Pubblicazioni
Sezione dedicata alle pubblicazioni riguardanti l'ANMS
Settembre 2025 - N. 25
Memorie
Il Museo della Natura e dell’Uomo: un museo con radici nel passato che guarda al futuro
p. 6 /Il Museo della Natura e dell’Uomo: un museo con radici nel passato che guarda al futuro
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L’Area Edilizia e Sicurezza e in particolare l’Ufficio Sviluppo Edilizio sono stati tra gli artefici di questo progetto strategico di Ateneo, pensato e realizzato per essere uno dei “lasciti” per i festeggiamenti degli 800 anni dell’Università di Padova. Raccontare come si sono svolte le vicende riguardanti il progetto e la realizzazione degli interventi di ristrutturazione di Palazzo Cavalli può aiutare a comprendere come solo un lavoro di “squadra” consenta il raggiungimento di un così importante obiettivo.
Parole chiave
pianificazione, progettazione, esecuzione, lavoro di gruppo.
The renovation and construction of the Palazzo Cavalli building complex
Abstract
The Building and Safety Area, particularly the Building Development Office, has played a vital role in this strategic Athenaeum project, which aims to become one of the “legacies” celebrating 800 years of the Padua University. Describing the various challenges faced during the project phase and implementing restructuring interventions at Palazzo Cavalli can illustrate how teamwork alone makes achieving such an important goal possible.
Keywords
planning, designing, execution, teamwork.
p. 9 /Il progetto e i lavori di ristrutturazione del complesso edilizio di Palazzo Cavalli
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Progettare un allestimento museale significa raccontare la storia delle opere, creare ambientazioni che ne esaltino i dettagli, garantire la sicurezza delle opere esposte e migliorare l’esperienza del visitatore. Gli aspetti da considerare includono l’illuminazione, la conservazione e l’integrazione di elementi multimediali. Le fasi progettuali comprendono lo studio delle collezioni, la collaborazione con curatori e conservatori, la creazione di modelli 3D e la direzione dei lavori. Per il Museo della Natura e dell’Uomo a Padova, lo studio Guicciardini & Magni ha progettato allestimenti che offrono esperienze immersive con tecnologie multimediali e un forte impatto visivo. Ogni sezione del Museo è progettata per stimolare l’interesse del visitatore con ambientazioni suggestive e la cura nella conservazione degli oggetti. Le sezioni spaziano dalla geologia alla paleontologia, all’antropologia e alla zoologia, tutte caratterizzate da un uso innovativo degli spazi e delle teche espositive, per valorizzare il patrimonio e favorirne la comprensione.
Parole chiave
allestimento, museografia, conservazione, scenografia, comunicazione.
How a layout is born
Abstract
Designing a museum exhibition involves narrating the story of the works, creating settings that enhance their details, ensuring the safety of the exhibits and enhancing the visitor experience. Aspects to be considered include lighting, conservation and the integration of multimedia elements. The design phases encompass studying the collections, collaboration with curators and conservators, creation of 3D models, and project management. For the Museum of Nature and Humankind in Padua, the Guicciardini & Magni studio designed layouts offering immersive experiences with multimedia technologies and a strong visual impact. Each section of the Museum is designed to stimulate the visitor’s interest with evocative settings while also paying attention to the conservation of the objects. The sections range from geology to palaeontology, anthropology and zoology, all characterised by an innovative use of space and display cases to enhance heritage and promote understanding.
Keywords
exhibitions, museography, conservation, scenography, communication.
p. 15 /Come nasce un allestimento
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Il presente lavoro illustra i più significativi interventi di conservazione e restauro sui reperti paleontologici conservati presso il nuovo Museo della Natura e dell’Uomo (MNU). La situazione iniziale evidenziava processi di degrado quali fratturazioni, ossidazioni e la presenza di patine scure sulle superfici, influenzati dalle condizioni ambientali e dalle tecniche di restauro precedenti. Gli interventi sono stati pianificati sulla base di un’attenta analisi dello stato di conservazione di ciascun reperto, rispettando i criteri di compatibilità, efficacia, stabilità e reversibilità. Questi interventi hanno incluso pulitura con tecniche meccaniche e chimiche, consolidamento con Paraloid B72 e incollaggi con Mowital B60 HH. I reperti con ossidazioni dei solfuri sono stati trattati con vapori di idrossido d’ammonio e sottoposti a interventi protettivi. Gli scheletri di vertebrati quaternari sono stati rimontati su strutture non invasive. Tutte le operazioni hanno rispettato il principio del minimo intervento, garantendo stabilità e conservazione a lungo termine.
