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Sezione dedicata alle pubblicazioni riguardanti l'ANMS
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Giugno 2021 - Numero Speciale online

Ebooks

Volume: 2

Anno: 2021
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p. 1 /Volume intero

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Indice

p. 2 /Indice

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Presentazione dei curatori
Fausto Barbagli, Elisabetta Cioppi, Elisabetta Falchetti, Anna Maria Miglietta, Giovanni Pinna

p. 3 /Presentazione dei curatori

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MUMEC tra scienza e tecnologia nella comunicazione
Valentina Casi

Riassunto

Il MUMEC Museo dei Mezzi di Comunicazione è una realtà museale presente nel Comune di Arezzo da 15 anni. Suono, scrittura, immagine sono le tematiche principali presentate nei circa 500 m2 dell’esposizione nella sede di Palazzo Comunale, con un excursus storico-didattico particolarmente stimolante per gruppi scolastici di ogni età. Focus principale è la sempre più diffusa sensazione di scontatezza della presenza e del funzionamento dei nuovi mezzi di comunicazione.

Parole chiave
museo, comunicazione, media, tecnologia, 2020.

 
MUMEC, science and technology in communication

Abstract

The MUMEC Media and Communication’s Museum is in the historical Town Building of Arezzo, in the heart of the city center. Entering, we find us forehead into a trip in the history of the telecommunications. Precinema, cinema, sound’s reproduction, telegraphy, writing, calculation: from the beginnging to the modern technologies.

Keywords
museum, communications, media, technologies, 2020.

 

p. 8 /MUMEC tra scienza e tecnologia nella comunicazione

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Virtuale sì, virtuale no
Giovanni Antonio Cignoni

Riassunto

Da sempre l’informatica si occupa di riprodurre in forma di dati il mondo reale: renderlo astratto per maneggiarlo meglio. La realtà virtuale a cui tutti pensano, i visori 3D e cose simili, è certamente quella più capace di attirare l’attenzione del pubblico, ma è solo uno dei tanti risultati di un metodo vecchio quanto la disciplina. Con l’emergenza Covid molti si sono trovati a confrontarsi con diversi tipi di realtà virtuali, dalle stanze dove fare riunioni e lezioni, ai mondi di fantasia dei videogiochi usati per evadere dalla quarantena. L’esperienza obbligata ha reso tutti partecipi di ciò che gli informatici sanno bene: la virtualizzazione è un compromesso. Si fa per uno scopo e per quello c’è vantaggio, ma qualcos’altro viene sempre a mancare. Un esempio fra tanti: scuola e lavoro non sono solo apprendimento e produttività, molto della relazione fra persone, nel virtuale, si perde.
L’articolo propone alcune riflessioni sul tema attingendo alle esperienze di Progetto HMR nella realizzazione e nell’uso, didattico ed espositivo, di repliche – più o meno virtuali – di strumenti dell’informatica del passato.

Parole chiave
storia dell’informatica, realtà virtuale, esposizioni, didattica.

 
Virtual reality, yes & no

Abstract

Computer science has always been concerned with reproducing the real world in the form of data: making it abstract to handle it better. The virtual reality that everyone thinks of, VR headset stuff and so on, is certainly the one most capable of attracting the attention of the public, but it is only one of the many results of a method as old as the discipline. The Covid outbreak has made people face several kinds of virtual realities, from the rooms where meetings and lessons are held, to the fantasy worlds of video games used to escape from quarantine. The forced experience has made everyone aware of what computer scientists well know: virtualization is a compromise. It is done for a purpose and it is worth for that, but something else is missing. One example among many: school and work are not just learning and productivity, much of the relationships between people, in the virtual, is lost.
The article proposes some considerations on the topic by drawing on the experiences of the HMR Project in the building and usage, for exhibitions and education activities, of replicas – more or less virtual – of old computing devices.

Keywords
computing history, virtual reality, exhibitions, education.

 

p. 12 /Virtuale sì, virtuale no

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Per una conservazione sostenibile del patrimonio culturale dei musei scientifici
Elena Corradini, Andrea Gambarelli

Riassunto

Le attività per la conservazione del patrimonio culturale, che il Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.Lgs. 42/2004 e s.m.) definisce all’art. 29, possono contribuire a far diventare i musei agenti di sostenibilità che non è solo economica e ambientale ma anche sociale e culturale.
Per una corretta conservazione i musei devono valutare quali siano le migliori condizioni microclimatiche da mantenere nelle sale espositive o nei depositi, verificando attentamente le soluzioni più idonee in campo impiantistico e tecnologico, valutando i costi non solo sul piano economico, ma anche su quello energetico e ambientale.
Queste attività di conservazione che i musei esplicano, in particolare quelle di restauro che devono essere effettuate a fronte del degrado e del deterioramento degli esemplari museali, possono contribuire alla sostenibilità sociale e culturale del museo coinvolgendo il pubblico oltre agli studenti per un’attenta salvaguardia e tutela del patrimonio culturale che ne garantisca la trasmissibilità.

Parole chiave
musei zoologici, sostenibilità, conservazione, restauro, coinvolgimento.

 
For a sustainable conservation of the scientific museums cultural heritage

Abstract

The activities for the conservation of cultural heritage, which the Code of Cultural Heritage and Landscape (D.Lgs. 42/2004 and subsequent amendments) defines in art. 29, can contribute to making museums agents of sustainability, which is not only economic and environmental but also social and cultural.
In order to ensure proper conservation, museums need to assess the best microclimate conditions to be maintained in the exhibition halls or storage rooms, carefully verifying the most suitable solutions in terms of plant and technology, and assessing sustainability not only from an economic point of view, but also in terms of energy and the environment.
These conservation activities carried out by museums, in particular the restoration activities that must be carried out in the face of deterioration of museum specimens, can contribute to the social and cultural sustainability of the museum by involving the public as well as students in the careful safeguarding and protection of cultural heritage that guarantees its transmissibility.

Keywords
zoological museums, sustainability, conservation, restoration, engagement.

 

p. 17 /Per una conservazione sostenibile del patrimonio culturale dei musei scientifici

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Un nuovo approccio per la trasformazione digitale delle collezioni naturalistiche: il progetto MUSE-coMwork
Maria Chiara Deflorian, Valeria Losito, Stefania Vecchio

Riassunto

L’adozione di uno strumento performante e al contempo accessibile, che combini le esigenze di documentazione dei beni culturali più classici alle specificità della ricerca scientifica, è un aspetto cruciale nella gestione delle collezioni naturalistiche. Raccogliendo questa sfida, MUSE e coMwork hanno deciso di intraprendere una collaborazione per la realizzazione di un innovativo software gestionale (Museum coMwork) partendo dal punto di vista dei potenziali utenti dell’applicazione. Grazie al progetto in corso dal 2019, il sistema Museum è stato implementato con la scheda di catalogo per i beni naturalistici, aderente agli standard nazionali e integrata con numerose soluzioni tecniche che rendono la documentazione dei reperti più semplice e corretta. Le funzioni in corso di sviluppo nel 2021 (ricerca avanzata, georeferenziazione, portale online, esportazione dati in diversi formati) renderanno Museum un ricco ecosistema che consente all’utente di catalogare, gestire, promuovere e condividere il proprio patrimonio in modo ampio, completo e innovativo.

Parole chiave
catalogazione, digitalizzazione, Collections Management System, accessibilità, mobilizzazione dei dati.

 
A new approach for the digital transformation of natural history collections: the MUSE-coMwork project

Abstract

The implementation of a high-performance but nevertheless accessibile instrumentable to combine the necessity of cataloguing the most classical cultural heritage with the specificity of scientific research is a crucial aspect of Natural History Collections management. Accepting this challenge, MUSE and coMwork have decided to undertake a collaboration in order to create an innovative management software which takes inspiration from the point of view of its potential users. Thanks to the project on going since 2019, the “Museum” system has been implemented with the data sheet model used for cataloguing natural heritage, in compliance with national standards and integrated with numerous technical solutions that make objects documentation more accurate and simpler. The functions that are being developed in 2021 (advanced search, georeferencing, web portal, data download in various formats) will make “Museum” a rich eco system that enables the user to organize, manage, promote and share his heritage in a broad, comprehensive and innovative way.

Keywords
cataloguing, digitiazion, Collections Management System, accessibility, data mobilization.

 

p. 24 /Un nuovo approccio per la trasformazione digitale delle collezioni naturalistiche: il progetto MUSE-coMwork

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Il fondo librario “Enrico Coturri” del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica: acquisizione e valorizzazione
Laura Faustini, Riccardo Gattai, Stefania Lotti

Riassunto

Il Museo della Fondazione Scienza e Tecnica, in cui è conservato il patrimonio librario dell’antico Istituto Tecnico Toscano, fondato a Firenze nel 1850, si è recentemente arricchito della biblioteca del prof. Enrico Coturri (1914- 1999), medico, chirurgo e docente di Storia della Medicina dell’Ateneo fiorentino dal 1973 al 1984. Acquisito in comodato decennale dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, il fondo è costituito da circa 2500 volumi e arricchisce le collezioni della Biblioteca della Fondazione di una documentazione straordinaria, collezionata da uno specialista, dedicata alla storia della medicina. La parte numericamente più consistente è composta da pubblicazioni del XX secolo, tra cui sono di particolare interesse i volumi di atti di congressi perché, generalmente, di difficile reperibilità. La serie delle edizioni più antiche annovera autori fondamentali della cultura e del sapere medico-naturalistico occidentale, in edizioni rare e pregiate. Il fondo sarà presto reso fruibile al grande pubblico, grazie a una campagna di catalogazione che inserirà le opere nelle reti informatiche del Sistema Documentario Integrato dell’Area Fiorentina (SDIAF) e del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN). Con grande attenzione rivolta ai canali online, il Museo porterà a conoscenza degli studiosi l’esistenza di questa
risorsa rilevante per la ricerca storico-medica.

Parole chiave
Enrico Coturri, Fondazione Scienza e Tecnica, storia della medicina, Firenze.

 
The book collection “Enrico Coturri” in the Museum of the Fondazione Scienza e Tecnica of Florence: acquisition and enhancement

Abstract

The Museum of the Fondazione Scienza e Tecnica preserves the book heritage, which originates from the Istituto Tecnico Toscano. The Institute was founded in Florence in 1850. Recently it enriched by incoming of the library of Prof. Coturri. Enrico Coturri (1914- 1999) was a surgeon and professor of history of medicine at the University of Florence from 1973 to 1984. This library, property of the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, is acquired on a ten-year loan. The fund is composed of 2500 volumes, an extraordinary documentation, collected by a specialist, dedicated to the History of Medicine. 20th century publications are the numerically most consistent part, among which the volumes of Conference proceedings, generally rare to find, are of particular interest. The oldest books, published in rare and precious editions, include fundamental authors of Western culture and medical-naturalistic knowledge. Thanks to an important cataloguing effort, volumes will be inserted into the computer networks of the Sistema Documentario Integrato dell’Area Fiorentina (SDIAF) and the Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) and so the Fund will be made available to the public, as soon as possible. Through the use of online channels, the Museum will inform scholars of the existence of this relevant resource for historical-medical research.

Keywords
Enrico Coturri, Fondazione Scienza e Tecnica, history of medicine, Florence.

 

p. 30 /Il fondo librario “Enrico Coturri” del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica: acquisizione e valorizzazione

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Elements of preventive conservation at the Fondazione Scienza e Tecnica of Florence in the H2020 APACHE project
David Chelazzi, Anna Giatti, Antonio Mirabile

Riassunto

Preventive conservation is recognized today as a series of fundamental measures which can be taken to contain the elements of degradation that afflict cultural heritage. The European project APACHE (Active & intelligent PAckaging materials and display cases as a tool for preventive conservation of Cultural HEritage) aims to develop innovative and affordable preventive conservation solutions for cultural heritage preserved in museums, collections, archives and libraries, both within the exhibition spaces and storage areas. Indeed, one of the project’s goals is the development of novel sensors for microenvironmental monitoring as well as solutions for re-establishing equilibrium in these environments in case of need. Another project goal is the creation of an application to support decision making and interventions by personnel tasked with collection conservation. In all projects, APACHE is addressing a range of conservation parameters including temperature, humidity, and VOCs and pollutants that derive from the environment, packaging and objects themselves. The APACHE partners include the Fondazione Scienza e Tecnica of Florence (FST) with holdings composed primarily of nineteenth-century collections of scientific and technological interest. This paper illustrates the FST’s participation in the APACHE project, in particular the case studies they contribute to the research projects. The case studies monitor a variety of objects and packaging with respect to temperature, relative humidity and pollutants.

Parole chiave
preventive conservation, EU Project APACHE, Fondazione Scienza e Tecnica.

