Marzo 2011 - N. 7

Memorie

Anno: 2011
Volume: 7

Riassunto
I musei scientifici universitari sono documenti particolarmente preziosi e ben rappresentativi dell’istituzione Università e tra molti di essi figurano reperti unici, specie estinte o in via di avanzata estinzione. La conservazione della natura e delle sue risorse rinnovabili è un tema all’ordine del giorno e i musei universitari possono e devono partecipare al movimento di difesa dell’Ambiente-Terra, una delle priorità politiche ed economiche del nostro tempo. A livello nazionale una maggiore attenzione ai problemi dei musei universitari è solo recente ma, grazie alle competenze scientifiche di cui possono avvalersi e al patrimonio storico-culturale che custodiscono, possono diventare una macchina comunicativa ideale e svolgere un ruolo sociale predominante: sia nell’orientamento formativo e scientifico dei più giovani, sia nella divulgazione presso l’intera comunità dei processi storici attraverso i quali si è giunti allo stato attuale delle conoscenze nelle diverse discipline:

Parole chiave
musei universitari, sistema museale d’ateneo, conservatore, direttore, osservatorio nazionale sui musei scientifici, carta nazionale delle professioni museali.

The University of Bologna scientific museums: after a glorious past, what is a possible future?

Abstract
University scientific museums constitute a very valuable heritage and well represent the institution as a whole. Many of them contain unique specimens of extinct or vanishing species. The conservation of nature and its renewable resources is a very topical question and university museums can and must take part in the Environment-Earth Defence movement, one of today’s most important political and economic priorities. In Italy, serious attention has only recently been given to the problems of university museums. Thanks to their scientific skills and the historical and cultural heritage they conserve, they can become an ideal communication machine and play a prominent social role, both in the educational and scientific orientation of schoolchildren and in the public awareness of historical processes leading to present-day knowledge in various scientific disciplines.

Keywords
university museums, University of Bologna museum system, curator, director, national observatory of scientific museums, national charter of museum professions.

p. 60 / Marzo 2011 - N. 7

Riassunto
Il giardino botanico dell’Università di Padova, fondato nel 1545, è il più antico del mondo. Era originariamente dedicato alla coltivazione di piante di importanza medica e all’insegnamento della botanica in relazione alla medicina. Fra i direttori dell’istituzione, i primi a studiare le piante come oggetti di storia naturale, piuttosto che come fonti di medicinali, sono stati Giulio Pontedera (praefectus Horti 1719-1757) e Giovanni Marsili (praefectus Horti 1760-1794). L’Orto ospita la palma di Goethe, piantata nel 1585. Un erbario di fanerogame, alghe e funghi è annesso. Le altre collezioni naturalistiche derivano dal museo di Antonio Vallisneri (inizio sec. XVIII), donato all’Università da suo figlio, il primo ad occupare la cattedra di Storia Naturale istituita nel 1734. Musei dedicati alle singole discipline sono derivati da esso quando sono state istituite le cattedre corrispondenti: Zoologia e Anatomia Comparata nel 1869, Geologia nello stesso anno, ma poi divisa nel 1880 in Geologia e Mineralogia; Antropologia nel 1904. Ci sono anche importanti collezioni che riguardano la medicina, l’astronomia, la geografia, la fisica, l’ingegneria, e collezioni molto importanti di manoscritti e libri antichi, in particolare nel campo della medicina e della botanica, oltre ad una raccolta di biologia marina presso la stazione di biologia marina di Chioggia.

Parole chiave
Padova, orto botanico, Antonio Vallisneri, palma di Goethe, musei universitari.

The scientific museums and Botanical Garden of the University of Padua.

Abstract
The Botanical Garden of the University of Padua, established in 1545 and the oldest in the world, was originally devoted to cultivating plants of medical importance and teaching botany as related to medicine. The first of its directors to study plants as natural history objects rather than as sources of medicines were Giulio Pontedera (praefectus Horti 1719-1757) and Giovanni Marsili (praefectus Horti 1760-1794). The garden contains Goethe’s palm, planted in 1585, as well as a herbarium of flowering plants, algae and fungi. The other natural history collections derive from the museum of Antonio Vallisneri (early 18th century), donated to the university by his son, the first to occupy the chair of Natural History established in 1734. Museums devoted to individual disciplines split off when the corresponding chairs were established: Zoology and Comparative Anatomy in 1869, Geology in the same year, but eventually split in 1880 into Geology proper and Mineralogy; Anthropology in 1904. There are also important collections related to medicine, astronomy, geography, physics and engineering, as well as very important collections of manuscripts and old books, especially in medicine and botany. A marine biology collection is housed at the Chioggia marine biology station.

