Pubblicazioni
Sezione dedicata alle pubblicazioni riguardanti l'ANMS
Aprile 2015 - N. 14
Memorie
A revolution in Italian cultural heritage… and the two cultures
p. 2 /Una rivoluzione nei beni culturali italiani… e le due culture
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La normativa BN-Z (Beni Naturalistici-Zoologia), proposta dall’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) come standard di riferimento per la catalogazione di esemplari zoologici con valore di bene culturale, è stata sperimentata per la catalogazione di alcuni oggetti conservati presso il Museo del Dipartimento di Biologia “Lidia Liaci” dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, nell’ambito di una tesi di laurea in Museologia Scientifica (Paradiso, 2008). Sono stati presi in considerazione campioni molto diversi fra loro per tipologia, così da disporre di un’ampia casistica utile a valutare la flessibilità e l’adattabilità della scheda. Si illustrano i risultati della sperimentazione effettuata, nonché alcune considerazioni sulle potenzialità della scheda BN-Z nei confronti della descrizione ed interpretazione del bene in tutte le sue peculiarità.
Parole chiave
ICCD, catalogazione, BN-Z, SIGEC, patrimonio culturale, patrimonio zoologico.
The BN-Z standard for the zoological cultural heritage: an experience in the Biological Department Museum “Lidia Liaci”.
Abstract
The BN-Z schedule is one of the standards developed by the ICCD (Central Institute of the Catalogue and Documentation) for the cataloguing of the zoological heritage. The schedule has been tested for the cataloguing of some zoological samples conserved in the Biology Department Museum of the University of Bari Aldo Moro, Italy, as part of a bachelor thesis in Scientific Museology (Paradiso, 2008). This experience let us to test the functioning of the schedule in the organization and management of all the information on the zoological heritage, concerning about the cataloguing rules. We realized the BN-Z schedule potentials in favour of the interpretation of the heritage in all its peculiarities, thanks the schedule flexibility.
Keywords
ICCD, cataloguing standards, BN-Z Schedule, SIGEC, cultural heritage, zoological heritage.
p. 11 /Norme BN-Z per i beni naturalistici di Zoologia: una sperimentazione al Museo del Dipartimento di Biologia “Lidia Liaci”
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La geodiversità è definita come quell’insieme di diversità geologiche (rocce, minerali, fossili, …), geomorfologiche (paesaggi, processi fisici, …), suoli, acque e area che formano e modellano la Geosfera. Essa include l’associazione di queste emergenze, le loro relazioni, proprietà e interpretazioni genetiche. In accordo con Gray (2004) la geodiversità deve essere conservata e protetta per due ragioni principali. La prima il fatto che la geodiversità è un valore che può essere valorizzato in molti modi economici e culturali, la seconda è che essa è minacciata da molteplici attività umane. Sono misura della civilizzazione sociale gli interventi tesi a conservare le emergenze del Pianeta che sono contemporaneamente valorizzabili e minacciati. I Musei ed i Parchi sono dei potenti strumenti per valorizzare la geodiversità e per promuovere l’educazione ecologica.
Parole chiave
geodiversità, musei, parchi, ecologia, storia.
Geodiversity: science and divulgation in museum and park.
Abstract
Geodiversity can be defined simply as the natural range (diversity) of geological (rocks, minerals, fossils), geomorfological (land form, physical processes), soil, water and atmosphere features. It includes their assemblages, relationships, properties, interpretations and systems. According to Gray (2004) geodiversity ought to be conserved and protected for two main reasons. First, geodiversity is valuable and valued in a large number of ways, and second, it is threatened by a huge variety of human activities. It is a measure of civilized society that it should want to conserve elements of the Planet that are both valued and threatened. Museums and geopark are very important tools to value geodiversity and ecology.
Keywords
Geodiversity: science and divulgation in museum and park.
p. 19 /La Geodiversità: scienza e divulgazione nei musei e nei parchi
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Recentemente, il Comune di Monserrato, già sede della Cittadella dell’Università di Cagliari, ha deliberato, su
richiesta di C. Spano, di realizzare un “Centro Didattico Museale Geopaleontologico del Territorio”. Fra le attività
strategiche del Centro figura la predisposizione di itinerari tematici sugli eventi geologici e sulla conseguente
paleodiversità documentati nell’Isola.
In particolare, i depositi tirreniani sardi costituiscono un bene di grande valore per la ricerca scientifica, per la
didattica delle scienze naturali e per il turismo culturale.
La struttura autoecologica delle comunità a molluschi presenti nei numerosi siti paleontologici lungo le coste
sarde può essere confrontata con quella delle malacofaune attuali e/o spiaggiate. È opportuno progettare e realizzare
in Sardegna itinerari tematici che colleghino strettamente il territorio alle scuole, ai musei e ai turisti per
una corretta gestione e fruizione dei beni culturali.
Parole chiave
Tirreniano, bene geopaleontologico, ricerca, didattica, turismo.
Private fossil collections and sites of origin: two different worlds to be conjugated. The model of the to be found “Centro Didattico Museale Geopaleontologico del Territorio” of Monserrato (Province of Cagliari).
Abstract
The Town Council of Monserrato, seat of “Cittadella” of the University of Cagliari, recently deliberated on the
realisation of the above mentioned Centre. Among the strategic activities, the most attractive is the predisposition
about the main theme of itineraries concerning the geologic events and the consequent Paleo-diversity already
documented in the Isle. Therefore, the Sardinian Tyrrhenian deposits constitute a heritage of great value, not only
for the scientific research, but also for teaching methodology of Natural Science and cultural tourism.
The autoecological structure of the molluscs communities, relevant in the several paleontologic sites along the
Sardinian coasts, can be compared to the actual and/or beached malacological fauna.
It is proper to plan and realise, in Sardinia, thematic routes which will be strictly linked from the territory to
schools, museums, and tourists for a correct management and enjoyment of cultural heritage.
Keywords
Tyrrhenian, geo-paleontologic heritage, scientific research, education, tourism.
p. 28 /Collezioni private di fossili e siti di provenienza: due realtà da coniugare. L’esempio dell’istituendo “Centro Didattico Museale Geopaleontologico del Territorio” di Monserrato (Provincia di Cagliari)
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Il Museo universitario di Chieti si propone di integrare a livello territoriale e di completare a livello concettuale la funzione stessa del museo; per questo, ha accettato di stipulare importanti convenzioni con alcune scuole del territorio per recuperare, valorizzare e rendere fruibili antiche collezioni. All’interno di questo patrimonio spicca la collezione degli erbari dell’Istituto Magistrale di Chieti che deriva in parte da materiali didattici acquistati alla metà dell’Ottocento dai laboratori scientifici della scuola per corredare di esperienze dimostrative l’insegnamento della botanica e da tavole realizzate da professori e studenti nelle esercitazioni di botanica. La collezione è composta da 256 tavole che illustrano soprattutto la flora locale della collina di Chieti di oltre un secolo fa; molte delle piante rappresentano specie oggi rare o estinte della regione. Una serie di legni, di modelli anatomici e di campioni di frutti e funghi completa questa straordinaria raccolta.
Parole chiave
erbario, bene naturalistico, museo universitario.
The botanical collection of the University Museum of Chieti.
Abstract
The University Museum of Chieti is intended to supplement at the local level, and to complete at a conceptual level the function of the museum; for this it agreed to enter into agreements with some important regional schools of to recover, enhance and make accessible antique collections. The herbarium of the Institute Magistrale “I. Gonzaga” stand out in the Museum’s collection; it results from teaching materials purchased and used in the mid-nineteenth century by the scientific laboratories of the school to equip experiences demonstrative teaching of botany and partly from boards made by teachers and students during exercises of botany. The herbarium consists of 256 tables showing the local flora of the hill of Chieti, and in general of Abruzzo more than a century ago; many plant species are now rare or extinct in the region. A series of wood, anatomical models and samples of fruits and mushrooms complete this extraordinary collection.
