Pubblicazioni
Sezione dedicata alle pubblicazioni riguardanti l'ANMS
Marzo 2024 - N. 23
Memorie
Riassunto
Il termine “stakeholder” è sempre più utilizzato nel contesto di attività legate alla sostenibilità, come sottolineato anche dalla sua presenza nel testo dell’Agenda 2030. Partendo dalle varie definizioni e accezioni del termine soprattutto nel contesto dell’Agenda 2030, si discute dell’importanza e delle opportunità per i musei scientifici e l’ANMS di essere considerati come stakeholder nel contesto di politiche internazionali (Agenda 2030 e gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile). In conclusione, si propongono azioni concrete per promuovere le attività dell’ANMS nel contesto della riunione internazionale “High-Level Political Forum on Sustainable Development” che si svolge ogni anno nella sede dell’ONU per monitorare i progressi nell’implementazione dell’Agenda 2030.
Parole chiave
musei scientifici, stakeholder, Agenda 2030, sviluppo sostenibile.
The Italian scientific museums as stakeholders of the international policies on sustainability
Abstract
The term stakeholder has been increasingly used within the context of activities on sustainable development, as also corroborated by the presence of the word within the text of the 2030 Agenda. From the different definitions and interpretations of this term, the paper discusses the importance and the opportunities for scientific museums and ANMS to be considered as stakeholder within the context of international policies related to sustainability (Agenda 2030 and the Sustainable Development Goals). In conclusion, concrete recommendations are provided in order to raise awareness of the activities of the ANMS at the High-Level Political Forum on Sustainable Development which is held every year at the UN headquarters to review progress on the implementation of the 2030 Agenda.
Keywords
scientific museums, stakeholder, Agenda 2030, sustainable development.
p. 7 /I musei scientifici italiani come stakeholder delle politiche internazionali sulla sostenibilità
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Il Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan ha riaperto al pubblico dopo un complesso intervento di restauro, risanamento conservativo e completo riallestimento della sua sede espositiva, situata all’interno del castello di Saint-Pierre. L’intervento ripercorre il processo avviato diversi anni fa che ha completamente trasformato il Museo. Oltre all’intervento di restauro, sono stati affrontati gli aspetti gestionali e amministrativi, quelli logistici, le attività istituzionali e la definizione di una nuova mission al servizio della collettività. Il Museo ora, accanto alla rinnovata sede espositiva, dispone di una sede operativa dotata di spazi, attrezzature e personale per svolgere tutte le funzioni istituzionali proprie; un museo completamente rinnovato dove chiunque, lo studente, il turista, il diversamente abile, lo straniero, dovrà sentirsi a proprio agio, libero di apprendere ma anche e soprattutto di trovare stimoli per la propria immaginazione.
Parole chiave
restauro, conservazione, ricerca scientifica, inclusione, immaginazione.
The new Aosta Valley Regional Museum of Natural Sciences: the place of imagination
Abstract
The Efisio Noussan Regional Museum of Natural Sciences has reopened to the public after a complex restoration, conservation and complete refurbishment of its exhibition venue, located inside the Saint-Pierre Castle. The intervention retraces the process started several years ago that completely transformed the Museum. In addition to the restoration work, management and administrative aspects, logistics, institutional activities and the definition of a new mission at the service of the community were addressed. The Museum now has, alongside the renovated exhibition venue, an operational headquarters with the space, equipment and personnel to perform all its institutional functions. A completely renovated Museum where everyone, the student, the tourist, the differently-abled, the foreigner, should feel at ease, free to learn but also, and above all, to find stimuli for their imagination.
Keywords
restoration, conservation, scientific research, inclusion, imagination.
p. 16 /Il nuovo Museo regionale di Scienze naturali della Valle d’Aosta: il luogo dell’immaginazione
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L’Erbario Estense da alcuni anni è oggetto di nuovi studi da parte di ricercatori universitari di atenei dell’Emilia-Romagna in collaborazione con l’Archivio di Stato di Modena (ASMo), istituzione che conserva il manufatto cinquecentesco realizzato probabilmente a Ferrara sotto gli Este e composto da oltre 180 exsiccata. Per far conoscere questo prezioso bene finora frequentato solo da addetti ai lavori, da ASMo e UNIMORE è stato organizzato un itinerario didattico, che coinvolge pure la ricca biodiversità della flora del centro storico di Modena, dove sono presenti piante (soprattutto Ruderali s.l.) che spesso si trovano anche tra gli antichi fogli. Inoltre, si sta realizzando un progetto di riqualificazione (sia sugli arredi che sulle piante) del cortile interno dell’Archivio, collegando lo spazio verde all’Erbario per offrire nuovi spunti e opportunità al percorso didattico.
Parole chiave
Erbario Estense, biodiversità, etnobotanica, divulgazione.
The Erbario Estense between Ferrara and Modena: from research to public engagement
Abstract
The Erbario Estense is the subject of new studies by researchers from the universities of Emilia-Romagna, in collaboration with the State Archives of Modena (ASMo), which preserves the 16th-century handwork, probably made in Ferrara under the Este domain and composed of over 180 exsiccata. To make this precious object known, hitherto reserved only for experts, ASMo and UNIMORE propose an educational itinerary, which also involves the great biodiversity of the flora of the center of Modena, where there are plants (especially weeds s.l.) that are often found in the herbarium. In addition, the internal courtyard of the Archive is being redeveloped, to create a connection with the herbarium and thus offer new opportunities for development of the educational path.
Keywords
Erbario Estense, biodiversity, ethnobotany, dissemination.
p. 20 /L’Erbario Estense tra Ferrara e Modena: dalla ricerca al public engagement
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Il Museo per la Storia e la Collezione Cattaneo dell’Università di Pavia custodiscono antichi preparati anatomici umani, conservati a secco e in liquido, sottoposti negli ultimi anni a lavori di restauro. Il prezioso contributo alla didattica dei preparati, attraverso i secoli, è innegabile, così come l’utilità della loro testimonianza di metodi di ricerca e di studio del passato; le collezioni sono tuttora di grande valore per la ricerca storica e storico-medica e le vicende relative ad alcuni pezzi sono entrate a far parte della memoria collettiva della città. Tuttavia, proprio la drammaticità di alcune di queste storie suscita riflessioni legate alla legittimità dell’esposizione al pubblico di tali “materiali culturalmente sensibili”. Alcuni di essi, come uno scheletro di una persona affetta da nanismo, rivelano, a un approccio più approfondito, tragiche storie personali, di fronte alle quali ci si interroga sulle modalità più corrette di esposizione e comunicazione al pubblico.
Parole chiave
collezione anatomica, preparati anatomici umani, etica museale, comunicazione museale, comunità, memoria.
The historical-medical collections of the University of Pavia and the memory of local community
Abstract
The History Museum and the Cattaneo Collection of Pavia University house in their rooms ancient human anatomic preparations, preserved both dry and in liquid and restored in these past few years. The educational value of the preparations, as well as their effectiveness as testament to methods of research and observational study throughout the centuries, is undeniable; to this day, the specimens are a source of very valuable material for historical and medical research; the stories connected to some of them have become part of the collective memory of the town. However, the dramatic aspects of some of these stories has recently given rise to debates focusing on the legitimacy of showing to the public such «culturally sensitive materials». Following more in depth researches, some preparations in the Pavia collections - like that of a man affected with dwarfism - reveal dramatic personal stories, further fuelling the discussion on which display and communication methods may be more appropriate to convey such delicate contents.
Keywords
anatomical collection, human anatomic preparation, museum ethics, museum communication, community, memory.
p. 25 /Le collezioni storico-mediche dell’Università di Pavia e la memoria della comunità locale
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L’algario Vatova-Schiffner del Museo di Storia Naturale di Venezia contiene i campioni usati per la redazione del capitolo dedicato alle alghe nella monografia “La Laguna di Venezia” (Brunelli et al., 1938) e offre quindi un’istantanea della comunità algale negli anni 1930-32. Questi dati sono fondamentali per comprendere la biodiversità della laguna e la sua evoluzione nell’ultimo secolo; tuttavia la collezione risulta pressoché sconosciuta. Al fine di aumentarne conoscenza e visibilità è stato avviato un progetto di digitalizzazione che segue un approccio image-to-data. I dati sono poi resi disponibili tramite un portale web arricchito da materiali didattico-divulgativi. Il progetto è svolto da Fondazione Musei Civici di Venezia e Università degli Studi di Trieste e in parte finanziato dalla Fondazione di Venezia.
Parole chiave
algario, Laguna di Venezia, digitalizzazione, image-to-data, cambiamenti ambientali.
A century of changes in the Venetian Lagoon through the algae of the Vatova-Schiffner collection
Abstract
The algarium by Aristocle Vatova and Victor Schiffner preserved at the Natural History Museum of Venice hosts the specimens which were used for the chapter dedicated to algae in the monograph “La Laguna di Venezia” (Brunelli et al., 1938), thus offering a snapshot of the algal community of the lagoon in the years 1930-32. These data are pivotal for understanding the biodiversity of the lagoon and its evolution in the last century. However, the collection is almost unknown. In order to increase its accessibility, a digitization project was started, following an image-to-data workflow. Digitized data are made available online in a web portal, which is also enriched with dissemination and educational materials. The project is carried out by the Fondazione Musei Civici di Venezia/Natural History Museum Giancarlo Ligabue and the Department of Life Sciences of the University of Trieste, and it is partly funded by the Fondazione di Venezia.
Keywords
algarium, Venice Lagoon, digitization, workflow image-to-data, environmental changes.
p. 31 /Un secolo di cambiamenti nella Laguna di Venezia attraverso le alghe della collezione Vatova-Schiffner
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L’Area megalitica di Aosta - Parco archeologico e Museo di Saint-Martin-de-Corléans, inaugurata nel 2016, è oggetto di un secondo lotto di lavori, destinati a completare l’offerta museale con nuovi settori che raddoppiano la superficie espositiva. Mantenendo costante la volontà di trasmissione e valorizzazione dei dati ottenuti attraverso discipline scientifiche di sostegno all’archeologia, dimostra che un museo a carattere e impostazione “umanistica” assume parallelamente il ruolo di museo scientifico. Gli aggiornamenti riguardano una grande sala, dedicata alla riproposizione degli allineamenti delle stele antropomorfe innalzate così come dovevano essere all’origine, e le sezioni riferite all’età del Bronzo e del Ferro, alla romanità, alla tarda antichità e al Medioevo. Inoltre il Museo sarà dotato di spazi adeguati al benessere dei visitatori e alle attività didattiche, con un ambiente dedicato a mostre temporanee e una capiente sala per conferenze.
Parole chiave
megalitismo, archeologia, conservazione, comunicazione, tecnologia.
Indicative mode, future tense. The second work batch at the Megalithic Area of Saint-Martin-de-Corléans
Abstract
The Aosta Megalithic Area - Archaeological Park and Museum of Saint-Martin-de-Corléans, inaugurated in 2016, is the subject of a second batch of works, intended to complete the museum’s offerings with new areas that double the exhibition area. Keeping constant the desire to transmit and enhance the data obtained through scientific disciplines supporting archaeology, it shows that a museum with a “humanistic” character and approach takes on the role of a scientific museum in parallel. The upgrades concern a large hall, dedicated to the re-presentation of the alignments of the raised anthropomorphic stelae as they must have been originally, and sections relating to the Bronze and Iron Ages, Romanity, Late Antiquity and the Middle Ages. In addition, the museum will be equipped with adequate space for visitor welfare, educational activities, with a room dedicated to temporary exhibitions and a spacious conference and congress hall.
