Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Museologia Scientifica

Anno: 2019
Volume: 13

Riassunto

Nel Museo Civico di Zoologia di Roma è custodita una collezione di Briozoi donata dalla professoressa Carla Chimenz Gusso. La collezione si compone di 1403 esemplari conservati sia a secco che in alcool, 90 campioni montati su vetrini e 487 campioni montati su supporto metallico in oro (stub). La collezione conserva inoltre gli esemplari tipo di Retevirgula akdenizae Chimenz, Nicoletti & Lippi Boncampi, 1997, e di Plesiocleidochasma mediterraneum Chimenz Gusso & Soule, 2003. Le specie conservate provengono per lo più da zone del Mediterraneo, in particolare dalle coste italiane, e sono il risultato di raccolte effettuate dal 1970 al 2005. La collezione vanta, oltre a esemplari di specie endemiche del Mediterraneo, colonie di alcune specie di particolare interesse conservazionistico in quanto classificate come minacciate: Reteporella aporosa (Waters, 1895), Reteporella feuerbornii (Hass, 1948), Reteporella grimaldii (Jullien, 1903) e Myriapora truncata (Pallas, 1766).

Parole chiave
Bryozoa, collezione museale, Roma.

The Bryozoan collection of the Museo Civico di Zoologia of Rome

Abstract

The Museo Civico di Zoologia of Rome houses a collection of Bryozoa donated by Professor Carla Chimenz Gusso. The collection includes 1403 specimens preserved dried or in ethanol, 90 slides and 487 specimens on stubs (in gold). The collection also includes the types of Retevirgula akdenizae Chimenz, Nicoletti & Lippi Boncampi, 1997, and Plesiocleidochasma mediterraneum Chimenz Gusso & Soule, 2003. Most of the collection material was sampled in the Mediterranean Sea, largely off the Italian coasts, between the early 1970s and 2005. Besides species endemic to the Mediterranean Sea, the collection houses representatives of some species of particular conservation interest because considered threatened. They are: Reteporella aporosa (Waters, 1895), Reteporella feuerbornii (Hass, 1948), Reteporella grimaldii (Jullien, 1903) and Myriapora truncata (Pallas, 1766).

Keywords
Bryozoa, museum collection, Rome.

p. 35 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Riassunto

Vengono presentati alcuni documenti relativi ai recuperi di due resti di Homo neanderthalensis e di faune di mammiferi dai siti calabresi di San Francesco di Archi e di Iannì di San Calogero da parte di Adolfo Berdar (1970) e di Achille Solano (1978-1985), rispettivamente. Le foto e i disegni presentati sono custoditi nel Museo della Fauna dove sono stati conservati anche i resti dei grandi mammiferi prima del loro trasferimento e parziale esposizione nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

Parole chiave
mammiferi pleistocenici, Calabria, Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria.

Documents of sites with Homo neanderthalensis from calabrian sites in the Fauna Museum of University of Messina

Abstract

In this paper some documents are presented which illustrate the salvaging of remains of Homo neanderthalensis and mammal faunas from the sites of San Francesco of Archi and of Iannì of San Calogero by Adolfo Berdar (1970) and Achille Solano (1978-1985), respectively. Photos and drawings are now deposited in the Fauna Museum where were also deposited the mammal remains before they were transferred to the National Archeological Museum of Reggio Calabria where they are now partially exibited.

Keywords
Pleistocene mammals, Calabria, National Archeological Museum of Reggio Calabria.

p. 40 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Riassunto

Con l’aiuto di preziosi dati documentari recentemente acquisiti, la travagliata storia della Stazione di Biologia Marina di Rovigno, della sua biblioteca e della collezione di animali marini ha potuto essere ricostruita, in una sequenza temporale precisa. Il personaggio chiave di questa ricostruzione è Aristocle Vatova, un appassionato biologo marino, istriano di nascita, che nella sua lunga vita ha coltivato con tenacia e determinazione il sogno di continuare a Venezia l’Istituto di Rovigno. La storia dell’Istituto si intreccia con quella di altre istituzioni che lo precedono e che ne hanno, in qualche modo, agevolato la continuazione, o che sono una loro derivazione.