 
Elementi di conservazione preventiva alla Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze nel progetto H2020 APACHE

Abstract

La conservazione preventiva è oggi riconosciuta come un insieme di fondamentali misure per contenere i meccanismi di degrado che affliggono il patrimonio culturale. Il progetto europeo APACHE (Active & intelligent PAckaging materials and display cases as a tool for preventive conservation of Cultural HEritage) ha come obiettivo quello di mettere a punto soluzioni di conservazione preventiva innovative per i beni culturali conservati in musei, collezioni, archivi e biblioteche, all’interno sia delle aree espositive che di deposito. È programmata infatti la realizzazione di sensori innovativi ed economici per il monitoraggio microambientale e di materiali per riequilibrare questi ambienti in caso di necessità. Un altro obiettivo è la realizzazione di un applicativo per supportare gli interventi di chi si trova a operare per la conservazione delle collezioni. I parametri sopra i quali APACHE lavora sono sia quelli di temperatura e umidità, sia quelli relativi ai VOC e agli inquinanti provenienti dall’ambiente, dai contenitori o dagli oggetti stessi.
Fra i partner è presente la Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze che conserva collezioni, prevalentemente ottocentesche, di interesse scientifico e tecnologico. Verranno qui illustrate le attività portate avanti dalla FST nell’ambito di APACHE e in particolare i casi di studio selezionati sui quali è in corso una attività di monitoraggio rispetto a temperatura, umidità relativa e inquinanti.

Keywords
conservazione preventiva, progetto europeo APACHE, Fondazione Scienza e Tecnica.

 

p. 35 /Elements of preventive conservation at the Fondazione Scienza e Tecnica of Florence in the H2020 APACHE project

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Virtual tour e fotogrammetria 3D applicati al Museo universitario di Paleontologia e Preistoria P. Leonardi
Letizia Scatà, Marco Bertolini, Ursula Thun Hohenstein

Riassunto

Le tecnologie digitali e le soluzioni di realtà virtuale (VR) possono essere una risorsa preziosa all’interno dei musei, per creare contenuti divulgativi ed educativi. Il presente articolo descrive la metodologia utilizzata per la creazione di una mostra virtuale nel contesto del Museo universitario di Paleontologia e Preistoria Piero Leonardi (Ferrara), un’istituzione che è attualmente chiusa al pubblico per cause di forza maggiore. Una combinazione di strumenti di realtà virtuale, fotogrammetria 3D, HTML e JavaScript di base ha permesso la costruzione di una mostra virtuale immersiva, interattiva e realistica, ottenendo così un modo per garantire l’accesso a siti culturali danneggiati a tutti i potenziali visitatori in una forma alternativa. Il progetto è stato portato avanti sfruttando tecnologie a basso costo, ma al tempo stesso coinvolgenti, rendendolo potenzialmente riproducibile in numerose realtà museali che devono conciliare nuove forme di comunicazione con un budget ridotto.

Parole chiave
musei virtuali, percorsi educativi, paleontologia, fotogrammetria, 3D modeling.

 
Virtual tour and 3d photogrammetry applied to the P. Leonardi university Museum of Palaeontology and Prehistory

Abstract

Digital technologies and virtual reality (VR) solutions can be a precious resource in the context of museum exhibitions, for divulgation and educational purposes. This paper presents the methodology used for the creation of a virtual exhibit in the setting of the Piero Leonardi University Museum of Palaeontology and Prehistory (Ferrara, Italy), an institution that is currently closed to the public due to force majeure. A combination of Virtual Reality tools, 3D photogrammetry and a basic knowledge of programming language was used to achieve an immersive, interactive and realistic virtual exhibit, promoting a way for damaged and inaccessible cultural sites to reach out to their perspective visitors and community with an eye to the budget, which facilitates future applications of the same methodology in the context of other small museums.

Keywords
virtual museums, educational exhibit, palaeontology, photogrammetry, 3D modeling.

 

p. 39 /Virtual tour e fotogrammetria 3D applicati al Museo universitario di Paleontologia e Preistoria P. Leonardi

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Geology in the inventories of the Museum of Natural History of Florence
Stefano Dominici, Luca Bellucci, Elisabetta Cioppi, Luciana Fantoni, Vanni Moggi Cecchi

Riassunto

Selected inventories and catalogues hosted at the Museum of Natural History of the University of Florence are here presented to illustrate the changes in perspective over the natural world and Earth’s history as seen from museum curators during the passage from late Renaissance to early Modern Age and through to the birth of modern geology, from eighteenth to nineteenth century. This study deals with the following documents: 1) the list of minerals and fossils brought by Nicolaus Steno from Pisa to Florence in 1672, to start a new museum for Grand Duke Cosimo III, of the Medici dynasty, 2) the first inventory of the museum inaugurated in 1775 by Peter Leopold of Lorraine, written in 1793, 3) a list of mineralogical specimens sent from Deodat de Dolomieu to the museum director Felice Fontana, around 1789, and 4) a page on new acquisitions of fossils registered in 1813 by the curator Filippo Nesti, first professor of geology in Florence.

Parole chiave
early Modern Age, Medicean collections, history of geology, museum catalogues, inventories.

 
Geologia negli inventari del Museo di Storia Naturale di Firenze

Abstract

Alcuni inventari e cataloghi del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze rispecchiano i cambiamenti di prospettiva sul mondo naturale e sulla storia della Terra propri dei curatori museali durante il passaggio tra la fine del Rinascimento e l’inizio dell’età moderna, fino alla nascita della geologia moderna, tra Diciottesimo e Diciannovesimo secolo. Questo studio tratta i seguenti documenti: 1) la lista di minerali e fossili portati da Niccolò Stenone da Pisa a Firenze nel 1672, per principiare un nuovo museo per il Granduca Cosimo III de’ Medici; 2) il primo inventario del museo inaugurato nel 1775 da Pietro Leopoldo di Lorena, scritto nel 1793; 3) una lista di campioni mineralogici mandati da Deodat de Dolomieu al direttore del museo Felice Fontana, intorno al 1789; 4) una pagina relativa a nuove acquisizioni di fossili registrate in ingresso nel 1813 dal curatore Filippo Nesti, primo professore di Geologia a Firenze.

Keywords
prima età moderna, collezioni medicee, storia della geologia, cataloghi museali, inventari.

 

p. 46 /Geology in the inventories of the Museum of Natural History of Florence

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L’impianto del giardino settecentesco dell’Orto Botanico dell’Università di Palermo. Analisi e strategie di conservazione
Natale Surano

Riassunto

In seguito a una analisi della componente floristica dei settori dell’Orto Botanico di Palermo, l’Autore ripercorre i criteri di impianto e lo sviluppo del cosiddetto sistema di Linneo, impiantato a partire dal 1789 dal botanico nonché frate francescano Bernardino da Ucria secondo il sistema di classificazione descritto dal famoso naturalista svedese. Al termine del censimento della florula, è stata verificata la corrispondenza tra il metodo descritto da Linneo in “Species Plantarum” e quello applicato nell’impianto presente nell’Orto palermitano che è risultato conforme nell’80% dei casi sebbene, rispetto all’impianto originario, oggi sussistano solo il 25% dei taxa presenti in origine. Ulteriori indagini consentiranno di predisporre un piano di conservazione e di reintegro in linea coi criteri che hanno guidato l’impianto originario.

Parole chiave
orto botanico, flora, Linneo, sistema sessuale.

 
The XVIII century section in Palermo University Botanical Garden. Analysis and conservation strategies

Abstract

Based on their analysis of the floristic component of Palermo Botanical Garden, the author traces the planting criteria and the development of the so-called Linnaeus System, introduced in 1789 by the Franciscan botanist Bernardino da Ucria, who applied the classification system described by the Swedish naturalist. Upon completion of the florale census, the correspondence between the method illustrated by Linnaeus in his “Species Plantarum” and the one used for Palermo’s Botanical Garden has been verified. Specifically, the two systems are shown as matching in 80% of cases, although only 25% of the taxa remain. Further investigations will enable the preparation of a conservation and reintegration plan in line with the criteria used in the original layout.

Keywords
botanical garden, flora, Linneaus, plant sex.

 

p. 56 /L’impianto del giardino settecentesco dell’Orto Botanico dell’Università di Palermo. Analisi e strategie di conservazione

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Changing our world. Orti e musei dell’Università di Perugia verso il Congresso ANMS 2021: bilanci e prospettive
Cristina Galassi

Riassunto

Il contributo intende evidenziare il ruolo svolto negli anni dal 2014 al 2020 dal Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (CAMS) dell’Università degli Studi di Perugia nell’azione di recupero, restauro, conservazione, esposizione e valorizzazione delle raccolte scientifiche di proprietà dell’Ateneo anche in vista della creazione di una cittadinanza attiva, sensibile, scientifica, partecipe e propositiva nel “Changing our world”, cioè nel percorso verso la sostenibilità che l’Agenda 2030 indica come non più differibile.

Parole chiave
patrimonio culturale, comunicazione, coinvolgimento del pubblico, diversità, narrazione.

 
Changing our world. Gardens and Museums of the University of Perugia towards the ANMS 2021 Congress: budgets and prospects

Abstract

The contribution intends to highlight the role played in the years from 2014 to 2020 by the University Center for Scientific Museums (CAMS) of the University of Perugia in the recovery, restoration, conservation, display and enhancement of the scientific collections owned by the University also in view of the creation of an active, sensitive, scientific, participatory and proactive citizenship in the “Changing our world”, that is, in the path towards sustainability that the 2030 Agenda indicates as no longer postponable.

Keywords
cultural heritage, communication, public engagement, diversity, storytelling.

 

p. 60 /Changing our world. Orti e musei dell’Università di Perugia verso il Congresso ANMS 2021: bilanci e prospettive

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Two preambles to a new role of scientific museums in society. UN Transforming our world. The 2030 Agenda for Sustainable Development
Vincenzo Vomero

Riassunto

The role and importance of scientific museums are well-known, but only staff members do really know that, while very few people are aware of this. Now is the time to create an incisive cultural strategy able to increase awareness and to inform politicians, public administrations, all stakeholders and, above all, the public that our museums, are unique and irreplaceable structures able to help guide national economic, social, health and cultural policies towards a different lifestyle aimed at real sustainability. Our communication must reach the nerve centres of society and the whole nation. It is necessary that we move out of our workplaces and speak with strong, incisive, professional words, useful to society and easily understood by all. Scientific museums will increasingly have to assume the responsibility of helping human beings in the Anthropocene to become conscious of their limitless power and, finally, to transform this awareness into accountability. Here I try to begin a line of reasoning to lay the foundations for a road map, aimed at a full inclusion of our scientific museums into society and into all issues related to the future of humanity and the planet. The goals of the 2030 Agenda perfectly match the work, philosophy, goals, tasks and activities that express the reason of our scientific museums. For ten goals of the Agenda, are extracted key words and concepts that are definitely priorities for us, all absolutely in line with our activities. These are 10 strong points on which scientific museums already do quite a bit and can do more and better, 10 strong points to be at the forefront for society. If we figure out how to get involved and do our part for all these goals, we will be able to perform a truly epochal action and strongly contribute to the realization of all the remaining goals.

Parole chiave
scientific museums, society, UN Agenda 2030 goals.

 
Due preamboli per un nuovo ruolo sociale dei musei scientifici.

Abstract

È noto lo scopo e l’importanza dei musei scientifici, istituzioni dedicate alla conservazione, alla ricerca e alla comunicazione, ma questo purtroppo è noto prevalentemente a noi addetti ai lavori mentre pochissime persone ne sono consapevoli. Questo è il momento adatto per creare una strategia culturale incisiva in grado di aumentare la consapevolezza generale e di informare politici, pubbliche amministrazioni, i nostri stakeholder e, soprattutto, i nostri pubblici – tutti – che i nostri musei sono strutture uniche e insostituibili in grado di interpretare lo stato dell’ambiente, di includere e di contribuire a indirizzare le politiche economiche, sociali, sanitarie e culturali nazionali verso uno stile di vita diverso rivolto a una reale sostenibilità. La nostra comunicazione deve raggiungere i centri nevralgici della società, comuni, province, regioni, governi, scuole, università, pubblico – in breve, dell’intera nazione. È necessario uscire all’aperto e parlare con parole forti, incisive, professionali, utili alla società e facilmente comprensibili da tutti. I musei scientifici devono sempre più assumersi la responsabilità di aiutare gli esseri umani nell’Antropocene a prendere coscienza del loro potere illimitato e a trasformare questa consapevolezza in responsabilità. Mi piace qui iniziare un ragionamento per gettare le basi di una road map, volta alla piena inclusione dei nostri musei scientifici nella società e in tutte le questioni legate al futuro dell’umanità e del Pianeta. Gli obiettivi dell’Agenda 2030 si sposano perfettamente con il lavoro, la filosofia, gli obiettivi, i compiti e le attività che esprimono il motivo dell’esistenza dei nostri musei scientifici. Per dieci obiettivi dell’Agenda sono stati estratti parole chiave e concetti che sono sicuramente prioritari per noi, tutti assolutamente in linea con le nostre attività. Sono dieci punti di forza su cui i musei scientifici già lavorano molto e possono fare di più e meglio, dieci punti di forza per essere all’avanguardia per la società. Se saremo in grado di fare la nostra parte su questi primi dieci punti prioritari, avremo realizzato una azione epocale e avremo contributo alla realizzazione dei rimanenti obiettivi.