Keywords
megalithism, archaeology, conservation, communication, technology.
p. 37 /Modo indicativo, tempo futuro. Il secondo lotto di lavori all’Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans
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Fra il 1954 e il 1961, l’Università di Pisa realizzò le due Calcolatrici Elettroniche Pisane. La prima CEP nel ’57 fu anche il primo calcolatore digitale italiano. Le CEP furono volano di una storia scientifica e tecnologica che ha segnato l’identità della città. Perciò la storia delle CEP è cara a Pisa e ogni occasione è buona per ricordarla: l’ultima il 13 novembre 2021 per il 60° dell’inaugurazione della seconda CEP. È una storia cara anche a Progetto Hackerando la Macchina Ridotta (HMR) che ha studiato e raccontato le CEP in tanti modi. Partecipare al 60° era un obbligo, ma come non ripetersi?
Con CEP60 abbiamo raccontato cosa accadeva oltre le CEP in una mostra virtuale basata su materiale dell’Archivio di Ateneo. CEP60 narra gli eventi del progetto CEP, ma soprattutto cosa accadeva in Italia e nel mondo, nell’informatica e nell’Ateneo. L’articolo discute il progetto di una mostra libera da vincoli fisici riflettendo sull’importanza di contestualizzare la narrazione delle conquiste scientifiche e tecnologiche.
Parole chiave
storia dell’informatica, storia locale, esposizioni, realtà virtuale.
CEP60: glocal history in a virtual exposition
Abstract
In 1954-61, University of Pisa built the two CEPs (Electronic Computers of Pisa), the first CEP was also the first computer made in Italy. The CEPs gave spin to a scientific and technological history that marked the city identity. Therefore, CEPs’ story is dear to Pisa: every occasion is good to celebrate. The latest was on November 13, 2021, the 60th of the second CEP. The story is also dear to Hackerando la Macchina Ridotta Project (HMR) which, since 2006, has studied and narrated the CEPs in many ways. Taking part to jubilee was a duty, the challenge was to not repeat ourselves.
CEP60 shows what happened beyond the CEPs in a virtual exhibition based on material from the University Archives. CEP60 tells the events of the CEP project, but, above all, shows what was happening in Italy and in the world, in computer science and in the University. The paper discusses the design of an exhibition free from physical constraints discussing the importance of contextualizing the narrative of scientific and technological achievements.
Keywords
computing history, local history, exhibitions, virtual reality.
p. 41 /CEP60: storia glocal in una mostra virtuale
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La musealizzazione del sito di Saint-Martin-de-Corléans ha offerto la possibilità di contestualizzare i dati sito-specifici in un quadro territoriale più ampio e di evidenziare le relazioni tra la storia dell’uomo e le trasformazioni del paesaggio. Presentiamo qui l’approccio metodologico impiegato per la realizzazione degli “scenari ricompositivi” presentati nel prodotto multimediale proiettato su grande schermo all’interno del percorso museale dell’Area megalitica. La ricomposizione delle informazioni archeologiche e paleoambientali risulta utile sia per fini scientifici che per fini espositivi, in cui la percezione della storia integrata del paesaggio diventa più intellegibile quando realizzata in modo evocativo.
Parole chiave
Saint-Martin-de-Corléans, musealizzazione, paesaggio archeologico, scenari ricompositivi, Preistoria alpina.
Recompositive scenarios and experiences of valorisation of the megalithic area of Saint-Martin-de-Corléans in Aosta
Abstract
The musealization of the site of Saint-Martin-de-Corléans offered the chance to contextualise site-specific information in a wider territorial framework and to highlight the relationships between human history and environmental changes. Here we present the methodological approach used to produce “recompositive scenarios” displayed in the multimedia product screened in the museum itinerary of the Megalithic Area. Merging archaeological and paleoenvironmental information is useful both for scientific and exhibition purposes, where the perception of an integrated history of landscapes becomes intelligible when evocatory.
Keywords
Saint-Martin-de-Corléans, musealization, landscape archeology, recompositive scenarios, Alpine Prehistory.
p. 47 /Scenari ricompositivi ed esperienze di valorizzazione dell’Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans ad Aosta
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La collezione di muschi di Valenti Serini conservata presso il Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici è stata rivista e restaurata per essere esposta al pubblico. Risulta composta da 35 pezzi con base in gesso e muschio inserito/incollato con la terra. Dopo lo studio le specie di briofite classificate sono risultate 42, di cui 40 muschi e 2 epatiche. Sono state confermate 10 specie su 35 e una specie risulta non più presente: Polytrichum commune Hedwig et Pollini. Il presente lavoro ha permesso di concludere la revisione delle crittogame di Valenti Serini conservate presso il Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici e di dare un contributo alla conoscenza di muschi ed epatiche del territorio toscano nell’Ottocento.
Parole chiave
muschi, storia, botanica, museologia.
Mosses collection of Velenti Serini: revision and restoration
Abstract
Valenti Serini’s moss collection kept at the Natural History Museum of the Accademia dei Fisiocritici has been revised and restored for public display. It consists of 35 pieces with a plaster base and mosses inserted/glued with soil. After the study, 42 bryophyte species were classified, of which 40 mosses and 2 liverworts. Ten species out of 35 were confirmed, and one species was missing: Polytrichum commune Hedwig et Pollini. The present work made it possible to conclude the revision of Valenti Serini’s Cryptogams preserved at the Natural History Museum of the Accademia dei Fisiocritici and to make a contribution to the knowledge of mosses and liverworts in the Tuscan territory in the 19th century.
Keywords
mosses, history, botany, museology.
p. 53 /La collezione di muschi di Valenti Serini: revisione e restauro
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Tra il 2011 e il 2021 l’Università degli Studi di Pavia ha pubblicato un’opera in tre volumi, suddivisi in sei tomi, che racconta la storia dell’Ateneo dalla fondazione, avvenuta nel 1361, fino al 1968. L’opera, concepita in seno al Centro per la Storia dell’Università, è stata pubblicata con il supporto di un importante sponsor, UBI Banca Popolare Commercio & Industria.
In particolare il tomo 2 del terzo volume è interamente dedicato ai luoghi dell’insegnamento e della ricerca e alle collezioni museali ed è stato realizzato con la collaborazione dei direttori e dei curatori dei musei, per far conoscere e valorizzare lo straordinario patrimonio accumulato dall’Università nei secoli. L’intera opera, con studi inediti condotti complessivamente da centinaia di autori, ha portato alla luce episodi dimenticati, aneddoti, laboratori, strumenti didattici e di ricerca, scoperte geniali, protagonisti, trasformazioni istituzionali e della città. La direzione scientifica è di Dario Mantovani, presidente del Centro per la Storia e professore del Collège de France.
Parole chiave
Pavia, storia dell’Università, ricerca, documentazione, memoria.
Almum Stadium Papiense. History of the University of Pavia: research, documentation and memory
Abstract
Between 2011 and 2021, the University of Pavia published a three-volume work, divided into six tomes, telling the story of the University from its foundation in 1361 to 1968. The work, conceived within the Center for University History, was published with the support of a major sponsor, UBI Banca Popolare Commercio & Industria.
In particular, tome 2 of volume 3 is entirely devoted to the places of teaching and research and museum collections and was produced with the collaboration of the Museum Directors and Curators, to make known and enhance the extraordinary heritage accumulated by the University over the centuries. The entire work, with unpublished studies conducted altogether by hundreds of authors, has brought to light forgotten episodes, anecdotes, laboratories, teaching and research tools, brilliant discoveries, protagonists, institutional and city transformations. The scientific direction is by Dario Mantovani, President of the Center for History and professor at the Collège de France.
Keywords
Pavia, history of the University, research, documentation, memory.
p. 56 /Almum Stadium Papiense. Storia dell’Università di Pavia: ricerca, documentazione e memoria
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Il Museo del Lupo nasce nel 1976 nel piccolo borgo di Civitella Alfedena nel Parco Nazionale d’Abruzzo ed è il primo centro tematico ed educativo dedicato interamente al lupo in Italia. Dalla sua istituzione, il Museo, da un lato, si propone come un grande attrattore turistico, contrastando lo spopolamento del territorio e puntando a un turismo sostenibile, ecologista, giovanile e innovativo; dall’altro, grazie all’“Operazione San Francesco” promossa dal Parco con il WWF Italia, nata proprio agli inizi degli anni Settanta, ha lo scopo di salvaguardare il lupo diffondendo una corretta informazione sull’etologia di un animale rimasto fino ad allora sconosciuto.
A oggi il Centro Visite del Lupo è una realtà che attira migliaia di turisti puntando per il futuro a implementare sempre di più attività didattiche per gli studenti di qualsiasi età e inclusive nei confronti del territorio. Nei pressi del Museo è anche possibile visitare un’area faunistica, in cui vive un branco di lupi, che permette a tutti di familiarizzare con essi sfatando qualche pregiudizio.
Parole chiave
lupo, storia, sviluppo sostenibile, educazione ambientale, territorio.
The Wolf Museum of Abruzzo, Lazio and Molise National Park: history, conservation and local economy
Abstract
The Wolf Museum was founded in 1976 in the small village of Civitella Alfedena inside the Abruzzo National Park and represents the first thematic and educational center entirely dedicated to the wolf in Italy. Since its inception, the Museum, on one hand, proposes itself as a great tourist attraction, contrasting local depopulation and aiming at a sustainable, ecological, youthful and innovative tourism; on the other hand it aims at safeguarding Wolves by spreading correct information on the ethology of an animal that had remained unknown until then, thanks to “Operation San Francesco” promoted by the Park in collaboration with WWF Italia, actually born at the beginning of the Seventies.
To this date, the Wolf Visiting Center is a reality that attracts thousands of tourists, aiming to further increment future educational activities for students of all ages and which are inclusive of territorial reality. Near the Museum it is also possible to pay a visit to a wildlife area, where a pack of wolves lives, allowing everyone to become familiar with them and thus debunking some false myths about this species.
Keywords
wolf, history, sustainable development, environmental education, territory.
p. 62 /Il Museo del Lupo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: storia, conservazione ed economia del territorio
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Il Civico Museo Insubrico di Storia Naturale di Clivio e Induno Olona in provincia di Varese, situato sul versante italiano del Monte San Giorgio, Patrimonio Naturale Mondiale dell’UNESCO, si è evoluto in un centro di crescita grazie all’Interpretazione del Patrimonio e al dialogo con il territorio e le associazioni naturalistiche. Il Museo è stato creato per raccogliere, conservare e valorizzare i reperti fossiliferi del Triassico Medio e documentare la storia delle scienze naturali del territorio. Nel 2019, il Comune di Clivio ha commissionato la riqualificazione delle sale e dell’esposizione della collezione zoologica. Il progetto ha svelato il significato nascosto delle collezioni attraverso tecniche di Interpretazione del Patrimonio. Il Museo è stato trasformato in un’esperienza di ricerca e di incontro, con un’esposizione dinamica che può essere modificata in base ai temi, ai pubblici e alle ricerche. Il Museo diventa un luogo di studio, ricerca, condivisione e dialogo con il pubblico entrando in dialogo anche con le giovani generazioni come luogo di ispirazione e mentoring per aspiranti scienziati, valorizzando sia il vecchio modo di fare un museo che il nuovo modo di studiare e raccontare la natura.
Parole chiave
Interpretazione del Patrimonio, progettazione interpretativa, empowerment della comunità, luoghi del patrimonio, esposizione museale.
The Civic Insubric Museum of Clivio and Induno Olona (VA) between territory and Heritage Interpretation
Abstract
The Civic Insubric Museum of Natural History of Clivio and Induno Olona in the province of Varese, located on the Italian side of Monte San Giorgio, a UNESCO World Natural Heritage site, has evolved into a growth center through Heritage Interpretation and dialogue with the territory and nature associations. The Museum was created to collect, preserve, and enhance the Middle Triassic fossil finds and document the history of Natural Sciences in the area. In 2019, the municipality of Clivio commissioned the refurbishment of the exhibition rooms and the zoological collection. The project revealed the hidden meaning of the collections through Heritage Interpretation techniques. The Museum was transformed into a research and encounter experience, with a dynamic exhibition that can be adjusted based on themes, audiences, and research. The Museum becomes a place of study, research, sharing, and dialogue with the public and also engages with young generations as a source of inspiration and mentorship for aspiring scientists, enhancing both the old way of doing a museum and the new way of studying and telling nature.