Keywords
herbarium, naturalistic good, university museum.
p. 33 /La collezione botanica del Museo universitario di Chieti
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Il Museo botanico pisano è un museo scientifico universitario che si propone come centro attivo per la diffusione della cultura scientifica. Come esempio di questo ruolo vengono illustrate due modalità di esposizione di una collezione storica del museo, una rivolta a ricercatori e studenti universitari, l’altra a un pubblico non specialistico.
Parole chiave
Museo botanico pisano, cultura scientifica, divulgazione.
The botanic Museum: a bridge between scientific collections and divulgation.
Abstract
The botanic Museum of Pisa is a scientific university museum, that intends to be an active center for the circulation of scientific culture. As an example of this role, two ways of exposition of an historical collection of the Museum are illustrated: the first for university researchers and students, the second for a non-specialist public.
Keywords
Botanic Museum of Pisa, scientific culture, divulgation.
p. 37 /Il Museo Botanico: un ponte tra collezioni scientifiche e divulgazione
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Questo lavoro presenta l’analisi preliminare di un erbario in cinque volumi realizzato in Francia nelle Prealpi della Chartreuse (Isère) nel 1899 da un insegnante dei Fratelli della Sacra Famiglia di Belley. Questi volumi, donati al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino nel 1992, fanno oggi parte dell’erbario MRSN. Nel 2010, come parte di una tesi di laurea, è stata eseguita la fotografia digitale dell’intera opera, al fine di avviare indagini documentarie e per permettere la consultazione dell’erbario senza manipolare ulteriormente i fragili materiali. Lo schedario informatico, realizzato con l’analisi delle immagini digitali, ha permesso di standardizzare i dati di raccolta e di ricavare alcune informazioni integrative sull’erbario. Le fotografie digitali rappresentano 634 fogli d’erbario e 21 stampe d’epoca di particolare valore storico e documentario. Gli esemplari sono per lo più in buone condizioni di conservazione.
Parole chiave
Erbario MRSN, Prealpi della Chartreuse, Francia, etnobotanica, floristica.
Enhancement of the MRSN collections: the cataloguing and the museological analysis of a french herbarium dated 1899.
Abstract
This paper presents the preliminary analysis of a herbarium in five volumes prepared in France in the Chartreuse Mountains (Isère) in 1899 by a teacher of the Brothers of the Holy Family of Belley. These volumes, donated to the Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino in 1992, are now part of the herbarium MRSN. In 2010, as part of a dissertation project, the digital photography of the entire work was done, in order to perform investigations documentary and to allow the consultation of the herbarium without further manipulate the fragile materials. The digital archive, realized with the analysis of digital images, allowed to standardize the data collection and deduce additional informations about this herbarium. Digital photographs represent 634 herbarium sheets with pressed plants and 21 vintage prints of particular historical and documentary value. The specimens are mostly in good condition.
Keywords
Herbarium MRSN, Chartreuse Mountains, France, ethnobotany, floristics.
p. 40 /Valorizzazione delle collezioni MRSN: catalogazione e analisi museologica di un erbario francese del 1899
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La Stazione di Ecologia del Museo di Storia Naturale di Ferrara effettua monitoraggi e attività di consulenza presso vari Enti per la gestione del territorio. Recentemente è stata coinvolta nella tutela di una porzione del litorale adriatico in provincia di Ferrara. L’area, che ospita dune, era minacciata dall’ampliamento del canale navigabile di Porto Garibaldi (FE), nell’ambito di un adeguamento idroviario alla Classe V europea. Si è però costituito, grazie all’azione della Stazione, un comitato di cittadini-tecnici che, evidenziando il patrimonio ambientale dell’area, è riuscito ad ottenere la modifica del progetto, nonostante l’avvio dei lavori fosse imminente. In seguito, è stata presentata una proposta di valorizzazione e tutela delle dune, con cartellonistica illustrativa e di divieto, realizzazione di percorsi consigliati e punti di osservazione, interdizione ai mezzi motorizzati. Il progetto è stato sostanzialmente approvato dalla Provincia di Ferrara che ha stanziato fondi per la sua realizzazione. È in corso la scelta della ditta cui far effettuare i lavori.
Parole chiave
dune costiere, protezione, fruizione.
Protection and fruition of some dunes on the North-Western Adriatic sea coast (Italy).
Abstract
The Ecological Station of the Natural History Museum of Ferrara carries on monitoring plans and consultant activities for many different public Authorities. In the past few years, it has been involved in the protection of a portion of the Adriatic sea coast in the province of Ferrara. Some dunes were endangered by a project for the enlargement of an already existing water way which has to be adapted to the EU standards for 5th class ships. However, the Ecological Station promoted the birth of a group of citizens with high technical knowledge that highlighted the ecological and cultural value of the area and succeeded in getting the change of the project, even if the enlargement works were near to start. Then, the citizen group proposed a project for the protection and valorisation of the dunes, with suggested paths and some panels illustrating the environmental heritage of the area. The Province of Ferrara approved the plan and decided to finance it with 40.000,00 euro. The enterprises which will make the works will be chosen soon.
Keywords
coastal dunes, protection, fruition.
p. 46 /Salvaguardia di un complesso dunale sulla costa Alto Adriatica: tutela e fruizione
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In un nuovo allestimento permanente del museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (MRSN) si è scelto di inserire uno spazio dedicato agli esperimenti di Gregorio Mendel sull’ibridazione dei piselli, ma durante la preparazione dei contenuti sono state rilevate molteplici difformità nella documentazione esaminata. Per produrre materiali museologici originali e corretti, è stato quindi ritenuto indispensabile ripartire dall’analisi del testo di Mendel, disponibile sul web, e produrre testi e immagini conformi all’originale in tedesco. Le immagini per illustrare gli esperimenti sono state perciò realizzate dopo aver cercato, coltivato e fotografato le varietà di piselli che rispondono ai caratteri su cui aveva operato Mendel. Le descrizioni sono state elaborate in italiano e in inglese, scegliendo vocaboli aderenti al testo originale e ricchi di significato descrittivo.
Parole chiave
Mendel, piselli, metodo sperimentale, storia della scienza, museologia.
From the vegetal world to the cultural one: Mendel’s peas are not abstractions.
Abstract
In a new permanent exhibition of the Museo Regionale di Scienze Naturali of Torino (MRSN) it was decided to insert a space dedicated to the experiments of Gregor Mendel on hybridization of peas. In the preparation of the exhibit many differences emerged in comparing the most popular texts and illustrations. In order to produce original and corrected museological materials, it was considered essential to restart from the analysis of Mendel’s paper, available on the web, and to produce texts and new pictures that match the original work.We searched seeds and grew peas, then we took original photographs of the plants to illustrated correctly all the characters described by Mendel in his paper. The descriptions have been translated in Italian and English from German, choosing words that best adhering to the original text.
Keywords
Mendel, peas, experimental method, history of science, museology.
p. 51 /Dal mondo vegetale al mondo culturale: i piselli di Mendel non sono astrazioni
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Nell’ambito dei progetti di valorizzazione museale delle collezioni storiche, in corso presso l’Orto Botanico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, un recente intervento ha riguardato la Xiloteca Storica e, in particolare, 345 campioni di legno acquisiti nel periodo 1890-1969, provenienti sia da esemplari abbattuti nell’Orto Botanico modenese che da raccolte effettuate in natura oppure da donazioni da parte di istituzioni o privati.
Parole chiave
Orto Botanico, Modena, xiloteca storica.
The Historical Wood collection of the Botanic Garden of Modena.
Abstract
Among the projects carried out to exploit to the historical collections of the Botanic Garden of the University of Modena and Reggio Emilia, recent effort have focussed on the Historical Wood collection. In particular, this contribute has particularly regarded 345 specimens of woods acquired over the period 1890-1969. They come from trees falled at the Botanic Garden of Modena or from natural specimens collected in the wild, and from donations by Institutions or private citizens.