Keywords
musei scientifici, società, obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

 

p. 70 /Two preambles to a new role of scientific museums in society. UN Transforming our world. The 2030 Agenda for Sustainable Development

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“Archeologia Bene Comune - ABC”: una rete di musei toscani per la valorizzazione della preistoria
Chiara De Marco, Maria Teresa Cuda, Fabio Martini, Giovanna Pizziolo, Lucia Sarti, Nicoletta Volante

Riassunto

Il testo si propone di illustrare gli intenti, la metodologia operativa e le attività in atto all’interno di un progetto di valorizzazione dell’archeologia preistorica toscana, che vede la partecipazione del Museo per la Preistoria del Monte Cetona, del Museo Fiorentino di Preistoria, con la collaborazione del Museolab di Grosseto e delle collezioni preistoriche del Sistema Museale dell’Università di Siena (SIMUS). Il progetto costituisce il tema di un assegno di ricerca biennale dell’Università di Siena, istituito sui bandi della Regione Toscana 2019/20 (fondi regionali FSE) e ha l’obiettivo di consolidare una rete tra enti museali decentrati e ispirati a tematismi analoghi, con una forte valenza territoriale.

Parole chiave
preistoria, valorizzazione, inclusività, rete museale, elementi multimediali.

 
“Archeologia Bene Comune - ABC”: a network of tuscan museums for the valorization of prehistory

Abstract

The present contribution aims to illustrate the objectives, operational methodology and ongoing activities within a project for the valorization of Tuscan prehistoric archaeology, which sees the participation of the Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona, Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria and in collaboration with the Museolab of Grosseto and the Prehistoric Collections of the “Sistema Museale Universitario Senese” (SIMUS). The project constitutes the subject of a two-year research grant set up by Siena University through the 2019/20 Tuscan Region call for proposals (regional FSE funds) and focused on consolidating a network between decentralized museum bodies inspired by similar themes, with a strong territorial value.

Keywords
prehistory, valorization, inclusiveness, museum network, multimedia elements.

 

p. 75 /“Archeologia Bene Comune - ABC”: una rete di musei toscani per la valorizzazione della preistoria

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“PaleoFest. Il Festival della Preistoria” del Museo Paleontologico di Montevarchi. Potenzialità e sviluppi
Elena Facchino

Riassunto

Dal 2017 il Museo Paleontologico dell’Accademia Valdarnese del Poggio di Montevarchi organizza il “PaleoFest. Il Festival della Preistoria”, con lo scopo di richiamare l’attenzione sul Valdarno Superiore come bacino fossilifero di straordinaria importanza anche a livello internazionale e l’intento di avvicinare pubblici diversi grazie all’uso di un format capace di mettere in gioco linguaggi diversificati e trasversali. Negli anni il festival si è accresciuto di collaborazioni, arricchito nei programmi, richiamando l’attenzione di un crescente numero di persone. La pandemia del 2020 ha obbligato a una revisione dei linguaggi e del programma, diventando una occasione di innovazione e crescita, in termini soprattutto di accessibilità.

Parole chiave
audience development, comunicazione, pubblici, accessibilità.

 
“PaleoFest. Il Festival della Preistoria” by the Paleontological Museum of Montevarchi. Potential and developments

Abstract

Since 2017 the Paleontological Museum of the Accademia Valdarnese del Poggio of Montevarchi has organized the “PaleoFest. Il Festival della Preistoria” to draw attention to the Valdarno Superiore as a fossiliferous basin of extraordinary importance, also on an international level, and to introduce different audiences thanks to the use of a format capable of using divers and transversal languages. In the years, the festival has grown in its partnerships, expanded its programs, attracting the attention of an increasing number of people. The pandemic of 2020 has forced a revision of the languages and the programs, becoming an occasion of innovation and growth, especially in regards to accessibility.

Keywords
audience development, communication, audiences, accessibility.

 

p. 84 /“PaleoFest. Il Festival della Preistoria” del Museo Paleontologico di Montevarchi. Potenzialità e sviluppi

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L’ineludibile sfida dell’Antropocene per i musei
Massimo Bernardi

Riassunto

Il concetto di Antropocene è un potente nucleo aggregatore per molte tematiche di cui i musei scientifici si occupano da sempre. Il carattere multisfaccettato e la complessità verso la quale si sta evolvendo questo concetto – principalmente tra le “humanities” – lancia tuttavia una nuova sfida. Come interpretare, elaborare, proporre e tradurre in azione quello che si sta proponendo come un nuovo paradigma della contemporaneità, una piattaforma di urgente dibattito sul punto critico ecosistemico e culturale in cui ci troviamo? I musei scientifici si collocano nella più opportuna posizione per contribuire fattivamente a colmare il divario tra teoria e pratica, illuminando la strada del cambiamento. Per essere efficaci, tuttavia, dovranno essere sempre più consapevoli del loro ruolo politico, ed essere pronti ad affermarlo più di quanto sia comunemente d’uso. Se l’impegno rispetto all’Agenda 2030 onora il compito istituzionale dei musei, la proposta di dibattito critico sui temi dell’Antropocene si propone come la principale sfida posta oggi ai musei per assolvere al loro ruolo sociale.

Parole chiave
museologia, museografia, gestione, complessità, etica, politica.

 
The inescapable challange of the Anthropocene for museums

Abstract

The concept of the Anthropocene is a powerful condensation nucleus for many themes that science museums have always tackled. However, the multifaceted character and the complexity of the concept poses a challenge to these institutions. How to interpret, elaborate, propose and translate into action this new paradigm, this new platform for urgent debate on the critical ecosystemic and cultural tipping point we are experiencing? Science museums are best placed to contribute effectively to bridging the gap between theory and practice, illuminating the path of change. To be effective, however, they need to be increasingly aware of their political role, and be prepared to assert it more than is customary in our practices. If the commitment to the 2030 Agenda honours the institutional task of museums, the proposal for critical debate on Anthropocene issues stands out as the main challenge for museums today to fulfil their social role.

Keywords
museology, museography, management, complexity, ethics, politics.

 

p. 88 /L’ineludibile sfida dell’Antropocene per i musei

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La cura dei cinque sensi nell’antica Roma
Ruggero D’Anastasio, Antonietta Di Fabrizio, Assunta Paolucci, Alessia Fazio, Maria Del Cimmuto, Jacopo Cilli, Luigi Capasso

Riassunto

Ercolano è una città romana che, con altre fiorenti città poste ai piedi del Vesuvio (Pompei, Oplontis, Stabia), fu completamente distrutta dall’eruzione del 79 d.C. Le antiche rovine di Ercolano furono occasionalmente scoperte nel XVIII secolo e, da allora, furono condotti scavi archeologici. Gli scavi effettuati nel 1982, nell’area corrispondente all’antico litorale di Ercolano, portarono alla luce non solo i resti di circa 250 vittime dell’eruzione, ma anche resti di cibo carbonizzato e diversi strumenti medici e chirurgici in bronzo e ferro. Attraverso un approccio interdisciplinare, con lo studio dei resti biologici e archeologici e delle fonti letterarie, si possono ottenere preziose informazioni sulle patologie del cavo orale, degli occhi, delle mani e di altri organi correlati al sistema sensoriale, sulle terapie e cure mediche, sull’accessibilità all’assistenza sanitaria. La collaborazione di discipline umanistiche e scientifiche permette di ricostruire un quadro più chiaro sulle malattie del passato e sulle pratiche mediche antiche e, più in generale, sugli usi e gli stili di vita dell’antico popolo romano.

Parole chiave
antichità, medicina, paleopatologia, Roma.

 
The five senses care in ancient Rome

Abstract

Herculaneum is a Roman city that, with other flourishing cities located at the foot of Vesuvius (Pompeii, Oplontis, Stabia), was completely destroyed by the eruption of 79 AD. The ancient ruins of Herculaneum were casually discovered in the 18th century and, since then, archaeological excavations have been conducted. The excavations carried out in 1982, in the area corresponding to the ancient coast of Herculaneum, brought to light not only the remains of about 250 victims of the eruption, but also the remains of burned food and various bronze and iron medical and surgical instruments. Through an interdisciplinary approach, by the study of biological and archaeological remains and literary sources, it is possible to obtain valuable information on pathologies of the oral cavity, eyes, hands and other organs related to the sensory system, on therapies and medical treatments, and on the accessibility to health care. The collaboration of humanistic and scientific disciplines allows us to reconstruct a clearer picture on the diseases of the past, on ancient medical practices and, more generally, on the habits and lifestyles of the ancient Roman people.

Keywords
antiquity, medicine, paleopathology, Rome.

 

p. 96 /La cura dei cinque sensi nell’antica Roma

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Antropologia Integrata: approcci innovativi per lo studio delle collezioni al Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze
Giulia Dionisio, Tommaso Mori, Francesca Bigoni, Jacopo Moggi Cecchi

Riassunto

Il progetto ANTINT - Antropologia Integrata è un progetto di ricerca biennale, iniziato nel 2020, che vede come protagonisti due giovani ricercatori e che si svolge nell’ambito di una stretta collaborazione fra il Museo di Antropologia e Etnologia e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze. Lo studio prevede innovativi interventi di ricerca integrata sulle collezioni antropologiche ed etnologiche del Museo. Questa impostazione sperimentale nasce dall’esigenza di superare le barriere disciplinari che fanno procedere, nella consuetudine delle pratiche di ricerca, gli studi di etnologia e antropologia culturale e quelli dell’antropologia fisica su traiettorie distanti e separate. Il dialogo interdisciplinare è fondamentale per raggiungere ambiti di ricerca più allargati. Il Museo di Antropologia e Etnologia costituisce l’ambiente ideale per sviluppare nuove strategie di indagine sulle collezioni, confrontando i reperti catalogati come “etnologici” con quelli “antropologici”. Questa attività è, inoltre, particolarmente fruttuosa nel caso in cui le due tipologie di reperti provengano dallo stesso contesto di raccolta, situazione spesso concretizzata nel nostro patrimonio. Tradizionalmente la ricerca su queste due tipologie di reperti è stata svolta in Museo con criteri e metodologie separate, ma riteniamo che il confronto delle informazioni storiche e dei dati raccolti oggi, sviluppati e poi messi in relazione da giovani ricercatori con background diverso e competenze approfondite e complementari, possa portare alla luce aspetti inediti e significativi.
Gli obiettivi della ricerca puntano alla produzione di innovativi contenuti culturali con ricadute positive su attività di ricerca, catalogazione, conservazione e comunicazione con il pubblico del Museo. Sono qui presentati i primi risultati conseguiti nell’ambito della ricerca e della divulgazione, un lavoro che è stato svolto intensamente anche durante il periodo di lock down dovuto alla pandemia, e che descrive le azioni sviluppate in riferimento alla collezione delle maschere facciali e ai reperti delle culture precolombiane del Perù. Il progetto è finanziato dalla Regione Toscana ed è sviluppato dal Museo di Storia Naturale e dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, grazie anche al supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e della Società Cooperativa “Opera d’Arte”.

Parole chiave
museologia, maschere facciali in gesso, culture precolombiane del Perù, contenuti culturali innovativi.

 
Integrated Anthropology: innovative approaches for the study of the collections in the Anthropology and Ethnology Museum of Florence

Abstract

ANTINT (Anthropology Integrated) is a research project which started in 2020 and was funded for two years. Two young postdoctoral researchers are currently working in collaborative projects involving both the Museum of Anthropology and Ethnology and the Biology Department of the University of Florence. The goal of this project is to study the anthropological collection from a perspective which integrates and joins cultural and physical anthropology. This integrated perspective arises from the need to overcome the disciplinary barriers that often lead cultural and biological anthropology onto distant and separate trajectories. Interdisciplinary  dialogue is fundamental to deepen all aspects of anthropological research. The Museum of Anthropology and Ethnology is the ideal environment for developing new integrated research strategies in which research on collections connect as the “ethnological” collection dialogue with “physical anthropology” collections. This dialogue is particularly fruitful when objects from the supposed two types of collections come from the same geographical and temporal context, a situation often reflected in our Museum. Traditionally, the research on these two types of collections was carried out in museums with separate criteria and methodologies. However, we believe that the comparison of historical information and data collected today, developed and then put into dialogue by young researchers with different backgrounds and complementary skills, can shed new light and provide significant results. The research objectives are aimed at the production of innovative cultural contents with positive effects on research, cataloging, conservation, and communication with the museum’s public. Here, we present the first results achieved in the field of research and dissemination, a work that was carried out intensively even during the lockdown period due to the pandemic, and which describes the ongoing research on the plaster face masks collection and the pre-Columbian populations from Perù. The project is funded by the Region of Tuscany and it is developed by the Natural History Museum and the Department of Biology of the University of Florence, thanks also to the support of the Cassa di Risparmio di Firenze Foundation and the “Opera d’Arte” Cooperative Society.

Keywords
museology, plaster face masks, Peruvian pre-Columbian cultures, innovative cultural contents.

 

p. 104 /Antropologia Integrata: approcci innovativi per lo studio delle collezioni al Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze

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Il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria per la ricerca scientifica e la valorizzazione del patrimonio
Fabio Martini, Domenico Lo Vetro

Riassunto

Gli Autori presentano alcune attività del Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria (MIFiP), che ha tra i suoi obiettivi istituzionali la valorizzazione della Preistoria. Il Museo promuove la ricerca in importanti siti archeologici italiani e africani e valorizza il proprio archivio “Paolo Graziosi” e i laboratori strumentali. Altri progetti scientifici riguardano lo studio delle produzioni e la cultura visuale. Altri obiettivi strategici sono l’archeologia sociale, la formazione di giovani archeologi e l’editoria divulgativa e specializzata.

