Pubblicazioni
Sezione dedicata alle pubblicazioni riguardanti l'ANMS
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Marzo 2011 - N. 7
Memorie
p. 0 /Copertina - MUSEI SCIENTIFICI UNIVERSITARI UNA GRANDE RISORSA CULTURALE DA VALORIZZARE
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Curzio Cipriani (1927-2007) spese cinquant’anni della sua carriera, scientificamente operosa e di successo, adoprandosi a conservare, potenziare e migliorare la fruizione delle collezioni mineralogiche (e non solo) presenti a Firenze. Il suo operato è rivisto inserendolo nel quadro più ampio della storia del Museo, dalla sua fondazione nel 1765 a ora. L’attaccamento costante di Cipriani ha permesso alle collezioni mineralogiche (e più in generale alla scuola mineralogica fiorentina) di superare i momenti più duri e di aprirsi di nuovo a un futuro, che renderà di nuovo la loro ricchezza storica e scientifica un fattore d’attrazione per tutti gli studiosi di minerali del mondo.
Parole chiave
minerale, collezione, museo, storia della mineralogia.
Curzio Cipriani’s 50 years of activity in the Mineralogy Museum, University of Florence.
Abstract
Curzio Cipriani (1927-2007) spent 50 years of his highly successful scientific career struggling to conserve, upgrade and exhibit the minerals in the Florence collection. His work is reviewed within the larger framework of the history of the museum, from its foundation (1765) to the present. His dedication allowed the collections (and the Florence mineralogy school) to overcome dark times and to face a better future, when the historical mineral wealth housed in the museum would once again attract mineralogists from all over the world.
Keywords
mineral, collection, museum, history of mineralogy.
p. 11 /I 50 anni d’attività di Curzio Cipriani per la valorizzazione del Museo di Mineralogia di Firenze
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Fondato nel 1938 dal professor Adalberto Pazzini, il Museo di Storia della Medicina della Sapienza Università di Roma si è trasformato nel tempo, pur mantenendo la vocazione didattico-documentaria originaria. La rivisitazione allestitiva subita a partire dalla fine degli anni ‘90 permette, oggi, al museo di affrontare le più attuali questioni di natura bioetica e di illustrare l’evoluzione del pensiero medico, rispondendo ai moderni standard comunicativi e museologici. L’impegno profuso dal Museo di Storia della Medicina è stato, negli ultimi anni, particolarmente rivolto all’istituzionalizzazione di un sistema integrato di musei presso l’Ateneo della Sapienza - traguardo ottenuto recentemente con la nascita del Polo Museale Sapienza - ma l’esigenza di sinergia tra musei, avvertita già da tempo a livello locale dai numerosi atenei in cui tali istituzioni si sono fatti sistema, necessita ormai di un’apertura su scala nazionale. Una “community” interuniversitaria dei poli museali è oggi auspicabile come mezzo imprescindibile grazie a cui: garantire e esaltare le diversità sociali, storico-politiche, didattico-scientifiche e museologiche delle ‘cellule’ di cui si compone; allineare e confrontare le scelte in materia di tutela, conservazione, valorizzazione e promozione dei beni culturali; contestualizzare il messaggio culturale del singolo, nel più ampio panorama museologico che unisce trasversalmente le arti e i saperi dell’uomo. Appartenere al gruppo dei musei universitari diventa quindi segno di eccellenza e di elevati standard qualitativi e gestionali.
Parole chiave
Museo di Storia della Medicina, museologia medica, Polo Museale Sapienza, sistema museale interuniversitario, comunicazione museale.
Museum of the History of Medicine and other museums of the University of Rome “La Sapienza”: toward an interuniversity system of museum centres.