Keywords
Heritage Interpretation, interpretative design, community empowerment, heritage places, museum exhibition.
p. 67 /Il Civico Museo Insubrico di Clivio e Induno Olona (VA) tra territorio e Interpretazione del Patrimonio
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Le raccolte zoologiche di Menico Torchio sono state incluse nelle collezioni di Kosmos tra il 1996 e il 2009. Esse sono conservate in liquido e comprendono pesci e molluschi provenienti in gran parte dal territorio ligure dove Torchio svolse molti dei suoi studi durante gli anni Settanta e Ottanta del Novecento. Il recupero dei reperti è consistito in: sostituzione del liquido di dimora ed eventualmente del vaso, rideterminazione scientifica, aggiunta di nuovi cartellini e catalogazione. La collezione è composta complessivamente da 200 vasi di cui la maggior parte (151) contenente pesci. Tra questi ultimi l’ordine più rappresentato è quello dei Pleuronectiformes (82 vasi) con le famiglie Bothidae (35) e Soleidae (31).
Parole chiave
collezioni museali, pesci, Mare Mediterraneo, Arnoglossus, Scophthalmus.
The ichthyological collection of Menico Torchio at the Natural History Museum of the University of Pavia
Abstract
The zoological specimens of Menico Torchio have been included in the collections of the Natural History Museum of Pavia between 1996 and 2009. They are preserved in liquid and include mostly fishes and molluscs. They have been collected in the Ligurian sea where Torchio carried out many of his studies during the 1970s and 1980s. The recovery of these specimens consisted in the replacing of the preservative and eventually of the jar, scientific redetermination, addition of new tags and cataloguing. The collection consists of 200 jars, most of which (151) contain fishes. Among these, the most represented order is Pleuronectiformes (82 jar) with the family Bothidae (35) and Soleidae (31).
Keywords
museum collections, fish, Mediterranean Sea, Arnoglossus, Scophthalmus.
p. 71 /La collezione ittiologica di Menico Torchio conservata a Kosmos – Università di Pavia
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Le nuove proposte dell’Orto Botanico Unicam si avvalgono dell’utilizzo dei dispositivi digitali. Si integrano così le osservazioni dal vivo con immagini e informazioni legate ad altri periodi stagionali, per arrivare a conoscere le specie raccontate. Questi dispositivi assumono maggiore importanza quando si vogliono descrivere le presenze di animali non visibili in quest’area durante la visita. Permettono inoltre di vivere un’esperienza personalizzata attraverso la ricerca e la realizzazione di fotografie che rappresentino al meglio caratteri o curiosità su particolari esemplari nel contesto dell’Orto, ma maggiormente in altre attività di tipo didattico come ad esempio nel contest realizzato presso il Museo Ittico di San Benedetto del Tronto che viene descritto nel lavoro.
Parole chiave
dispositivi digitali, interazione, gioco, scoperta.
New educational approaches of the Camerino Museum System
Abstract
Digital devices are used for new visiting proposals of Camerino University Botanical Garden. Live observations are integrated with images and information related to other seasonal periods, to better know the described species. These devices assume increasing relevance for the description of animals living in this area, that are obviously not visible during the visit. They also allow a personal experience through pictures which best represent specimen characteristics living in the Garden, also in other educational activities, like in the Museo Ittico of San Benedetto del Tronto.
Keywords
digital devices, interaction, game, discovery.
p. 76 /Nuovi approcci educativi del Sistema Museale di Camerino
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La collezione lito-mineralogica di Giovanni Targioni Tozzetti, costituita da minerali, rocce e terre incoerenti, oggi parte delle collezioni del Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze, fu creata a partire da quella di Pier Antonio Micheli e in seguito ampliata con le proprie raccolte personali e con quelle del figlio Ottaviano, che ne aggiornò le informazioni scientifiche. Un primo progetto conoscitivo ha stimato in 2687 gli esemplari di Giovanni rimasti fino a oggi, di cui 618 micheliani, a cui si aggiungono i campioni di Ottaviano. Il presente studio è stato condotto su 154 esemplari, tra cui 109 minerali, 39 rocce, un reperto zoologico e 5 oggetti di varia natura, al fine di verificare le informazioni catalografiche e permettere la redazione di un inventario corredato di immagini e la realizzazione di un catalogo digitale. A tale operazione si somma la successiva identificazione tramite microscopia ottica e spettroscopia μ-Raman di 67 pietre preziose.
Parole chiave
collezione mineralogica, storia della scienza, Targioni Tozzetti, XVIII secolo.
The Targioni Tozzetti mineralogical collection: investigations about an 18th century naturalistic collection
Abstract
The litho-mineralogical collection of Giovanni Targioni Tozzetti, made up of minerals, rocks and incoherent earths, currently part of the collections of the Museum of Natural History of the University of Florence, was created starting from that of Pier Antonio Micheli and was expanded by his son Ottaviano, who also updated the scientific information. The collection was object of a previous project, which estimated the remaining specimens of Giovanni at 2687, of which 618 by Micheli, with an unidentified number of specimens added by Ottaviano. Nowadays, the present study is conducted on 154 specimens, including 109 minerals, 39 rocks, a zoological find and five objects of various kinds, with the aim of verifying the cataloguing information and allowing the preparation of an inventory accompanied by images and the creation of a digital catalogue. The study is supported by means of optical microscopy and μ-Raman spectroscopy of 67 precious stones to infer the proper attribution.
Keywords
mineralogical collection, history of science, Targioni Tozzetti, 18th century.
p. 79 /La collezione mineralogica Targioni Tozzetti: indagini su una raccolta naturalistica settecentesca
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Il Museo di Anatomia Comparata “Giovanni Battista Grassi” conserva, oltre all’archivio dello zoologo G.B. Grassi, antichi modelli anatomici e una vasta collezione di strumenti per la microscopia. Tuttavia la componente più ampia della collezione riguarda i vertebrati e l’obiettivo del presente contributo è di fornire una panoramica completa di questa collezione. La collezione include circa 14.000 reperti, rappresentativi dei principali taxa di vertebrati. I più antichi risalgono al 1600, ma la maggioranza è datata tra il 1970 e il 1990. I reperti provengono da tutte le regioni biogeografiche, pur essendo evidente l’aderenza al territorio italiano (45% dei reperti). Quasi 700 si riferiscono a specie minacciate secondo la IUCN e in buona parte sono specie “in pericolo critico”. La digitalizzazione dei reperti è già in corso e numerosi sono gli studi effettuati sulla collezione. Questo lavoro ha lo scopo di mostrare alla comunità il materiale disponibile per la ricerca ampliando di conseguenza la potenzialità della collezione stessa.
Parole chiave
collezioni naturalistiche, vertebrati, biodiversità, musei di storia naturale, tassonomia.
The vertebrate collection of the Museum of Comparative Anatomy “Giovanni Battista Grassi” of Rome
Abstract
The Museum of Comparative Anatomy “Giovanni Battista Grassi” houses ancient anatomical models, a vast collection of microscopes, and the archive of the zoologist G. B. Grassi. However the greater part is constituted by the vertebrate collection. The aim of this contribution is to provide a complete overview of the vertebrate collection. The collection includes ca. 14000 samples, representative of all the higher vertebrate taxa. The oldest samples date back to 1600’s, but the majority is dated between 1970 and 1990. The samples come from all biogeographic regions, although the adherence to the Italian territory is evident (45% of the samples). Almost 700 samples refer to threatened species according to the IUCN Red List and several of them are “critically endangered”. The digitization of the finds is already underway, and numerous studies have been carried out on the collection. This work aims to disclosure to the community the material available for research, consequently expanding the potential of the collection itself.
Keywords
naturalistic collection, vertebrates, biodiversity, natural history museum, taxonomy.
p. 84 /La collezione vertebratologica del Museo di Anatomia Comparata “Giovanni Battista Grassi” di Roma
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This contribution contains a summary of information relating to the discovery, decline and apparent extinction in Umbria (central Italy) of an isolated population of the Harvest mouse Micromys minutus, located in the southern reed beds of Lake Trasimeno (Perugia). The species was discovered by chance in March 1999 during a study session on micromammals led inside the lake, at Sant’Arcangelo. The destiny of the Harvest mouse of Lake Trasimeno is linked to the very rapid reduction and disappearance of its vital area, the reed strip with Phragmites australis.
Parole chiave
Micromys minutus, Lake Trasimeno (Umbria, central Italy), biogeography, extinction.
Il veloce e triste destino del Topolino delle risaie Micromys minutus (Pallas, 1771) del Lago Trasimeno
Abstract
Nel presente contributo sono riportate le sommarie informazioni relative alla scoperta, al declino e all’apparente estinzione in Umbria (Italia centrale) di una popolazione isolata di Topolino delle risaie Micromys minutus, localizzata nei canneti meridionali del Lago Trasimeno (Perugia). La specie venne scoperta per caso nel marzo 1999 durante una sessione di studio sui micromammiferi condotta all’interno del lago, presso Sant’Arcangelo. Il destino del Topolino delle risaie del Lago Trasimeno è collegato alla velocissima riduzione e scomparsa della sua area vitale, la fascia di canneto a Phragmites australis.
Keywords
Micromys minutus, Lago Trasimeno (Umbria, Italia centrale), biogeografia, estinzione.
p. 93 /The quick and the sad fate of the Harvest mouse Micromys minutus (Pallas, 1771) of the Lake Trasimeno
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Riflettere sul patrimonio significa riflettere anche sugli impatti potenziali che questo ha nella coscienza personale e in quella collettiva. Il patrimonio permette di conoscersi: di conoscere sé stessi, di conoscere altre persone, di conoscere il mondo. Farne esperienza può stimolare l’interesse personale, il senso civico, aumentare la consapevolezza di sé; può creare occasioni di socializzazione e confronto, favorire la coesione delle comunità; può infine accrescere il senso di appartenenza a una comunità globale in cui tutti siamo interconnessi.
Il patrimonio permette anche di riconoscersi: riconoscersi come comunità globale, come comunità territoriale, come comunità di interesse; riconoscersi in un ruolo sociale; ri-conoscersi attraverso scoperte di sé.
Alla luce di questa premessa, il Museo Paleontologico di Montevarchi si configura come una comunità di cittadini intorno a un patrimonio, tematico, culturale, storico e territoriale, che si conoscono e si riconoscono.
Parole chiave
Agenda 2030, patrimonio, società, musei.
Getting to know each other and recognizing each other through cultural and scientific heritage
Abstract
Reflecting on heritage also means reflecting on the potential impacts it has on personal and collective consciousness. Heritage allows you to get to know yourself, other people, and the world. Experiencing it can stimulate personal interest, civic sense, increase self-awareness; it can create opportunities for socialization and discussion, foster community cohesion; finally, it can increase the sense of belonging to a global community in which we are all interconnected.
Heritage also allows us to recognize ourselves as a global community, as a territorial community, as a community of interest; recognize oneself in a social role; re-knowing each other through self-discovery.
In the light of this premise, the Paleontological Museum of Montevarchi is configured as a community of citizens around a thematic, cultural, historical and territorial heritage, who know and recognize each other.
Keywords
2030 Agenda, heritage, society, museums.
p. 98 /Conoscersi e riconoscersi attraverso il patrimonio culturale e scientifico
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A seguito del trasferimento della Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano presso il nuovo Polo di Lodi, diversi reperti dell’antico Museo Anatomico sono stati oggetto di interventi di restauro e successiva ricollocazione. Si riporta il lavoro di ricerca storico-archivistica e valorizzazione svolto per uno scheletro di suino e una statua miologica di ariete: si è risaliti a datazione e preparatore, l’anatomista Leroy, che nel 1815 li denominò “Scheletro di Majale” e “Ariete di Spagna”. Lo scheletro, attribuibile all’antico ceppo celtico delle razze europee, si collega al progetto di ricerca NeLoM per lo studio della razza locale Nero di Lomellina. L’ariete Merinos porterà all’attenzione del pubblico in futuri eventi divulgativi i temi della biodiversità etnografica, della sostenibilità delle produzioni zootecniche e delle tradizioni del territorio: è stato selezionato in un progetto di public engagement per la valorizzazione del patrimonio e la celebrazione del centenario dell’Ateneo.
