors in the Prehistoric Art”.

Keywords
accessibility, inclusion, participatory museography, participatory design.

p. 31 / Volume 11/2017 NUOVA SERIE

Riassunto

Il Museo Civico di Storia Naturale di Verona conserva una raccolta di plastici geologici, realizzati tra il 1945 ed il 1965, ancora oggi presenti nel percorso espositivo. Sono oltre 20 rappresentazioni di alcune emergenze del territorio italiano che tracciano nel loro insieme un progetto museografico ben preciso, realizzato da Angelo Pasa, conservatore allora per la Geologia, e da un personaggio eclettico, il dr. Mario Strani (1907- 2000), medico odontoiatra veronese appassionato di scienze naturali, che in pratica ideò, realizzò e donò questi plastici. Costruiti in gesso e dipinti a mano, riproducono tridimensionalmente a varie scale la geologia e la geomorfologia delle aree italiane più importanti e significative, seguendo in particolare un ideale tracciato est-ovest per tutta l’Italia settentrionale, dagli Euganei fino al Golfo dell’Albenga in Liguria. La raccolta comprende, oltre ai plastici finiti esposti e non, anche un centinaio di elementi in gesso rimasti a testimonianza della tecnica utilizzata da Strani per la loro costruzione. Il procedimento che qui viene descritto è stato ricostruito grazie ad alcuni suoi collaboratori, che parteciparono alla realizzazione del Civico Museo Didattico di Scienze Naturali di Pinerolo, a lui intitolato, dove sono esposti circa 3000 modelli di funghi e 9 plastici.

Parole chiave
plastici geologici, Mario Strani, Museo di Verona, Museo di Pinerolo.

Relief maps by Mario Strani at the Civic Museum of Natural History of Verona and at the Civic Didactic Museum of Natural Sciences “Mario Strani” of Pinerolo (Torino, Italy)

Abstract

The Civic Museum of Natural History of Verona holds a collection of more than 20 geological relief maps representing Italian distinctive and features landscapes. They were created between 1945 and 1965 and today they are still part of the exhibition itinerary, contributing to the realization of a clear museographic project, developed by Angelo Pasa, at that time curator of Geology, and by Mario Strani (1907-2000), eclectic dentist from Verona with a passion for natural science. The models conceived, realized and donated by Strani are hand-painted plaster-cast models, three-dimensional representations to various scale of the geology and geomorphology of the most important Italian regions, from east to west throughout northern Italy, from the Colli Euganei in the region of Veneto to Albenga, on the Gulf of Genova in Liguria. In addition to the finished models, exhibited and not, the collection includes one hundred plaster items, which show the technique used by Strani for their construction. The description of the method he used is possible thanks to the contribution of Strani’s collaborators, who took part in the opening of the Civic Didactic Museum of Natural Sciences of Pinerolo, named after him, where 3000 models of fungi and 9 terrain models are displayed.

Keywords
geological relief maps, Mario Strani, Museum of Verona, Museum of Pinerolo.

p. 61 / Volume 11/2017 NUOVA SERIE

Riassunto

Nel presente lavoro viene fornito un resoconto generale sul materiale paleovertebratologico sardo di età quaternaria conservato nel Naturhistorisches Museum di Basilea (Svizzera). Nel museo svizzero sono conservati molti reperti di provenienza sarda, alcuni dei quali di rilevante importanza scientifica o provenienti da siti fossiliferi ormai scomparsi. Buona parte del materiale conservato si deve al lavoro di ricerca di Forsyth Major che ha raccolto fossili in Sardegna sino alle prime decadi del secolo scorso. I materiali raccolti da Forsyth Major e ora facenti parte del museo, hanno permesso negli anni la descrizione di nuove specie e un importante contributo allo studio di altre già note. Il museo di storia naturale di Basilea conserva un patrimonio unico per quel che riguarda la paleontologia sarda, in grado di focalizzare gli interessi di generazioni di studiosi.

Parole chiave
collezioni paleontologiche, Quaternario, vertebrati, Sardegna.

The Sardinian Quaternary vertebrates stored in the Naturhistorisches Museum of Basel (Switzerland).

Abstract

In the present work a general view of the Sardinian Quaternary palaeovertebratological material stored in the Naturhistorisches Museum of Basel (Switzerland) is provided. The numerous fossil vertebrates housed in the museum provide unique information on now disappeared fossiliferous sites of Sardinia, therefore, they have a clear scientific and historical relevance. A conspicuous part of the stored material is due to the research of the famous palaeontologist Forsyth Major who collected Sardinian fossils since the first decades of the last century. The Naturhistorisches Museum of Basel preserves a unique heritage of the Sardinian palaeovertebratology that focuses interests of many generations of researchers.