Keywords
botanic Garden, Modena, historical wood collection.
p. 56 /La Xiloteca Storica dell’Orto Botanico di Modena
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L’Orto Botanico di Modena nacque nel 1758 come giardino dei semplici in ausilio agli studenti di Medicina; nel 1772 fu fondato l’Orto botanico universitario. Particolare rilievo ebbe nella prima metà del 1800, grazie alla direzione di Filippo Re e Giovanni De Brignoli di Brunnhoff, che avviarono scambi con altri Orti botanici di tutto il mondo iniziando varie importanti collezioni di materiale vegetale tuttora esistenti, incrementate nei decenni a venire. Durante il XX secolo si avvicendarono alla direzione studiosi illustri che avviarono ricerche sull’ecologia e la flora locale superando il collezionismo di stampo ottocentesco, che privilegiava specie esotiche e inusuali. Nell’ultimo periodo, alle attività istituzionali di ricerca e didattica si affiancano la diffusione della cultura scientifica e la conservazione biologica, in linea con quanto stabilito dalla Strategia Mondiale per la Conservazione della Natura.
Parole chiave
Orto Botanico, Modena, collezioni storiche, conservazione biologica.
Botanic Garden of Modena from historical collections to biological conservation activities.
Abstract
The Botanic Garden of Modena was founded in 1758 as a herb garden to help the medical students; the University botanic garden was founded in 1772. In the first half of 1800 it had a particular importance under the direction of Filippo Re and Giovanni De Brignoli di Brunnhoff, who started numerous exchanges with Botanic Gardens all over the world and important botanical collections nowadays still existing, incremented in the successive decades. During the XX century, the direction of the Botanic Garden counted illustrious scientists who started studies on ecology and local flora rather than the simple collecting typical of the XIX century, which privileged exotic and unusual species. In the last period, dissemination of scientific culture and biological conservation are added to the traditional research and teaching activities, according to the guidelines of the Global Strategy for Plant Conservation.
Keywords
Botanic Garden, Modena, historical collections, biological conservation.
p. 60 /L’Orto Botanico di Modena dal collezionismo storico alle attività per la conservazione biologica
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Nel museo sono presenti una dimensione sociale e una dimensione economica che sono strettamente legate fra loro, senza che una prevalga sull’altra. In questo paper si delineano le caratteristiche delle due dimensioni e si evidenziano le loro strette interdipendenze. Il “valore” creato e diffuso dal museo di fatto è la sintesi di un “sistema di valori” che scaturisce dalle sue attività e che esprime la loro natura culturale, sociale, etica, …, ma anche economica, patrimoniale e finanziaria. Questo “valore”, frutto dell’azione congiunta della dimensione sociale e di quella economica, deve essere noto a tutti gli stakeholder e quindi “misurato”, nonostante le notevoli difficoltà che questa operazione comporta.
Parole chiave
utilità sociale, economicità, performance, misurazione.
Social and economic dimension of Museums.
Abstract
Museums have both a social and an economic dimension that are closely related, without one dominating the other. In this paper we outline the main characteristics of the two dimensions and highlight their close connection and the value they contribute to create and disseminate. The “value” created and disseminated by the museum is the synthesis of a “system of values” that starts from its activities and expresses its cultural, social, ethical, but also economic, patrimonial and monetary nature. This “value” must be known to all the stakeholders and therefore must be measured, even if this is complex.
Keywords
community turnout, economy, performance, measurement.
p. 66 /La dimensione sociale e la dimensione economica del Museo
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Il Museo di Storia Naturale di Firenze (MSN) ha costruito la propria presenza sui social networks per estendere e differenziare le occasioni di partecipazione da proporre al suo pubblico sfruttando le risorse comunicative e relazionali proprie del web 2.0. In questo intervento sono descritti due eventi organizzati dal MSN: la mostra interattiva e multimediale “Rinascimento Virtuale. L’Arte in Second Life e nei Virtual Words” (2007) e la mostra “Dinosauri in Carne e Ossa. Scienza e Arte riportano alla vita i dominatori di un mondo perduto” (2012) (DCO). Grazie a questi due eventi il MSN ha sperimentato l’efficacia della campagna di comunicazione fatta attraverso i mondi virtuali e i social networks. Il MSN effettua un’attività controllo della comunicazione social e utilizza gli strumenti di monitoraggio messi a disposizione dal web. Per ottenere migliori risultati nella comunicazione sarebbe necessario costituire un team multidisciplinare dedicato alla diffusione delle informazioni sulle attività e sui saperi del Museo.
Parole chiave
Museo Storia Naturale Firenze, web 2.0, social networks, social media, strategia comunicazione social, community.
I like Social Museum, the social communication strategy of Museum of Natural History of Florence
Abstract
The Museum of Natural History in Florence (MSN) has increased its presence on social networks using the tools offered by Web 2.0. This report contains the description of two events organized by MSN: interactive and multimedia exhibition “Virtual Renaissance. Art in Second Life and Virtual Words” (2007) and “Dinosaurs in the flesh: Science and Art bring the rulers of a lost world back to life” (2012). Thanks to these events the MSN experienced the efficiency of the social communication strategy made by virtual worlds and social networks. The MSN has increased its presence on social networks. In 2012 it received a special mention by ICOM for becoming the first Italian social nature museum. MSN measures the findings of its communication strategy using the tools that social media provide. To get more results in the communication it would be necessary to constitute a multidisciplinary team with museum staff.
Keywords
Museum of Natural History of Florence, web 2.0, social networks, social media, social communication strategy.
p. 70 /I like Social Museum, la comunicazione del MSN di Firenze nei Social networks
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È in atto una riorganizzazione del Museo Gemma 1786 dell’Università di Modena e Reggio Emilia dedicato alle scienze della terra in previsione di una sua prossima sistemazione in una sede universitaria diversa dall’attuale. In questa prospettiva, si è offerta l’opportunità di avviare una lettura approfondita e critica delle collezioni storiche che compongono il Museo Universitario, come da tempo non era stata affrontata. La ricerca, tuttora in corso, ha cominciato ad investigare il patrimonio più antico del museo, le cui origini sono legate alle vicende settecentesche della Famiglia Estense; ed è proseguita nei principali archivi storici della città di Modena per analizzare i rapporti fra la storia del museo e l’evoluzione culturale e sociale della città. Queste azioni a carattere interdisciplinare e interistituzionale hanno permesso il riconoscimento di una cultura originale del patrimonio del Museo Universitario che, come primo risultato, ha trasformato in bene tangibile la prima importante donazione che nel 1819 la Famiglia Estense fece a quello che in origine era il Museo di Storia Naturale dell’Università di Modena. La consapevolezza di una propria autorevolezza culturale all’interno della realtà locale sta portando il Museo Universitario Gemma 1786 a rinnovare la propria missione e a creare nuove sinergie e prospettive di collaborazione.
Parole chiave
Museo Universitario, scienze della terra, missione, collezioni storiche, Famiglia Estense.
Understanding the past to build the future of a University Museum.
Abstract
The Museum of University of Modena and Reggio Emilia related to earth sciences, named “Gemma 1786”, started an evaluation of its cultural heritage in preparation for a next seat in a different university location. This process has launched a thorough and critical reinterpretation of the museum historical collections of minerals and documents as for a long time it had not been addressed. The research began to investigate the oldest museum heritage which the Estense Family (Dukes of Modena and Reggio from 1452 to 1859) offered to Modena University and its original Museum of Natural History in the early 19th century. Afterwards the work has gone on looking for evidence of museum interactions with Modena history in the main historical archives of the town. The first results of this study, still in progress, have made a significant contribution to transform the most important donation of minerals of Este Dukes into a tangible heritage. These interdisciplinary and interinstitutional actions have allowed the recognition of an original culture of the museum heritage in the local community that the University Museum Gemma 1786 needs to renew its mission and create new synergies and prospects for collaboration.