Parole chiave
Istituto di Biologia Marina per l’Adriatico di Rovigno, collezione marina, Aristocle Vatova.

Aristocle Vatova and the troubled history of the Institute of the Rovinj Marine Biology for Adriatic

Abstract

With the help of precious recently acquired documentary data, the troubled history of the Marine Biology Station of Rovinj, its library and the collection of marine animals could be rebuilt in a precise timeline. The key character of this reconstruction is Aristocle Vatova, a passionate marine biologist, Istrian by birth, who, in his long life, has cultivated the dream to save the Rovinj Institute, with tenacity and determination. The history of the institute is intertwined with that of other institutions preceding it and which have somehow facilitated its continuation, or which are derived from it.

Keywords
Institute of the Rovinj Marine Biology for Adriatic, marine collection, Aristocle Vatova.

p. 47 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Riassunto

Lo scopo di questo lavoro è di raccontare l’ambiente culturale (nazionale e cittadino) di fine Ottocento nel quale prese corpo l’idea di creare un museo etnografico nella città di Milano, pensato soprattutto per dare ampio risalto alle recenti acquisizioni territoriali della neonata colonia Eritrea. Delle collezioni di cui si racconta la genesi attraverso la lettura di documenti d’archivio recentemente ritrovati è rimasto oggi ben poco in esposizione al MUDEC, attuale erede della tradizione etnografica milanese: si tratta principalmente di qualche arma abissina raccolta da Vigoni nei suoi viaggi. Ciò non significa, tuttavia, che non sia rilevante oggi studiare il ruolo di Vigoni, i progetti, le speranze, i tentativi intrapresi dall’intellighenzia dell’epoca per dare a Milano il suo museo che di fatto non vide mai la nascita, se non molto tardivamente. Il dibattito attorno a questo museo mai nato costituisce un’importante testimonianza del pensiero museologico del tempo.

Parole chiave
museo etnografico, Milano, esplorazioni, esposizioni nazionali, colonie.

Between explorations and exhibitions: imagining an ethnographic museum. The case of Milan (1870-1911)

Abstract

The purpose of this work is to inform about the cultural environment (national and urban) of the late nineteenth century Milan, in which the idea of creating an ethnographic museum for the city took shape; above all the goal was to give ample emphasis to the recent territorial acquisitions of the newly formed colony Eritrea. Today there is little left in the MUDEC, current heir of the Milanese ethnographic tradition, of what was collected during those years: only some Abyssinian weapon collected by Vigoni in his travels are still exhibited nowadays. However, this does not mean at all that it is not relevant to study the projects, the hopes, the attempts undertaken by the intelligentsia of the time to give Milan its museum.

Keywords
ethnographic museum, Milan, explorations, national exhibitions, colonies.

p. 57 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Riassunto

Elio Modigliani (1860-1932) rappresenta in maniera esemplare la figura del viaggiatore, esploratore e collezionista della seconda metà dell’Ottocento. Questo studio, partendo dalle sue collezioni conservate al Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze, mette in evidenza nuovi importanti elementi che possono rinnovare la nostra visione della raccolta ottocentesca sul campo e del pensiero antropologico di quel periodo nella scuola fiorentina. Proponiamo inoltre uno studio pilota di comunicazione di queste collezioni antiche attraverso le nuove metodologie di digitalizzazione tridimensionale.

Parole chiave
museologia, arcipelago indonesiano, riproduzione 3D, oggetti metamorfici.

The ethnological collection of Elio Modigliani: reinterpreting a collection from the late 1800s

Abstract

Elio Modigliani (1860-1932) is a paradigmatic figure of the voyager, explorer and collector of the last half of the 19th century. This study is based on his collection conserved at the Museum of Anthropology and Ethnology of the University of Florence. It reveals important new elements that can renew our understanding of field collections and on anthropological perspectives in the Florentine school from that period. In addition, we also illustrate a pilot study of the Modigliani collection which aims to make it more widely available and in greater detail through 3D technology.