Parole chiave
restauro conservativo, ossidazione dei solfuri, collezioni storiche.
The interventions performed on the fossil finds at the Museum of Nature and Humankind
Abstract
The paper illustrates the conservation and restoration operations performed on paleontological finds housed at the new Museum of Nature and Humankind. The initial condition revealed degradation processes such as fractures, oxidation, and the presence of dark patinas on the surfaces, influenced by environmental conditions and previous restoration techniques. The interventions were planned based on a careful analysis of each artifact’s state of preservation, adhering to the criteria of compatibility, effectiveness, stability, and reversibility. These operations included cleaning using mechanical and chemical techniques, consolidation with Paraloid B72, and bonding with Mowital B60 HH. Artifacts affected by sulfide oxidation were treated with ammonium hydroxide vapors and underwent protective treatments. The skeletons of Quaternary vertebrates were reassembled on non-invasive structures. All operations respected the principle of minimal intervention, ensuring long-term stability and preservation.
Keywords
conservation treatment, pyrite decay, historical collection.
p. 21 /Gli interventi eseguiti sui reperti fossili del Museo della Natura e dell’Uomo
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Nel presente lavoro si espongono le attività e le pratiche adottate durante i lavori di disallestimento dei grandi vertebrati esposti al Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università degli Studi di Padova. Lo smontaggio della Sezione dei vertebrati fossili era necessario al fine di sgomberare quest’area per far posto al cantiere che avrebbe portato alla nascita del nuovo Museo della Natura e dell’Uomo (MNU). Inoltre, si illustrano le tecniche e le soluzioni espositive utilizzate nel riallestire il nuovo percorso museale della Sezione di Geologia e Paleontologia.
Parole chiave
smontaggio, fossili, stoccaggio, riallestimento.
The journey of paleontological finds: from disassembly of vertebrates to the setting up of the Geology and Paleontology Section
Abstract
This work presents the activities and practices adopted during the works of removal of the large vertebrates exhibited in the Museum of Geology and Palaeontology of the University of Padova. The dismantling of the fossil vertebrate section was necessary to clear this area for the construction site that would lead to the establishment of the new Museum of Nature and Humankind (MNU). Furthermore, the techniques and exhibition solutions used in rearranging the new museum itinerary of the Geology and Palaeontology Section are illustrated.
Keywords
dismantling, fossils, storage, rearranging.
p. 28 /Il viaggio dei reperti paleontologici: dallo smontaggio dei vertebrati all’allestimento della Sezione di Geologia e Paleontologia
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La Sezione di Zoologia del Museo della Natura e dell’Uomo (MNU) dell’Università degli Studi di Padova custodisce, tra le altre, una ricca collezione di campioni biologici conservati in liquido, costituita prevalentemente tra il XIX e il XX secolo, fatta eccezione per un ridotto numero di esemplari più antichi, alcuni dei quali sono attribuibili alla collezione originale di Antonio Vallisneri (1661-1730). In occasione dell’allestimento del MNU, inaugurato il 23 giugno 2023, che ospita le collezioni di mineralogia, geologia e paleontologia, zoologia e antropologia, si sono avviate le attività di restauro e manutenzione straordinaria di tutti i reperti destinati all’ostensione. Tra essi rientrano anche una selezione di reperti zoologici conservati in liquido particolarmente significativi, che prima dell’istituzione del MNU erano custoditi presso il Museo di Zoologia (ora Sezione di Zoologia del MNU). Si riportano il protocollo di intervento e i materiali utilizzati per il restauro della collezione di reperti zoologici conservati in liquido e le criticità affrontate nel corso dell’intervento.
Parole chiave
collezione in liquido, restauro conservativo, collezione zoologica, collezione storica.
Conservative restoration of zoological specimens preserved in liquid exhibited at the Museum of Nature and Humankind in Padova
Abstract
The Zoology section of the Museum of Nature and Humankind at the University of Padova houses an extensive collection of biological samples preserved in liquid. These specimens are primarily from the nineteenth and twentieth centuries, with a few older ones, some of which are documented as part of the original collection of Antonio Vallisneri (1661-1730). In light of the opening of the Museum of Nature and Humankind, inaugurated on 23 June 2023, which houses collections of mineralogy, geology, palaeontology, zoology, and anthropology, restoration and extraordinary maintenance activities for all the artefacts intended for the exhibition have commenced. These also include several specimens preserved in liquid from the zoological collection selected for display at the new museum. The procedures and outcomes of the recovery interventions performed are reported.