Keywords
Padua, botanical garden, Antonio Vallisneri, Goethe’s palm, university museums.

p. 69 / Marzo 2011 - N. 7

Riassunto
I primi orti botanici universitari sono stati fondati in Italia nel sec. XVI e quello di Padova (Hortus Primigenius sec. Linneo) è ora Sito Patrimonio dell’Umanità. Si delinea lo sviluppo storico degli orti botanici universitari come istituti di insegnamento e ricerca, in Italia e nel mondo, in parallelo con lo sviluppo dell’architettura dei giardini (giardino all’italiana, alla francese, all’inglese) e le relazioni tra orti botanici e giardini. La missione dell’orto botanico ha subito una continua evoluzione da struttura didattica a luogo di ricerca ed ora tende (sul modello dei maggiori orti botanici mondiali) a concentrarsi soprattutto sull’educazione ambientale. Parallelamente, l’utenza si è allargata, dagli studenti di materie mediche ai naturalisti e ricercatori, ed ora ad una componente sempre più ampia della comunità locale. Viene analizzato se - ed entro quali limiti - gli orti botanici universitari in Italia siano in grado di assolvere i nuovi compiti che si stanno delineando. Una discussione non conformista mette in luce gravi carenze e problemi irrisolti (primo tra tutti la necessità di uno o due orti botanici di vero livello internazionale), ma anche sviluppi interessanti, dovuti soprattutto all’iniziativa e creatività di singoli..

Parole chiave
orti botanici, insegnamento della botanica, ricerche sui vegetali, acclimatazione, educazione ambientale.

University botanical gardens.

Abstract
The first university botanical gardens were created in Italy during the 16th century. The Botanical Garden of Padua (indicated as Hortus Primigenius by Linnaeus) is now on the World Heritage List. The historical development of botanical gardens, and their importance as structures for teaching and international research on the plant kingdom, is discussed, along with the development of gardening (Italian vs. French and English gardens). The role of botanical gardens has undergone continuous evolution and is presently focused on environmental education; consequently the audience has been expanding from small groups of university students to the whole local community. The question of whether the botanical gardens of Italian universities are able to meet the new challenges is addressed. Many limits, as well as the lack of modern structures (Italy would need to have at least one or two international-level botanical gardens), are pointed out. However, new opportunities and innovative experiences are being developed, mainly based on the initiative and creativity of particularly motivated individuals.

Keywords
botanical gardens, botany teaching, plant science research, acclimatization, environmental education.

p. 79 / Marzo 2011 - N. 7

Riassunto
La storia della Specola inizia nel 1771 con l’acquisto da parte del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena delle case adiacenti a Palazzo Pitti, da ristrutturare in vista di collocarvi tutte “le cose naturali esistenti nella Reale Galleria”, catalogate da Giovanni Targioni Tozzetti nel 1763. Nel febbraio del 1775 il museo fu aperto al pubblico, uno tra i primi nel mondo: visitandolo si passava dalla mineralogia all’astronomia e alla fisica, dalla botanica alla zoologia e all’antropologia. Già allora era non solo luogo di raccolta, ma anche di ricerca e di didattica, oltre che di consultazione grazie alla ricca biblioteca. Col passare degli anni il palazzo non riuscì più a contenere l’ incremento delle collezioni e nella seconda metà dell’Ottocento le raccolte legate alle varie discipline vennero spostate in altre sedi; alla Specola rimasero le collezioni zoologiche e le cere anatomiche. Attualmente il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze consta di sei sezioni spazialmente separate. La Sezione di Zoologia, l’unica rimasta nella sede originale, ospita collezioni che sono tra le più ricche d’Italia, sia per la quantità degli esemplari sia per la loro qualità e completezza, e che ne fanno un punto di riferimento non solo per gli studiosi italiani, ma anche per i ricercatori di tutto il mondo.

Parole chiave
specola, zoologia, storia naturale, cere anatomiche, museologia.

La Specola: from the Imperial Royal Museum of Physics and Natural History to the Zoology Section of the Museum of Natural History, University of Florence.

Abstract
The history of “La Specola” began in 1771 with the purchase of the buildings adjacent to Palazzo Pitti by Grand Duke Peter Leopold of Lorraine. He intended to place there all the “natural things” from the Royal Gallery catalogued by Giovanni Targioni Tozzetti in 1763. The museum was opened to the public in February 1775. Visitors to the public museum, considered the first in the world, could admire objects of mineralogy, astronomy, physics, botany, zoology and anthropology. However, it was not simply a museum but also a place for research and teaching, as well as for study due to its rich library. Over the years the palace was no longer able to contain the increasing collections, and materials related to various disciplines were moved elsewhere in the second half of the 19th century, even though the zoological collections and anatomical waxes remained at “La Specola”. At present, the Museum of Natural History, University of Florence, consists of six separate sections. The Zoology Section, the only one remaining in its original location, hosts the richest collections in Italy in terms of both the number of specimens and their quality and completeness. They are a reference not only for Italian scholars but also for researchers from all over the world.