Abstract
Founded in 1938 by Professor Adalberto Pazzini, the Museum of the History of Medicine, University of Rome “La Sapienza”, has changed in time, while still maintaining its initial educational and documentary purposes. Today, the museum utilizes modern communication and museological standards and is specially designed to offer a clearly presented learning experience. It aims to provide visitors with everything necessary to gain deeper knowledge of medical history, biomedicine and the relationship between biomedical sciences and society. It offers a broad perspective on the evolution of medical knowledge and technological developments in relation to philosophical, ethical and social issues. Efforts in recent years have been directed at the institutionalization of an integrated system of museums at the University of Rome “La Sapienza” – a goal recently reached with the birth of the Polo Museale Sapienza. The world of university museums is deeply involved in the globalization process shaping our society. Attempts at coordinating museums at a local level (that is, constructing networks within universities and/or university towns) have been proceeding for a long time. The same process should be applied nationwide. Indeed, a community consisting of various museum aggregations is no longer wishful thinking but a downright necessity. The community will include different and changing cultural identities, while at the same time providing a vibrant background for the development of the single institutions and their uniqueness. High quality standards at a general level will ensure the participation of a substantial and ever growing number of institutions.
Keywords
Museum of the History of Medicine, Polo Museale Sapienza, medical museology, interuniversity museum system, museum communication.
p. 20 /Il Museo di Storia della Medicina e i musei della Sapienza verso un sistema interuniversitario dei poli museali
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L’Università di Pavia conserva un patrimonio di strumenti, preparati e documenti legati alla fioritura di svolte epocali dello sviluppo scientifico nel nostro paese. Fra i nomi più rilevanti di cui permane testimonianza nel materiale museale universitario pavese possiamo ricordare AlessandroVolta, Antonio Scarpa, Lazzaro Spallanzani e Camillo Golgi. Approfondire lo studio di questo patrimonio, farlo emergere dall’oblio, conservarlo e valorizzarlo dal punto di vista della diffusione della cultura scientifica costituisce la missione del Sistema Museale d’Ateneo, preposto all’organizzazione, coordinamento e sviluppo della copiosa realtà museale dell’Università di Pavia.
Parole chiave
patrimonio storico-scientifico, collezioni dell’università di Pavia, Sistema Museale di Ateneo.
Historical traces: the University of Pavia museum system.
Abstract
The University of Pavia conserves a wealth of historical instruments, histological-anatomical preparations and documents related to major turning points in Italian scientific development. The most important names linked to the university’s scientific heritage include the physicist Alessandro Volta, the anatomist Antonio Scarpa, the naturalist Lazzaro Spallanzani and the histologist and pathologist Camillo Golgi. The University of Pavia Museum System is responsible for the organization, coordination and development of the large and unique network of academic museums in Pavia. Its aim is first to preserve this heritage, then to encourage its study and thus rescue it from oblivion, and finally to utilize this cultural wealth for the dissemination and public understanding of science
Keywords
historical-scientific heritage, University of Pavia collections, museum system.
p. 28 /Tracce della storia: il sistema museale dell’Università di Pavia
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L’Università degli Studi di Napoli Federico II vanta un notevole patrimonio museale scientifico testimone della vivace attività di ricerca che contraddistingue l’Ateneo. Va ricordato che i musei scientifici universitari custodiscono essenzialmente “oggetti della natura” e strumentazioni legati alle ricerca e alla didattica. Questo mondo ricco e composito, quando le tecniche della ricerca scientifica subirono, grazie ai progressi tecnologici, cambiamenti nelle metodologie di indagine, aveva cominciato ad essere tenuto ai margini della vita quotidiana degli Atenei Le grandi collezioni naturalistiche persero di importanza e alcune Università se ne liberano. L’Università degli Studi di Napoli Federico II, invece, nel 1992 decise di far confluire in un Centro Museale i quattro musei naturalistici più importanti dell’Ateneo che erano annessi agli Istituti e poi Dipartimenti. Il Centro Museale, come auspicava Curzio Cipriani, gode di autonomia gestionale ed economica e i suoi musei esplicano a pieno le attività previste dall’ICOM. Oltre alla cura e conservazione dell’imponente patrimonio, nei musei del Centro si svolge attività di ricerca in alcuni casi in collaborazione con altre Istituzioni Enti. Intensa è l’attività educativa rivolta alla cittadinanza e con particolare attenzione agli studenti delle scuole e dell’università.