Keywords
University Museum, earth sciences, mission, historical collections, Estense Family.
p. 76 /Il futuro di un Museo Universitario dal suo passato
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Il Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan”, dell’Università del Salento, fu fondato nel 1966 a Porto Cesareo (LE), un piccolo paese che si affaccia nel Golfo di Taranto, noto per le sue stupende e frequentate spiagge, i cui residenti sono in buona parte pescatori. Il Museo è una finestra sulla ricerca universitaria nel campo della biologia marina e consente ai risultati degli studi effettuati sul territorio, opportunamente esposti, di raggiungere il visitatore. La gran parte dei suoi visitatori (oggi circa 12000/anno) è costituita da studenti e insegnanti (durante l’anno scolastico) e da turisti (durante l’estate). A queste categorie (comunque molto diversificate al loro interno), negli ultimi dieci anni, si è aggiunta quella dei pescatori locali che per tanti anni hanno considerato il museo come entità culturale elevata ed avulsa dalla realtà territoriale, oggi invece se ne sentono parte integrante grazie a progetti espositivi condotti con la loro preziosa collaborazione. La funzione sociale del Museo nel territorio, strettamente correlata all’educazione ambientale, si concretizza preferenzialmente nei confronti delle categorie menzionate.
Parole chiave
museo, funzione sociale, economia, salvaguardia.
The social function of the Marine Biology Museum “Pietro Parenzan”, University of Salento.
Abstract
The Marine Biology Museum, University of Salento, was founded in 1966 in Porto Cesareo (LE), a small town overlooking the Gulf of Taranto, known for its beautiful and popular beaches, whose residents are mostly fishermen. The Museum is a window on university research in the field of marine biology and allows the results of studies conducted in the area to reach the visitor. Most visitors (now about 12000/anno) consists of students and teachers (during the school year) and tourists (during the summer). In last decade, also fishermen visit the museum. For many years they regarded the museum as a too high cultural place for them, but today they feel deeply integrate, thanks to exhibition projects conducted with their precious collaboration. The social function of the Museum in the district, which is closely related to environmental education, is expressed preferentially in respect of the categories mentioned.
Keywords
museum, social function, economy, protection.
p. 81 /La funzione sociale del Museo di Biologia Marina “Pietro Parenzan”
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La cranioteca del Museo di Storia Naturale di Firenze conta circa 2.000 crani umani di varie età e provenienze. Oggi spesso si evidenziano asimmetrie degli emimascellari di un lato rispetto ai controlaterali. Numerosi studi indicano in una scorretta masticazione l’origine di queste asimmetrie, dovuta alla moderna alimentazione. Le TC consentono la raccolta di dati utili a ricerche di varia natura, diminuendo se non eliminando ogni manipolazione dei reperti, con notevole vantaggio da punto di vista conservativo. Questo studio (con la collaborazione della Fondazione Castagnola) è teso a indagare se popolazioni vissute alimentandosi con una dieta non ancora industrializzata abbiano sviluppato maggiormente un corretto e simmetrico sviluppo delle basi ossee mascellari.
Parole chiave
collezioni antropologiche, cranio, funzione masticatoria, dieta, tomografia.
Symmetry and asymmetry of maxillary bones. A CBCT study of human skulls collection at the Museum of Natural History in Florence.
Abstract
The collection of human skeletal evidence housed in the Anthropology and Ethnology Section of the Florence Natural History Museum is the largest in Italy and certainly one of the most important in the world. The museum, as well as osteological and paleoanthropological collections, houses a cranial collection with about 2.000 human skulls of different age and origin. Contemporary populations often show asymmetries of the emi maxillaries of one side compared to the emi maxillary of the other side. Several studies trace in an incorrect masticatory function the origin of these asymmetries, in connection with the characteristic alimentary modification of the industrialized societies. This study, undertaken with the collaboration of the Castagnola Foundation, aims at investigating if the diet of an ancient population, unaffected by industrial methods of food preparation, brought about a correct and symmetrical development of the maxillary bones.
Keywords
anthropological collections, skull, masticatory function, diet, tomography.
p. 87 /Studio delle simmetrie e asimmetrie ossee mascellari in collezioni italiane presenti nella cranioteca del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze tramite CBCT
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La sezione di Antropologia e Etnologia del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze conserva una collezione di oggetti della cultura Yanomami (Roraima, Brasile). Il popolo Yanomami è di grande interesse dal punto di vista antropologico perché vive tradizionalmente in equilibrio con la foresta amazzonica. Il contatto con la cultura occidentale è avvenuto in tempi molto recenti ed è stato spesso accompagnato da epidemie e distruzione dell’ambiente forestale. Abbiamo progettato una nuova fase di studio nell’ambito dell’antropologia collaborativa in cui gli stessi Yanomami spiegano il significato tradizionale degli oggetti e condividono con il Museo la loro complessa realtà culturale. La ricerca su artefatti legati alla struttura sociale tradizionale potrà essere valorizzata e conservata tra gli Yanomami divenendo al contempo patrimonio di conoscenze per il Museo.
Parole chiave
Amazzonia, Antropologia collaborativa, nativi, museologia.
Valorization of the collections at the Museum of Natural History of Florence: collaborative research with the Yanomami communities of the Amazon rainforest (Catrimani).
Abstract
The Anthropology and Ethnology Section of the Museum of Natural History, University of Florence, preserves a collection of objects from the Yanomami Indians (Roraima, Brazil). The Yanomami are of great interest because they developed a culture in harmony with the Amazon Rainforest. Contact with the Brazilian and Venezuelan cultures occurred recently and was usually followed by diseases and degradation of the forest environment. We developed a project of collaborative anthropology with the same communities of Yanomami from which the objects in the Natural History Museum derive. They share their knowledge on the artifacts and explain related aspects of their complex traditional culture. In this way, Yanomami culture can be preserved, the making of artifacts and their use can be encouraged in young generations, and the Museum of Florence will have a better knowledge of the Yanomami world.
Keywords
Amazon, collaborative Anthropology, natives, museology.
p. 91 /Valorizzazione delle collezioni al Museo di Storia Naturale di Firenze: ricerca collaborativa con comunità Yanomami della foresta Amazzonica (Catrimani)
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La collezione di storia naturale dell’esploratore perugino Orazio Antinori (1811-1882), dopo un lungo oblio, in questi ultimi anni è tornata ad essere protagonista del dibattito culturale scientifico regionale e ha consentito di riallacciare rapporti formativi con istituzioni culturali e museali nazionali e internazionali. L’opera di recupero dell’eredità culturale di Orazio Antinori ha contribuito alla costituzione di un museo, la Galleria di Storia Naturale (GSN) dell’Università degli Studi di Perugia. Tale nuova struttura ha promosso lo sviluppo di progetti culturali e di cooperazione internazionale inerenti tematiche socio-ambientali in Etiopia, nei luoghi in cui visse O. Antinori.
Parole chiave
collezioni storiche, Etiopia, biodiversità, cooperazione internazionale, liste floristiche e faunistiche.
Explorers, collections and scientific knowledge: the Orazio Antinori (Perugia 1811 - Lèt Marefià 1882) case history.
Abstract
The natural history collection of the explorer Orazio Antinori (Perugia 1811 - Lèt Marefià 1882), after a long oblivion, in recent years has once again become protagonist of the regional cultural and scientific debate and allowed to resume relationships with national and international museums and cultural institutions. The work of restoration of the cultural heritage of Orazio Antinori contributed to the establishment of a museum, the Gallery of Natural History (GSN) of the University of Perugia. This new structure promoted the development of cultural projects and international cooperation related to socio-environmental issues in Ethiopia, in the places in which O. Antinori lived.
Keywords
historical collections, Ethiopia, biodiversity, international cooperation, botanical and zoological check-lists.
p. 95 /Esploratori, collezioni e cultura scientifica: il caso di Orazio Antinori (Perugia 1811 - Lét Marefià 1882)
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Le cere di Cagliari sono state realizzate nel 1803-1805, quando le grandi collezioni di La Specola (Firenze) e dello Josephinum (Vienna), già complete da oltre un decennio, erano famose in tutta Europa col nome di Cere del Fontana. Esse sono opera della maturità di Susini ed il frutto della Sua collaborazione con l’anatomista sardo F. A. Boi; vennero commissionate quando Susini si era finalmente liberato dell’influenza di Fontana. Tra le collezioni di cere di origine fiorentina, quella di Cagliari è l’unica in cui tutte le vetrine sono datate e firmate da Susini. I preparati sono stati scelti per istruire gli studenti di medicina e non anche per rendere l’anatomia il più possibile attraente per i comuni cittadini. Oltre che costituire un esempio di come l’anatomia possa diventare arte, le cere di Susini-Boi mantengono, a 200 anni dalla realizzazione, uno straordinario valore scientifico e didattico.