Keywords
Specola, zoology, natural history, anatomical waxes, museology.

p. 90 / Marzo 2011 - N. 7

Riassunto
La nuova scienza che Aldrovandi inaugura e propaga in Europa non è iconoclastica come quella baconiana, che per il resto, la replica con maggior penetrazione. Aldrovandi innova radicalmente il metodo scientifico pur mantenendo salde radici nel passato e stimolo critico dal suo patrimonio. Questo approccio evolutivo e non distruttivo caratterizzò costantemente la scuola bolognese, in particolare nelle geoscienze, coi suoi successori Cospi, Marsili, Beccari, Monti e tanti altri attivi nell’Istituto delle Scienze fino alla tempesta napoleonica, e anche dopo, con minor risonanza, con Bianconi, Scarabelli, Capellini, Gortani, Selli fino ad oggi. Per questi scienziati il museo e le sue collezioni, sempre rinnovate per integrazione, hanno rappresentato il baricentro sperimentale della ricerca scientifica di respiro internazionale, come è stato anche per Curzio Cipriani. Peccato che la storiografia italiana degli ultimi due secoli, squilibrata in senso idealistico, abbia trascurato fino a dimenticarle le opere di questo mondo scientifico sperimentale. E’ esemplare il caso dei tentativi occasionali di rivalutare e far conoscere risultati, eccellenza e primati dell’Istituto delle Scienze e del suo fondatore Marsili fatti negli ultimi due secoli. Le recenti scoperte di primizie di Marsili sulla struttura della Terra e l’isostasia dimostrano il ruolo scientifico del Marsili scienziato in Europa, e quanto grande sia ancora la lacuna di conoscenze della sua opera scientifica, non meno di quella di tanti altri studiosi italiani di quei tempi.

Parole chiave
Aldrovandi, la nuova scienza, geologia, Italia, Marsili.

Giovanni Capellini, Michele Gortani and the old and new appreciation of the Marsilian heritage in view of the tricentennial of Bologna’s Institute of Sciences.

Abstract
Unlike the Baconian method, the new science introduced in Europe by Aldrovandi was not iconoclastic; he changed the scientific method but maintained the legacy of the past. Aldrovandi’s evolutionary approach was steadily maintained in Bologna, especially in the geosciences, by his successors Cospi, Marsili, Beccari, Monti and many others active in the Institute of Sciences up until the Napoleonic turmoil, and even later with Bianconi, Scarabelli, Capellini, Gortani, Selli up to the present. For these scientists (as for Curzio Cipriani), the museum and its collections constituted a fundamental resource for internationally renowned research. Unfortunately, this experimental scientific approach was not adequately supported by the idealistically biased Italian historiographic school in the last two centuries. Exemplary of this are the occasional attempts made in the last two centuries to re-evaluate and make known the scientific excellence and contributions of the Institute of Sciences and its founder Marsili. The recent discovery of Marsili’s writings on the theory of isostasy demonstrates the leading role of this scientist in Europe, but also the large gap in our knowledge of his works and of those of many Italian scientists of his time.

Keywords
Aldrovandi, new science, geology, Italy, Marsili.

p. 99 / Marzo 2011 - N. 7

Riassunto
La diversità strutturale, gestionale e patrimoniale dei musei scientifici italiani porta ad una analisi delle grandi trasformazioni avvenute negli ultimi anni nei musei universitari e dei grandi progetti di nuovi musei e science center italiani. In particolare vengono analizzati alcuni degli eventi e delle situazioni che hanno caratterizzato la vita e lo sviluppo della museologia scientifica italiana nell’interfaccia con la nascita e con l’attività della Associazione Nazionale Musei Scientifici e della Commissione Musei della CRUI e del progetto linceo per un museo nazionale di storia naturale.

Parole chiave
musei universitari, musei di enti locali, grandi progetti, gestione, Associazione Nazionale Musei Scientifici.

Large projects and development plans of Italian scientific museums and the many faces of the Italian Association of Scientific Museums.

Abstract
The structural, managerial and patrimonial diversity of Italian scientific museums prompted an analysis of recent major transformations in university museums and of large projects for new Italian museums and science centres. Particular attention is given to several events and situations that have characterized the life and development of Italian scientific museology in relation to the establishment and activity of the Italian Association of Scientific Museums, the Museums Committee of the CRUI and the Lyncean project for a national Museum of Natural History.

Keywords
university museums, local museums, large projects, management, Italian Association of Scientific Museums.

p. 112 / Marzo 2011 - N. 7