Keywords
museology, indonesian archipelago, 3D technology, metamorphic objects.

p. 68 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Riassunto

Il Museo di Storia della Medicina di Padova, aperto al pubblico dal giugno del 2015 nella cornice dell’ex Ospedale di San Francesco, si connota come un unicum innovativo nel campo dei musei scientifici e, nello specifico, di area medica.
Superando la struttura paratattica delle tradizionali collezioni anatomiche, si propone con un allestimento ispirato ai moderni criteri di museologia e comunicazione, per trasmettere in maniera coinvolgente ed efficace − tramite una narrazione diacronica − la storia medica patavina. Coniugando la presenza dei reperti con quella di exhibit multimediali e di postazioni interattive, è nato un percorso che rende il visitatore protagonista dell’esperienza museale.

Parole chiave
progettazione museale, storia della medicina, tecnologia, educazione e diletto.

Talking about the museum: the history of medicine and MUSME in Padua

Abstract

The Museum of the History of Medicine in Padua opened to the public in June 2015, in the ancient hospital of San Francesco.
It has been conceived as an innovative, unique, scientific museum, specifically of medical subjects.
Overcoming the paratactic structure of traditional anatomical collections, the exhibits are displayed using modern criteria of museology and communication. The goal is to relate, in an engaging and effective way - through a diachronic narration - the medical history of Padua. In the museum rooms, objects and artifacts are combined with multimedia exhibits and interactive stations. In this way, the exhibition itinerary makes the visitor herself the protagonist of the museum experience.

Keywords
museography, history of medicine, technology, edutainment.

p. 76 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Riassunto

L’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (Indire) di Firenze conserva, nel
suo archivio storico, un ricco patrimonio documentario otto-novecentesco che costituisce una delle poche
raccolte specializzate d’interesse storico-pedagogico. Tra i materiali conservati vi sono anche gli oggetti
inviati dalle scuole, che fecero parte dello spazio museale dell’antecedente istituzionale d’Indire, il Centro
Didattico Nazionale (CDN), sorto nel 1941. Essi si caratterizzano per essere stati sussidi didattici, in parte
autoprodotti dagli alunni delle scuole tecniche. Tali materiali, oggi in fase d’inventariazione, rivalutati nel
loro contesto storico ed espositivo, connotavano il CDN per la scientificità della sua raccolta: ideato come
un “laboratorio” in cui valorizzare storia e nuove ideologie della pedagogia, il Museo guardava al tentativo
fatto già mezzo secolo prima di istituire un “museo didattico italiano” e traeva esempio dai musei europei
dedicati alla storia della scienza e della tecnica.

Parole chiave
storia, didattica, patrimonio, museo scolastico, archivio.

The technical-scientific equipment in the school museum of the National Teaching Center of Florence (1941)

Abstract

The National Institute of Educational Documentation, Innovation and Research (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa - Indire) in Florence preserves in its historical archive, a rich eight-nineteenth-century documentary legacy which makes it one of the few archives in Italy specialising in the collection and valorisation of documentary material of historical/educational interest. Among the preserved materials there are also objects sent by schools, which were part of the museum space of the institutional antecedent of Indire, the National Didactic Center (CDN), founded in 1941. These are characterized by having been teaching aids, in part self-produced by students of technical schools. These materials, currently being inventoried, revalued in their historical and exhibition context, characterized the CDN for the scientific nature of its collection: conceived as a “laboratory” in which to enhance history and new ideologies of pedagogy, the museum, as already done half a century before, tried to be the “Italian didactic museum” as an example of European museums dedicated to the history of science and technology.

Keywords
history, education, heritage, school museum, archive.

p. 84 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Riassunto

Il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro, nato nel 1972 a pochi passi dal sito palafitticolo, ha visto un importante intervento di ristrutturazione durante il biennio 2018-2019. I lavori hanno interessato non solamente la sede museale ma anche gli spazi pubblici esterni. QBO è un nuovo spazio vetrato che si affaccia sul lago e che sarà utilizzato per attività didattiche, di intrattenimento e mostre temporanee. Il nuovo Museo, dotato di un nuovo “racconto” basato su un potente apparato di FAQ dei visitatori, rilancia gli originali tratti di “trasparenza” e “leggerezza” e dialoga in maniera rinnovata ed efficace con il territorio della valle di Ledro; il tutto è impreziosito dai tratti di sostenibilità energetica che caratterizzano le strutture.