Keywords
wet collection, conservative restoration, zoological collection, historical collection.
p. 33 /Restauro conservativo dei reperti zoologici in liquido esposti al Museo della Natura e dell’Uomo di Padova
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Il sarcofago di Ba-Ankh e la mummia al suo interno, conservati presso il Museo della Natura e dell’Uomo dell’Università di Padova, sono stati sottoposti a interventi conservativi e analisi scientifiche nel 2021-2022. Questo lavoro mostra le principali operazioni eseguite, i risultati ottenuti e le considerazioni tecnico-scientifiche che ne conseguono. Gli interventi conservativi, eseguiti secondo i principi del minimo intervento, hanno tenuto conto di tutte le stratificazioni di materiali e delle tracce di danni ormai storicizzati mirando a stabilizzare lo stato di conservazione dei reperti e permettere di leggerne, per quanto ancora possibile, la storia complessa che può essere interpretata in modi diversi. Il restauro è stato del tutto conservativo ed è stato preceduto da una campagna analitica volta allo studio dei materiali costitutivi, al rilievo dei danni dovuti all’azione dell’uomo in epoche diverse, all’identificazione di fenomeni di degrado dovuti a fenomeni biologici e di attacco antico di xilofagi, e a verificare la presenza di possibili agenti patogeni. La campagna analitica è stata condotta attraverso imaging multispettrale (fluorescenza UV, riflettografia IR, e Visible Induced Luminescence), analisi chimico-fisiche, microbiologiche, identificazione delle specie che hanno prodotto legni e fibre vegetali, e la datazione al radiocarbonio.
Parole chiave
sarcofagi, restauro, legno, imaging multispettrale.
Profile of the Ba-Ankh sarcophagus. Conservative intervention and scientific research
Abstract
The Ba-Ankh sarcophagus and its enclosed mummy, preserved at the Museum of Nature and Humankind of the University of Padua, underwent conservation and scientific analysis interventions in 2021 and 2022. This study illustrates the primary interventions carried out, the results achieved, and the subsequent technical-scientific considerations. The conservation treatments, executed according to the principles of minimum intervention, took into account all material stratifications and traces of historical damage. They aimed to stabilize the artifacts’ conservation state and allow, as far as possible, the interpretation of their complex history, which can be done in various ways. The restoration was entirely conservative and was preceded by an analytical approach focused on the study of constituent materials, the assessment of damages caused by human intervention at different periods, the identification of the phenomenon of degradation due to biological factors as well as ancient xylophagous insect attacks, and the verification of the presence of possible pathogens agents. The analytical approach was conducted through multispectral imaging (UV fluorescence, IR reflectography, and Visible Induced Luminescence), physicochemical and microbiological analyses, the recognition of the species that produced wood and plant fibres, and radiocarbon dating.
Keywords
sarcophagi, conservation, wood, multispectral imaging.
p. 40 /Identikit del sarcofago di Ba-Ankh. Intervento conservativo e indagini scientifiche
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Il contributo prende in esame l’intervento conservativo su alcuni manufatti provenienti dall’ex Museo di Antropologia dell’Università degli Studi di Padova, confluito nell’attuale Museo della Natura e dell’Uomo. La collezione paletnologica si è formata a partire dalla seconda metà dell’800 e si è sviluppata nei decenni successivi con numerose e varie acquisizioni. Il nostro laboratorio ha curato l’intervento su circa 400 reperti di ceramica, metallo, osso e ambra di questa collezione; la maggior parte di essi era stata probabilmente restaurata all’epoca dell’ingresso nella raccolta, come paiono attestare i confronti rispetto alla trattatistica dell’epoca. Lo stato conservativo dei manufatti era molto vario e si è deciso di applicare differenti approcci secondo le caratteristiche dei singoli oggetti, rimuovendo i precedenti interventi nella maggior parte dei casi, poiché rendevano difficile la corretta lettura dei reperti, ma storicizzandone alcuni grazie alla scelta di non intervenire su un vaso di grandi dimensioni, il quale costituiva un esempio di mescolanza di materiali e tecniche significativo per lo studio della storia del restauro; gli stessi principi sono stati applicati anche a un lotto di materiale da recenti scavi in Sudan. Infine, abbiamo contribuito all’allestimento dei materiali della collezione all’interno delle nuove vetrine del Museo.