Parole chiave
collezione anatomica, ricerca archivistica, etnologia, biodiversità, centenario.
The celtic “Skeleton of Majale” and the “Aries of Spain” of the anatomical veterinary collection in Milan
Abstract
Following the relocation of the Milan Faculty of Veterinary Medicine to the new Lodi Campus, several exhibits of the ancient Anatomical Museum underwent restoration and subsequent relocation. We report the historical-archival research and valorisation work carried out on a pig skeleton and the myological statue of a ram: they were traced back to their date and preparer, the anatomist Leroy, who in 1815 named them “Skeleton of Majale” and “Aries of Spain”. The skeleton, which can be attributed to the ancient Celtic strain of European breeds, is linked to the NeLoM research project for the study of the local “Nero di Lomellina” breed. The Merinos ram will bring the themes of ethnographic biodiversity, sustainability of livestock production and local traditions to the attention of the public in future public events: it was selected in a public engagement project for the valorisation of heritage and the celebration of the University’s centenary.
Keywords
anatomical collection, archival research, ethnology, biodiversity, centenary.
p. 102 /Lo “Scheletro di Majale” celtico e l’“Ariete di Spagna” della collezione anatomica veterinaria milanese
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Una piccola marmotta mummificata è stata ritrovata da una guida alpina in Valle d’Aosta (Italia) durante l’estate 2022. Il Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan ha quindi recuperato l’esemplare sul massiccio del Monte Rosa, sul Lyskamm orientale a 4300 metri s.l.m, e ha curato la sua conservazione e le indagini di laboratorio in collaborazione con l’Istituto per lo studio delle mummie di Eurac Research (Bolzano, Italia). La datazione calibrata al radiocarbonio ha rivelato che l’animale è vissuto tra 6640 e 6450 anni fa. L’attendibilità del risultato, pari al 95,4%, attesta l’eccezionalità del dato che colloca la mummia del Lyskamm tra il 4691 e il 4501 a.C. Prende ora il via il progetto multidisciplinare di ricerca scientifica denominato Marmot Mummy Project volto a ottenere informazioni sul reperto attivando i filoni di studio genetico, archeozoologico, paleoambientale, pedologico, geologico-glaciologico e antropologico.
Parole chiave
marmotta, mummia, Valle d’Aosta, Alpi, Lyskamm.
The Marmot Mummy at 4300 meters: recovery, conservation and investigation of the specimen, by the Efisio Noussan Museum
Abstract
A small mummified marmot was found by a mountain guide in the Aosta Valley (Italy) during the summer of 2022. The Efisio Noussan Regional Museum of Natural Sciences recovered the specimen on the Monte Rosa massif, in the eastern Lyskamm at 4.300 m. a.s.l. The museum authority supervised also the conservation and the laboratory investigations of the archaeozoological remain in collaboration with the Institute for Mummy Studies of Eurac Research (Bolzano, Italy). The calibrated radiocarbon dating (14C) revealed that the animal lived about 6.640-6.450 cal. BP. The reliability of the result, equal to 95,4%, attests that the mummy of Lyskamm lived between 4.691-4.501 cal. BCE. The multidisciplinary scientific research project called Marmot Mummy Project is now kicking off and it aimed at obtaining information on the sample and activating the genetic, archaeozoological, palaeoenvironmental, pedological, geological/glaciological and anthropological studies.
Keywords
marmot, mummy, Aosta valley, Alps, Lyskamm.
p. 106 /Una marmotta mummificata a 4300 metri: recupero, conservazione e indagini sul reperto a cura del Museo Efisio Noussan
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I giardini botanici sono una realtà complessa in cui ricerca scientifica, conservazione, divulgazione, educazione alla sostenibilità, paesaggio, promozione del territorio, storia, cultura e bellezza si trovano nello stesso luogo.
Il Giardino Botanico Esperia, collocato a Passo del Lupo (Sestola, Appennino modenese) a 1500 m di quota, ospita una grande varietà di specie botaniche di rilevanza scientifica e interesse conservazionistico e rappresenta un luogo strategico per la promozione del turismo responsabile data la forte vocazione turistica della zona (comprensorio sciistico del Monte Cimone). Il Sistema dei Musei e Orto Botanico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, MuseOmoRE, in virtù di una forte attenzione verso il territorio, sta sviluppando un importante insieme di attività presso il Giardino Botanico nell’ambito della convenzione con la Sezione di Modena del CAI che gestisce il Giardino stesso, quali il progetto di ricerca su Geranium argenteum, specie che nell’Appennino settentrionale riveste un significato relittuale.
Parole chiave
giardino botanico, ricerca scientifica, conservazione, turismo sostenibile, Geranium argenteum.
Scientific research, conservation and sustainable tourism at the Esperia Botanical Garden (Modena Apennines)
Abstract
Botanical gardens are a complex reality in which scientific research, conservation, dissemination, sustainability education, landscape, promotion of the territory, history, culture and beauty are located in the same place. The Esperia Botanical Garden, located at Passo del Lupo (Sestola, Modena Apennines) at 1,500 m above sea level, hosts a wide variety of botanical species of scientific importance and conservation interest and represents a strategic place for the promotion of responsible tourism given the strong tourist vocation of the area (Monte Cimone ski area). The System of Museums and Botanical Garden of the University of Modena and Reggio Emilia, MuseOmorE, by virtue of a strong focus on the territory, is developing an important set of activities at the Botanical Garden as part of the agreement with the Modena Section of the CAI that manages the Garden itself, such as the research project on Geranium argenteum, a relictual specie in the Apennines.
Keywords
botanical garden, scientific research, conservation, sustainable tourism, Geranium argenteum.
p. 109 /Il Giardino Botanico Esperia (Appennino modenese) tra ricerca scientifica, conservazione e turismo sostenibile
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Le innovazioni tecnologiche che mettono la scienza al servizio dell’ambiente e del territorio sono tra le priorità del Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan. Il Museo è infatti dotato di un laboratorio di biotecnologie per analisi del DNA finalizzate prevalentemente a identificare tracce biologiche a un livello specifico e/o individuale, a condurre studi di genetica di popolazione e a individuare target genici di interesse. Con quasi 3500 campioni e oltre 30.000 determinazioni, il Museo è a oggi una piattaforma di riferimento regionale per analisi del DNA a supporto di servizi e collaborazioni in tre ambiti: (i) natura e biodiversità, per il monitoraggio e lo studio di specie animali e vegetali protette; (ii) agri-food e salute delle piante, per la caratterizzazione genetica e la valorizzazione di risorse agroalimentari autoctone, nonché per i monitoraggi fitosanitari; (iii) conservazione dei beni culturali, per indagini biologiche su monumenti e siti archeologici.
Parole chiave
DNA, monitoraggio genetico non invasivo, conservazione ex situ, fitopatogeni.
The Efisio Noussan Museum and the biotechnologies for the environment and territory
Abstract
Technological innovations promoting science for the environment and the field are among the priorities of the Efisio Noussan regional Museum of natural Sciences. Indeed, the Museum is equipped with a biotechnology lab for DNA assays mainly addressed to identify biological traces at a specific and/or individual rank, to perform genetic population studies and to detect genomic targets of interest. At present, with almost 3,500 samples and over 30,000 assays, the Museum is a regional reference platform for DNA assays supporting services and collaborations in three areas: (i) nature and biodiversity, for monitoring and study wild protected animal and plant species; (ii) agri-food and plant health, for genetic characterization and exploitation of local agri-food resources, as well as for phytosanitary monitoring; (iii) conservation of cultural heritage, for biological investigations on historical monuments and archaeological sites.
Keywords
DNA, non-invasive genetic monitoring, ex situ conservation, plant pathogens.
p. 113 /Il Museo Efisio Noussan e le biotecnologie come strumento al servizio dell’ambiente e del territorio
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Il Museo Universitario di Chieti ha partecipato all’edizione 2021 della Settimana del Pianeta Terra, con l’inaugurazione della mostra “La montagna della Maiella 16 milioni di anni fa: delfini, foche, squali e coccodrilli”.
Questa mostra è stata ideata e organizzata per volere congiunto dell’Università degli Studi “G. d’Annunzio”, della Soprintendenza ABAP di Chieti e Pescara e del Parco Nazionale della Maiella, con l’obiettivo di far conoscere a un ampio pubblico un particolare capitolo della storia geologica della Maiella.
In questa occasione è stato presentato al pubblico, per la prima volta, un frammento di cranio di Squalodon, rinvenuto in una cava tra i comuni di Pretoro e Rapino (CH).
Con Squalodon sono stati esposti anche altri resti fossili del Miocene inferiore della Maiella settentrionale: denti di squalo di diverso genere, una colonna vertebrale in connessione anatomica di uno squalo elefante, una placca dermica di coccodrillo Tomistoma, e un cranio di foca, Noriphoca gaudinii. Completavano la mostra suggestive illustrazioni di paleoarte che ricostruivano l’aspetto dei resti e pannelli sui contesti geologici e paleoclimatici.
Grazie alla lunga e complessa storia geologica, il Parco Nazionale della Maiella, il 22 aprile 2021, ha ottenuto il riconoscimento di Geoparco UNESCO, entrando così a far parte della Rete dei Geoparchi Mondiali.
Parole chiave
Maiella, Miocene, Squalodon, geoparco, geodiversità.
The Maiella Mountain 16 million years ago: dolphins, seals, sharks and crocodiles
Abstract
The University Museum of Chieti participated in the 2021 edition of the Planet Earth Week, with the inauguration of the exhibition “The Maiella Mountain 16 million years ago: dolphins, seals, sharks and crocodiles”. This exhibition was conceived and organized by the joint wishes of the University “G. D’Annunzio”, the ABAP Superintendence of Chieti and Pescara and the Maiella National Park, with the aim of making a significant chapter of the geological history of the Maiella known to a wide public.
On this occasion, a fragment of a Squalodon skull, found in a quarry in the municipalities of Pretoro and Rapino (CH), was presented to the public for the first time. Along with Squalodon, other fossil remains from the lower Miocene of northern Maiella were also exhibited: shark teeth of different kinds, a connected anatomical spine of a basking shark, a dermal plate of Tomistoma crocodile and a seal skull, Noriphoca gaudinii. The exhibition was completed by evocative paleoart illustrations that reconstructed the appearance of the remains and panels on the geological and paleoclimatic context.
Thanks to its long and complex geological history, the Maiella National Park obtained the recognition as UNESCO Geopark on 22 April 2021, thus becoming part of the World Geoparks Network.
Keywords
Maiella, Miocene, Squalodon, geopark, geodiversity.
p. 118 /La montagna della Maiella 16 milioni di anni fa: delfini, foche, squali e coccodrilli
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Il contributo vuole evidenziare la figura di Patrizio Gennari, illustre botanico, scienziato e patriota, fondatore nel 1866 dell’Orto Botanico dell’Università di Cagliari, dai trascorsi risorgimentali che si formarono nelle Marche, sua regione di origine, durante la permanenza come docente all’Università di Macerata. È questo un legame storico, sociale e scientifico significativo, che collega due territori, Marche e Sardegna, e i loro destini nella storia dell’unità d’Italia e nella scienza.
Parole chiave
Patrizio Gennari, storia, scienza, botanica, Orto Botanico di Cagliari, territorio.
Patrizio Gennari and the Botanical Garden of Cagliari: historical-scientific connections between Marche and Sardinia
Abstract
The contribution aims to highlight the figure of Patrizio Gennari, illustrious botanist, scientist and patriot, founder in 1866 of the Botanical Garden of University of Cagliari, from the Risorgimento past that formed in the Marche, his region of origin, during his stay as a professor at the University of Macerata. This is a significant historical, social, and scientific link that connects two territories, Marche and Sardinia, and their destinies in the history of the unity of Italy and in science.