Parole chiave
Clemente Susini, Francesco Boi, Felice Fontana, wax modelling, anatomy.
Art and Science in the anatomical waxes of Susini-Boi of the University of Cagliari
Abstract
The models of Cagliari were made in 1803-1805, when the great collections of La Specola in Florence and that of the Josephinum in Vienna, completed since more than a decade, were famous all over Europe under the name of Fontana’s waxes. The waxes of Susini-Boi are a work of the maturity of Susini and the result of his cooperation with the Sardinian Anatomist F. A. Boi, and were commissioned when Susini was eventually free from the influence of Fontana. Among the collections from Florentine origin, that of Cagliari is the only one whose cases bear a tag with Susini’s signature and date. The preparations have been selected to give to medical students information relevant to their professional formation, rather than to render anatomy as attractive as possible to lay people. Besides representing an example of how anatomy can be transfigured into art, the models of Susini- Boi still maintain, two centuries after their completion, an extraordinary scientific and teaching value.
Keywords
Clemente Susini, Francesco Boi, Felice Fontana, ceroplastica, anatomia.
p. 101 /Arte e scienza nelle cere anatomiche di Susini-Boi dell’Università di Cagliari.
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Il Centro Interdipartimentale di Servizi per la Museologia Scientifica dell’Università di Bari, nel 2011 ha avviato un progetto di valorizzazione della collezione di marmi antichi “Francesco Belli” conservata presso il Museo di Scienze della Terra della stessa università. Il progetto finanziato dalla Fondazione Banco di Napoli, prevedeva una prima fase di studio multidisciplinare e, successivamente, una fase divulgativa realizzata mediante una mostra. Si illustrano le tematiche e gli argomenti di studio affrontati, le opportunità di relazionale fra istituzioni e con privati ed il previsto processo di crescita del museo che verrà messo a valore sul territorio attraverso le successive attività di divulgazione.
Parole chiave
marmi, collezione, valorizzazione.
The study and exploitation project of the collection of ancient marbles “Francesco Belli”.
Abstract
The CISMUS - Interdepartmental Centre Services Scientific Museology, of Bari University, in 2011 launched a study and exploitation project of the collection of ancient marbles “Francesco Belli” preserved in the Museum of Earth Sciences at Bari University. Supported by Fondazione Banco di Napoli, the project consisted of two phases: first multidisciplinary investigation, then, a dissemination phase implemented through an exhibition. In this article, we illustrate the issues and topics of study addressed, opportunities for institutional and private relationship and the expected growth process of the museum in the area through outreach activities.
Keywords
marble, collection, exploitation.
p. 108 /Il progetto di studio e valorizzazione della collezione di marmi antichi “Francesco Belli”
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Per realizzare programmi di valorizzazione dell’Osservatorio e del Gabinetto di Metrologia è necessario conoscere e documentare la storia della sua nascita, del suo sviluppo e dell’incrementarsi delle sue collezioni. La Specola modenese nacque dopo la Restaurazione con il sostegno dell’arciduca Francesco IV d’Austria Este che concesse nel 1826 il torrione di levante del suo seicentesco Palazzo Ducale e affidò la direzione dell’Osservatorio a Giuseppe Bianchi: i principali strumenti furono commissionati al tedesco Reichenbach e al modenese Giovanni Battista Amici. Nel 1850 nelle stanze contigue, per intervento dello stesso Bianchi, vennero collocati gli strumenti del Gabinetto di Metrologia. Dopo un breve periodo di direzione di Pietro Tacchini, dal 1850 al 1863, l’Osservatorio fu diretto da Pietro Ragona (1873-1892) che incrementò gli studi e le strumentazioni di meteorologia facendolo diventare Meteorologico dal 1867. Con il suo successore Ciro Chistoni (1892-1906) assunse il nome e la funzione di Osservatorio Geofisico.
Parole chiave
osservatorio, astronomia, meteorologia, geofisica, metrologia.
The collections of scientific instruments, witnesses of the activities development of the Observatory and the Cabinet of Metrology, University of Modena and Reggio Emilia.
Abstract
To actualize the valorization’s programs of the Observatory and the Cabinet of Metrology is necessary to know and to document the history of his life, his development and the increase of his collections. The Observatory of Modena started the activities after the Restoration, with the support of Archduke Francesco IV of Austria-Este, that agreed in 1826 the use of the east tower of his Ducal Palace of XVII century and consigned the direction of the Observatory to Giuseppe Bianchi: the most important instruments were commissioned to the German Reichenbach and to Modenese Giovanni Battista Amici. In 1850 in the adjacent rooms, for Bianchi’s action, were placed the instruments of the Cabinet of Metrology. After a briefly period of Pietro Tacchini’s direction, from 1850 to 1865, the Observatory was directed by Pietro Ragona (1873-1892), that enhanced the studies and the meteorological instrumentation, and the it became Meteorological from 1867. With his successor Ciro Chistoni (1892- 1906) the Observatory adopted the name and the function of Geophysical Observatory.
Keywords
observatory, astronomy, meteorology, geophisics, metrology.
p. 112 /Le collezioni di strumenti scientifici testimonianza dello sviluppo delle attività dell’Osservatorio e del Gabinetto di Metrologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia
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Presso il Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff” dell’Università di Firenze sono conservati numerosi oggetti storici, legati soprattutto a Ugo Schiff (1834-1915), scopritore delle “basi” e del “reattivo di Schiff” e fondatore della Scuola Chimica fiorentina. Dal 2008 grazie al progetto CHEMICAL HERITAGE questo patrimonio è in fase di studio e catalogazione. Gli oggetti, mai analizzati in precedenza, databili dal 1696 al 1950, sono stati suddivisi in quattro collezioni: “Collezione Schiff”, “Collezione degli Strumenti Storici”, “Collezione degli Arredi Storici”, “Collezione Bigiavi”. A queste si aggiungono il “Carteggio Schiff” e fondi legati a chimici più recenti (Piccardi, Speroni…). Benché numericamente i beni conservati superino di poco il migliaio (esclusi i documenti di archivio) il loro valore storico-scientifico è eccezionale, sia perché legati a Schiff, sia per la loro organicità: ci sono infatti relazioni reciproche tra strumenti, lettere, disegni, pubblicazioni, prodotti di sintesi etc.
Parole chiave
Schiff, chimica, museo, chemical heritage.
The “Schiff Correspondence”, the “Schiff Collection” and the others collections of Chemistry Department of Florence University.
Abstract
On the “Ugo Schiff” Chemistry Department of Florence University are conserved several historical objects, related especially to Ugo Schiff (1834-1915), the finder of the “Schiff bases” and the “Schiff reactive”, and founder of Florentine Chemical School. Since 2008, thanks to the CHEMICAL HERITAGE project, this heritage is under studying and cataloguing. The objects, never analyzed before, datable from 1696 to 1950, have been shared in four collections: “Schiff Collection”, “Historical Instruments”, “Historical Furniture” and “Bigiavi Collections”. Added to these there are the “Schiff Correspondence” and some founds related to more recent chemists (Piccardi, Speroni…). Although the goods are just about one thousand (except for the documents of the archives), their historical-scientific value is extraordinary, both because they are related to Schiff and also for their links: there are in fact mutual relations between instruments, letters, drawings, publications, products of synthesis etc…
Keywords
Schiff, chemistry, museum, chemical heritage.