Parole chiave
restauri storici, smontaggio, sezione paletnologica.
Understanding through restoration: the palethnological discoveries of the MNU amid conservative history and appreciation
Abstract
On the occasion of the major conservative project of Padua’s Museum of Nature and Humankind collections, our laboratory focused on the majority of the palaeontological collection due to the new staging. Established in the early 19th century, this collection included almost 400 objects from various sites, dates, and materials. Due to the long history of the lot, all the artefacts had been previously cleaned and restored using conventional materials and techniques of that era, including mixtures of different substances, paper strips, and pieces of fabric, among others. Thus, the preservation state of the objects was heterogeneous, prompting us to approach them accordingly. We removed prior interventions that obscured a clear understanding of the artefacts, while preserving those of historical significance. The same criteria were applied to certain vases coming from Sudan. Additionally, we had the opportunity to collaborate on the exhibition of the objects.
Keywords
historical conservative interventions, removals, palethnologic collection.
p. 46 /Conoscere attraverso il restauro: i reperti paletnologici del MNU fra storia conservativa e valorizzazione
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Dieci dei ventisette reperti lignei (pali e travi) provenienti dal villaggio palafitticolo di Ledro, conservati presso l’Istituto di Antropologia dell’Università di Padova, sono stati analizzati per individuarne la specie di appartenenza. Sono stati riconosciuti quattro diversi taxa che erano stati ritrovati anche nelle ricerche precedenti, confermando le ipotesi sulla provenienza del legname. Una parte importante dei pali è stata riportata alla luce negli estesi scavi del 1937, eseguiti dal prof. Raffaele Battaglia e descritti in un resoconto, pubblicato nel 1943, sugli scavi e la stratigrafia della palafitta del Lago di Ledro. In questo prezioso documento sono incluse anche alcune informazioni riguardo alle tecniche di conservazione del legno bagnato messe in atto al tempo e in quel contesto. Al momento dell’intervento manutentivo quasi tutti i pali e le travi presentavano un forte e caratteristico degrado delle parti esterne e spesso affioravano sulle loro superfici formazioni cristalline di colore bianco. Per avvalorare l’ipotesi di un’origine fungina del grave ammaloramento superficiale e per escludere la presenza di crescite attive, sono state condotte analisi biologiche. Inoltre, al fine di caratterizzare sostanze consolidanti utilizzate in passato e ancora presenti nel legno, che potrebbero aver dato luogo al deposito biancastro, è stata eseguita un’analisi fisico-chimica. Dai risultati delle indagini scientifiche sono arrivati gli spunti per stabilire i metodi e i materiali da utilizzare per il consolidamento strutturale del legno durante l’intervento di manutenzione e alcune riflessioni per possibili sviluppi futuri.
Parole chiave
Ledro, legno bagnato, specie legnose, allume di rocca, funghi cariogeni.
The poles of the pile-dwelling village of Ledro: Functional Analysis for the Maintenance Intervention
Abstract
Ten of the twenty-seven wooden finds (poles and beams) from the village of Ledro, preserved at the Institute of Anthropology of the University of Padua, were analyzed to identify their species. Four different taxa that had been recognised in previous research were confirmed, supporting the hypothesis regarding the origin of the wood. An important part of the poles was highlighted in the extensive excavations of 1937, conducted by Prof. Raffaele Battaglia and described in a report published in 1943 on the excavations and stratigraphy of the pile-dwelling of Lake of Ledro. This valuable document also includes some information about wet wood conservation techniques implemented at the time and in that context. During maintenance, nearly all the poles and beams displayed significant and distinctive degradation of their outer parts, often revealing white crystalline formations on their surfaces. Biological analyses were carried out to confirm the hypothesis regarding the fungal origin of severe surface malady and to eliminate the possibility of active growths. In addition, a physicochemical analysis was performed to characterize the consolidators used in the past and still present in the wood, which may have contributed to the whitish deposit. The results of the scientific investigations have provided the foundation for determining the methods and materials to be used for structural consolidation of wood during maintenance operations, along with some reflections for possible future developments.