Keywords
Patrizio Gennari, history, science, botanica, Botanical Garden of University of Cagliari, territory.
p. 125 /Patrizio Gennari e l’Orto Botanico di Cagliari: connessioni storico-scientifiche fra Marche e Sardegna
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Il Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan dalla sua nascita persegue la promozione della cultura delle scienze naturali. La chiusura della sede espositiva ha inciso sul distacco tra la collettività e il museo. Nell’ottica di colmare tale distacco, in attesa della riapertura dell’esposizione museale rinnovata, il Museo ha offerto nuove occasioni per riallacciare i rapporti con la cittadinanza. Dal 2016 a oggi, il Museo ha realizzato diversi eventi con risorse economiche e di personale interne e con il supporto di collaboratori esterni finanziati da progetti europei: un programma di incontri tematici, la mostra temporanea sui lavori in corso, offerte educative per le scuole ed extrascolastiche e corsi di alta formazione. In totale sono state coinvolte oltre 6900 persone, con una media di circa 1150 persone all’anno e con un andamento in crescita fino al 2019. La riapertura del nuovo allestimento museale attribuirà nuovo slancio al Museo rinsaldando i rapporti con la cittadinanza.
Parole chiave
cultura, comunicazione, cittadinanza, museo.
The reopening of the Efisio Noussan Museum between scientific communication and territorial network
Abstract
The Efisio Noussan Regional Museum of Natural Sciences since its inception has pursued the promotion of the culture of natural sciences. The closure of the exhibition site has affected the gap between the community and the museum. With a view to bridging this gap, pending the reopening of the renewed museum exhibition, the Museum has offered new opportunities to reconnect the relationship with the citizens. From 2016 to today, the Museum has organized various events with internal economic and personnel resources and with the support of external collaborators financed by European projects: program of thematic meetings, temporary exhibition on work in progress, educational offers for schools and advanced training courses. A total of over 6,900 people were involved, with an average of around 1,150 people a year and with a growing trend until 2019. The reopening of the new museum layout will give new impetus to the Museum, strengthening relations with the citizens.
Keywords
culture, communication, citizenship, museum.
p. 129 /La riapertura del Museo Efisio Noussan tra comunicazione scientifica e rete territoriale
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Da qualche anno il Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Bari ha avviato un programma di attività educative per bambini in età scolare, strutturate con l’obiettivo di rendere le visite guidate alle sale espositive dei musei di scienze naturali più partecipative e inclusive, favorendo i processi di apprendimento ed educazione scientifica e consentendo ai piccoli visitatori di vivere la visita al museo come un’esperienza di crescita e benessere individuale e sociale. Presupposto che l’utilizzo di diverse tipologie di media e di linguaggi, nel rispetto del rigore dei contenuti, favorisca in museo tali processi, si è avviata la strutturazione di speciali visite guidate presentate ai bambini come attività ludico-creative.
Parole chiave
visita guidata, lapbook, accessibilità, partecipazione, collezioni.
Special guided tours at the natural science museums of the Bari University
Abstract
For the past few years, the University Museum System of the University of Bari has initiated a program of educational activities for school-age children, structured with the aim of making guided tours of the exhibition halls of the natural science museums more participatory and inclusive, favoring the processes of learning and science education and enabling young visitors to experience the museum visit as an experience of individual and social growth and well-being. Assuming that the use of different types of media and languages, while respecting the rigor of the content, favors such processes in the museum, the structuring of special guided tours presented to children as playful-creative activities was initiated.
Keywords
museum tour, lapbook, accessibility, participation, collections.
p. 132 /Speciali visite guidate presso i musei di scienze naturali dell’Università degli Studi di Bari
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Due mostre realizzate dal Museo di Zoologia e Anatomia comparata dell’Università di Modena e Reggio Emilia all’interno del Castello di Sestola, la fortezza più ampia del Modenese, si sono poste l’obiettivo di stimolare le comunità a conoscere meglio non solo il territorio con le sue emergenze monumentali ma anche le collezioni dei musei esponendo reperti zoologici contestualizzati nei propri ambienti all’interno di spazi espositivi storici.
Entrambe le mostre, quella del 2018 “Biodiversità bella e fragile. Riscopriamola intorno a noi”, e quella del 2019 “Riconoscere la biodiversità del territorio modenese”, sono state rese possibili grazie a una rete di sinergie attivate, oltre che con i Comuni di Sestola e Modena, in particolare con l’Associazione E’ Scamàdul, cui è stata affidata la gestione della Rocca, con la Società dei Naturalisti e Matematici di Modena e il Gruppo Modenese
Scienze Naturali.
Parole chiave
biodiversità, paesaggio, ambiente, territorio, zoologia.
Beautiful and fragile biodiversity. Two exhibitions at Sestola Castle (Modena)
Abstract
Two exhibitions organised by the Museum of Zoology and Comparative Anatomy of the University of Modena and Reggio Emilia inside the Sestola Castle, the largest fortress in the Modena area, have set themselves the objective of stimulating the community to learn more about not only the territory with its monumental emergencies but also about museum collections by displaying zoological specimens contextualised in their environments within historical exhibition spaces.
Both exhibitions, in 2018 “Beautiful and Fragile Biodiversity. Let’s rediscover it around us”, and the 2019 exhibition “Recognising the biodiversity of the Modena territory”, have been made possible thanks to a network of synergies activated not only with the Municipalities of Sestola and Modena, but also with the E’ Scamàdul Association, which has been entrusted with the management of the Rocca, with the Naturalists and Mathematicians Society of Modena and the Modenese Natural Science Group.
Keywords
biodiversity, landscape, environment, territory, zoology.
p. 136 /Biodiversità bella e fragile. Due mostre al Castello di Sestola (Modena)
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Il Museo del Centro di Educazione Ambientale (CEA) di Valleremita comprende spazi dedicati principalmente agli uccelli, ottimi indicatori della qualità ambientale. Gli esemplari sono divisi secondo principi di birdwatching. Il criterio è stato scelto in base alla possibilità di osservazione delle specie nel loro ambiente di vita: ambienti umidi, campagna, città, bosco, montagna. Gli ambienti sono distinguibili in base al colore del piano di appoggio degli esemplari. Inoltre vi sono sezioni separate dedicate ai rapaci diurni, notturni e specie alloctone e/o naturalizzate. Due vetrine sono dedicate ai nidi, da cui il nome dato al Museo: “Dal Nido alle Ali”.
Parole chiave
museo, Valleremita, bioindicatori, birdwatching.
A museum for the valorization of the territory at the Environmental Education Center of Valleremita (Fabriano, AN)
Abstract
The Valleremita CEA Museum includes spaces dedicated mainly to birds, excellent indicators of the quality of life. The specimens are divided according to birdwatching principles. The criterion was chosen on the basis of the possibility of observing the species in their living environment: wetlands, countryside, cities, woods, mountains. The environments are distinguishable based on the color of the support surface of the specimens. There are also separate sections dedicated to diurnal and nocturnal birds of prey and allochthonous or naturalized species. Two showcases are dedicated to the nests, hence the name given to the Museum: “Dal Nido alle Ali”.
Keywords
museum, Valleremita, bioindicators, birdwatching.
p. 142 /Un museo per la valorizzazione del territorio al Centro di Educazione Ambientale di Valleremita (Fabriano, AN)
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Alla scienza si chiede la verità e all’arte la bellezza, ma i due ambiti del sapere si sono da sempre intersecati influenzandosi l’un l’altro. Anche l’archeologia del XXI secolo, allontanandosi dalla superata concezione di disciplina umanistica, si ibrida sempre più con la ricerca scientifica e di conseguenza si modifica anche la comunicazione museale. Il momento attuale ci vede impegnati nella riprogettazione del MAR - Museo Archeologico Regionale di Aosta, basandoci sugli esiti e le metodologie applicate negli ultimi anni di scavo che ci portano a riconsiderare, attraverso i nuovi allestimenti, le ragioni della fondazione della città in termini di sostenibilità, di uso del territorio e in considerazione di una nuova mappatura del contesto che ci auguriamo le analisi scientifiche ci possano fornire. La funzione del Museo è quella di contribuire a pensare la vita futura ripensando a quella passata.
Parole chiave
museo, archeologia, multidisciplinarità, sostenibilità, resilienza.
The MAR of Aosta: a Regional Archaeological Museum between present and future
Abstract
The Truth is one of the aim of Science while Beauty is one of the aim for Art. The two spheres of knowledge have always been intersected, influencing each other. In the 21st century, archaeologist are changing perspectives and moving away from the outdated conception of humanistic disciplines. As a result, Archaeology is increasingly hybridizing itself with the result of new scientific searches and as a result, the museum’s way of communicating is changing. Now we are engaged in redesigning the archaeological museum of Aosta based on the outcomes and methodologies applied in recent years of excavation. The new arrangement will allow new reflections: it will be possible to rethink the foundation of the roman colony in the light of sustainability and land using and as well in consideration of a new mapping of the archaeological sites. It will also be useful the result of new scientific analysis set specially for this project. Museum has a goal: it has to consider the past life to help people thinking about future life.
Keywords
museum, archaeology, multidisciplinary, sustainability, resilience.
p. 146 /Il MAR di Aosta: un Museo Archeologico Regionale tra presente e futuro
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Il Museo delle Scienze dell’Università di Camerino sperimenta nuove metodologie didattiche attraverso la collaborazione a un percorso di formazione per insegnanti di scuola primaria. Ai corsisti è stato chiesto di progettare nuovi percorsi didattici laboratoriali utilizzando una modalità creativa e innovativa, per la regione Marche, di progettazione didattica condivisa utilizzando l’approccio del collaborative learning. L’uso di una piattaforma e-learning Moodle ha consentito di caricare materiali didattici, di utilizzare strumenti per l’interazione e la collaborazione online (wiki, forum ecc.). Per la stesura dei progetti, i gruppi di corsisti hanno utilizzato la scrittura collaborativa, basata su negoziazione, organizzazione e realizzazione di un documento scritto a più mani. Durante queste fasi gli insegnanti hanno avuto l’opportunità di condividere esperienze, di negoziare la comprensione dei significati e di costruire conoscenza condivisa in un ambiente online.
Parole chiave
museo, orto botanico, insegnamento, formazione, collaborative learning.
Collaborative learning at the museum
Abstract
The Science Museum of the University of Camerino experiments with new teaching methods in a training course for Primary school teachers. The teachers were asked to design new laboratory teaching courses using a creative and innovative method, for the Marche region, by deploying a shared educational design that utilises the collaborative learning approach. The use of the Moodle e-learning platform made it possible to upload teaching materials and to use tools for online interaction and collaboration. In drafting the projects, the different groups of teachers used the collaborative writing approach based on negotiating, organising and producing a collaborative written document. Throughout these sessions the teachers had the opportunity to share their experiences, to negotiate the understanding of meanings and to build shared knowledge in an online environment.
Keywords
museum, botanical garden, teaching, training, collaborative learning.
p. 151 /Collaborative learning al museo
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La storia del Museo, sin dalla sua istituzione nel 1929, è la storia di un forte legame che unisce scienza e volontariato culturale. La collaborazione tra Museo e associazioni è risultata essere un grande volano di sviluppo che ha dato un contributo operativo in vari ambiti della gestione museale. La partnership tra volontariato e scienza è stata negli anni riconosciuta e consolidata con l’istituzione di protocolli d’intesa tra Amministrazione provinciale e associazioni culturali di volontariato.
Parole chiave
volontariato, associazioni culturali di volontariato, collaborazioni scientifiche, protocollo d’intesa.
The Museum of Natural History of the Mediterranean and the voluntary cultural associations
Abstract
The history of the Museum, since its establishment in 1929, is the story of a strong link that unites science and cultural volunteering. The collaboration between the Museum and the associations has been a great push for operational development in various areas of museum management. The partnership between volunteering and science has been recognized and consolidated over the years with the establishment of memoranda of understanding between the Provincial Administration and the cultural voluntary associations.