Parole chiave
Preistoria, ricerca archeologica, progetti scientifici.

 
The Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria for the scientific research and the heritage promotion

Abstract

The Authors present the activities of the Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria (MIFiP) in Florence, related to some research projects of Prehistoric archaeology. The MIFiP has amog its institutional objectives, aimed at ambancement of Prehistory, to the widest possible knowing of some important sites in Italy and in Africa, its Archive “Paolo Graziosi” and its laboratories. Some actions are related to the study of productuions and visual culture. Public archaeology, activities aimed at new generations of archaeologist and educational and specialized publishing are strategic objective.

Keywords
Prehistory, archaeological research, scientific projects.

 

p. 110 /Il Museo e Istituto Fiorentino di Preistoria per la ricerca scientifica e la valorizzazione del patrimonio

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Museo di Storia Naturale del Mediterraneo anno 2020: una nuova identità
Antonio Borzatti de Loewenstern, Ambra Fiorini, Marco Leone, Barbara Raimondi, Emanuela Silvi, Valeria Venuti

Riassunto

Le azioni di limitazione della mobilità individuale decise dal Governo per il contenimento della pandemia da Covid-19 hanno portato il Museo a pensare e sviluppare nuovi canali e prodotti comunicativi che ne hanno ridisegnato una nuova identità. Nell’ottica di mantenere un dialogo con la differente tipologia di utenza, il Museo ha rivisto la propria strategia comunicativa realizzando schede e video didattici per bambini e rubriche di carattere scientifico, così da rendere l’esposizione museale fruibile attraverso i canali online. Con la riapertura dei musei al pubblico, si è poi nuovamente potuta consentire la visita agli spazi espositivi e l’organizzazione di eventi culturali. È stato anche possibile effettuare un campus estivo per i bambini. Le nuove norme di sicurezza hanno inciso sull’organizzazione dei servizi ma hanno anche permesso la sperimentazione di nuove strategie didattiche e di comunicazione dei contenuti museali che sono risultate efficaci e che possono essere modello di nuovi sentieri operativi: in quest’ottica si evidenzia la necessità per i musei di sviluppare nuove competenze professionali nel campo della comunicazione online, per dare continuità a questa nuova dimensione del museo digitale, virtuale e sociale.

Parole chiave
museo online, virtuale, digitale, didattica.

 
Natural History Museum of the Mediterranean year 2020: a new identity

Abstract

The actions to limit individual mobility decided by the Government for the containment of the Covid-19 pandemic, forced the museum to develop new communication channels that have redesigned a new identity. In order to maintain a dialogue with the different types of users, the museum has revised its communication strategy by creating educational packages and videos for children and adults, to make the museum exhibitions accessible through online channels. With the reopening of the museums to the public, it was then again possible to allow visits to the exhibition spaces and the organization of cultural events. It was also possible to make a summer camp for children. The new safety regulations affected the organization of the activities, but they also allowed the experimentation of new teaching and communication strategies, modelling new operational paths: in this perspective, museum staff need to develop new professional skills in the field of online communication, to give continuity to this new dimension of the digital, virtual and social museum.

Keywords
online museum, virtual, digital, education.

 

p. 117 /Museo di Storia Naturale del Mediterraneo anno 2020: una nuova identità

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3D Digitalization of selected specimens of the Anthropology and Ethnology Museum of Florence with Artec Spider
Saverio Bartolini Lucenti, Giulia Dionisio, Lorenzo Rook, Francesca Bigoni

Riassunto

Tridimensional imaging methodologies are becoming more widely used in museums and cultural heritage studies. They are often used in association with graphic counterparts such as virtual or augmented reality and 3D prints. 3D data obtained with these techniques are acquiring increasing utility in various museums, from conservation to public dissemination. Here we test the efficiency of 3D scanning using Artec Spider on various types of museum specimens in. Here we report the results of exploratory tests of 3D scanning on different artifacts belonging to the collection of the Anthropology and Ethnology Museum of Florence using Artec Spider devices. The specimens differed not only for their provenance and culture of origin, but more importantly, for the materials they are made of. Results are in general more than satisfactory, with both geometry and texture acquired correctly and with great visual impact. Some materials (e.g., thin, or made of tiny separated components were somewhat problematic. Nevertheless, Artec Spider appears to be better than many other 3D scanners (e.g., Next Engine) in terms of time and quality of the acquisitions. Further tests on other materials, or with other scanning techniques, would add to current knowledge on the increasingly important application of digitals tools and methodologies in museum settings.

Parole chiave
museology, conservation, dissemination, digital methodology, 3D surface scans.

 
Digitalizzazione di alcuni reperti del Museo di Antropologia e Etnografia di Firenze con scanner 3D Artec Spider

Abstract

Le metodologie di 3D imaging sono diventate sempre più di uso comune in contesti museali e dei beni culturali, spesso in associazione con altre tecnologie (quali stampa 3D, esperienze di realtà virtuale o aumentata). Oggetti digitali e tridimensionali ottenuti dall’applicazione di queste tecniche stanno diventando sempre più utili nel rispondere alle esigenze proprie dei musei (dalla conservazione, alla divulgazione, alla educazione museale). A questo scopo, risulta importante testare l’efficacia di diversi strumenti digitali su campioni museali diversi. In questo lavoro riportiamo i risultati dei primi test di scansione 3D su vari artefatti appartenenti alle collezioni del Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze usando lo scanner Artec Spider. I campioni selezionati differiscono non solo per la provenienza e la cultura di origine, ma anche per il tipo di materiale che li compone, un fattore importante nella nostra ricerca. I risultati sono eccellenti, poiché si è raggiunta la corretta acquisizione sia delle geometrie che della texture, con in aggiunta un ottimo e accattivate effetto visivo dell’oggetto 3D creato, in gran parte degli artefatti. Alcuni materiali (come ad esempio quelli molto sottili, oppure costituiti dall’assemblaggio di parti molto piccole separate tra loro), tuttavia, si sono rivelati problematici. Ciononostante, Artec Spider offre ottime prestazioni, anche quando confrontato con altri strumenti (Next Engine), in quanto a tempi di acquisizione e qualità delle immagini acquisite, elaborazione e rendering. Ulteriori test su altri materiali, anche sperimentando nuove modalità di scansione, potranno aiutare a raffinare la nostra comprensione dei campi di applicazioni di queste tecniche digitali.

Keywords
museologia, conservazione, divulgazione, metodologie digitali, scansioni 3D di superficie.

 

p. 123 /3D Digitalization of selected specimens of the Anthropology and Ethnology Museum of Florence with Artec Spider

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Arte e illustrazione scientifica. L’importanza di apprendere in situ nei musei scientifici
Roberta Ballestriero

Riassunto

Il 30 gennaio 2020 l’OMS ha dichiarato l’epidemia da Covid-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale, di conseguenza il DPCM del 4 marzo 2020 ha sancito una situazione d’emergenza decretando la sospensione delle attività didattiche in tutte le scuole italiane, nelle università e nelle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Grazie alla tecnologia informatica e all’interazione digitale si è potuto proseguire, ove possibile, con l’istruzione e le attività didattiche. Nel caso però di alcune discipline, la presenza è indispensabile come anche il supporto di laboratori, musei, ospedali. Nelle accademie di belle arti, ad esempio, la copia dal vero e lo studio degli originali hanno sempre costituito parte integrante della didattica. Nel caso dell’illustrazione scientifica si rivela ulteriormente necessario l’uso dei modelli dal vivo, spesso custoditi nei musei scientifici e negli orti botanici. Diverse ricerche hanno riscontrato che l’interazione con i musei permette allo studente non solo di accrescere la conoscenza del mondo, ma anche di arricchire la formazione culturale e di migliorare la capacità espressiva. Nell’ambiente sanitario l’arte diviene strumento utile per aumentare le capacità di osservazione, comunicazione ed empatia verso i pazienti. Questa comprensione più umanistica della salute e del benessere mediante l’uso di opere d’arte e collezioni museali rientra nell’ambito delle medical humanities. Si auspica pertanto, passato il periodo di emergenza sanitaria, un ritorno alla collaborazione con musei e gallerie.

Parole chiave
illustrazione scientifica, medical humanities, musei, arte e scienza.

 
Art and scientific illustration. The importance of learning “in situ” in science museums

Abstract

On 30 January 2020, the WHO declared the Covid-19 epidemic to be a public health emergency of international importance. As a result, the Prime Ministerial Decree of 4 March 2010 established an emergency situation, ordering the suspension of teaching activities in all Italian schools, universities and higher education institutions. Thanks to information technology and digital interaction, it has been possible to continue education and teaching activities wherever feasible. However, in the case of some disciplines, a physical presence is indispensable, as is the support of laboratories, museums, hospitals. In the Academies of Fine Arts, for example, copying from life and studying the originals has always been an integral part of teaching. In the case of scientific illustration, the use of live models, often kept in science museums and botanical gardens, is even more necessary. Several studies have found that interaction with museums, for example, enables students not only to increase their knowledge of the world, but also to enrich their cultural education and improve their expressive skills. In the health care environment, art becomes a useful tool to increase the skills of observation, communication and empathy towards patients. This more humanistic understanding of health and wellbeing through the use of works of art and museum collections is part of the medical humanities. A return to collaboration with museums and galleries is therefore hoped for after the period of health emergency.

Keywords
scientific illustration, medical humanities, museums, art and science.

 

p. 128 /Arte e illustrazione scientifica. L’importanza di apprendere in situ nei musei scientifici

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Il Museo Universitario di Chieti nella gestione dell’emergenza Covid-19: dati statistici e scelte museologiche
Antonietta Di Fabrizio, Alessia Fazio, Maria Del Cimmuto, Ruggero D’Anastasio, Maria Chiara Capasso

Riassunto

L’emergenza sanitaria per il Covid-19 ha imposto di ideare, progettare e realizzare forme di comunicazione per rimanere vicini ai cittadini e rendere ugualmente accessibili e fruibili, per quanto possibile, i preziosi patrimoni che i nostri musei custodiscono. In risposta alla contingenza determinata dalla crisi epidemiologica, il Museo Universitario di Chieti ha dovuto pensare a modalità alternative di offerta e promozione culturale. Il Museo ha affrontato il periodo di chiusura (dal 9 marzo al 3 luglio) proponendo diverse iniziative digitali per permettere agli utenti di accedere da casa ad alcuni contenuti culturali. I principali canali utilizzati sono stati il sito web e la pagina Facebook del Museo. Nonostante il lockdown nazionale (dall’8 marzo al 18 maggio 2020) abbia generato sul territorio evidenti danni socioeconomici, determinati dalla chiusura fisica degli edifici al pubblico, l’utilizzo del digitale nell’esperienza del Museo di Chieti ha incrementato il desiderio di venire a visitare personalmente la struttura dopo la sua riapertura. D’altra parte i canali virtuali, già impiegati dal Museo in tempi precedenti l’emergenza sanitaria (anche se in misura meno frequente), servono a promuovere curiosità e ad accendere interesse nei fruitori. La nuova sfida del Museo Universitario, su questo fronte, sarà di far interagire maggiormente la sfera digitale e quella reale in un modo efficace e interessante, adeguato alle condizioni proprie di entrambi questi mondi: il web e i social dovranno, dunque, funzionare prima come richiamo, poi come approfondimento dell’esperienza autentica.

Parole chiave
emergenza sanitaria, museo, fruitori, promozione culturale, sicurezza.

 
The University Museum of Chieti in dealing with Covid-19 emergency: statistical data and museological solutions

Abstract

The Covid-19 health emergency has required museums to imagine, design and implement new ways of keeping close to their visitors, while also allowing them, as far as possible, to access and use their invaluable heritage. Due to the contingencies caused by the health crisis, the University Museum of Chieti had to conceive alternative plans aimed at cultural promotion. The Museum responded to the lockdown period (March 9 - July 3) by launching a series of digital initiatives to allow users to gain access to some of its cultural contents from home. Two main virtual platforms were used: the website of the Museum and its Facebook page. The national lockdown(March 8 - May 18), owing to the closure of public structures, inevitably harmed the socio-economic development of the area. Despitethat, with the digital opportunities provided by the Museum, visitors have actually shown an increased desire to visit the structure in person after its reopening. The virtual resources – which the Museum was already used prior to the health emergency, although to a lesser extent – aimed indeed to arouse curiosity and interest in the users. For this reason, the Museum’s new challenge is to encourage a much more effective and interesting interaction between the digital and the real experience, keeping in mind their specific peculiarities. Therefore, the Web and social medias will have to act, mainly, as a means of attraction, and later as support for a in-depth authentic experience.

Keywords
health emergency, museum, users, cultural promotion, safety.