Parole chiave
musei scientifici universitari, comunicazione museale, mediatori culturali.
Scientific museums of the University of Naples “Federico II”: science and social commitment.
Abstract
The scientific museums of the University of Naples “Federico II” contain a remarkable scientific patrimony, testimony to the university’s strong research through the years. These museums essentially house ‘nature’s objects’ and instruments linked to research and learning. When scientific research methodologies began to change in response to technological improvements, the rich and complex museum world moved to the margins of university activities. The large natural history collections became less important and some universities even got rid of them. However, in 1992, the University of Naples “Federico II” decided to combine its four major naturalistic museums (attached to various Institutes and later Departments) into a single Museum Centre. As desired by Curzio Cipriani, the Centre has autonomous management and funding, and its museums fully conform to ICOM guidelines. As well as curating and conserving its important scientific heritage, the Centre is involved in teaching and research, in some cases in collaboration with other institutions. There are many educational initiatives aimed at the general public and in particular at university students and schoolchildren.
Keywords
university scientific museums, museum communication, cultural mediators.
p. 38 /Musei Scientifici della “Federico II”: scienza e impegno sociale
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Il Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando” dell’Università di Torino è stato oggetto in questi ultimi anni di un progetto mirato al restauro delle collezioni, degli arredi e degli ambienti e, successivamente, al riallestimento e all’apertura al pubblico. Il progetto, che ha potuto concretizzarsi grazie alla proficua collaborazione tra Enti diversi (Università di Torino, Regione Piemonte, Città di Torino), rappresenta la prima tappa del “Museo dell’Uomo”, che recentemente ha visto realizzato un nuovo settore con l’inaugurazione del Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso”.
Parole chiave
museo di anatomia, Torino, beni culturali, restauro, valorizzazione.
Museum of Human Anatomy, University of Turin. An example of institutional collaboration for the protection and utilization of a scientific and cultural heritage.
Abstract
The University of Turin’s Museum of Human Anatomy recently completed a project aimed at the restoration of its collections, rooms and furnishings, followed by the preparation of displays and opening to the public. The project, made possible by an agreement between the University, the Piedmont Region and the Municipality of Turin, represents the first stage of the “Museum of Mankind”, which was recently enriched by the opening of its second section - the “Cesare Lombroso” Museum of Criminal Anthropology.
Keywords
museum of anatomy, Turin, cultural heritage, restoration, utilization.
p. 47 /Il museo di Anatomia umana dell’Università di Torino. Un esempio di collaborazione tra istituzioni per la tutela e valorizzazione di un patrimonio in beni culturali scientifici
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La Galleria pisana, primo nucleo del Museo di Storia Naturale, annessa all’Orto botanico, nasce sul finire del 1500. A partire dal 1814 acquista una completa autonomia rispetto all’Orto botanico e sul finire del XIX secolo risulta suddivisa in tre musei indipendenti, in espansione e di grande rilevanza scientifica: il Museo di Zoologia e Anatomia comparata, il Museo di Geologia e Paleontologia ed il Museo di Mineralogia e Petrografia. L’ultimo conflitto mondiale segna l’avvio di una nuova fase di declino e di emarginazione. Nel 1979 viene individuato il complesso monumentale della Certosa di Calci quale sede del nuovo Museo di Storia Naturale e del Territorio. E’ stato istituito a partire dal 1997 un Centro di Educazione Ambientale (CEA) e dal 2008 il Museo, ha assunto il ruolo di “Nodo di Educazione Ambientale”, diventando l’interlocutore stabile della Conferenza dei Sindaci dell’Educativo della Zona Pisana. Il tracciato espositivo è stato ampliato, con l’allestimento di nuove sale ed i servizi sono stati implementati e migliorati. Una sempre più efficace integrazione del Museo di Storia Naturale nel complesso monumentale della Certosa ed una gestione condivisa con la Soprintendenza ai Beni Culturali consentirebbe una completa valorizzazione dell’intero patrimonio artistico, storico e naturalistico.