Keywords
volunteering, cultural associations of volunteering, scientific collaborations, memorandum of understanding.
p. 156 /Il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo e le associazioni culturali di volontariato
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Il Museo delle Scienze Unicam già da diversi anni ha rivolto la sua attenzione al territorio del Parco del Conero per lo svolgimento di una ricerca su una serie di impronte appartenenti a un rettile marino del Cretaceo lasciate su un fondale profondo, le quali rappresentano il terzo esempio al mondo di tale tipologia di icnofossili. Il rettile marino del Conero, soprannominato familiarmente Siro, nel 2020 è stato proclamato mascotte del Comune di Sirolo e ha fornito lo spunto per la realizzazione di una narrazione museale che è stata inserita direttamente nel territorio del Parco attraverso escursioni didattiche geopaleontologiche rivolte alle scuole. Quando non è stato possibile effettuare escursioni, a causa della pandemia da Covid-19, si è utilizzato lo strumento della multimedialità come mezzo di divulgazione scientifica. Con il miglioramento della situazione pandemica si è potuta finalmente riprendere l’attività educativa all’aperto dimostrando che un museo può andare oltre le mura che lo caratterizzano e può svolgere, attraverso le proprie competenze, un importante ruolo educativo-scientifico trasformando un ambiente naturale protetto in un museo a cielo aperto.
Parole chiave
museo a cielo aperto, geologia, parco naturale, attività educative, territorio.
Geological educational activities in the Monte Conero Regional Park: an example of open-air museum
Abstract
For several years the Unicam Science Museum has turned its attention to the territory of the Conero Park to carry out research on a series of footprints belonging to a Cretaceous marine reptile left on a deep seabed which represent the third example in the world of this type of ichnofossils. The Conero marine reptile, nicknamed Siro, was proclaimed mascot of the Municipality of Sirolo in 2020 and provided the starting point for the creation of a museum narrative that was dropped directly into the territory of the Park through geopaleontological educational excursions aimed at schools. When it was impossible to make excursions, due to the Covid-19 pandemic, the multimedia tool was used as a means of scientific dissemination. With the improvement of the pandemic situation, it has finally been possible to resume outdoor education, demonstrating that a museum can go beyond the walls that characterize it and can play, through its skills, an important educational-scientific role by transforming a protected natural environment in an open-air museum.
Keywords
open air museum, geology, natural park, educational activities, territory.
p. 159 /Attività educative geologiche nel Parco Regionale del Monte Conero: un esempio di museo a cielo aperto
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Il presente contributo espone una nuova strategia didattica applicata in ambito museale che si avvale di sonificazioni delle strutture cristalline ottenute mediante un metodo scientifico sviluppato dagli autori. L’ordine dell’arrangiamento degli atomi nelle strutture cristalline diventa percepibile attraverso i suoni, associando i parametri chimici e cristallografici (tipo di atomo, gruppo di appartenenza dell’atomo nella tavola periodica, periodo della tavola periodica, posizione angolare e distanza dell’atomo dall’asse di simmetria ecc.) a quelli musicali (durata, altezza, timbro, dinamica). Il metodo di sonificazione, quindi, ha prodotto melodie uniche per ogni struttura cristallina quali ad esempio ghiaccio, calcite, aragonite, diamante, grafite e altre ancora. Le melodie sono accompagnate da video che illustrano le simmetrie delle celle elementari dei cristalli, in modo da integrare il processo cognitivo e quello emotivo, creando un sistema efficace per l’apprendimento in ambito museale. Le sonificazioni sono state utilizzate nei percorsi e nei laboratori aperti del Museo di Scienze della Terra dell’Università di Bari e sono attualmente oggetto di progetti e studio nel campo delle STEAM.
Parole chiave
sonificazioni, percezione, STEAM, didattica, cristalli.
Crystal structures sonifications for museum education
Abstract
This paper presents a new teaching strategy for museum settings that uses sonifications of crystal structures obtained through a novel scientific method developed by the authors. The method associates chemical and crystallographic parameters (kind of atom, periodic table group, periodic table period, distance of an atom from the axis of symmetry, etc.) with musical ones (duration, pitch, timbre, dynamics) making the order of the atomic arrangement of the atom of the crystal structure perceptible through sound. Each crystal structure, such as ice, calcite, aragonite, diamond, graphite and others, is represented by a unique melody accompanied by videos illustrating the symmetries of the elementary cells of the crystals. The aim of the strategy is to integrate cognitive and emotional processes, creating an effective learning system for museum settings. The sonifications have been implemented in the itineraries and open laboratories of the University of Bari’s Earth Science museum and are currently the subject of studies and projects in the STEAM field.
Keywords
sonifications, perception, STEAM, teaching, crystals.
p. 162 /Sonificazione delle strutture cristalline per la didattica museale
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I musei sono luoghi che devono caratterizzarsi per un sempre più elevato grado di accessibilità e inclusione. Il Sistema Museale Universitario Senese è da anni orientato a questo scopo utilizzando i propri beni come strumenti utili per la comunicazione del sapere a tutti e andando così a rispondere in maniera proficua alla richiesta di educazione e formazione del territorio. Questo obiettivo è stato in questi ultimi anni raggiunto anche grazie alle nuove tecnologie che aiutano a rendere i musei maggiormente accessibili, “abbattendo” barriere fisiche e sensoriali, e culturalmente inclusivi. In questo scritto, che unisce i due interventi tenuti al Congresso di Aosta, ci si sofferma su un progetto di storytelling digitale per la narrazione della nascita nel Museo di Strumentaria Medica e sulla possibilità di utilizzare nei musei universitari senesi Atena, un alter ego robotico che permette un’esperienza di visita immersiva da remoto.
Parole chiave
musei universitari, comunicazione, inclusione, immersive education initiative, immersive learning technologies.
A digital storytelling and a robotic alter ego for training and inclusion in Sienese University Museums
Abstract
Museums are places that must increasingly feature a high degree of accessibility and inclusion. The Sienese University Museum System has for years been oriented towards this goal by using its assets as useful tools for communicating knowledge to all and thus responding in a profitable way to the request for education and training of the territory. This goal has been achieved in recent years thanks to new technologies that help make museums increasingly accessible, “breaking down” physical and sensory barriers, and culturally inclusive. In this paper, which combines the two speeches held at the Congress of Aosta, the narrative focuses on a digital storytelling project for the narration of the birth in the Museum of Medical Instrumentation and the possibility of use in the University museums of Siena Athena, a robotic alter ego that allows an immersive visit experience remotely.
Keywords
university museums, communication, inclusion, immersive education initiative, immersive learning technologies.
p. 167 /Uno storytelling digitale e un alter ego robotico per la formazione e l’inclusione nei musei universitari senesi
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Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, sito nella Certosa di Calci (PI), ha realizzato il progetto “Acquari aperti”, con lo scopo di avvicinare i bambini della scuola dell’infanzia alle specie di acqua dolce che popolano l’Acquario del Museo stesso.
Il percorso ideato si è basato su un tipo di approccio alla conoscenza di carattere multisensoriale, la cui finalità è aprire gli acquari a tutti i piccoli utenti individuando strumenti e materiali per favorire l’accessibilità fisica e culturale. La prima fase del progetto ha utilizzato un approccio ludico e sensoriale che ha coinvolto bambini della fascia 3-6 anni. Con la fine della pandemia è stato possibile organizzare un laboratorio a scuola e una visita all’Acquario con gli insegnanti e i genitori, in cui i bambini hanno restituito le conoscenze apprese.
Il progetto ha valorizzato tre aspetti: la dimensione territoriale dell’educazione, la sinergia fra museo e scuola e il coinvolgimento delle famiglie attraverso i bambini.
Parole chiave
infanzia, apprendimento sensoriale, accessibilità, territorio, acquario.
“Open Aquarium”, a sensory project on water and fish
Abstract
The Natural History Museum’s Aquarium of the University of Pisa, placed in the Charterhouse of Calci, realized an inclusion project called “Open Aquarium”. The aim is to bring kindergarten children closer to the freshwater species that inhabit the aquarium itself. We created a multisensory approach to knowledge with the purpose to open the aquariums to ‘small users’ by identyfing tools and materials to promote physical and cultural most suitable accessibility. The first stage of the project used a playful and sensory approach, addressed to children with age range between 3 and 6 years. As soon as the restrictions related to the management of the pandemic emergency ceased, it was possible to organize a workshop inside the school and a visit to the aquarium inviting children, parents and teachers to participate: here the children could return the knowledge learned.
The project has enhanced three aspects: the territorial dimension of education (small village), the synergy between museum and school and the involvement of families through children.
Keywords
childhood, sensitive learning, accessibility, territory, aquarium.
p. 171 /“Acquari aperti”, un progetto sensoriale sull’acqua e i pesci
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Il progetto “Microcosmi” è stato ideato all’interno dell’iniziativa “Stakeholders Engagement: Forum 2030 locale per l’attuazione della strategia regionale di Sviluppo Sostenibile”. L’iniziativa era rivolta alla Rete dei Centri di Educazione alla Sostenibilità (CEAS) in Emilia-Romagna. Esso ha previsto una serie di incontri di sensibilizzazione ambientale riguardanti il Goal 15 dell’Agenda 2030 (Vita sulla Terra), che, secondo il Rapporto ASviS 2021, risulta essere in forte declino nel contesto italiano. La scelta si è basata sulla volontà di promuovere e valorizzare la biodiversità esistente negli spazi verdi della città di Ferrara attraverso la diffusione di buone pratiche, la sensibilizzazione sul tema e il trasferimento di conoscenze biologiche ed ecologiche a livello civico e amministrativo. Il progetto ha rappresentato un buon esempio di sinergia tra le conoscenze scientifiche museali e dell’Università, le esperienze dei cittadini e l’attenta gestione del verde da parte del Comune di Ferrara.
Parole chiave
Agenda 2030, stakeholder, Obiettivo 15, impollinatori.
“Microcosmi”, a project for the biodiversity goal in the Agenda 2030
Abstract
The “Microcosmi” project was conceived within the initiative “Stakeholders Engagement: Local Forum 2030 for the implementation of the regional strategy of Sustainable Development” in the Network of Sustainability Education Centers (CEAS) of Emilia-Romagna Region. It envisaged a series of environmental awareness meetings regarding Goal 15 of the 2030 Agenda (Life on Earth), which according to the ASviS report 2021, appears to be in sharp decline in the Italian context. The choice was based on the desire to promote and enhance the existing biodiversity in the green spaces of the city of Ferrara through the dissemination of good practices, awareness on the subject and the transfer of biological and ecological knowledge at civic and administrative level. The project represented a good example of synergy between the scientific knowledge of the museum and the University, the experiences of citizens and the careful management of green areas by the Municipality of Ferrara.
Keywords
Agenda 2030, stakeholders engagement, Goal 15, pollinators.
p. 174 /“Microcosmi”, un progetto per l’obiettivo biodiversità dell’Agenda 2030
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Nell’anno del centenario della morte del geologo Torquato Taramelli il Museo Kosmos, in sinergia con il Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia e il Sistema Museale dell’Oltrepò Pavese, ha curato una mostra dal titolo: “Terra nascosta. Rocce, vulcani e terremoti dalle scoperte di Taramelli alla geologia moderna”. Il progetto espositivo si sviluppa su due percorsi paralleli che dialogano tra loro. Uno, storico, ripercorre le tappe fondamentali della carriera di Taramelli, mentre l’altro, didattico e interattivo, coinvolge in modo partecipativo i visitatori. La mostra è stata progettata per avvicinare il pubblico, in particolare i giovani, alle discipline geologiche mettendo in risalto il rapporto tra geologia e società. Grazie a un allestimento modulare e leggero, è facilmente adattabile a diversi spazi espositivi.
Parole chiave
mostra, Torquato Taramelli, geologia.