 

p. 134 /Il Museo Universitario di Chieti nella gestione dell’emergenza Covid-19: dati statistici e scelte museologiche

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Inaugurato e subito chiuso. Il Museo di Geografia riparte dal web
Giovanni Donadelli, Chiara Gallanti, Mauro Varotto

Riassunto

Il contributo introduce gli elementi cardine della strategia di comunicazione del Museo di Geografia dell’Università di Padova e descrive in particolare le iniziative di public engagement messe in atto dal Museo durante il periodo di chiusura al pubblico imposto dalla pandemia sanitaria. I dati raccolti mostrano come le iniziative proposte sul web abbiano permesso al Museo di coltivare il rapporto con i propri pubblici e contestualmente ampliare il proprio bacino di follower.

Parole chiave
geografia, Padova, strategia di comunicazione, social network, public engagement.

 
Opened and immediately closed. The Geography Museum restarts from the web

Abstract

The article introduces the key elements of the communication strategy of the Museum of Geography of the University of Padua and describes in particular the initiatives of public engagement implemented by the Museum during the period of closure to the public imposed by the health pandemic. The data collected show how web-based initiatives have allowed the Museum to develop the relationship with its audiences and at the same time expand its community of followers.

Keywords
geography, Padua, communication strategy, social network, public engagement.

 

p. 139 /Inaugurato e subito chiuso. Il Museo di Geografia riparte dal web

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Tessere legami: prima, durante e dopo il lockdown
Bernardetta Pallozzi, Ivana De Toni, Stefania Zardini Lacedelli

Riassunto

Nella società contemporanea, i musei non sono più solamente luoghi di conservazione ed esposizione statica delle collezioni, ma sono entità dinamiche in continua evoluzione, aperti a nuove forme di sperimentazione e collaborazione con le comunità. Tessere legami con il territorio attraverso i canali digitali può aiutare i musei a creare nuove esperienze di condivisione di patrimoni preesistenti e partecipazione alla creazione di nuova memoria. L’articolo presenta il contributo del Museo Civico Dal Lago di Valdagno (Vicenza) allo sviluppo di due piattaforme culturali dove i membri della comunità diventano custodi e allo stesso tempo fruitori di storie e testimonianze che possono essere trasmesse e arricchite.

Parole chiave
evoluzione, rete, esperienze, condivisione, spazi digitali.

 
Forging relationships: before, during and post lockdown

Abstract

In our contemporary society, Museums are not only places to preserve and to display material collections but they are dynamic entities in continuous evolution, open to new forms of experimentation and collaboration with communities. Forging relationships through digital platforms can help museums to give life to new experiences of sharing pre-existing heritage and participation in the creation of new memory. The article presents the contribution of the Museo Civico Dal Lago of Valdagno (Vicenza, Italy) in the development of two cultural platforms where community members become both users and keepers of stories that can be transmitted and enriched.

Keywords
Museum evolution, network, cultural platforms, digital spaces, communities.

 

p. 144 /Tessere legami: prima, durante e dopo il lockdown

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L’inconsistenza scientifica del concetto di razza umana attraverso le collezioni museali. Un laboratorio per la scuola
Eleonora Tacchetto, Nicola Carrara

Riassunto

Il presente contributo illustra alcune attività promosse dal Museo di Antropologia dell’Università di Padova, chiuso al pubblico dal 2015. L’ideazione di mostre itineranti e laboratori flessibili ha permesso al Museo di mantenere il contatto con il mondo della scuola e di far conoscere una parte delle proprie raccolte. Tra le sue collezioni, il Museo conserva strumenti antropometrici, calchi facciali e oggetti scientifici utilizzati dagli studiosi tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900 per supportare quelle teorie di divisione e categorizzazione dell’umanità che hanno alimentato gli stereotipi e i pregiudizi alla base delle ideologie razziali. Per il loro valore storico-scientifico questi oggetti rientrano nel progetto di recupero e visibilità delle collezioni museali. In particolare, a partire dalla mostra “Facce: i mille volti della storia umana” tenutasi a Padova nel 2015, è stato creato un laboratorio didattico, che utilizza alcuni oggetti della collezione per esporre e affrontare le questioni legate al razzismo e alla variabilità umana. Obiettivo del laboratorio è quello di scardinare i pregiudizi legati all’ideologia razzista, fornendo agli studenti una chiave di lettura scientifica e aggiornata. Data la particolarità del tema e visti i risultati positivi riscontrati, il laboratorio è diventato un’attività costante che il Museo propone alle scuole del territorio e la prospettiva è quella di ampliare le proposte con nuove modalità diversificate per età.

Parole chiave
antropologia, didattica museale, razzismo, variabilità umana, valorizzazione.

 
The scientific inconsistency on human race ideology through museum collections. An educational workshop for schools

Abstract

In this contribution, some of the activities promoted by the Padua University Museum of Anthropology are presented. Although being closed to the public since 2015, the Museum maintained its contact with the educational environment by showing parts of its collections throughout the realization of traveling exhibitions and laboratories. In its collections, the Museum carefully preserves anthropometric instruments, face casts, and scientific tools used by scientists between the end of the ‘800 and in the early ‘900 Century, in support of those division and categorisation theories, responsible for enhancing racists stereotypes and prejudices. Given their unique historical and scientific value, these tools became part of a recovery and exhibition project of the museum collections. In particular, after the 2015 exhibition: “Facce: i mille volti della storia umana”, an educational workshop has been created in order to discuss themes such as racism and human variability by using tools available in the Museum’s collection. The workshop aims to undermine prejudices related to racist ideologies and provide the students with an updated scientific-based view of interpretation. Given the positive response and the singularity of the proposed theme, the workshop has progressively become a constant activity promoted by the Museum to local schools, with a future intention of expanding the proposed activities also diversified by audience ages.

Keywords
anthropology, museum education, racism, human variability, valorisation.

 

p. 149 /L’inconsistenza scientifica del concetto di razza umana attraverso le collezioni museali. Un laboratorio per la scuola

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Nuove forme di comunicazione digitale nei musei scientifici: l’esperienza del Museo di Scienze Naturali di Voghera (PV)
Martina Lucchelli, Susanna Seghizzi, Francesco Buscaglia, Simona Guioli

Riassunto

Nel corso del 2020 il Museo di Scienze Naturali di Voghera ha avuto l’opportunità di testare e promuovere nuove forme di comunicazione scientifica attraverso innovativi dispositivi digitali e piattaforme online. In particolare, nell’ambito di un bando promosso dalla Regione Lombardia, sono stati testati i visori per la realtà virtuale, promuovendo e realizzando contenuti ludico-scientifici. Con il sopraggiungere dell’emergenza Covid-19, le attività sono state tempestivamente convertite per affrontare l’impossibilità di svolgere eventi in presenza nel rispetto delle disposizioni ministeriali. Sono stati realizzati contenuti multimediali, suddivisi in categorie dedicate a molteplici fasce di età in modo da rivolgersi a un più ampio pubblico, poi caricati su un apposito canale creato su nota piattaforma di video sharing fruibile gratuitamente. Essendo pubblici e permanentemente fruibili sulla piattaforma, i video resteranno un esempio della divulgazione alternativa e della capacità adattativa del Sistema Museale Oltrepò (SMO).

Parole chiave
comunicazione, nuove tecnologie, digitale.

 
New forms of digital communication in science museums: the experience of the Natural Science Museum of Voghera (PV)

Abstract

During 2020, the Voghera Natural Science Museum had the opportunity to test and promote new forms of scientific communication through innovative digital devices and online platforms. In particular, as part of a tender promoted by the Lombardy Region, the viewers for virtual reality were tested, promoting and creating playful-scientific content. With the onset of the Covid-19 emergency, the activities were promptly converted to address the impossibility of carrying out events in presence in compliance with ministerial provisions. Multimedia contents were created, divided into categories dedicated to multiple age groups in order to address a wider audience, and uploaded to a special channel created on a well-known video sharing platform that can be used free of charge. Being public and permanently usable on the platform, the videos will remain an example of the alternative dissemination and adaptive capacity of the Oltrepò Museum System (SMO).

Keywords
communication, new technologies, digital.

 

p. 153 /Nuove forme di comunicazione digitale nei musei scientifici: l’esperienza del Museo di Scienze Naturali di Voghera (PV)

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DigitalSMA: verso un nuovo approccio al patrimonio museale dell’Università di Bologna
Simona Maria Ferraioli, Martina Nunes, Anna Addis, Annalisa Managlia,Paola Degli Esposti

Riassunto

Il 17 marzo 2020 il Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna ha aderito alla campagna #laculturanonsiferma, promossa dalla Regione Emilia-Romagna, avviando il progetto digitale #SMAllvideo, una rassegna di rubriche tematiche, pubblicate su Facebook e YouTube, inizialmente con frequenza settimanale, per raccontare attraverso brevi clip i musei e le collezioni dell’Ateneo di Bologna. L’idea è nata dalla volontà di tenere aperto e costante il dialogo con il pubblico nonostante la chiusura delle sedi museali a causa dell’emergenza sanitaria, ritenendo imprescindibile l’impegno nel ricordare l’importanza del sapere scientifico e la sua evoluzione nella storia. Contemporaneamente agli #SMAllvideo è nata la rubrica “Fioriture a domicilio dal nostro Orto Botanico”, dedicata alla divulgazione del patrimonio botanico di SMA, pubblicata su Facebook ogni martedì. Il secondo progetto digitale messo a punto nel corso del 2020 è “Una gita al Museo 2.0”, un programma gratuito di didattica online, rivolto alle scuole di ogni ordine e grado. I percorsi virtuali, girati all’interno delle sedi museali, sono stati pensati come completamento delle lezioni a distanza svolte dagli insegnanti.

Parole chiave
digitale, divulgazione, didattica, dialogo, social media.

 
DigitalSMA: a new approach to sharing the University of Bologna’s heritage

Abstract

On March 17th, 2020 the University Museum Network (SMA) of Bologna joined #laculturanonsiferma campaign, promoted by the Region of Emilia Romagna with the creation of a series short videos about the Museums and Collections of the University. The project called #SMALLvideo consists of short videos being posted weekly on the social media Facebook and YouTube. The goal is to engage the public during the Museum’s closure due to the Covid-19 pandemic. Along with #SMALLvideo, the University Museum Network has created a new section called “Fioriture a domicilio dal nostro Orto Botanico” dedicated to the dissemination of the Botanic Garden heritage. This section will be updated on Facebook every Tuesday. A second project, named “Una gita al museo 2.0”, was launched in 2020 by the University Museum Network. It is a free educational program for all types of schools. The virtual

Keywords
digital, dissemination, educational, dialogue, social media.

 

p. 158 /DigitalSMA: verso un nuovo approccio al patrimonio museale dell’Università di Bologna

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Il Sistema Museale dell’Università di Pavia ai tempi del coronavirus
P. Guaschi, N. M. G. Ardenghi, E. M. Bernardi, V. Cani, P. Cauzzi, L. Falomo Bernarduzzi, M. C. Garbarino, J. Maffei, S. Maretti, A. L. Magrassi Matricardi, P. Mazzarello, F. Pietra, E. Razzetti, S. Sanza, M. Montagna, S. Papi, B. Scanni

Riassunto

Il Sistema Museale dell’Università di Pavia dopo un primo momento di riorganizzazione ha predisposto attività “alternative” per mantenere i rapporti con il proprio pubblico. È stato creato #raccontamuseo, un’iniziativa per aprire virtualmente le porte dei musei ai tempi del coronavirus. L’idea è stata declinata in modo diverso a seconda delle competenze e dei contenuti delle varie strutture. Il Museo per la Storia dell’Università ha proposto le “Piccole fiabe del lunedì” abbinando testi e fumetti appositamente realizzati, i “Museodì”, video creati per presentare le proprie collezioni, oltre a testi, lezioni e videoconferenze riguardanti la storia della medicina. Testi e video su collezioni e personaggi sono stati proposti anche dal Museo di Archeologia e dal Museo Golgi affrontando temi spesso poco noti al pubblico. Kosmos ha creato storie di zoologia in video dedicati alla fauna locale e ai reperti esposti. Questi appuntamenti settimanali sono stati abbinati a clip di “scienza in casa” presentati da ADMaiora, la società che cura i servizi educativi di Kosmos. Le visite guidate alla mostra “Squali. Predatori perfetti” sono state “tradotte” in modalità DAD e rese disponibili per scuole e famiglie. L’Orto Botanico ha realizzato alcuni video a carattere agronomico e una visita virtuale, ha inoltre organizzato un concorso con immagini di fiori coltivati dai partecipanti. Il Museo della Tecnica Elettrica ha pubblicato alcuni video in cui il curatore presenta il Museo. Le varie iniziative sono state divulgate attraverso siti web, alcuni social network e il videomagazine “Stanze” dell’Ateneo. L’impossibilità di lavorare in presenza e di accedere agli strumenti e ai materiali del Museo ha reso necessario acquisire nuove competenze nella comunicazione da remoto. I dati di affluenza alla riapertura dei musei sembrano confermare la validità delle scelte comunicative adottate nello stimolare la curiosità dei visitatori.

Parole chiave
coinvolgimento del pubblico, Covid-19, lockdown, raccontamuseo, social media.