p. 120 /Il Carteggio, la “Collezione Schiff” e le altre collezioni del Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze
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Con i suoi 200 anni di storia, il Real Museo Mineralogico rappresenta un esempio evidente di come le collezioni abbiano, nel corso degli anni, ampliato il loro significato, assumendo un ruolo sempre più incisivo per lo sviluppo della cultura scientifica. Il Real Museo Mineralogico, istituito nel 1801 da Ferdinando IV di Borbone quale centro di ricerca per contribuire al rinvenimento di risorse minerarie importanti per lo sviluppo tecnologico del Regno di Napoli, ebbe il privilegio, sin dalla sua istituzione, di poter disporre di preziosi esemplari provenienti dai più importanti giacimenti minerari europei ma anche dai distretti vulcanici della Campania. Questi ultimi furono esposti quali testimoni di un fenomeno naturale che coinvolgeva fortemente la popolazione. Nel 1806 fu istituita nell’Università di Napoli la Cattedra di Mineralogia e Metallurgia e il titolare della cattedra assunse anche la direzione del Real Museo che, pertanto, divenne museo universitario. I reperti ebbero così un ruolo fondamentale per l’insegnamento della mineralogia. Nella prima metà dell’800 le collezioni si arricchirono ulteriormente e Arcangelo Scacchi, direttore del museo dal 1844 al 1893, selezionò con cura ben 7764 reperti adatti per l’insegnamento realizzando la “Collezione per le lezioni”. I reperti divennero veri portatori di messaggi scientifici. Oggi il significato delle collezioni si è ulteriormente ampliato e i reperti sono portatori di nuovi messaggi legati al rispetto dell’ambiente o alla ricostruzione delle vicissitudini storiche e socio-culturali del territorio su cui insiste il museo.
Parole chiave
Real Museo Mineralogico, ruolo delle collezioni, comunicazione scientifica, narrazione museale.
From exhibit to the tale. The changing role of the Royal Mineralogical Museum collections.
Abstract
With its 200 years long history the Real Museo Mineralogico represents a living example of how collections had been enlarging their sense and meaning along the centuries assuming an increasingly incisive role for the development of scientific culture. The Real Museo Mineralogico was founded in 1801 by Ferdinando IV Bourbon as research centre aimed to the discovery of fundamental mineral resources for technological development of the Kingdom of Naples, and had the privilege to dispose, since its institution, of precious exemplars coming by the most important deposits in Europe, but also from the volcanic districts of Campania. Those last specimen were exposed to testify a phenomenon which involved all the community of citizens. Since 1806 was instituted the chair of Mineralogy and metallurgy, and the professor who held this chair was contemporaneously also the director of the Museum, becoming, hence, the University Museum. Staring form this date specimen acquired a fundamental role for the teaching of mineralogy. In the first part of XIX century museum considerably enlarged its collections, and Arcangelo Scacchi, director of this museum from 1844 to 1893, selected more than 7764 specimens for teaching, setting up the “Collezione per le lezioni”. The exemplars became in this way true conveyors of scientific information. Nowadays the meaning of the collections is even wider as the specimens of the museums are conveyor of also other kind messages, as the respect for nature, or the reconstruction of cultural, social and scientific facts related to the territory where this museum is and was born.
Keywords
Museo mineralogico University of Naples Federico II, collections, communication, history of science.
p. 125 /Dall’esposizione al racconto: evoluzione del ruolo delle collezioni del Real Museo Mineralogico
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Il Museo di Storia Naturale fondato da Mons. Paino a Messina nella prima metà del Novecento comprende reperti zoologici, botanici, paleontologici e geologici di varie parti del mondo databili tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Tali collezioni furono fruite negli anni da migliaia di studenti sia delle scuole del Seminario Arcivescovile in cui erano custodite, sia di altri istituti scolastici. Poiché dopo la morte di Paino le raccolte rimasero prive di un’adeguata opera di conservazione e solo saltuariamente aperte al pubblico, è stato avviato un processo di studio e recupero delle collezioni, al fine di esaltarne il valore storico-scientifico e renderle nuovamente fruibili. Gli interventi in corso permetteranno al nuovo “Museo Painiano di Storia Naturale” di conseguire importanti fini divulgativi e divenire un importante polo culturale e scientifico per lo studio in campo museologico, tassonomico, ecologico e conservazionistico.
Parole chiave
collezioni storiche, Angelo Paino, recupero, fruizione, divulgazione scientifica.
The role of the Paino’s Natural History Museum of Messina in the dissemination of scientific culture: past and future.
Abstract
In the first half of the twentieth century, Mgr. Angelo Paino founded a natural history museum in Messina. Il included collecting thousand of zoological, botanical, paleontological and geological specimens, some dating back to the second half of 1800s and the first half of 1900s. The museum was visited over the years by a large numbers of students and citizens, but after the death of Paino (1967) the collections remained without an adequate conservation programme and were only occasionally open to the public. In 2011, the reorganization of the museum began. The Authors are carrying out operations of recovery and cataloguing of the collections, in addition to the taxonomic identification of the specimens. The museum will soon be back available to researchers and to the people, and it will be used for dissemination and environmental education activities.
Keywords
historical collection, Angelo Paino, recovery, fruition, scientific divulgation.
p. 132 /Il ruolo del Museo Painiano di Storia Naturale di Messina nella divulgazione della cultura scientifica: passato e futuro
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La collezione naturalistica donata al Museo universitario dal Prof. Adriano Antonucci, già ordinario di Anatomia ed Istologia Umana, è rilevante per i suoi contenuti scientifici, storici e didattici. L’aspetto più significativo connesso alla donazione ed al donatore è senz’altro quello che delinea la figura del “naturalista ottocentesco”, incarnato dal prof. Antonucci. Egli ha raccolto tutto quello che colpiva la sua attenzione di scienziato: dalle conchiglie più comuni a quelle esotiche, fossili delle nostre montagne e curiosità dal sottosuolo, sabbie dalle spiagge e dai deserti di tutto il mondo, minerali dall’aspetto e con colori insoliti, strumenti litici, antichissime testimonianze del nostro passato. Molto di questo materiale è ora in esposizione in uno spazio appositamente dedicato al prof. Antonucci che, facendolo uscire dalla sua privata “wunderkammer”, lo ha reso fruibile a tutti.
Parole chiave
collezione, naturalista, Antonucci, museo universitario.
The collection Antonucci in the University Museum of Chieti.
Abstract
The naturalistic collection donated to the University Museum by Prof. Adriano Antonucci, full professor of Human Anatomy and Histology, is relevant for its scientific, historical and educational contents. The most significant aspect related to the donation and the donor is certainly one that outlines the figure of the “nineteenthcentury naturalist,” embodied by prof. Antonucci. He collected everything that struck his attention of scientist: from the most common to the exotic shells, fossils of our mountains and curiosity from the subsoil, sand beaches and deserts around the world, minerals with unusual aspects and colors, stone tools, ancient records of our past. Most of this material is now exposed in special space dedicated to prof. Antonucci who made it accessible to all, by taking it out from its private “wunderkammer”.
Keywords
collection, naturalist, Antonucci, university museum.
p. 137 /La collezione Antonucci nel Museo universitario di Chieti
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Da ben 10 anni i due Musei naturalistici dell’Università del Salento (MAUS e MBM) collaborano nella realizzazione di calendari con la duplice veste della utilità consultativa, casalinga o da ufficio, e della divulgazione naturalistica; contengono, infatti, anche i testi esplicativi e narrativi delle vicende rappresentate in immagine, offrendo la possibilità di realizzare un opuscolo didattico-divulgativo al termine dell’uso espositivo del calendario. Il calendario 2013 trae ispirazione dal precedente del 2012, dedicato ai mari del Miocene, periodo in cui si formò la pietra leccese, base della architettura barocca della città sede universitaria. Il progetto del calendario 2013 ha voluto confermare il legame alla Biologia Marina (e la collaborazione con il MBM); le immagini sono state ricavate dal grande pannello dipinto nel MAUS, elemento costitutivo dell’allestimento museale da diversi anni. Si tratta di un riassunto della evoluzione della Vita sulla Terra rappresentato nelle sue tappe essenziali in 4 metri lineari di pannello.
Parole chiave
calendario, evoluzione, divulgazione naturalistica.