Parole chiave
museo storia naturale e del territorio, collezioni. esposizioni.
Museum of Natural History and Territory, University of Pisa: history, research and future.
Abstract
The Naturalistic Gallery of Pisa, the initial nucleus of the Museum of Natural History, was established in the late 16th century as part of the Botanical Garden. In 1814, the Gallery became independent of the Botanical Garden and in the late 19th century its naturalistic collections were divided into three separate museums: the Museum of Zoology and Comparative Anatomy, the Museum of Geology and Palaeontology, and the Museum of Mineralogy and Petrology. The Second World War marked the beginning of a phase of decline and isolation. In 1979, the Calci Charterhouse was chosen by the University of Pisa as the site of the new Museum of Natural History and Territory. A Centre for Environmental Studies (CEA) was established in 1997, and since 2008 the museum has assumed the role of “Hub of Environmental Education” for the Pisa area. The exhibitions have been expanded with new galleries and the services to the public have been improved. An increasingly efficient integration of the Museum of Natural History within the monumental complex of the Calci Charterhouse and a shared management with the Cultural Heritage Superintendence would allow better exploitation of this extraordinary artistic, historical and natural heritage.
Keywords
natural history museum, collections, exhibitions.
p. 55 /Il Museo di Storia Naturale e del Territorio di Pisa tra memoria, ricerca e futuro
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I musei scientifici universitari sono documenti particolarmente preziosi e ben rappresentativi dell’istituzione Università e tra molti di essi figurano reperti unici, specie estinte o in via di avanzata estinzione. La conservazione della natura e delle sue risorse rinnovabili è un tema all’ordine del giorno e i musei universitari possono e devono partecipare al movimento di difesa dell’Ambiente-Terra, una delle priorità politiche ed economiche del nostro tempo. A livello nazionale una maggiore attenzione ai problemi dei musei universitari è solo recente ma, grazie alle competenze scientifiche di cui possono avvalersi e al patrimonio storico-culturale che custodiscono, possono diventare una macchina comunicativa ideale e svolgere un ruolo sociale predominante: sia nell’orientamento formativo e scientifico dei più giovani, sia nella divulgazione presso l’intera comunità dei processi storici attraverso i quali si è giunti allo stato attuale delle conoscenze nelle diverse discipline:
Parole chiave
musei universitari, sistema museale d’ateneo, conservatore, direttore, osservatorio nazionale sui musei scientifici, carta nazionale delle professioni museali.
The University of Bologna scientific museums: after a glorious past, what is a possible future?
Abstract
University scientific museums constitute a very valuable heritage and well represent the institution as a whole. Many of them contain unique specimens of extinct or vanishing species. The conservation of nature and its renewable resources is a very topical question and university museums can and must take part in the Environment-Earth Defence movement, one of today’s most important political and economic priorities. In Italy, serious attention has only recently been given to the problems of university museums. Thanks to their scientific skills and the historical and cultural heritage they conserve, they can become an ideal communication machine and play a prominent social role, both in the educational and scientific orientation of schoolchildren and in the public awareness of historical processes leading to present-day knowledge in various scientific disciplines.
Keywords
university museums, University of Bologna museum system, curator, director, national observatory of scientific museums, national charter of museum professions.