 
The Museum System of the University of Pavia during the coronavirus pandemic

Abstract

After an initial phase of reorganization, the Museums created several “alternative” activities to keep in contact with their public. These include #raccontamuseo an initiative to virtually open museums’ doors during the lockdown. The idea was developed differently according to the exhibits and human skills available in each Museum. The Museum for the History of the University proposed the “Piccole fiabe del lunedì” (literally the “Little tales of Monday”) by combining specially crafted texts and comics, the “Museodì” offered videos to present its collections, as well as texts, lectures and video conferences on the history of medicine. Texts and videos on collections and scientists of the past have also been proposed by the Archaeology and Golgi Museums, offering scientific topics that are often poorly known to the public. Kosmos shot ten zoology videoclips dedicated to the local fauna and to some of the specimens on display at the Museum. These weekly appointments were combined with clips of “science at home” presented by ADMaiora, the company responsible for the didactic activities of Kosmos. Guided tours of the “Sharks. Perfect Predators” temporary exhibition have been transformed into webinar and made available to schools and families. The Botanical Garden has made some agronomic videos and a virtual visit. The BG has also organized a competition of images of flowers cultivated by the participants. The Museum of Electrical Technology has published some videos in presenting the museum’s exhibitions. All these initiatives were disseminated through websites, some social networks and the University’s “Stanze-unipv” video magazine. The inability to access the museum’s specimens and equipment made it necessary to acquire new skills in remote communication. At the end of the lockdown the report figures seem to confirm the validity of the communication choices adopted in stimulating the curiosity of visitors.

Keywords
visitors engagement, Covid-19, lockdown, raccontamuseo, social media.

 

p. 162 /Il Sistema Museale dell’Università di Pavia ai tempi del coronavirus

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Υπέροχη Ελλάδα! Orazio Antinori, il Rebétiko e il lockdown
Angelo Barili, Giacomo Cetra, Serena Conicella, Erika Cordioli, Andrea Della Penna, Sergio Gentili, Niccolò Morin, Serena Ricco, Elisa Scarabattoli

Riassunto

La Galleria di Storia Naturale del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici dell’Università degli Studi di Perugia ha organizzato fra l’Umbria e la vicina Toscana, nell’agosto 2020, una serie di concerti dal vivo di musiche tradizionali greche, dal titolo “Υπέροχη Ελλάδα! - Meravigliosa Grecia!”. I concerti sono stati pianificati sia per celebrare la memoria e l’eredità culturale e umana di un grande naturalista umbro del XIX secolo, Orazio Antinori (Perugia 1811 - Lét Marefià 1882), sia per rendere omaggio a un genere musicale, il Rebétiko, che è stato veicolo di libertà e motore di riscatto nelle fasi più dure e opprimenti della storia greca. Chissà che non si possa rinnovare l’azione di resistenza insita nel Rebétiko, anche in tempi di contrasto e ripresa da una pandemia come quella che stiamo ancora vivendo? Il linguaggio musicale si è rivelato in pratica sia come un vero e proprio mediatore culturale tra i musei e il pubblico sia un principio terapeutico che è andato ad aggiungersi alle cure intraprese per lenire il malessere e il disagio causato dall’isolamento sociale. Il Rebétiko (la musica), la cultura e la conoscenza, veicolati attraverso le narrazioni innescate dai musei, forse potrebbero essere paragonati a degli antivirus, utili per combattere l’immortale virus dell’ignoranza e del negazionismo verso ogni diversità.

Parole chiave
musei della scienza, bene musicale, comunicazione, public engagement, diversità.

 
Υπέροχη Ελλάδα! Orazio Antinori, the Rebétiko and the Lockdown

Abstract

The Natural History Gallery of the University Center for Scientific Museums of the University of Perugia (Region of Umbria, Italy) organized in August 2020 a series of live concerts of traditional Greek music in Umbria and nearby Tuscany entitled “Υπέ- ροχη Ελλάδα – Wonderful Greece!”. The concerts were planned to celebrate the memory and the cultural and human heritage of a great 19th-century Umbrian naturalist Orazio Antinori (Perugia 1811 - Lét Marefià 1882) and to pay homage to a particular musical genre, the “Rebétiko”, which was vehicle of freedom and rebellion in the hardest and most oppressive phases of Greek history (Nazi-fascist occupation and long military dictatorship). Who knows that the action of resistance inherent in Rebétiko cannot be renewed, even in times of conflict and recovery from a pandemic like the one we are still experiencing? In practice, the musical language has proved to be both a real cultural mediator between museums and the public and a therapeutic principle that has added to the treatments undertaken to alleviate the discomfort caused by social isolation. The Rebétiko, culture and knowledge, conveyed through the narratives triggered by museums, could perhaps be compared to antivirus, useful for fighting the very dangerous virus of ignorance and denial of the fundamental values of all diversity.

Keywords
science museums, musical heritage, communication, public engagement, diversity.

 

p. 168 /Υπέροχη Ελλάδα! Orazio Antinori, il Rebétiko e il lockdown

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Riflessioni sul patrimonio culturale al tempo del coronavirus
Milena Bertacchini

Riassunto

L’improvvisa emergenza sanitaria da coronavirus sembrava fare naufragare un’esperienza di educazione al patrimonio culturale tra scuola, museo-archivio e territorio, dedicata al tema dei mercati storici modenesi. Il Covid-19, oltre che essere una calamità, ha rappresentato un’opportunità per ripensare e reinventare il percorso in una pratica di apprendimento esperienziale. Il Museo Gemma dell’Università di Modena e Reggio Emilia, curatore del progetto, si è trasformato in uno spazio virtuale di relazioni e di connessioni che ha dato vita a una insolita frequentazione digitale tra gli allievi di una classe di seconda superiore. Nel corso degli incontri online, i ragazzi hanno scoperto “in modo divertente e meno pesante e noioso, rispetto a una normale lezione”, quanto il patrimonio possa rivelarsi “incredibilmente coinvolgente”. Questa socialità di rete ha fatto scaturire il desiderio di condividere in un video quanto appreso nel corso dell’attività. Il processo di autovalutazione avviato a fine percorso ha permesso di raccogliere tra gli studenti riflessioni e testimonianze utili per verificare l’efficacia e la qualità dell’esperienza svolta al tempo del primo lockdown nazionale (marzo-aprile 2020).

Parole chiave
educazione al patrimonio, apprendimento esperienziale, lockdown, digitale, autovalutazione.

 
Thinking on Cultural Heritage at the time of coronavirus

Abstract

The sudden coronavirus emergency seemed to cause the failure of an experience of education in cultural heritage between school, museum- archive and local area, focused on the theme of historic city markets. The Covid-19, as well as a calamity, was a chance not to cancel the practice, but to rethink the experiential learning approach. The Gemma Museum of the University of Modena and Reggio Emilia, that was the curator of the project, was transformed into a virtual space of relationships and connections where students could spend time together. During the digital meetings, the 16-year-old pupils discovered “in a fun and less heavy and boring way than a normal lesson” how heritage can be “incredibly engaging”. The construction of a social network relationships triggered a desire among the students to share in a video what they had learned during this practice of experiential education. The final self-assessment process made it possible to collect students’ thoughts and useful evidence to reflect on the social and educational role of cultural heritage and to verify the effectiveness and quality of the experience carried out at the time of the first national Covid-19 lockdown (March-April 2020). Cultural heritage has been a learning tool to discover the town and one’s own identity and a guide to build up knowledge, skills and social interactions and not to get lost in that “very strange and exceptional moment”. “I liked this project very much, especially for the message it conveyed to me, namely that life cannot and should not stop completely, but that we should continue to cultivate the things we love, such as culture or heritage in our city”.

Keywords
heritage education, experiential education, lockdown, digital, awareness.

 

p. 174 /Riflessioni sul patrimonio culturale al tempo del coronavirus

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Musica dal profondo: esperienze di incontro al Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze
Francesca Bigoni, Stefano Zenni, James Demby

Riassunto

La musica è una forma essenziale dell’espressione umana, parte integrante di quelle capacità tecnologiche e culturali che distinguono la nostra specie. Qui presentiamo un percorso di esperienze museali che ha cercato di dare un senso più profondo al legame fra eventi musicali e i contenuti che, secondo la missione del Museo, devono essere trasmessi al pubblico. Il nostro obiettivo era quello di superare l’idea di un museo che si limiti a “ospitare” piacevoli eventi musicali, una formula di coinvolgimento di nuovi pubblici già positivamente sperimentata in passato. L’idea era di andare oltre, creando progetti che potessero, attraverso variegati linguaggi musicali, coinvolgere il pubblico nella condivisione di concetti scientifici e valori sociali legati al nostro “essere umani”. Questo articolo è un racconto e una riflessione, durante il periodo di pandemia, sugli eventi realizzati dalla primavera 2018 alla fine del 2019 nel Museo di Firenze.

Parole chiave
public engagement, storia della musica, etnomusicologia, decolonizzazione.

 
Sounding the Depths: experiences of contact in the Museum of Anthropology and ethnology in Florence

Abstract

Music is an essential form of human expression, an integral part of those technological and cultural capabilities distinguishing our species. Here we present a path of museum experiences: we tried to give a deeper meaning to the link between musical events and the contents that, according to the museum’s mission, must be transmitted to the public. Our goal was to overcome the idea of a museum that limits itself to “hosting” pleasant musical events, a formula of involvement of new audiences already positively tested in the past. The idea was to go further, creating projects that could, through various musical languages, engage the public in sharing scientific concepts and social values related to our “being human”. This article is a story and a reflection, during the pandemic period, about the events that took place from spring 2018 to the end of 2019 in the Florentine Museum.

Keywords
public engagement, music history, ethnomusicology, decolonization.

 

p. 182 /Musica dal profondo: esperienze di incontro al Museo di Antropologia e Etnologia di Firenze

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Ornitologi dal balcone: un’esperienza di citizen science al tempo del coronavirus
Mauro Bon, Raffaella Trabucco, Barbara Favaretto, Margherita Fusco, Emanuele Stival

Riassunto

Il progetto “Uccelli di città”, avviato alla fine del 2019, ha come fine la mappatura geografica dell’avifauna urbana, svernante e nidificante nel comune di Venezia, su un reticolo di quadrati di 1 km di lato. L’attività di citizen science associata al progetto è stata forzatamente interrotta in seguito all’avvento del primo lockdown e riformulata, adattandola ai provvedimenti che hanno limitato in modo drastico i movimenti dei cittadini. La nuova iniziativa “Ornitologi dal balcone”, diffusa anche tramite i canali social, ha raccolto le segnalazioni avvenute da finestre e balconi di casa; i cittadini hanno inviato via e-mail foto, video o file audio che potessero consentire la determinazione delle specie. Il progetto ha ottenuto un buon riscontro: dal 15 marzo al 30 luglio sono pervenute 240 e-mail. La fidelizzazione al progetto è stata molto alta: dei 73 utenti complessivi, il 48% ha inviato una sola e-mail mentre il 52% ha inviato singolarmente un numero compreso tra 2 e 28 messaggi. Tutte le segnalazioni sono state esaminate dal referente scientifico e acquisite in una banca dati. Le osservazioni convalidate sono state 529 per un totale di 76 specie diverse.

Parole chiave
ornitologia, citizen science, social media.

 
Ornithologists from the balcony: a citizen science experience at the time of the coronavirus

Abstract

The project “Birds of city”, organized by Natural History Museum of Venice and Venezia Birdwatching Association, has been started at the end of 2019. The goal of the project is the geographic mapping of the wintering and nesting birds in the urban areas of the municipality of Venice, on a grid of 1x1 km squares. A citizen science activity has been associated but it was interrupted in the March 2020, following the advent of the first lockdown. So the activity was reformulated and adapted to the provisions that drastically limited the movement of citizens. The new initiative called “Ornithologists from the balcony” has collected ornithology reports from windows and balconies of the houses. Citizens sent photos, videos or audio files that could allow the determination of the birds. The project received good feedback: 240 emails were received from March 15th to July 30th. Fidelity to the project was very high: of the 73 total users, 48% sent a single email while 52% sent between 2 and 28 messages. All reports were examined by the scientific referent and acquired in a database. The validated observations were 529 for a total of 76 different species of birds.

Keywords
ornithology, citizen science, social media.

 

p. 189 /Ornitologi dal balcone: un’esperienza di citizen science al tempo del coronavirus

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La Cartografia Floristica del Trentino, un progetto a tutto campo della Fondazione Museo Civico di Rovereto
Alessio Bertolli, Filippo Prosser, Giulia Tomasi, Francesco Festi, Giorgio Perazza

Riassunto

Vengono descritti il progetto di Cartografia Floristica del Trentino e le sue ricadute positive nei diversi ambiti di interesse del Museo: dalla ricerca alla tutela, dalle collezioni alla divulgazione e all’educazione, dal coinvolgimento di cittadini alla raccolta di fondi, diventando un progetto “pilota” per perseguire i principali compiti statutari della Fondazione.

Parole chiave
botanica, cartografia floristica, collezioni, ricerca, divulgazione, educazione.

 
Floristic Cartography of Trentino, a comprehensive project of the Rovereto Civic Museum Foundation

Abstract

The Trentino floristic mapping project and its positive effects in the various areas of interest of the Museum are described: from research to protection, from collections to dissemination and teaching, from citizen science to fund raising becoming a “pilot” project to pursue the main Foundation’s statutory tasks.