Parole chiave
palafitte, preistoria, trasparenza, sostenibilità energetica.

Museo delle Palafitte del Lago di Ledro... back home again!

Abstract

The Pile-Dwelling Museum of Lago di Ledro, founded in 1972 a few steps from the pile-dwelling site, has known an important renovation during the two-year period 2018-2019. The works have affected not only the museum but also the outdoor public spaces. QBO is a new glass space overlooking the lake that will be used for educational activities, entertainment and temporary exhibitions. The new museum has a new “story” based on a powerful visitor’s FAQ system, it relaunches the original features of “transparency” and “lightness” and dialogues in a renewed and effective way with the territory of the Ledro Valley; the whole is enhanced by the features of energy sustainability that characterize the structures.

Keywords
pile-dwelling, prehistory, transparency, energetic sustainability.

p. 91 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Riassunto

Gli ossidi di manganese, gli idrossidi e le specie strettamente correlate formano un gruppo di minerali che assomigliano principalmente a polvere nera o grigio scuro, mammelloni neri, piccoli cristalli neri, depositi sottili scuri o nerastri all’interno di fessure e vene nelle rocce. La distinzione delle diverse specie è ancora difficile, sebbene non tanto quanto in passato, quando la conoscenza e la pratica sulle tecniche strumentali non erano disponibili. Nonostante l’interesse per il museo e la comunità di collezionisti di minerali, raramente sono state condotte analisi qualitative dettagliate e caratterizzazioni strutturali su campioni museali. In questo studio ci concentriamo sull’identificazione di un numero significativo di esemplari da collezioni storiche e moderne. L’analisi di 30 campioni ha rivelato come in circa la metà dei casi l’identificazione originale non fosse corretta.

Parole chiave
mineralogia, ossidi di manganese, museologia, SEM-EDS, XRPD.

Erroneous attribution of Mn-oxides minerals in primary mineralogy collections

Abstract

The manganese oxides, hydro-oxides and closely related species form a group of minerals mainly resembling
black or dark gray powder, black mammillons, black tiny crystals, black thin deposits within rock fissures
and along veins. The distinction of the different species, based on the external appearance, is still difficult,
although not as much as in the past, when knowledge and practice on the instrumental techniques were
not available. In spite of the interest in the museum and mineral collecting community, detailed qualitative
analyses and structural characterization have rarely been carried out on museum samples. In this study, we
focus on the identification of a significant number of specimens from historic and modern collections. The
analysis of 30 samples has revealed that in about half of the cases the original identification was not correct.

Keywords
mineralogy, Mn-oxides, museology, SEM-EDS, XRPD.

p. 96 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE

Riassunto

Il Museo delle Culture di Milano, MUDEC, aperto nel 2015 è un’istituzione basata sulla cogestione di spazi tra pubblico e privato, con lo scopo principale di dare alle collezioni civiche etnografiche una nuova interpretazione in chiave interculturale e contemporanea. L’intero patrimonio è costituito da quasi 9000 oggetti provenienti da tutto il mondo, ma solo una selezione di 200 è visibile. Un progetto pilota tenta di far conoscere al pubblico il resto della collezione organizzato all’interno dei depositi con un duplice scopo: conservazione e fruizione delle opere.

Parole chiave
depositi museali, nuovo pubblico, valorizzazione, patrimonio sensibile.

Discovering hidden collections: the MUDEC open storage

Abstract

A new museum in Milan, MUDEC, open in 2015 is an institution based on a co-management of spaces between public and private, with the main purpose of giving to its heritage a new interpretation in an intercultural and contemporary key. The entire heritage consists of almost 9000 objects from all over the world, but only a selection of 200 is visible. A pilot project attempts to make the audience know the most of the heritage organized inside the storages with a dual purpose: preservation and fruition of the works.

Keywords
open museum storage, new public, enhancement, evaluation, sensible heritage.

p. 103 / Volume 13/2019 NUOVA SERIE