p. 60 /I musei universitari bolognesi: dopo un passato glorioso quale futuro possibile
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Il giardino botanico dell’Università di Padova, fondato nel 1545, è il più antico del mondo. Era originariamente dedicato alla coltivazione di piante di importanza medica e all’insegnamento della botanica in relazione alla medicina. Fra i direttori dell’istituzione, i primi a studiare le piante come oggetti di storia naturale, piuttosto che come fonti di medicinali, sono stati Giulio Pontedera (praefectus Horti 1719-1757) e Giovanni Marsili (praefectus Horti 1760-1794). L’Orto ospita la palma di Goethe, piantata nel 1585. Un erbario di fanerogame, alghe e funghi è annesso. Le altre collezioni naturalistiche derivano dal museo di Antonio Vallisneri (inizio sec. XVIII), donato all’Università da suo figlio, il primo ad occupare la cattedra di Storia Naturale istituita nel 1734. Musei dedicati alle singole discipline sono derivati da esso quando sono state istituite le cattedre corrispondenti: Zoologia e Anatomia Comparata nel 1869, Geologia nello stesso anno, ma poi divisa nel 1880 in Geologia e Mineralogia; Antropologia nel 1904. Ci sono anche importanti collezioni che riguardano la medicina, l’astronomia, la geografia, la fisica, l’ingegneria, e collezioni molto importanti di manoscritti e libri antichi, in particolare nel campo della medicina e della botanica, oltre ad una raccolta di biologia marina presso la stazione di biologia marina di Chioggia.
Parole chiave
Padova, orto botanico, Antonio Vallisneri, palma di Goethe, musei universitari.
The scientific museums and Botanical Garden of the University of Padua.
Abstract
The Botanical Garden of the University of Padua, established in 1545 and the oldest in the world, was originally devoted to cultivating plants of medical importance and teaching botany as related to medicine. The first of its directors to study plants as natural history objects rather than as sources of medicines were Giulio Pontedera (praefectus Horti 1719-1757) and Giovanni Marsili (praefectus Horti 1760-1794). The garden contains Goethe’s palm, planted in 1585, as well as a herbarium of flowering plants, algae and fungi. The other natural history collections derive from the museum of Antonio Vallisneri (early 18th century), donated to the university by his son, the first to occupy the chair of Natural History established in 1734. Museums devoted to individual disciplines split off when the corresponding chairs were established: Zoology and Comparative Anatomy in 1869, Geology in the same year, but eventually split in 1880 into Geology proper and Mineralogy; Anthropology in 1904. There are also important collections related to medicine, astronomy, geography, physics and engineering, as well as very important collections of manuscripts and old books, especially in medicine and botany. A marine biology collection is housed at the Chioggia marine biology station.
Keywords
Padua, botanical garden, Antonio Vallisneri, Goethe’s palm, university museums.
p. 69 /I Musei scientifici e l’Orto Botanico dell’Università di Padova
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I primi orti botanici universitari sono stati fondati in Italia nel sec. XVI e quello di Padova (Hortus Primigenius sec. Linneo) è ora Sito Patrimonio dell’Umanità. Si delinea lo sviluppo storico degli orti botanici universitari come istituti di insegnamento e ricerca, in Italia e nel mondo, in parallelo con lo sviluppo dell’architettura dei giardini (giardino all’italiana, alla francese, all’inglese) e le relazioni tra orti botanici e giardini. La missione dell’orto botanico ha subito una continua evoluzione da struttura didattica a luogo di ricerca ed ora tende (sul modello dei maggiori orti botanici mondiali) a concentrarsi soprattutto sull’educazione ambientale. Parallelamente, l’utenza si è allargata, dagli studenti di materie mediche ai naturalisti e ricercatori, ed ora ad una componente sempre più ampia della comunità locale. Viene analizzato se - ed entro quali limiti - gli orti botanici universitari in Italia siano in grado di assolvere i nuovi compiti che si stanno delineando. Una discussione non conformista mette in luce gravi carenze e problemi irrisolti (primo tra tutti la necessità di uno o due orti botanici di vero livello internazionale), ma anche sviluppi interessanti, dovuti soprattutto all’iniziativa e creatività di singoli..
Parole chiave
orti botanici, insegnamento della botanica, ricerche sui vegetali, acclimatazione, educazione ambientale.
University botanical gardens.