Keywords
botany, floristic cartography, collection, research, dissemination, education.

 

p. 192 /La Cartografia Floristica del Trentino, un progetto a tutto campo della Fondazione Museo Civico di Rovereto

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Coltiviamo con paziEnza: progettazione condivisa di un orto sociale nell’Istituto Comprensivo di Calimera (LE)
Rita Accogli, Associazione 2HE - Io Posso, Associazione Nuove Speranze, Dirigente scolastico e docenti Istituto Calimera, Antonella Albano

Riassunto

Nel presente lavoro si riporta l’esperienza svolta dall’Orto Botanico del Di.S.Te.B.A. - Università del Salento per la realizzazione di un orto sociale nell’Istituto Comprensivo di Calimera (Lecce - Puglia). Il progetto ha coinvolto associazioni locali impegnate in ambito sociale, docenti, genitori e nonni degli alunni. Ancora una volta, l’Orto Botanico ha applicato una metodologia educativa che esce dai luoghi istituzionali per venire incontro al territorio, offrendo competenze, metodo scientifico e capacità di valutazione. La realizzazione del progetto ha visto un impegno continuo e crescente da parte di tutti, ottenendo beni materiali previsti ma, soprattutto, beni immateriali non attesi.

Parole chiave
orti sociali, percorso educativo, scuole primarie.

 
Grow with patience: Shared planning of a social garden in the Comprehensive Institute of Calimera (LE)

Abstract

This work reports the experience carried out by Botanical Garden of DiS.Te.B.A. - Salento University, for the realization of a social garden in the Comprehensive Institute of Calimera (Lecce - Puglia). This project involved socially active local associations, professors, parents and grandparents of students. Once again, the Botanical Garden applied a teaching metodology that comes out the institutional places to meet the territory halfway, offering competences, scientific method and assessment skills. In the realization of this project there was a continuous and increasing dedication of everyone, getting expected material assets but, above all, not expected intangible assets.

Keywords
social gardens, educational path, primary schools.

 

p. 198 /Coltiviamo con paziEnza: progettazione condivisa di un orto sociale nell’Istituto Comprensivo di Calimera (LE)

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Le attività museali ai tempi della pandemia: nuove opportunità dalla citizen science
Debora Barbato, Andrea Benocci

Riassunto

Il Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici ha tentato di sfruttare al meglio la difficile situazione causata dal lockdown 2020, realizzando un progetto che ha consentito al Museo di continuare a interagire con il pubblico e ai cittadini di riconnettersi con la natura senza bisogno di allontanarsi da casa. È nata così “Musnaf - Citizen Science”, una pagina Facebook dedicata alla cosiddetta “scienza partecipata”. Il progetto che l’ha inaugurata è “CLIC! Chiocciole Lumache In Città”, prima ricerca italiana di citizen science dedicata al monitoraggio di molluschi terrestri in ambiente urbano. Questo progetto, lanciato pubblicamente l’8 maggio 2020, potrà aiutare a capire i meccanismi che causano la diffusione di specie aliene invasive o gli effetti dei cambiamenti climatici. In soli nove mesi 59 partecipanti hanno caricato oltre 600 osservazioni sparse in quasi tutto il territorio nazionale e relative a più di 80 specie. Il lancio del progetto è stato accompagnato da interviste sui media locali e nazionali, tutorial appositamente realizzati e brevi filmati didattici pubblicati sulla pagina Facebook dedicata. A breve saranno lanciati altri progetti di ricerca che amplieranno l’offerta fornita dal Museo nell’ambito della citizen science.

Parole chiave
citizen science, iNaturalist, molluschi terrestri, attività museali.

 
Museum activities during the pandemic: new opportunities from citizen science

Abstract

The Natural History Museum of the Accademia dei Fisiocritici endeavoured to make the most of the difficult situation caused by the 2020 lockdown by conducting a long desired project that allowed the Museum to maintain contact and interact with the public, and citizens to reconnect with nature without leaving home. “Musnaf - Citizen Science”, a Facebook page dedicated to so-called “participatory science”, was set up in spring 2020 with the inaugural project “CLIC! Snails and Slugs in Cities”, the first Italian citizen science research project dedicated to the monitoring of land molluscs in urban environments. This long-term monitoring project could help us understand the mechanisms of the spread of alien invasive species and the effects of climate change. The project was officially launched on 8 May 2020 and in just nine months 59 participants uploaded more than 600 observations from all over Italy involving more than 80 species. The launch of the project was accompanied by interviews on local and national media, tutorials and short educational videos published on the Facebook page. Other research projects will soon be launched, expanding what the museum offers in the field of citizen science.

Keywords
citizen science, iNaturalist, land snails and slugs, museum activities.

 

p. 202 /Le attività museali ai tempi della pandemia: nuove opportunità dalla citizen science

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“La plastica e noi”: una mostra per educarci alla responsabilità (realizzata nonostante il lockdown)
Simone Farina, Chiara Sorbini, Patrizia Scaglia, Marco Dellacasa, Silvia Battaglini, Marina Locritani, Silvia Merlino, Damiano Marchi, Elena Bonaccorsi

Riassunto

L’inquinamento da plastica è un problema globale che colpisce la nostra vita quotidiana, la protezione dell’ambiente e la salute umana. La mostra temporanea “La plastica e noi”, allestita nella Galleria dei Cetacei del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, con i rifiuti in plastica accumulati dallo staff del Museo in otto mesi, affronta il tema con un approccio sia scientifico che personale, sottolineando che il problema non è la plastica in sé ma l’uso e l’abuso che noi ne facciamo e la scarsa attenzione con cui la conferiamo per lo smaltimento.

Parole chiave
museo, mostra temporanea, plastica, responsabilità.

 
“Plastic and us”: an exhibition to educate us to responsibility (set up despite the lockdown)

Abstract

Plastic pollution is a global problem that affects our daily life, environmental protection, and human health. The temporary exhibition “Plastic and us”, set up in the Gallery of Cetaceans of the Natural History Museum of the University of Pisa, with the plastic waste accumulated by the museum staff in eight months, deals with the theme with both a scientific and personal approach, underlining that the problem is not the plastic itself but the use and abuse that we make of it and the little attention with which we dispose of it.

Keywords
museum, temporary exhibition, plastic, responsibility.

 

p. 206 /“La plastica e noi”: una mostra per educarci alla responsabilità (realizzata nonostante il lockdown)

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Dietro le quinte. Dal recupero di collezioni storico-mediche alla progettazione di nuovi percorsi narrativi
Lidia Falomo Bernarduzzi, Ester Maria Bernardi, Gabriella Cusella, Paolo Mazzarello, Maria Carla Garbarino, Giada Mesiano, Dalila Giacobbe, Salvatore Restivo, Oreste Sacchi, Ugo Ziliani

Riassunto

L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del Covid-19 nei primi mesi del 2020 ha determinato una sospensione e, in seguito, una riduzione delle attività al pubblico. Durante questi mesi si sono però intensificate le attività legate allo studio e alla conservazione delle collezioni del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pavia. Alcune di queste attività – restauro conservativo di preparati anatomici, catalogazione di antichi strumenti chirurgici – hanno riguardato collezioni mediche. Le ricerche storiche su queste collezioni non sono state soltanto propedeutiche a queste attività, ma sono state animate dal desiderio di attribuire a ciascun reperto un valore di testimonianza di alcuni momenti della storia della medicina allo scopo di ricostruire narrazioni di episodi significativi, fruibili sia in nuovi percorsi espositivi sia attraverso il web.

Parole chiave
collezioni anatomiche, restauro, strumenti chirurgici, storia della medicina, collezioni mediche.

 
Behind the scenes. From the recovery of historical medical collections to the design of new exhibition narratives

Abstract

The health emergency caused by the spread of Covid-19 in the early months of 2020 led to a suspension and, subsequently, a reduction in public activities. During these months, however, activities related to the study and conservation of the collections of University Museum System of the University of Pavia have intensified. Some of these activities – conservative restoration of anatomical preparations, cataloguing of ancient surgical instruments – concerned medical collections. The historical research was not only preparatory to these activities, but was animated by the desire to attribute to each piece a value of testimony of some moments in the history of medicine in order to reconstruct the narratives of significant episodes, usable both in new paths exhibition and through the web.

Keywords
anatomical collections, restoration, surgical instruments, history of medicine, medical collections

 

p. 211 /Dietro le quinte. Dal recupero di collezioni storico-mediche alla progettazione di nuovi percorsi narrativi

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Pane, Covid e social media. E-storytelling al tempo della pandemia
Ester Maria Bernardi, Lidia Falomo Bernarduzzi, Maria Carla Garbarino

Riassunto

La comunicazione via social media, ormai elemento fondamentale dei rapporti con i vari pubblici dei musei, ha assunto nuove sfumature durante il periodo di isolamento sociale richiesto dall’insorgere della pandemia. I visitatori virtuali sono inevitabilmente cambiati, così come le loro necessità e i loro interessi, e questo ha richiesto uno sforzo di adattamento sia dei contenuti sia delle strategie. La pandemia ha infatti generato un certo grado di incertezza e timore, seguito dopo qualche tempo da irrequietezza, bisogno di stimoli e insofferenza verso le limitazioni alle libertà personali. A questi nuovi stati d’animo e bisogni il Museo per la Storia dell’Università di Pavia ha tentato di dare risposta su molteplici fronti, utilizzando tutti i mezzi digitali già a propria disposizione e acquisendone di nuovi. Le proposte online sono state intensificate e strutturate in modo da riuscire, tramite alcune strategie mirate, a intercettare anche una fascia di pubblico che in tempi normali visita il Museo in presenza ma non i social del Museo. A tale scopo la programmazione Facebook e Instagram è stata potenziata, assumendo ritmi più serrati. Si è inoltre rivolta rinnovata attenzione all’ascolto e al coinvolgimento dei pubblici: su Instagram e occasionalmente su Facebook sono state pubblicate produzioni multimediali degli studenti del corso di Comunicazione Digitale e Multimediale B (Corso di Studio interdipartimentale in Comunicazione, Innovazione, Multimedialità), che sono stati incoraggiati a produrre storie e a partecipare a sfide. L’obiettivo era spingere il pubblico a investire emotivamente nel “proprio” Museo e a svolgere funzione di supporto e promozione. I contenuti sono stati accomunati da un unico hashtag, #raccontamuseo, e inseriti sui siti web dei vari musei del Sistema in modo da essere accessibili anche agli utenti che non fanno uso di piattaforme social. Si è inoltre approntato un metodo per proseguire con le visite guidate del Museo anche a distanza, effettuando riprese video, montate secondo le specifiche richieste degli utenti e poi trasmesse e commentate live via Zoom. Si ritiene che l’impegno profuso nella produzione dei contenuti, superiore a quello precedente, abbia avuto un buon riscontro, cui si cerca di rispondere con sempre nuove proposte.

Parole chiave
comunicazione museale, Covid-19, social media, coinvolgimento dei pubblici, storytelling.

 
Bread, Covid-19 and social media. E-storytelling in pandemic times

Abstract

Social Media communication has long become a fundamental element of how museums connect and build relationships with their public; it has, however, changed during the mandatory lockdowns required by the new Covid-19 pandemic, just like its audience has. As social media users and visitors develop new needs and interests, contents and share strategies needed adapting. The pandemic generated in the public varying degrees of uncertainty and fear, followed by restlessness, a need for new stimuli and lower tolerance towards personal freedom limitations. The Pavia University History Museum tried to address these new states of mind and needs, using all digital tools at its disposal and developing new ones. The online offer has been intensified and given a different structure, so as to be able to also reach − using new strategies − a public that does visit the Museum in person during regular times, but not its social media. The Facebook and Instagram programming was increased and woven in a tighter schedule. The Museum staff also paid particular attention to listening and involving the public: multimedia designs and projects by the students of Digital and Multimedia Communication – Module B course the (Interdepartmental Degree Course for Communication, Innovation, Multimedia) at Pavia University were posted regularly on Instagram and occasionally on Facebook. The students were encouraged to make Stories and participate in online challenges; the objective was to call them to become emotionally invested in “their” Museum and make them into advocates. All contents were connected by a common hashtag, #raccontamuseo, and placed on specifically created pages on the websites of all of the University Museum System; this was done to allow them to also be accessible to online users who do not use social platforms. The staff furthermore developed a way to continue offering guided tours and visits despite the Museum closure, by filming the collections and rooms and designing a video built on specific requests by visitors. The video was then commented live via the Zoom platform. The effort placed on content production, greater than that of non-pandemic times, seems to have produced good results, which the staff tries to keep increasing with new offers.

Keywords
museum communication, Covid-19, social media, public involvement, storytelling.