Terra nascosta. Rocks, volcanoes and earthquakes from Taramelli’s discoveries to modern geology
Abstract
On the centenary of the death of Torquato Taramelli, the Museum Kosmos in collaboration with the Department of Earth and Environmental Sciences of the Pavia University and the “Sistema Museale dell’Oltrepò Pavese” curated an exhibition called “Terra nascosta. Rocce, vulcani e terremoti dalle scoperte di Taramelli alla geologia moderna”. The exhibition develops along two paths: one historical, represented by the Taramelli’s scientific activities, and one didactic and interactive with objects and exhibits that engage the visitors. The exhibition was designed to bring the young people to geology. Thanks to a light and modular set-up, the exhibition easily adapts to different locations.
Keywords
exhibition, Torquato Taramelli, geology.
p. 178 /Terra nascosta. Rocce, vulcani e terremoti dalle scoperte di Taramelli alla geologia moderna
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“Siena BiodiverCity” è un progetto di divulgazione e ricerca scientifica nato per valorizzare la biodiversità urbana di Siena. Grazie a un bando della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, il Museo di Storia Naturale dell’Accademia
dei Fisiocritici ha realizzato numerose azioni a partire da aprile 2022. Il primo evento è stato un BioBlitz di 24 ore in un’area verde a ridosso delle mura urbane. Scopo dell’iniziativa, che ha riscosso grande successo, era quello di avviare un censimento delle specie osservabili nella città di Siena, grazie alla collaborazione diretta degli abitanti e all’aiuto di esperti naturalisti. Sono stati poi organizzati laboratori per adulti e bambini con lezioni teoriche, pratiche e sul campo: protagonisti degli incontri sono stati piante, insetti, pipistrelli e funghi. Altri due eventi estivi hanno riguardato le buone pratiche che favoriscono la riqualificazione ambientale. I bambini che vi hanno preso parte hanno imparato a costruire bombe di semi e case per insetti per attirare gli impollinatori nelle aree verdi urbane. A settembre il Museo di Storia Naturale ha lanciato lo “Sportello della Biodiversità”, un servizio creato per offrire consulenze gratuite e identificazioni di reperti naturali osservati o raccolti nel territorio di Siena; a ottobre si è svolto un MiniBioBlitz in un altro bosco urbano di Siena. “Siena BiodiverCity” costituisce un modello replicabile in altre città e l’esperienza senese può essere il punto di partenza. Se ne discutono quindi le ricadute sulla cittadinanza, i punti di forza e le criticità in termini di partecipazione, tipologie di pubblico coinvolte e risultati raggiunti per il monitoraggio della biodiversità urbana.
Parole chiave
biodiversità urbana, scienza partecipata, divulgazione, ricerca scientifica, buone pratiche.
Siena BiodiverCity: when citizens meet and map urban nature
Abstract
“Siena BiodiverCity” is a project created by the Museum of Natural History of Accademia dei Fisiocritici and focused on scientific research and dissemination about urban biodiversity of Siena. The first action was a 24-hour BioBlitz that took place in April 2022 in a green area bordering the city walls. The main aim of this successful initiative was to start a census of the living organisms occurring in the town of Siena with the help of citizens and trained naturalists. The next step was the organization of laboratories for adults and children including theory lessons, hands-on classes and field trips: the activities focused on urban plants, insects, bats and mushrooms. Two more events took place in the summer and involved good practice to promote environmental restoration. Children were guided in the creation of seed bombs and bee hotels to attract pollinating insects in urban areas. In September the Museum of Natural History launched the “Biodiversity Desk”, a service created to offer free identifications of natural findings observed or collected around Siena. Finally, a short BioBlitz was held in October in another green area of Siena. “Siena BiodiverCity” is a model that can be replicated in other towns and the experience of Siena can be the starting point for other activities and collaborations. Its impact on Sienese citizens, its strengths and weaknesses in terms of participation, involvement of different audiences and results obtained for the urban biodiversity census are discussed.
Keywords
urban biodiversity, citizen science, dissemination, scientific research, good practice.
p. 182 /Siena BiodiverCity: quando i cittadini incontrano e mappano la natura in città
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La ricerca di nuove modalità di gestione sostenibile è diventata una necessità, soprattutto per i musei universitari, che soffrono la mancanza di risorse e di personale. Non si tratta di un problema di mero management ma di un tema cruciale per migliorare il loro impatto sul territorio di riferimento. Alla luce del quadro attuale si impone lo studio di nuove soluzioni, che offrano sostenibilità economica ma soprattutto socioculturale. L’analisi dei sistemi museali universitari italiani qui presentata mette in evidenza un quadro molto variegato, a partire dalla configurazione dei sistemi, e l’adozione di differenti modalità di gestione delle attività educative destinate ai
diversi pubblici.
Parole chiave
sistemi museali universitari, sostenibilità, attività educative.
Survey on the sustainable management of Italian university museum systems
Abstract
The research of new ways for a sustainable management of museums has become a necessity, especially for university museums, that suffer from a lack of resources and staff. This is not a problem of mere management but a crucial issue to improve their impact on their reference territories. In the light of the current framework, it is necessary to study new solutions that offer economic but above all socio-cultural sustainability. The analysis of the Italian university museum systems presented here highlights a quite varied picture, starting from the configuration of the systems and the adoption of different methods for managing educational activities for different audiences.
Keywords
university museum systems, sustainability, educational activities.
p. 188 /Indagine sulla gestione sostenibile dei sistemi museali universitari italiani
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In occasione della messa in scena da parte del Teatro Elfo Puccini di Milano dello spettacolo “Moby Dick alla prova”, il MUSE - Museo delle Scienze di Trento ha sviluppato un progetto itinerante denominato “Umanità contro” consistente in un’installazione partecipativa sulla crisi di biodiversità dell’Antropocene. Il progetto è parte del Programma Antropocene che il MUSE ha lanciato dal 2020 attraverso una pluralità di linguaggi, media e metodologie che spaziano dal teatro all’arte contemporanea, dalla poesia al cinema, fino alla musica e al design. “Umanità contro” ha portato il Museo a ridefinire i propri strumenti di comunicazione a favore di pubblici fisicamente distanti dalla propria sede istituzionale e a riflettere sulla comunicazione scientifica in contesti inusuali. La sinergia tra il linguaggio teatrale e quello museografico ha dimostrato la capacità di affrontare tematiche complesse, come quelle dell’Antropocene, coinvolgendo attivamente i pubblici nel proporre visioni di fronte alla crisi ecosistemica in corso.
Parole chiave
Antropocene, museografia, informal learning.
Humanity against. An installation on the Anthropocene biodiversity crisis
Abstract
Based on the show “Moby Dick alla prova” at Teatro Elfo Puccini in Milan, MUSE - Science Museum of Trento has developed a travelling project called “Umanità contro” (Humanity against) consisting of a participatory installation on the biodiversity crisis of the Anthropocene. The project is part of the Anthropocene Program that MUSE has launched since 2020 through a plurality of languages, media and methodologies ranging from theatre to contemporary art, from poetry to cinema, up to music and design. “Umanità contro” has led the Museum to redefine its communication tools in favour of audiences physically distant from its institutional headquarters and to reflect on scientific communication in unusual contexts. The synergy between theatrical and museographic language has demonstrated the ability to address complex issues, such as those posed by the Anthropocene, by actively involving the public in proposing visions in the face of the current ecosystemic crisis.
Keywords
Anthropocene, museography, informal learning.
p. 193 /Umanità contro. La crisi di biodiversità dell’Antropocene raccontata con un’installazione itinerante
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Il cultural planning è una strategia innovativa strettamente connessa ai temi che caratterizzano gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. È una pratica capace di coinvolgere le comunità nella co-costruzione di una conoscenza collettiva e di una maggiore comprensione e consapevolezza dell’identità e del valore patrimoniale dei luoghi. Il cultural planning, o mappatura culturale, è un approccio di ricerca integrato e inclusivo applicabile nella pianificazione urbana, nella sostenibilità culturale e nel sostegno alle comunità. Il processo di mappatura richiama l’attenzione sull’esistenza e sull’importanza delle risorse culturali e può aiutare i musei a sviluppare azioni di audience development e a rafforzare e ampliare le reti e le collaborazioni tra gruppi culturali, comunitari e imprenditoriali in un’ottica di coesione sociale e democrazia culturale.
Parole chiave
mappatura culturale, comunità, partecipazione, democrazia culturale.
Cultural mapping, a valuable tool for community and places sustainability
Abstract
Cultural planning is an innovative strategy between research and practice closely related to the Sustainable Development Goals of the 2030 Agenda. This approach is capable of engaging communities in the co-construction of collective knowledge, and greater understanding and awareness of identity and the heritage value of places. It is a mode of inquiry applicable in urban planning, cultural sustainability and community support. Any cultural mapping project is closely linked to the local needs, problems, and aspirations of the communities involved. Cultural planning is an integrated and inclusive approach that can help museums strengthen and expand ties and relationships with the local area, encouraging the development of new audiences from the perspective of cultural democracy. Through this strategy, museums can also adopt new ways of acting to define and imagine how individuals, at local and community levels, coexist and interface with urban spaces and the cultural resources therein. The community relationships, memories and experiences gathered in this way contribute to strengthening the heritage value of places.
Keywords
cultural resources, identity, community participation, cultural democracy.
p. 199 /Cultural mapping, un valido strumento per la sostenibilità dei luoghi e delle comunità
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I parchi nazionali italiani, oltre alla ricchezza di biodiversità animale e vegetale, paesaggi ed ecosistemi naturali, ospitano numerosi musei e centri visita nei propri territori con finalità educative e divulgative. Molto spesso queste realtà non sono connesse tra loro, sia per problemi di distanza geografica, sia per differenze legate alla gestione e alla fruizione. Gli autori intendono tracciare un documento programmatico sulla fattibilità di una Rete museale nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM). Nel corso del tempo, sono state realizzate diverse piccole strutture museali dedicate spesso agli animali e alle piante simbolo del Parco. In occasione del suo centenario, il Parco vuole promuovere un progetto di network museale, oltre ai propri centri visita, con tutte le realtà presenti nel suo vasto, ricco ed eterogeneo territorio. La Rete dovrebbe essere uno strumento di sviluppo culturale e coesione sociale, inteso a favorire oltre alla valorizzazione di tutte le strutture anche la promozione e lo sviluppo di nuove strategie per dare impulso a un territorio di eccezionale valore naturalistico. Ulteriore finalità è quella di scommettere sul binomio natura/cultura che si può sviluppare nei vari musei attraverso azioni di progettazione partecipata che possa coinvolgere i giovani che vivono e lavorano nel Parco.
Parole chiave
rete, musei, centri visita, sviluppo culturale, strategia.
A proposal of a network of museums for the National Park of Abruzzo, Lazio and Molise as a governance mechanism
Abstract
Italian National Parks, in addition to the richness in animal and plant biodiversity, in landscapes and natural ecosystems, also host numerous museums and visitor centers in their territories for educational and informational purposes. Quite often these institutions are not connected to each other due to both problems rising from their geographical separation and also due to issues related to their management and access, as they often have different forms of organization one from the other. The authors of this proposal attempt to set up a programmatic document on the feasibility of creating a Network for the National Park of Abruzzo, Lazio and Molise (PNALM) which, over time, has contributed to the birth and creation of various small museum structures often dedicated to emblematic animals and plants of the park. On the occasion of its centenary, the Park wants to promote the project of a Museum Network besides its Visitor Centers with all the diverse institutional bodies present in its vast, rich and heterogeneous territory. The Network should be an instrument for cultural development and social cohesion, with the aim, besides that of promoting the enhancement of all the structures involved, also the one of fostering and develop new strategies to boost an area of exceptional naturalistic value. Another objective is to focus on the nature-culture factor pair that can be further developed in the connected museums through actions of planned participation involving young people who live and work in the National Park.