2013 Calendar of MAUS and MBM Museums of UniSalento.
Abstract
During the past 10 years the two Naturalistic Museums of UniSalento (MAUS and MBM) collaborated in the realization of calendars with the dual role of consultative utility, at home or office, and nature of the awareness; they contain explanatory texts of the events represented in the pictures, offering the possibility of creating an educational brochure that can be used at the end of the calendar use. The 2013 calendar is based on the former of 2012, inspired by the seas of the Miocene period where the limestone, base of the baroque architecture of the city of Lecce, was still a soft sea bottom. The design of the 2013 calendar wanted to confirm the link to Marine Biology Museum, but the images were taken from the large panel painted in MAUS, a constitutive element of the museum for several years. It is a summary of the evolution of life on Earth represented in its essential stages in 4 linear meters of panel.
Keywords
calendar, evolution, naturalistic dissemination.
p. 142 /Il Calendario 2013 dei Musei MAUS - MBM dell’Università del Salento
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La classificazione linneana dei vegetali, basata sull’esame dei caratteri fiorali, venne pubblicata in Systema Naturae nel 1735 e in seguito modificata e ampliata dallo stesso Linneo. I caratteri delle 24 classi linneane vennero visualizzati da Georg Dionysius Ehret nel 1736 in una tavola ancora oggi ampiamente utilizzata per rappresentare visivamente questa classificazione. Al fine di produrre materiali botanici originali e raffinati per una nuova sala permanente del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (MRSN), la tavola di Ehret è stata rielaborata in un pannello formato da 24 esemplari, essiccati e poi inclusi in formelle di resina acrilica trasparente, materiale che li ha resi più “artistici” e idonei a una lunga esposizione. Dalle pubblicazioni di Linneo, consultabili nel web, sono state selezionate 24 specie che mantengono ancora oggi il binomio originale. Gli esemplari sono per lo più stati raccolti nell’orto botanico del museo.
Parole chiave
Linneo, Metodo Sessuale, esposizione permanente, erbario, inclusioni in resina acrilica.
Nearly art: the Linnaeus sexual system from the botanical garden to museum’s walls.
Abstract
The Linnean classification of plants, based on the examination of floral characteristics was published in Systema Naturae in 1735 and later amended and extended by the same Linnaeus. The characteristics of 24 linnaean Classes were illustrated by Georg Dionysius Ehret in 1736 in an engraved plate that is still widely used to represent this classification. In order to produce original botanical materials for a new permanent exhibit in the Museo Regionale di Scienze Naturali of Torino (MRSN), the table of Ehret has been reworked in a panel made up of 24 plant specimens, first dried and then included in transparent acrylic resin, which makes them suitable for a long exposure. After a thorough examination of linnaean publications available on the web, 24 species of plants that still maintain the linnaean binomial have been selected. The specimens were mostly collected in the botanical garden of the museum.
Keywords
Linnaeus, Methodus Sexualis, permanent exhibit, herbarium, inclusions in acrylic resin.
p. 149 /Quasi arte: il metodo sessuale di Linneo dall’orto botanico alle pareti del Museo
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La revisione sistematica della collezione Cetologica del Museo ci ha permesso di studiare più in dettaglio un campione di mandibole di delfinide (MZUF 3406) già identificato come Steno sp. che furono raccolte nel 1889 nelle isole Andamane. La ricerca storica ha avuto inizio con l’analisi delle informazioni scritte sul campione: il nome aborigeno del campione, il nome del suo raccoglitore e la località di ritrovamento. Queste informazioni ci hanno permesso di risalire alla monografia originale del raccoglitore stesso, E.H. Man, sulla vita e la lingua della popolazione andamana, con richiamo specifico al nome aborigeno del nostro reperto. L’analisi della forma e delle dimensioni della mandibola, nonché delle dimensioni e del numero dei denti ci ha permesso di assegnare il campione al genere Tursiops. Un’ulteriore analisi genetica di un dente, effettuata in California (USA), ha confermato l’appartenenza alla specie T. aduncus. Le informazioni raccolte ci fanno ipotizzare che questo sia il primo, e forse unico, campione noto fino ad oggi per questa area geografica.
Parole chiave
Cetacei, collezione museale, Firenze, Isole Andamane, Tursiops aduncus.
Morphological and historical notes on a specimen of Tursiops aduncus from the cetacean collection of Natural History Museum of Florence
Abstract
The systematic review of the cetacean collection in the Museum, allowed us to study a pair of delphinid mandibles (MZUF 3406) which was identified as Steno sp. The specimen was collected in 1889 on the Andaman Islands. The historical research began with the analysis of the information written on the specimen (mandible): the aboriginal name of specimen, the collector name (E.H. Man) that gave the specimen and the location where the find it. These information has allowed us to go back to the Man’s book, with report of researches into the language of the South Andaman Island of 1932 with specific reference to the aboriginal name of our specimen. The analysis of mandible shape and size and the number and size of teeth hallowed us to assign the specimen to the genus Tursiops. Further genetic analysis of a tooth, carried out in California (USA), confirmed the belonging at the species T. aduncus. The collected information about it, allow us to hypothesize that this is the first, and perhaps unique, specimen known till today for this geographic area.
Keywords
Cetacea, museum collection, Florence, Andaman Islands, Tursiops aduncus
p. 154 /Note morfologiche e storiche sul Tursiops aduncus della Collezione cetologica del Museo di Storia Naturale di Firenze.
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In una recente revisione della Collezione primatologica del Museo, sez. zoologica, è stato esaminato un esemplare di maschio adulto di Gorilla beringei. L’analisi morfologica e un’accurata analisi storica, condotta con l’ausilio di fonti letterarie e fotografiche, hanno permesso di identificarne la sottospecie: G. b. graueri (Matschie, 1914). Il gorilla, proveniente da un’area a ovest del lago Kivu (RDC), fu cacciato nel 1928 dall’esploratore Attilio Gatti. Fu poi donato nel 1932 all’allora Museo Nazionale di Etnologia e Antropologia di Firenze. Il Direttore Prof. Lidio Cipriani, con il quale Gatti aveva partecipato a una precedente spedizione in Africa, conservò cranio e scheletro e donò la pelle al Museo di Zoologia. Lo studio di questo individuo ha consentito il ritrovamento d’importanti fonti documentarie sui gorilla pubblicate su riviste e libri dell’epoca. Le dettagliate descrizioni e le immagini ivi contenute rappresentano uno dei primi esempi di divulgazione scientifica del 1900.
Parole chiave
Gorilla, Repubblica Democratica del Congo, collezione museale, Attilio Gatti, Lady Broughton.
Notes on a specimen of Eastern Lowland Gorilla, Gorilla beringei graueri (Matschie, 1914), housed in the Museum of Natural History, University of Florence.
Abstract
In a recent review of the primatological collection of the Museum (zoological section) an adult male of Gorilla beringei was examined. The morphological study and a detailed historical analysis, carried on the literary and photographic sources, allowed us to identify his subspecies: G. b. graueri (Matschie 1914). The gorilla was hunted in 1928 by the explorer Attilio Gatti in a western area of Lake Kivu (DRC). Later on, in 1932, he was donated to the National Museum of Ethnology and Anthropology of Florence. The Director Prof. Lidio Cipriani, who participated in a previous expedition in Africa with Attilio Gatti, preserved the skull and the skeleton and donated the skin to the Museum of Zoology. The study of this great ape led us to discovery interesting data and literary sources about the Genus Gorilla. These were published in magazines and books of the time and their detailed descriptions and images represent one of the first examples of popular science of the 20th century.
Keywords
Gorilla, Democratic Republic of Congo, Museum collection, Attilio Gatti, Lady Broughton.
p. 157 /Note su un esemplare di Gorilla di pianura orientale, Gorilla beringei graueri (Matschie, 1914) conservato al Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze
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Gli Autori hanno avviato uno studio della collezione naturalistica custodita presso il Distaccamento Forestale di Colle San Rizzo (Messina), finalizzato alla valorizzazione della collezione, soprattutto nella sua funzione didattica. Successivamente è stato effettuato il recupero conservativo dei reperti tassidermici al fine di assicurarne la conservazione e garantirne la fruizione. La collezione è così divenuta centro di attività di educazione ambientale e divulgazione scientifica quali mostre tematiche, laboratori didattici e seminari organizzati dal Centro Studi Faunistica dei Vertebrati in stretta sinergia con il Corpo Forestale della Regione Siciliana. Tali iniziative risultano indispensabili in un territorio dove la pratica del bracconaggio, se pur notevolmente ridotta rispetto al passato, non è stata ancora del tutto sradicata. L’educazione ambientale è infatti uno strumento fondamentale di formazione e sensibilizzazione per le nuove generazioni.
