Riassunto
Per poter esercitare la sua funzione sociale il Museo deve oggi porsi in una posizione “aperta” e “di ascolto” nei confronti della collettività (Falchetti, 2014). Secondo lo Statuto dell’ICOM (2007), il Museo è infatti “un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società, e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che effettua ricerche sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, e le comunica e specificatamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto”. Un Museo è tale se è aperto al pubblico ma al contempo il Museo deve avvicinarsi al pubblico. Le barriere all’accesso non sono soltanto di tipo architettonico o sensoriali, ma anche culturali. Molte persone frequentano di rado i musei perché reputano i contenuti al di sopra delle loro possibilità di comprensione, spesso perché hanno visitato istituzioni che le hanno deluse in tal senso e in cui si sono sentite mortificate ed emarginate dal punto di vista culturale (Falchetti, 2010, 2014; Miglietta, 2017). È dunque fondamentale predisporre adeguate strategie per superare questo genere di barriera all’accesso e fruizione delle collezioni museali. Grande importanza assume, in tale ottica, il coinvolgimento del pubblico nelle attività del laboratorio di restauro e conservazione dei musei. Il “laboratorio aperto” offre ai visitatori una visione particolare, sicuramente unica, del bene culturale, e permette loro di condividere e comprendere aspetti che rimarrebbero altrimenti sconosciuti. Il cantiere vissuto soltanto dagli addetti ai lavori è da ritenere superato dalle esigenze del visitatore odierno, che vuole essere informato e vede le attività di restauro e conservazione come parte del percorso di visita, come dimostrazione dell’attività del museo, come componente dell’ambiente museale. L’intervento di restauro diventa così un momento di scambio con il pubblico, in quanto il visitatore diventa parte attiva. Illustrare al pubblico i materiali e le tecniche adottate, aprire un dialogo in risposta alle domande, con adeguato linguaggio, valorizza la comprensione delle difficoltà insite nella complessa attività del restauro, creando al contempo la consapevolezza dell’importanza delle attività di conservazione preventiva del patrimonio del museo (Spiridon, 2013). Scopo della presente comunicazione è quello di presentare le esperienze maturate presso alcune istituzioni museali siciliane, che hanno inteso rendere pienamente partecipe il pubblico delle attività svolte “in cantiere”, coinvolgendo e sensibilizzando al contempo gli stakeholder.
Parole chiave
museo, conservazione preventiva, restauro, cantieri aperti, accessibilità.
Restoration and conservation laboratories open to the public as a strategy for the promotion of accessibility in museums
Abstract
Today the Museum has to listen and open up towards the community so that it can exercise its social function (Falchetti, 2014). According to the ICOM Statute (2007), a museum “is a non-profit, permanent institution at the service of the society and its development, open to the public, which acquires, conserves, researches, communicates and exhibits the tangible and intangible heritage of humanity and its environment for education, study and enjoyment”. The barriers to accessibility are not only architectural or sensory but also cultural. Many people rarely go to museums because they consider the contents beyond their comprehension skills, often because they have visited institutions that have disappointed and alienated them (Falchetti, 2010, 2014; Miglietta, 2017). Therefore it is essential to have adequate strategies to overcome this type of barriers towards access and usage of museum collections. From this perspective, the involvement of the public in the conservation activities assumes great importance. The “open laboratory” offers a particular and certainly unique vision of the cultural heritage to visitors and allows them to share and understand aspects that would, otherwise, remain unknown. The laboratory accessible only by professionals is to be considered obsolete by the needs of current visitors who want to be informed, and who consider conservation activities as part of the visit path, as a demonstration of the museum’s activity, as a component of the museum’s environment. Thus, the restoration work becomes an occasion of sharing with the public and the visitor himself becomes an active part. Showing to the public the materials and the techniques, opening a dialogue with an appropriate choice of language enhances the comprehension of the difficulties and complexity of the conservation activities and helps creating consciousness of the importance of preventive conservation practices inside a museum (Spiridon, 2013). The main aim of this communication is to present the experiences gained in some sicilian museums, which had the purpose of making the public fully engaged in the activities carried out “in situ”, while involving and raising awareness among the stakeholders.
Keywords
museum, preventive conservation, restoration, open laboratories, accessibility.
p. 126 / Novembre 2020 - N. 21