Marzo 2024 - N. 23

Memorie

Anno: 2024
Volume: 23

p. 0 / Marzo 2024 - N. 23

p. 1 / Marzo 2024 - N. 23

p. 3 / Marzo 2024 - N. 23

Riassunto

Il termine “stakeholder” è sempre più utilizzato nel contesto di attività legate alla sostenibilità, come sottolineato anche dalla sua presenza nel testo dell’Agenda 2030. Partendo dalle varie definizioni e accezioni del termine soprattutto nel contesto dell’Agenda 2030, si discute dell’importanza e delle opportunità per i musei scientifici e l’ANMS di essere considerati come stakeholder nel contesto di politiche internazionali (Agenda 2030 e gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile). In conclusione, si propongono azioni concrete per promuovere le attività dell’ANMS nel contesto della riunione internazionale “High-Level Political Forum on Sustainable Development” che si svolge ogni anno nella sede dell’ONU per monitorare i progressi nell’implementazione dell’Agenda 2030.

Parole chiave
musei scientifici, stakeholder, Agenda 2030, sviluppo sostenibile.

The Italian scientific museums as stakeholders of the international policies on sustainability

Abstract

The term stakeholder has been increasingly used within the context of activities on sustainable development, as also corroborated by the presence of the word within the text of the 2030 Agenda. From the different definitions and interpretations of this term, the paper discusses the importance and the opportunities for scientific museums and ANMS to be considered as stakeholder within the context of international policies related to sustainability (Agenda 2030 and the Sustainable Development Goals). In conclusion, concrete recommendations are provided in order to raise awareness of the activities of the ANMS at the High-Level Political Forum on Sustainable Development which is held every year at the UN headquarters to review progress on the implementation of the 2030 Agenda.

Keywords
scientific museums, stakeholder, Agenda 2030, sustainable development.

p. 7 / Marzo 2024 - N. 23

Riassunto

Il Museo regionale di Scienze naturali Efisio Noussan ha riaperto al pubblico dopo un complesso intervento di restauro, risanamento conservativo e completo riallestimento della sua sede espositiva, situata all’interno del castello di Saint-Pierre. L’intervento ripercorre il processo avviato diversi anni fa che ha completamente trasformato il Museo. Oltre all’intervento di restauro, sono stati affrontati gli aspetti gestionali e amministrativi, quelli logistici, le attività istituzionali e la definizione di una nuova mission al servizio della collettività. Il Museo ora, accanto alla rinnovata sede espositiva, dispone di una sede operativa dotata di spazi, attrezzature e personale per svolgere tutte le funzioni istituzionali proprie; un museo completamente rinnovato dove chiunque, lo studente, il turista, il diversamente abile, lo straniero, dovrà sentirsi a proprio agio, libero di apprendere ma anche e soprattutto di trovare stimoli per la propria immaginazione.

Parole chiave
restauro, conservazione, ricerca scientifica, inclusione, immaginazione.

The new Aosta Valley Regional Museum of Natural Sciences: the place of imagination

Abstract

The Efisio Noussan Regional Museum of Natural Sciences has reopened to the public after a complex restoration, conservation and complete refurbishment of its exhibition venue, located inside the Saint-Pierre Castle. The intervention retraces the process started several years ago that completely transformed the Museum. In addition to the restoration work, management and administrative aspects, logistics, institutional activities and the definition of a new mission at the service of the community were addressed. The Museum now has, alongside the renovated exhibition venue, an operational headquarters with the space, equipment and personnel to perform all its institutional functions. A completely renovated Museum where everyone, the student, the tourist, the differently-abled, the foreigner, should feel at ease, free to learn but also, and above all, to find stimuli for their imagination.

Keywords
restoration, conservation, scientific research, inclusion, imagination.

p. 16 / Marzo 2024 - N. 23

Riassunto

L’Erbario Estense da alcuni anni è oggetto di nuovi studi da parte di ricercatori universitari di atenei dell’Emilia-Romagna in collaborazione con l’Archivio di Stato di Modena (ASMo), istituzione che conserva il manufatto cinquecentesco realizzato probabilmente a Ferrara sotto gli Este e composto da oltre 180 exsiccata. Per far conoscere questo prezioso bene finora frequentato solo da addetti ai lavori, da ASMo e UNIMORE è stato organizzato un itinerario didattico, che coinvolge pure la ricca biodiversità della flora del centro storico di Modena, dove sono presenti piante (soprattutto Ruderali s.l.) che spesso si trovano anche tra gli antichi fogli. Inoltre, si sta realizzando un progetto di riqualificazione (sia sugli arredi che sulle piante) del cortile interno dell’Archivio, collegando lo spazio verde all’Erbario per offrire nuovi spunti e opportunità al percorso didattico.