Abstract
The first university botanical gardens were created in Italy during the 16th century. The Botanical Garden of Padua (indicated as Hortus Primigenius by Linnaeus) is now on the World Heritage List. The historical development of botanical gardens, and their importance as structures for teaching and international research on the plant kingdom, is discussed, along with the development of gardening (Italian vs. French and English gardens). The role of botanical gardens has undergone continuous evolution and is presently focused on environmental education; consequently the audience has been expanding from small groups of university students to the whole local community. The question of whether the botanical gardens of Italian universities are able to meet the new challenges is addressed. Many limits, as well as the lack of modern structures (Italy would need to have at least one or two international-level botanical gardens), are pointed out. However, new opportunities and innovative experiences are being developed, mainly based on the initiative and creativity of particularly motivated individuals.
Keywords
botanical gardens, botany teaching, plant science research, acclimatization, environmental education.
p. 79 /Gli Orti Botanici Universitari
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La storia della Specola inizia nel 1771 con l’acquisto da parte del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena delle case adiacenti a Palazzo Pitti, da ristrutturare in vista di collocarvi tutte “le cose naturali esistenti nella Reale Galleria”, catalogate da Giovanni Targioni Tozzetti nel 1763. Nel febbraio del 1775 il museo fu aperto al pubblico, uno tra i primi nel mondo: visitandolo si passava dalla mineralogia all’astronomia e alla fisica, dalla botanica alla zoologia e all’antropologia. Già allora era non solo luogo di raccolta, ma anche di ricerca e di didattica, oltre che di consultazione grazie alla ricca biblioteca. Col passare degli anni il palazzo non riuscì più a contenere l’ incremento delle collezioni e nella seconda metà dell’Ottocento le raccolte legate alle varie discipline vennero spostate in altre sedi; alla Specola rimasero le collezioni zoologiche e le cere anatomiche. Attualmente il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze consta di sei sezioni spazialmente separate. La Sezione di Zoologia, l’unica rimasta nella sede originale, ospita collezioni che sono tra le più ricche d’Italia, sia per la quantità degli esemplari sia per la loro qualità e completezza, e che ne fanno un punto di riferimento non solo per gli studiosi italiani, ma anche per i ricercatori di tutto il mondo.
Parole chiave
specola, zoologia, storia naturale, cere anatomiche, museologia.
La Specola: from the Imperial Royal Museum of Physics and Natural History to the Zoology Section of the Museum of Natural History, University of Florence.
Abstract
The history of “La Specola” began in 1771 with the purchase of the buildings adjacent to Palazzo Pitti by Grand Duke Peter Leopold of Lorraine. He intended to place there all the “natural things” from the Royal Gallery catalogued by Giovanni Targioni Tozzetti in 1763. The museum was opened to the public in February 1775. Visitors to the public museum, considered the first in the world, could admire objects of mineralogy, astronomy, physics, botany, zoology and anthropology. However, it was not simply a museum but also a place for research and teaching, as well as for study due to its rich library. Over the years the palace was no longer able to contain the increasing collections, and materials related to various disciplines were moved elsewhere in the second half of the 19th century, even though the zoological collections and anatomical waxes remained at “La Specola”. At present, the Museum of Natural History, University of Florence, consists of six separate sections. The Zoology Section, the only one remaining in its original location, hosts the richest collections in Italy in terms of both the number of specimens and their quality and completeness. They are a reference not only for Italian scholars but also for researchers from all over the world.
Keywords
Specola, zoology, natural history, anatomical waxes, museology.