 

p. 217 /Pane, Covid e social media. E-storytelling al tempo della pandemia

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Il Museo di Fisica di Napoli e le attività educative
Rosanna Del Monte, Azzurra Auteri

Riassunto

Il Museo di Fisica dell’Università di Napoli Federico II, istituito nel 2000, custodisce circa 800 strumenti essenzialmente di origine ottocentesca la cui storia è strettamente legata alle vicende storiche della città di Napoli e della sua Università. Accanto alle classiche attività di cura, conservazione, studio e valorizzazione delle collezioni storiche, il Museo è impegnato nella divulgazione della conoscenza scientifica attraverso attività specifiche rivolte a tutta la cittadinanza. Particolare attenzione viene rivolta ai giovani per i quali sono stati predisposti percorsi didattici differenziati per cicli scolastici di ogni ordine e grado. Con l’avvento della pandemia il Museo continua la propria mission ricorrendo a sistemi di comunicazione digitale.

Parole chiave
patrimonio scientifico, attività educative, apprendimento della fisica.

 
Naples’ Museum of Physics and the educational activities

Abstract

Museum of Physics, founded in 2000, houses a precious collection of 800 scientific instruments, most of these date from the 19th Century. They are connected with the historical events of the city of Naples and its University. Alongside the activities as care, conservation, study and enhancement of historical collections, the Museum is committed to the dissemination of scientific knowledge through a lot of activities aimed at all citizens. The Museum’s learning team has created and delivered cultural learning experiences for all ages and levels. With the pandemic’s advent, the museum has continued its activity using digital communication systems.

Keywords
scientific cultural heritage, educational activity, learning physics.

 

p. 222 /Il Museo di Fisica di Napoli e le attività educative

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Un museo digitale per raccontare quello reale. L’esperienza di IGiRa all’Università di Cagliari
Cristina Delunas, Stefano Naitza, Giorgio Massacci

Riassunto

Fin dal 2018 ha avuto inizio il recupero dei campioni mineralogici patrimonio del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari. È stato così avviato l’allestimento di una sala dedicata ai giacimenti minerari delle maggiori miniere della Sardegna. Le prime vetrine completate sono dedicate alla Miniera di Montevecchio. Il 2020 avrebbe dovuto vedere l’inaugurazione di questo nuovo spazio museale. Col noto DPCM del 09.03.2020 l’iniziativa sembrava doversi fermare all’ultimo campione sistemato nelle vetrine. Si prospettava una pausa indefinita per l’iniziativa. È nata così l’idea di rendere lo spazio museale comunque fruibile attraverso internet ancor prima della sua inaugurazione.

Parole chiave
museo online, Museo dei giacimenti, IGiRa.

 
A digital museum to tell the real one. The experience of the IGiRa at the Cagliari University

Abstract

The recovery of mineralogical samples belonging to the Department of Civil, Environmental Engineering and Architecture of the University of Cagliari began in 2018. Thus, the preparation of a room dedicated to the mineral deposits of the major mines in Sardinia was started. The first completed showcases are dedicated to the Montevecchio Mine. 2020 should have seen the inauguration of this new museum space. With the well-known Prime Ministerial Decree of 09.03.2020, the initiative seemed to have to stop at the last sample placed in the windows. An indefinite break was expected for the initiative. Thus was born the idea of making the museum space accessible through the internet even before its inauguration.

Keywords
online museum, mineral deposits Museum, IGiRa.

 

p. 226 /Un museo digitale per raccontare quello reale. L’esperienza di IGiRa all’Università di Cagliari

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Biodiversità in un museo geomineralogico: il caso dello Speleomantes genei
Cristina Delunas

Riassunto

Il concetto di biodiversità è entrato a far parte dei più recenti e strategici obiettivi posti a livello mondiale per la conservazione del Pianeta in una visione di sviluppo sostenibile. La biodiversità costituisce il tessuto vivente dell’intero Pianeta. Spesso le norme giuridiche preposte alla sua tutela non bastano. Un piccolo anfibio endemico del territorio del Sulcis nella Sardegna sudorientale, lo Speleomantes genei Temminck & Schlegel, è lo spunto di riflessione sul tema. L’endemismo colonizza i siti minerari dismessi. Gli viene così dedicato uno spazio in un museo geomineralogico in allestimento. Lo Speleomantes genei diventa emblema divulgativo di biodiversità di luoghi considerati sterili come le miniere.

Parole chiave
Spelomantes genei Temminck & Schlegel, ceroplastica, biodiversità, Museo dei giacimenti, IGiRa.

 
Biodiversity in a geomineralogical museum: the Speleomantes genei case

Abstract

The concept of biodiversity has become part of the most recent and strategic objectives set at a global level for the conservation of the Planet in a vision of sustainable development. Biodiversity constitutes the living fabric of the entire planet. Often the legal rules for its protection are not enough. A small amphibian endemic to the Sulcis territory in south-eastern Sardinia, the Speleomantes genei Temminck & Schlegel, is the food for thought on the subject. Endemism colonizes disused mining sites. A space is thus dedicated to him in a geomineralogical museum under construction. The Speleomantes genei becomes a popular emblem of biodiversity in places considered sterile such as mines.

Keywords
Spelomantes genei Temminck & Schlegel, ceroplastics, biodiversity, mineral deposits Museum, IGiRa.

 

p. 229 /Biodiversità in un museo geomineralogico: il caso dello Speleomantes genei

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Turismo di prossimità, un progetto di valorizzazione di un percorso ciclopedonale
Anna Letizia Magrassi Matricardi

Riassunto

Tutti i musei italiani nel 2020 hanno dovuto affrontare un momento di grave crisi dovuta all’impatto del Covid-19. L’emergenza sanitaria a livello mondiale sta modificando radicalmente tante nostre abitudini di vita. Anche il modo di viaggiare e di organizzare il nostro tempo libero è cambiato. Sembra prendere piede un turismo lento, più sostenibile, che porta alla scoperta dei luoghi meno noti del nostro Bel paese, fuori dagli itinerari di massa. La città di Pavia è uno scrigno di preziosi tesori ancora tutti da scoprire per il vasto pubblico. Il Sistema Museale d’Ateneo di Pavia, facendo rete con la comunità, le scuole e gli enti pubblici del territorio, intende proporre percorsi a piedi e in bicicletta, alla scoperta delle ricche e variegate collezioni che offre al pubblico nel solco della tradizione secolare dell’Università, fondata nel 1361, proponendo Pavia come sorprendente Città-Museo.

Parole chiave
Pavia, Sistema Museale d’Ateneo, resilienza, turismo di prossimità, percorsi ciclopedonali.

 
Proximity tourism, a project for the enhancement of a cycle and walking tour.

Abstract

In 2020 all Italian museums went through a severe crisis, due to Covid-19. The global health emergency has radically changed many of our lifestyle habits, affecting the way we travel and our free time as well. A slow and more sustainable tourism is gradually growing, leading to the identification of less known sites of our “Beautiful Country” far from the most popular sightseeing tours. Pavia, in particular is a town with a treasure trove of precious cultural heritage to be discovered, away from the tourist mainstream. In partnership with the town council, local organizations and schools, the University Museum Network is going to plan walking and cycling tours, to explore the rich and varied Pavia collections, such as the surprising City Museum following the centuries old tradition of the University founded in 1361.

Keywords
Pavia, University Museum System, proximity tourism, resilience, cycle and walking tours.

 

p. 232 /Turismo di prossimità, un progetto di valorizzazione di un percorso ciclopedonale

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La nascita del Museo di Geopaleontologia italiana “Quintino Sella”
Roberta Rossi, Daniela Delogu, Alberto Compagnone, Paolo Moretti

Riassunto

Le Collezioni geologiche e storiche del Servizio Geologico d’Italia, conservate e gestite dall’ISPRA, comprendono circa 150.000 reperti geologici e storici, correlati alle attività svoltesi nell’Ufficio Geologico nel corso di oltre un secolo. Dal 1885 conservate nella sede storica del Museo Agrario Geologico in Largo di Santa Susanna in Roma, le collezioni sono attualmente imballate e collocate in un deposito. Quintino Sella e Felice Giordano fin dalla nascita dello Stato italiano promossero la realizzazione della Carta Geologica d’Italia, con la consapevolezza che la conoscenza del suolo e del sottosuolo costituisse l’indispensabile supporto per le attività industriali, agricole e infrastrutturali. Nel 1873, costituito l’Ufficio Geologico, gli fu affidata la “formazione e pubblicazione della Carta Geologica d’Italia”, sotto l’alta direzione scientifica del Comitato Geologico. Il 3 maggio 1885 il re Umberto I inaugurò il Museo Agrario Geologico nell’edificio appositamente costruito a Roma su progetto dell’ing. Canevari, sede storica per oltre 100 anni. Le collezioni sono suddivise in tre principali sezioni: paleontologica, lito-mineralogica e storica, quest’ultima di recente costituzione, comprensiva di quei beni che testimoniano la storia e le attività del Servizio Geologico, come ad esempio la strumentazione tecnica antica e la Collezione dei piani-rilievo geologici storici. La cartolarizzazione di Palazzo Canevari ha determinato la definitiva perdita della sede espositiva storica delle collezioni, privando di fatto la comunità di qualsiasi tipo di fruibilità. Visto l’interesse della comunità scientifica e del mondo della cultura, dimostrato nel corso di questi anni di chiusura, e le numerose richieste di fruizione dei materiali conservati nelle collezioni, numerosi sforzi sono stati fatti affinché esse potessero essere riportate alla luce ed esposte in una realtà museale idonea, che ne valorizzasse appieno le potenzialità attraverso i diversi strumenti, anche innovativi, di diffusione e divulgazione. Nel corso dell’ultimo anno numerosi incontri, sopralluoghi e riunioni online sono intercorsi fra l’ISPRA e il MiBACT, che hanno dapprima predisposto una scheda tecnica, la richiesta dei fondi e reperito i locali idonei per il progetto museale. Queste attività hanno determinato la stipula di un accordo tra i due istituti e lo stanziamento di una prima tranche di fondi. L’accordo fra i due enti prevede che le Collezioni del Servizio Geologico vengano inserite nel Sistema Museale del MuCiv - Museo delle Civiltà, in una situazione logistica adatta ovvero nello stesso stabile della sede del MuCiv. Il progetto di massima prevederà spazi espositivi idonei per ogni collezione, spazi dedicati alla didattica e alla comunicazione multimediale. Verranno inoltre sviluppati depositi fruibili per le collezioni non esposte, con aree di studio e laboratori dedicati agli specialisti e agli studiosi dei diversi settori scientifici. Il lockdown quindi sarà sempre ricordato come il periodo in cui, nonostante le difficoltà oggettive, l’ISPRA e il MiBACT hanno posto le basi per la nascita di questo nuovo museo il cui nome, concordato fra i due enti, sarà Museo di Geopaleontologia italiana “Quintino Sella”.

Parole chiave
museo, geologia, paleontologia, collezioni, lockdown.

 
The birth of the “Quintino Sella” Museum of Italian Geopaleontology

Abstract

The Geological and Historical Collections of the Geological Survey of Italy, preserved and managed by ISPRA, include about 150,000 geological and historical finds, related to the activities carried out in the Geological Office during more than a century. Conserved since 1885 in the historical site of the Geological Agricultural Museum in Largo di Santa Susanna in Rome, they are currently packed and placed in storage. Since the birth of the Italian state Quintino Sella and Felice Giordano promoted the creation of the Geological Map of Italy, with the awareness that knowledge of the soil and subsoil constituted the indispensable support for industrial, agricultural and infrastructural activities. In 1873, once established the Geological Office, it was entrusted with the “ formation and publication of the Geological Map of Italy”, under the high scientific direction of the Geological Committee. On May 3, 1885, King Umberto I inaugurated the Geological Agricultural Museum in the building specifically built for it on a project by Eng. Canevari, which remained its historical site for over 100 years. The Collections are divided into three main sections: Paleontological, Litho-mineralogical and Historical, the latter of recent constitution, including those assets that testify the history and activities of the Geological Survey, such as ancient technical instruments and the Collection of Historical geological relief models. The securitization of Palazzo Canevari resulted in the definitive loss of the historic exhibition site of the Collections, effectively depriving the community of any type of usability. Given the interest of the scientific community and the world of culture, shown during these years of closure, and the numerous requests to study the materials stored in the Collections, numerous efforts have been made so that they could be brought to light and exhibited in a suitable museum reality, which would fully exploit its potential through various tools, including innovative ones, of diffusion and dissemination. Over the past year, numerous meetings, inspections and online meetings have taken place between ISPRA and MiBACT, which first prepared a technical sheet for requesting funds and found suitable premises for the museum project. Those activities led to the signing of an agreement between the two institutions and the allocation of a first tranche of funds. The agreement between the two bodies provides that the collections of the Geological Service are included in the museum system of the MuCiv - Museum of Civilizations, in a suitable logistic situation, namely in the same building as the MuCiv headquarters. The general project will include adequate exhibition spaces for each collection, spaces dedicated to teaching and multimedia communication. Usable deposits will also be developed for non-exhibited collections, with study areas and laboratories dedicated to specialists and scholars from the various scientific sectors. The lockdown will therefore always be remembered as the period in which, despite the objective difficulties, ISPRA and MiBACT laid the foundations for the birth of this new museum, whose name, agreed between the two bodies, will be “Quintino Sella” Museum of Italian Geopaleontology.

Keywords
museum, geology, paleontology, collections, lockdown.

 

p. 236 /La nascita del Museo di Geopaleontologia italiana “Quintino Sella”

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