Parole chiave
Erbario Estense, biodiversità, etnobotanica, divulgazione.

The Erbario Estense between Ferrara and Modena: from research to public engagement

Abstract

The Erbario Estense is the subject of new studies by researchers from the universities of Emilia-Romagna, in collaboration with the State Archives of Modena (ASMo), which preserves the 16th-century handwork, probably made in Ferrara under the Este domain and composed of over 180 exsiccata. To make this precious object known, hitherto reserved only for experts, ASMo and UNIMORE propose an educational itinerary, which also involves the great biodiversity of the flora of the center of Modena, where there are plants (especially weeds s.l.) that are often found in the herbarium. In addition, the internal courtyard of the Archive is being redeveloped, to create a connection with the herbarium and thus offer new opportunities for development of the educational path.

Keywords
Erbario Estense, biodiversity, ethnobotany, dissemination.

p. 20 / Marzo 2024 - N. 23

Riassunto

Il Museo per la Storia e la Collezione Cattaneo dell’Università di Pavia custodiscono antichi preparati anatomici umani, conservati a secco e in liquido, sottoposti negli ultimi anni a lavori di restauro. Il prezioso contributo alla didattica dei preparati, attraverso i secoli, è innegabile, così come l’utilità della loro testimonianza di metodi di ricerca e di studio del passato; le collezioni sono tuttora di grande valore per la ricerca storica e storico-medica e le vicende relative ad alcuni pezzi sono entrate a far parte della memoria collettiva della città. Tuttavia, proprio la drammaticità di alcune di queste storie suscita riflessioni legate alla legittimità dell’esposizione al pubblico di tali “materiali culturalmente sensibili”. Alcuni di essi, come uno scheletro di una persona affetta da nanismo, rivelano, a un approccio più approfondito, tragiche storie personali, di fronte alle quali ci si interroga sulle modalità più corrette di esposizione e comunicazione al pubblico.

Parole chiave
collezione anatomica, preparati anatomici umani, etica museale, comunicazione museale, comunità, memoria.

The historical-medical collections of the University of Pavia and the memory of local community

Abstract

The History Museum and the Cattaneo Collection of Pavia University house in their rooms ancient human anatomic preparations, preserved both dry and in liquid and restored in these past few years. The educational value of the preparations, as well as their effectiveness as testament to methods of research and observational study throughout the centuries, is undeniable; to this day, the specimens are a source of very valuable material for historical and medical research; the stories connected to some of them have become part of the collective memory of the town. However, the dramatic aspects of some of these stories has recently given rise to debates focusing on the legitimacy of showing to the public such «culturally sensitive materials». Following more in depth researches, some preparations in the Pavia collections - like that of a man affected with dwarfism - reveal dramatic personal stories, further fuelling the discussion on which display and communication methods may be more appropriate to convey such delicate contents.

Keywords
anatomical collection, human anatomic preparation, museum ethics, museum communication, community, memory.

p. 25 / Marzo 2024 - N. 23

Riassunto

L’algario Vatova-Schiffner del Museo di Storia Naturale di Venezia contiene i campioni usati per la redazione del capitolo dedicato alle alghe nella monografia “La Laguna di Venezia” (Brunelli et al., 1938) e offre quindi un’istantanea della comunità algale negli anni 1930-32. Questi dati sono fondamentali per comprendere la biodiversità della laguna e la sua evoluzione nell’ultimo secolo; tuttavia la collezione risulta pressoché sconosciuta. Al fine di aumentarne conoscenza e visibilità è stato avviato un progetto di digitalizzazione che segue un approccio image-to-data. I dati sono poi resi disponibili tramite un portale web arricchito da materiali didattico-divulgativi. Il progetto è svolto da Fondazione Musei Civici di Venezia e Università degli Studi di Trieste e in parte finanziato dalla Fondazione di Venezia.

Parole chiave
algario, Laguna di Venezia, digitalizzazione, image-to-data, cambiamenti ambientali.

A century of changes in the Venetian Lagoon through the algae of the Vatova-Schiffner collection

Abstract

The algarium by Aristocle Vatova and Victor Schiffner preserved at the Natural History Museum of Venice hosts the specimens which were used for the chapter dedicated to algae in the monograph “La Laguna di Venezia” (Brunelli et al., 1938), thus offering a snapshot of the algal community of the lagoon in the years 1930-32. These data are pivotal for understanding the biodiversity of the lagoon and its evolution in the last century. However, the collection is almost unknown. In order to increase its accessibility, a digitization project was started, following an image-to-data workflow. Digitized data are made available online in a web portal, which is also enriched with dissemination and educational materials. The project is carried out by the Fondazione Musei Civici di Venezia/Natural History Museum Giancarlo Ligabue and the Department of Life Sciences of the University of Trieste, and it is partly funded by the Fondazione di Venezia.