Keywords
network, museums, visitor centres, cultural development, strategy.
p. 203 /Una proposta di rete museale per il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise come strumento di governance
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L’attenzione al rapporto tra Uomo, ambiente e territorio come uno dei potenziali strumenti di sviluppo culturale è un’impostazione sviluppata da tempo nella ricerca archeologica. Più recente è l’innovazione di evidenziare l’importanza delle ricostruzioni ambientali e paesaggistiche all’interno degli allestimenti espositivi di ambito archeologico, con l’eccezione forse dell’archeologia preistorica da sempre connessa alle discipline naturalistiche. Nelle esposizioni, temporanee o permanenti, è cresciuta l’attenzione a contestualizzare, talora anche con istallazioni sensoriali, il documento archeologico nella ricostruzione dell’ambiente e delle caratteristiche fisiognomiche del territorio. Tale impostazione è volta non solo a illustrare gli interventi antropici, in particolare i modi di vita e i regimi economici delle comunità, ma anche alla ricostruzione del paesaggio quale patrimonio con valore specifico. Con tale impostazione, che è centrale della ricerca preistorica e nei connessi allestimenti espositivi, sono stati messi in atto allestimenti e buone pratiche a opera delle Università di Firenze e Siena e del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria - MIFiP. Esempi di progettazione e di realizzazione sono oggetto di questa comunicazione. Tra gli obiettivi primari, che collegano scienza e società, viene mantenuta l’azione di formazione delle giovani generazioni, delle comunità territoriali di riferimento, dell’inclusione.
Parole chiave
archeologia, Preistoria, allestimenti museali, territorio, inclusione sociale.
Prehistory, museums and territories: management experiences for an educational development of communities
Abstract
Attention to the relationship between Man, environment and territory as one of the potential method for cultural development is an approach developed for some time in archaeological research. More recent is the innovation of highlighting the importance of environmental and landscape reconstructions within the archaeological exhibition set-ups, with the exception perhaps of prehistoric archeology that has always been connected to naturalistic disciplines. In the exhibitions, temporary or permanent, attention has grown to contextualize, sometimes even with sensory installations, the archaeological evidence in the reconstruction of the environment and the characteristics of the territory. This approach is aimed not only at illustrating human interventions, in particular the ways of life and economic regimes of communities, but also at reconstructing the landscape as a heritage with specific value. With this approach, which is central to prehistoric research and related exhibition set-ups, installations and good practices have been implemented by the Universities of Florence and Siena and the Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria (MIFiP). Examples of design and implementation are the subject of this paper. Among the primary objectives, which connect science and society, the training of the younger generations, of the territorial communities of reference, of inclusion is maintained.
Keywords
archaeology, Prehistory, museum installations, territory, social inclusion.
p. 207 /Preistoria, musei e territori: esperienze di gestione per uno sviluppo educativo delle comunità
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Il CAMS - Centro di Ateneo per i Musei Scientifici dell’Università degli Studi di Perugia, attraverso l’attività della Galleria di Storia Naturale, si è impegnato negli anni a fornire il suo supporto “culturale” a programmi internazionali di cooperazione, salvaguardia e sostenibilità ambientale che hanno interessato, in particolare, aree protette extraeuropee. In proposito, il Centro di Ateneo attuando attività sia educative sia di ricerca ha contribuito alla gestione sostenibile e alla conservazione, protezione e valorizzazione delle comunità e delle eccezionali risorse territoriali di alcune delle aree naturali più significative dell’Africa e del Sud America.
Parole chiave
biodiversità, tradizioni, welfare, sostenibilità, collezioni.
Museums, local communities & natural environments. The extra-European experience of the CAMS Natural History Gallery
Abstract
The CAMS - Centre for Scientific Museums of the University of Perugia, through the activities of the Natural History Gallery, has been committed over the years to providing its “cultural” support to international programmes of cooperation, preservation and environmental sustainability that have involved, in particular, non-European protected areas. In this regard, the University Centre, by implementing both educational and research activities, has contributed to the sustainable management and conservation, protection and enhancement of the communities and exceptional territorial resources of some of the most significant natural areas in Africa and South America.
Keywords
Biodiversity, traditions, welfare, sustainability, collections.
p. 214 /Musei, comunità locali e ambienti naturali. L’esperienza extraeuropea della Galleria di Storia Naturale del CAMS
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Il contributo espone alcuni progetti di mediazione culturale per persone con disabilità cognitiva, come demenza, Alzheimer e autismo.
Il laboratorio interattivo “El mondo nóf”, ispirato a un gioco antico, popolare e quotidiano, si è rivelato in grado di riattivare i ricordi e stimolare il racconto della storia personale, in cui il dialetto è mantenuto come canale comunicativo privilegiato.
Gli esiti del progetto “Al museo mi diverto anche io!”, realizzato nei quattro musei provinciali trentini, hanno evidenziato come le visite sperimentali nelle sale e lo spazio di decompressione sensoriale siano state le soluzioni e i servizi più idonei per aiutare le persone nello spettro autistico a superare le difficoltà incontrate durante la
visita al MUSE.
Un ulteriore strumento di facilitazione e accesso al patrimonio, per coloro che presentano un disturbo della comunicazione nell’area del linguaggio espressivo e ricettivo, è la guida MUSE in linguaggio simbolico, risultato del lavoro di traduzione della guida “MUSE facile da leggere” in linguaggio Easy to Read.
Parole chiave
neurodiversità, inclusione, accessibilità, partecipazione, multisensorialità.
OPEN MUSE: neurodiversity inclusion projects
Abstract
This contribution explains some cultural mediation projects for people with cognitive disabilities, such as dementia, Alzheimer and autism.
An interactive workshop named “El mondo nóf” (in English “The new world”) inspired by an ancient, popular and everyday game, capable of reactivating memories and stimulating the personal storytelling, in which dialect is maintained as a privileged communicative channel.
The outcomes of “Al museo mi diverto anche io!” (in English “At the museum I have fun too!”) project, carried out in the four provincial museums of Trentino. They showed that the experimental visits in the halls and the sensory decompression space were the most suitable solutions and services to help people on the autism spectrum to overcome the difficulties encountered during their visit to MUSE.
An additional tool of facilitation and access to the Heritage, for those with a communication disorder in the area of expressive and receptive language, is the MUSE guide in symbolic language, the result of the translation work of the “MUSE Easy to Read” guide into Easy to Read language.
Keywords
neurodiversity, inclusion, accessibility, participation, multisensoriality.
p. 221 /OPEN MUSE: progetti di inclusione della neurodiversità
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Negli ultimi dieci anni il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo ha attuato progetti di inclusione culturale mirati a individui svantaggiati, vulnerabili o provenienti da situazioni di marginalità sociale. I progetti, rivolti a utenti NEET, migranti, persone con demenza cognitiva, disturbo dello spettro autistico e altro, differiscono per tipologia di pubblico, ma sono accomunati dai medesimi obiettivi: coinvolgere i destinatari coniugando scienza, patrimonio culturale e inclusione sociale, per inserire gli utenti nei meccanismi culturali della società e migliorarne la qualità della vita. Il Museo si è fatto carico di nuove responsabilità sociali nei confronti della comunità locale, attivando nuove offerte culturali per il proprio pubblico e rafforzando le competenze del personale museale. Si è inoltre attivato un processo di partecipazione territoriale, basato sulla creazione di importanti reti con enti e associazioni del terzo settore, mirate alla co-progettazione e alla condivisione dei risultati, con importanti ricadute a livello museale e sociale.
Parole chiave
welfare culturale, sociale, NEET, migranti, disabilità.
Social and cultural welfare at the Natural History Museum of the Mediterranean
Abstract
Over the past ten years, the Natural History Museum of the Mediterranean activated several cultural inclusion projects aimed at disadvantaged, vulnerable or socially marginalized individuals. The projects, aimed at NEETs, migrants, people with cognitive dementia or autism spectrum disorder, and other disabilities, differ in the type of public, but share the same objectives: to involve participants by combining science, cultural heritage, and social inclusion, in order to integrate users in the cultural mechanisms of society and improve their quality of life. The Museum has therefore taken on new social responsibilities towards the local community, activating innovative cultural offers for its public, and strengthening the skills of the museum staff. A process of territorial participation has also been activated, based on the creation of important networks with third sector stakeholders, aimed at co-planning activities and sharing results, with important repercussions for both the museum and the community.
Keywords
cultural welfare, social, NEETs, migrants, disabilities.
p. 226 /Welfare sociale e culturale al Museo di Storia Naturale del Mediterraneo
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In Umbria, tra Perugia e il Lago Trasimeno, un Museo Diffuso Naturalistico si sviluppa dal 2013 lungo i sentieri dell’azienda agricola biologica Torre Colombaia. Attiva dal 1986, l’azienda è una vera oasi di biodiversità in un’area protetta. Nella realizzazione del Museo oltre ai temi naturalistici e storici vengono affrontati anche quelli legati al paesaggio inteso come bene comune da tutelare e valorizzare anche in contesti privati. Le buone pratiche aziendali, agronomiche e di vita quotidiana, sono indirizzate alla difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua e alla ricerca di equilibrio e armonia tra ambiente antropizzato e aree naturali, tra bosco antico e campagna. Realtà agricole ecologiche e multifunzionali come Torre Colombaia, anche in sinergia con enti e amministrazioni pubbliche, possono costituire una preziosa risorsa per le comunità e un esempio da seguire, sviluppare e accompagnare lungo l’impegnativo percorso verso la sostenibilità ambientale pubblica e privata.
Parole chiave
paesaggio bene comune, biodiversità, multifunzionalità, sensibilità ambientale, sinergia.
Protected areas and private protection: Torre Colombaia’s Nature Museum (PG)
Abstract
In Umbria, between Perugia and Trasimeno Lake, a Museo Diffuso Naturalistico (Nature Museum) has been developed since 2013 along the paths of the organic farm Torre Colombaia. Active since 1986, the farm is a true oasis of biodiversity in a protected area. In the realisation of the Museum, in addition to naturalistic and historical themes, it also deals with landscape intended as a common good to be protected and enhanced even in private property contexts. Good farming, agronomic and everyday life practices are directed towards soil, air and water protection and the search for balance and harmony between the man-made environment and natural areas, between ancient woodland and the countryside. Ecological and multifunctional agricultural realities such as Torre Colombaia, in synergy with public bodies and administrations, can be a precious resource for communities and an example to be followed, developed and accompanied along the challenging path towards public and private environmental sustainability.
Keywords
landscape common good, biodiversity, multifunctionality, environmental awareness, synergy.
p. 232 /Aree protette e iniziative private di tutela: il Museo Diffuso Naturalistico di Torre Colombaia (PG)
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L’accessibilità e l’inclusione culturale rappresentano oggi due caratteristiche fondamentali del museo, che da luogo di raccolta ed esposizione delle collezioni è andato sempre più strutturandosi in luogo di interazione sociale in risposta alle esigenze della comunità. In tale contesto, la progettazione di attività, percorsi, sussidi o strumenti rivolta ai bisogni particolari di alcuni visitatori, necessaria a realizzare questi obiettivi, finisce per diventare la protagonista principale dell’idea di museo che dovrebbe essere perseguita. Un museo che sia luogo pensato e realizzato in modo che ogni visitatore sia libero di interagire secondo le proprie capacità e i propri interessi, senza la necessità di doverlo definire secondo la sua particolare diversa abilità.
Parole chiave
particolarità, accessibilità, inclusione.
Specificity as extension. The museum for you, for me, for everyone
Abstract
Accessibility and cultural inclusion today represent two fundamental characteristics of museums, which have changed over time from a place of collection and display into a place of social interaction in response to the needs of the community. In this context, activities, routes, aids and tools planned for the special needs of certain visitors, end up becoming the main protagonists of the idea of museum that should be pursued. A museum that is a place designed and implemented so that each visitor is free to interact according to his or her abilities and interests, without the need to have to define all the different abilities.
Keywords
specificity, accessibility, inclusion.
p. 237 /La particolarità come estensione. Il museo per te, per me, per tutti
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