Keywords
Palaeontological collections, Quaternary, vertebrates, Sardinia INTRODUZIONE Il museo di storia naturale di Basilea (Naturhistorisches Museum Basel, fig. 1) vanta una vastissima collezione di circa 7,7 milioni di oggetti raccolti in più di 300 anni di att

p. 70 / Volume 11/2017 NUOVA SERIE

Riassunto

Questo articolo presenta la ricostruzione della storia dello scheletro composito del felide machairodontino Smilodon fatalis, conservato ed esposto presso il Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università degli Studi di Padova. Questo esemplare, unico del suo genere in Italia e fra i pochi presenti nei musei europei, proviene dal sito tardo pleistocenico di Rancho La Brea in California (USA), considerato uno tra i più importanti giacimenti fossiliferi al mondo per l’ingente quantità e varietà di specie ivi recuperate. Ricerche d’archivio hanno consentito di stabilire che l’esemplare è stato donato nel 1933 dal Museum of Paleontology dell’Università di Berkeley (California) in cambio di un reperto di Ursus spelaeus proveniente dal Carso triestino. Grazie ai codici numerici individuati per la prima volta sullo scheletro di Smilodon, è stato possibile definire con precisione la provenienza delle singole ossa che compongono lo scheletro e stabilire che il loro recupero è avvenuto negli anni 1906-1913.

Parole chiave
Smilodon fatalis, Rancho La Brea, Pleistocene Superiore, collezioni museali.

The American guest: history of the Smilodon fatalis specimen housed in the Geological and Palaeontological Museum of the University of Padua.

Abstract

This paper uncovers the history of the skeleton of Pleistocene machairodontine felid Smilodon fatalis on exhibit at the Geological and Palaeontological Museum of the University of Padova. The skeleton was found at the Late Pleistocene site of Rancho La Brea (California, USA), one of the most famous Fossil-Lagerstätten. Researches carried out on archive documents attested that the skeleton was donated in 1933 by the Museum of Paleontology of the University of California, Berkeley, in exchange for remains of a cave bear from Northeast Italy. Code numbers written on the bones of the skeleton provide evidence that the Smilodon remains were recovered from the tar pits during the excavations carried out in Rancho La Brea by the University of California between 1906 and 1913. The skeleton is the only complete original specimen of Smilodon housed in an Italian museum, and one of the few existing in European collections.

Keywords
Smilodon fatalis, Rancho La Brea, Late Pleistocene, museum collections.

p. 77 / Volume 11/2017 NUOVA SERIE

Riassunto

Il Museo di Storia Naturale di Tripoli rappresenta un caso unico nel panorama dei musei coloniali italiani. Originato da un ciclo di spedizioni scientifiche patrocinate dalla Società Geografica Italiana, e fortemente voluto dal governatore della Libia fascista, Italo Balbo, il museo esemplifica al suo interno la duplice anima della museologia fascista tutta, presentando collezioni in una doppia ottica, scientifica e propagandistica. L'analisi delle collezioni, sia etnografiche che di storia naturale, evidenziano i legami della realtà tripolina con i musei di Milano e di Firenze, con i quali il museo di Tripoli condivideva parte del personale. Costretto nel dopoguerra in spazi inadeguati al rilievo delle sue collezioni, il museo è oggi intatto ma chiuso, in attesa che una maggior stabilità politica del paese ne permetta la riapertura.

Parole chiave
Museo di storia naturale, Tripoli, Libia, colonie, etnografia.

The Museum of Natural History of Tripoli, life of a colonial museum.

Abstract

The Museum of Natural History in Tripoli represents a unique case in the panorama of Italian colonial museums. Originated by a series of scientific expeditions sponsored by the Italian Geographic Society, and strongly requested by the Fascist Libyan Governor, Italo Balbo, the museum exemplifies the double soul of fascist museology, displaying collections both scientifically and propagandistically. The analysis of ethnographic and natural history collections, shows the links between Tripoli and the museums of Milan and Florence, with which the Tripoli Museum shared part of the scientific staff. Being forced since the postwar period in areas that are inadequate to the importance and depth of its collections, the museum is now intact but closed, waiting for political stability in order to allow the reopening.

Keywords
Natural history museum, Tripoli, Libya, colonies, entography.

p. 87 / Volume 11/2017 NUOVA SERIE

Riassunto

La collezione di ceramiche precolombiane del Museo di Antropologia ed Etnologia dell’Università di Firenze annovera 282 reperti ceramici provenienti principalmente dalla costa settentrionale e centrale del Perù antico. Tali reperti sono pertinenti in massima parte alle culture Moche, Chancay, Chimù ed Inca. Il presente contributo delinea la metodologia operativa messa a punto per lo studio e la documentazione di tali materiali seguendo le normative ICCD sia per quanto concerne la documentazione catalografica che quella fotografica dei manufatti. Tutti i dati raccolti rappresentano, inoltre, uno strumento estremamente utile sia nell’ambito dell’organizzazione di mostre (nazionali ed internazionali), sia in occasione di prestiti museali e per la redazione di pubblicazioni scientifiche.

Parole chiave
ICCD catalogazione, documentazione, fotografia, prestiti museali, Museo di Storia Naturale. ABSTRACT

Precolumbian Peruvian Ceramics of the Museum of Anthropology and Ethnology of the University of Florence.

Abstract

The 282 pre-Columbian ceramics of the Museum of Anthropology and Ethnology of the university of Florence come from the northern and central coastal regions of ancient Peru. Almost all objects can be assigned to the Moche, Chancay, Chimù and Inca cultures. In this report we followed a methodology designed for the study and documentation of the artifacts following the ICCD regulations as regards both the cataloging and photographic records. The data represent an extremely useful tool for organizing national and international exhibits, temporary loans and publications.

Keywords
ICCD cataloging, exhibits, photograph records, temporary loans, Museum of Natural History.

p. 97 / Volume 11/2017 NUOVA SERIE