Keywords
algarium, Venice Lagoon, digitization, workflow image-to-data, environmental changes.

p. 31 / Marzo 2024 - N. 23

Riassunto

L’Area megalitica di Aosta - Parco archeologico e Museo di Saint-Martin-de-Corléans, inaugurata nel 2016, è oggetto di un secondo lotto di lavori, destinati a completare l’offerta museale con nuovi settori che raddoppiano la superficie espositiva. Mantenendo costante la volontà di trasmissione e valorizzazione dei dati ottenuti attraverso discipline scientifiche di sostegno all’archeologia, dimostra che un museo a carattere e impostazione “umanistica” assume parallelamente il ruolo di museo scientifico. Gli aggiornamenti riguardano una grande sala, dedicata alla riproposizione degli allineamenti delle stele antropomorfe innalzate così come dovevano essere all’origine, e le sezioni riferite all’età del Bronzo e del Ferro, alla romanità, alla tarda antichità e al Medioevo. Inoltre il Museo sarà dotato di spazi adeguati al benessere dei visitatori e alle attività didattiche, con un ambiente dedicato a mostre temporanee e una capiente sala per conferenze.

Parole chiave
megalitismo, archeologia, conservazione, comunicazione, tecnologia.

Indicative mode, future tense. The second work batch at the Megalithic Area of Saint-Martin-de-Corléans

Abstract

The Aosta Megalithic Area - Archaeological Park and Museum of Saint-Martin-de-Corléans, inaugurated in 2016, is the subject of a second batch of works, intended to complete the museum’s offerings with new areas that double the exhibition area. Keeping constant the desire to transmit and enhance the data obtained through scientific disciplines supporting archaeology, it shows that a museum with a “humanistic” character and approach takes on the role of a scientific museum in parallel. The upgrades concern a large hall, dedicated to the re-presentation of the alignments of the raised anthropomorphic stelae as they must have been originally, and sections relating to the Bronze and Iron Ages, Romanity, Late Antiquity and the Middle Ages. In addition, the museum will be equipped with adequate space for visitor welfare, educational activities, with a room dedicated to temporary exhibitions and a spacious conference and congress hall.

Keywords
megalithism, archaeology, conservation, communication, technology.

p. 37 / Marzo 2024 - N. 23

Riassunto

Fra il 1954 e il 1961, l’Università di Pisa realizzò le due Calcolatrici Elettroniche Pisane. La prima CEP nel ’57 fu anche il primo calcolatore digitale italiano. Le CEP furono volano di una storia scientifica e tecnologica che ha segnato l’identità della città. Perciò la storia delle CEP è cara a Pisa e ogni occasione è buona per ricordarla: l’ultima il 13 novembre 2021 per il 60° dell’inaugurazione della seconda CEP. È una storia cara anche a Progetto Hackerando la Macchina Ridotta (HMR) che ha studiato e raccontato le CEP in tanti modi. Partecipare al 60° era un obbligo, ma come non ripetersi?
Con CEP60 abbiamo raccontato cosa accadeva oltre le CEP in una mostra virtuale basata su materiale dell’Archivio di Ateneo. CEP60 narra gli eventi del progetto CEP, ma soprattutto cosa accadeva in Italia e nel mondo, nell’informatica e nell’Ateneo. L’articolo discute il progetto di una mostra libera da vincoli fisici riflettendo sull’importanza di contestualizzare la narrazione delle conquiste scientifiche e tecnologiche.

Parole chiave
storia dell’informatica, storia locale, esposizioni, realtà virtuale.

CEP60: glocal history in a virtual exposition

Abstract

In 1954-61, University of Pisa built the two CEPs (Electronic Computers of Pisa), the first CEP was also the first computer made in Italy. The CEPs gave spin to a scientific and technological history that marked the city identity. Therefore, CEPs’ story is dear to Pisa: every occasion is good to celebrate. The latest was on November 13, 2021, the 60th of the second CEP. The story is also dear to Hackerando la Macchina Ridotta Project (HMR) which, since 2006, has studied and narrated the CEPs in many ways. Taking part to jubilee was a duty, the challenge was to not repeat ourselves.
CEP60 shows what happened beyond the CEPs in a virtual exhibition based on material from the University Archives. CEP60 tells the events of the CEP project, but, above all, shows what was happening in Italy and in the world, in computer science and in the University. The paper discusses the design of an exhibition free from physical constraints discussing the importance of contextualizing the narrative of scientific and technological achievements.

Keywords
computing history, local history, exhibitions, virtual reality.

p. 41 / Marzo 2024 - N. 23