Parole chiave
valorizzazione, educazione ambientale, divulgazione scientifica, apprendimento, attività antibracconaggio.
The role of naturalistic collection of Forestry Detachment of Colle San Rizzo (Messina) in the dissemination of scientific culture.
Abstract
The authors undertook a study of the naturalistic collection kept at the Forestry Detachment of Colle San Rizzo (Messina), aimed at enhancing the value of the collection, especially in its educational function. Consequently the restoration and conservation of the taxidermic samples was carried out to ensure their preservation and to allow adequate fruition to the collection. The collection has thus become the center of environmental education activities and dissemination of scientific knowledge: thematic exhibitions, educational workshops and seminars organised by the Centro Studi Faunistica dei Vertebrati in close collaboration with the Forestry Corps of the Sicilian Region. These initiatives are essential in an area where the practice of poaching, though greatly reduced compared to the past, has not yet been completely eradicated. Environmental education is an essential instrument of training and awareness for the new generations.
Keywords
valorization, environmental education, scientific divulgation, learning, antipoaching activities.
p. 163 /Il ruolo della collezione naturalistica del Distaccamento Forestale di Colle San Rizzo (Messina) nella diffusione della cultura scientifica
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Il Museo di Scienze Planetarie di Prato ha effettuato una serie di analisi composizionali e tessiturali su un frammento ricavato da una meteorite metallica ritrovata presso il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo di Livorno e priva di denominazione. Il campione, rinvenuto in Cile nel 1800, fu donato da G.H. Slaghek-Fabbri all’Istituto Tecnico di Livorno. Una ricerca bibliografica ha fornito i risultati delle analisi distruttive effettuate in passato su un frammento della meteorite, ma non la localizzazione della massa maggiore. Il confronto tra le nuove analisi e i dati bibliografici ha permesso di classificare la meteorite come metallica del gruppo IIIAB e attribuirle la denominazione Slaghek’s Iron. Il campione del Museo di Scienze Planetarie e quello del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo rappresentano perciò il type specimen e la massa maggiore della meteorite. Un report con i nuovi dati analitici e catalografici è stato inviato alla Meteoritical Society.
Parole chiave
Meteoriti metalliche, type specimen, III AB, spettrometria di massa, Slaghek.
Tale of a rediscovered meteorite: the case of the meteorite Slaghek’s Iron.
Abstract
The Museo di Scienze Planetarie of Prato carried out compositional and textural analyses on a fragment of an unnamed iron meteorite found in the collections of the Museo di Storia Naturale del Mediterraneo of Livorno. The sample was recovered in Chile in the XIX century and donated by G.H. Slaghek-Fabbri to the Livorno Technical Institute. A bibliographic research provided the results of destructive analyses performed in the past on another fragment of the meteorite but not the location of the main mass. A comparison between new analyses and bibliographic data allowed us to classify the meteorite as a IIIAB iron meteorite and to assign it the name Slaghek’s Iron. The Museo di Scienze Planetarie and the Museo di Storia Naturale del Mediterraneo samples are, respectively, the type specimen and the main mass of the meteorite. A report with new analytical and catalographic data has been sent to the Meteoritical Society for the publication on the Meteoritical Bulletin.
Keywords
Iron meteorites, type specimen, IIIAB, mass spectrometry, Slaghek.
p. 166 /Storia di una meteorite ritrovata: il caso della meteorite metallica Slaghek’s Iron
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Nel 2003 ha avuto inizio il recupero delle collezioni del Museo Zoologico “Cambrìa”, restaurando parte dei reperti museali ed allestendo un’esposizione guidata all’interno del Museo di Storia delle Scienze MM. FF. e NN. dell’Università di Messina. Contestualmente sono stati avviati gli approfondimenti sulle singole collezioni, tra cui quella mammalogica. Sono stati attualmente catalogati e classificati 93 reperti, per un totale di 71 specie di mammiferi, principalmente europee, africane e sudamericane. Le nuove informazioni disponibili grazie a tale studio hanno permesso di valorizzare al meglio la collezione mammalogica in occasione di varie iniziative divulgative locali e nazionali e durante le attività didattiche, rivolte prevalentemente agli studenti universitari e alle scolaresche, attraverso percorsi tematici differenziati in base all’età e al pubblico volti a divulgare le problematiche connesse allo studio, salvaguardia e conservazione dei mammiferi.
Parole chiave
collezione storica, collezione mammalogica, museologia scientifica, didattica, educazione ambientale.
Study and valorisation of the mammalogical collection of the Zoological Museum “Cambrìa” in Messina.
Abstract
The recovery of the Zoological Museum “Cambria” began in 2003 by restoring part of the museum exhibits and setting up an exhibition tour inside the Museum of History of Mathematical, Physical and Natural Science in the University of Messina. At the same time, a number of follow-up studies were initiated on the single collections, including the mammalogical one. The new information available, as a consequence of this study, has increased the value of the mammalogical collection and has allowed a better fruition during various local and national outreach initiatives and for a variety of educational activities aimed at university students and schoolchildren. Issues are dealt differently according to age and type of audience, and they are aimed at enhancing the problems related to the study, preservation and conservation of mammals.
Keywords
historical collections, mammalogical collection, scientific museology, didactic, environmental education.
p. 169 /Attività di studio e valorizzazione della collezione di Mammiferi del Museo Zoologico "Cambrìa" di Messina
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Il nucleo principale della sezione naturalistica del Museo Civico di Fucecchio è costituito dalla collezione composta tra il 1876 e il 1923 da Adolfo Lensi (1855-1930), consistente in 299 esemplari, prevalentemente provenienti dal Padule di Fucecchio, e un contesto di fossili di mammiferi villafranchiani. Dal 2004 esposta nel museo, rappresenta il documento più completo della consistenza dell’avifauna dell’area umida, prima delle modifiche ambientali del XX secolo. Il Padule di Fucecchio costituisce, con i suoi 1800 ettari di estensione fra le province di Firenze e Pistoia, la più grande palude interna italiana e riveste un ruolo fondamentale nelle rotte migratorie fra la costa tirrenica e l’interno. Per la tutela delle emergenze naturalistiche, storiche ed ambientali del Padule di Fucecchio, nel 1996 le Province di Pistoia e Firenze hanno istituito due Riserve Naturali che complessivamente tutelano circa 230 ettari del bacino palustre.
Parole chiave
Toscana, Padule di Fucecchio, collezione, ornitologia, paleontologia.
The Lensi Nature Collection of the Municipal Museum of Fucecchio and the Protected area of the Fucecchio Marshland.
Abstract
The main nucleus of the Nature Section of the Municipal Museum of Fucecchio consists of the collection set up between 1876 and 1923 by Adolfo Lensi (1855-1930) including 299 ornithological specimen mainly coming from the Fucecchio Marshland and a fossil assemblage dating to the Villafranchian. The collection, since 2004 on display in the museum, is the most complete document of the fauna of Fucecchio Marshland before the environmental changes of the XX century. The Fucecchio Marshland with its extension of around 1800 hectares is the largest Italian inland marshland and plays a fundamental role in the migratory routes between the Tyrrhenian coast and the interior. For the protection of the natural, historical and environmental heritage of the Fucecchio Marshland in 1996 the Provinces of Florence and Pistoia instituted two natural reserves safeguarding about 230 hectares of marsh basin.
Keywords
Tuscany, Fucecchio Marshland, collection, ornithology, palaeontology.
p. 172 /La Collezione naturalistica Lensi del Museo Civico di Fucecchio e la Riserva Naturale del Padule di Fucecchio
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