p. 90 /La Specola: dall’Imperial Regio Museo di Fisica e Storia Naturale alla Sezione di Zoologia del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze
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La nuova scienza che Aldrovandi inaugura e propaga in Europa non è iconoclastica come quella baconiana, che per il resto, la replica con maggior penetrazione. Aldrovandi innova radicalmente il metodo scientifico pur mantenendo salde radici nel passato e stimolo critico dal suo patrimonio. Questo approccio evolutivo e non distruttivo caratterizzò costantemente la scuola bolognese, in particolare nelle geoscienze, coi suoi successori Cospi, Marsili, Beccari, Monti e tanti altri attivi nell’Istituto delle Scienze fino alla tempesta napoleonica, e anche dopo, con minor risonanza, con Bianconi, Scarabelli, Capellini, Gortani, Selli fino ad oggi. Per questi scienziati il museo e le sue collezioni, sempre rinnovate per integrazione, hanno rappresentato il baricentro sperimentale della ricerca scientifica di respiro internazionale, come è stato anche per Curzio Cipriani. Peccato che la storiografia italiana degli ultimi due secoli, squilibrata in senso idealistico, abbia trascurato fino a dimenticarle le opere di questo mondo scientifico sperimentale. E’ esemplare il caso dei tentativi occasionali di rivalutare e far conoscere risultati, eccellenza e primati dell’Istituto delle Scienze e del suo fondatore Marsili fatti negli ultimi due secoli. Le recenti scoperte di primizie di Marsili sulla struttura della Terra e l’isostasia dimostrano il ruolo scientifico del Marsili scienziato in Europa, e quanto grande sia ancora la lacuna di conoscenze della sua opera scientifica, non meno di quella di tanti altri studiosi italiani di quei tempi.
Parole chiave
Aldrovandi, la nuova scienza, geologia, Italia, Marsili.
Giovanni Capellini, Michele Gortani and the old and new appreciation of the Marsilian heritage in view of the tricentennial of Bologna’s Institute of Sciences.
Abstract
Unlike the Baconian method, the new science introduced in Europe by Aldrovandi was not iconoclastic; he changed the scientific method but maintained the legacy of the past. Aldrovandi’s evolutionary approach was steadily maintained in Bologna, especially in the geosciences, by his successors Cospi, Marsili, Beccari, Monti and many others active in the Institute of Sciences up until the Napoleonic turmoil, and even later with Bianconi, Scarabelli, Capellini, Gortani, Selli up to the present. For these scientists (as for Curzio Cipriani), the museum and its collections constituted a fundamental resource for internationally renowned research. Unfortunately, this experimental scientific approach was not adequately supported by the idealistically biased Italian historiographic school in the last two centuries. Exemplary of this are the occasional attempts made in the last two centuries to re-evaluate and make known the scientific excellence and contributions of the Institute of Sciences and its founder Marsili. The recent discovery of Marsili’s writings on the theory of isostasy demonstrates the leading role of this scientist in Europe, but also the large gap in our knowledge of his works and of those of many Italian scientists of his time.
Keywords
Aldrovandi, new science, geology, Italy, Marsili.
p. 99 /Giovanni Capellini, Michele Gortani, e la valorizzazione vecchia e nuova del patrimonio marsiliano in vista del tricentenario dell’Istituto delle Scienze di Bologna
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La diversità strutturale, gestionale e patrimoniale dei musei scientifici italiani porta ad una analisi delle grandi trasformazioni avvenute negli ultimi anni nei musei universitari e dei grandi progetti di nuovi musei e science center italiani. In particolare vengono analizzati alcuni degli eventi e delle situazioni che hanno caratterizzato la vita e lo sviluppo della museologia scientifica italiana nell’interfaccia con la nascita e con l’attività della Associazione Nazionale Musei Scientifici e della Commissione Musei della CRUI e del progetto linceo per un museo nazionale di storia naturale.
Parole chiave
musei universitari, musei di enti locali, grandi progetti, gestione, Associazione Nazionale Musei Scientifici.
Large projects and development plans of Italian scientific museums and the many faces of the Italian Association of Scientific Museums.
Abstract
The structural, managerial and patrimonial diversity of Italian scientific museums prompted an analysis of recent major transformations in university museums and of large projects for new Italian museums and science centres. Particular attention is given to several events and situations that have characterized the life and development of Italian scientific museology in relation to the establishment and activity of the Italian Association of Scientific Museums, the Museums Committee of the CRUI and the Lyncean project for a national Museum of Natural History.
Keywords
university museums, local museums, large projects, management, Italian Association of Scientific Museums.
p. 112 /Grandi progetti e piani di sviluppo dei musei scientifici italiani e le molte anime dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici
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