Keywords
Ledro, waterlogged wood, timber species, rock alum, wood-decaying fungi.
p. 53 /I pali del villaggio palafitticolo di Molina di Ledro: indagini funzionali all’intervento manutentivo
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L’intervento sul numeroso gruppo di armi bianche esposte nel nuovo Museo della Natura e dell’Uomo (MNU) dell’Università di Padova è stato occasione per approfondire, anche col supporto diagnostico dei Dipartimenti che collaborano con il Museo, alcune tecniche esecutive immutate per secoli nella produzione di questi manufatti d’uso, provenienti dal continente africano e dal Sud-Est asiatico fino al Giappone. Lo stato di conservazione di questi oggetti polimaterici ha richiesto un approccio metodologico scientifico e conservativo, necessario per affrontare le diverse problematiche offerte dalla compresenza di diversi metalli, legni, cuoio e tessuti. Oltre che impiegare consuetudini tecniche per la pulitura, il consolidamento e la protezione dei materiali, è stato necessario approfondire e individuare modalità di integrazione materica ed espedienti per la corretta esposizione nel nuovo allestimento.
Parole chiave
conservazione, restauro, armi bianche, manufatti polimaterici, metodologia integrata.
From Asia to Africa: Study and restoration of multi-material bladed weapons
Abstract
The intervention on the extensive collection of bladed weapons displayed in the new Museum of Nature and Humankind (MNU) at the University of Padova provided an opportunity to thoroughly examine, with the diagnostic support of the Departments collaborating with the Museum, some manufacturing techniques that have remained unchanged for centuries in the production of these functional artifacts made in Africa, Southeast Asia, and Japan. The conservation condition of these multi-material objects required a scientific and cautious methodological approach, essential to address the different challenges posed by the presence and assemblage of various metals, woods, leather, and fabrics. In addition to using established techniques for cleaning, consolidating, and protecting the materials, it was also necessary to explore and identify ways to integrate the materials and solutions for the proper display of the objects in the new exhibition.
Keywords
conservation, restoration, bladed weapons, multi-material objects, integrated methodology.
p. 60 /Dall’Asia all’Africa. Studio e restauro di armi bianche polimateriche
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Il restauro e la manutenzione di oggetti polimaterici affrontano varie complessità legate principalmente alla presenza in un unico oggetto di materiali molto differenti tra loro, con differenti comportamenti chimico-fisici che determinano una diversa interazione con l’ambiente e l’avvio di peculiari problematiche conservative. L’intervento eseguito su oltre 180 opere provenienti dall’Africa e dall’Oceania è stato l’occasione per eseguire un’analisi dei materiali, focalizzata principalmente sul difficile riconoscimento di alcune specie legnose, e per intervenire con operazioni manutentive differenziate a seconda dei materiali costitutivi. Un’attenzione particolare è stata inoltre rivolta alla conservazione dei reperti presso i depositi dell’ex Museo di Antropologia.
Parole chiave
reperti etnografici, Africa, Oceania, restauro polimaterico.
Restoration and diagnostics of polymaterial objects from Africa and Oceania
Abstract
The restoration and maintenance of polimaterial artifacts present various complexities, primarily due to diverse materials composing a single object, each exhibiting unique chemical and physical behaviors. These differences lead to diverse environmental interactions and create specific conservation challenges. The intervention of over 180 works from Africa and Oceania provided an opportunity to study the materials, primarily focusing on the difficult task of identifying specific wood species and conducting tailored maintenance operations based on the constitutive materials. Special attention was also given to conserving the artifacts housed in the former Museum of Anthropology.
Keywords
ethnographic artifacts, Africa, Oceania, polymaterial restoration.
p. 71 /Restauro e diagnostica di oggetti polimaterici provenienti dall’Africa e dall’Oceania
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Il restauro di manufatti provenienti dal Giappone pone l’attenzione sul rispetto dei materiali costituenti l’opera, ma, soprattutto, sullo studio delle tecniche artistiche giapponesi. Molto importanti sono la curiosità e la volontà di capire la filosofia esecutiva e conservativa che permea oggetti affascinanti quanto delicati e fragili. Il restauro di modellini abitativi realizzati in legno, stipi intarsiati e pannelli Shibayama ha coinvolto aspetti metodologici e tecnico-applicativi differenti, materiali differenti, approcci alla conservazione differenti, che hanno contribuito a realizzare un intervento di restauro con un giusto apporto di materiali e metodologie sia italiane che giapponesi. Si dovrà approfondire ulteriormente la conoscenza pratica dell’uso dell’urushi, come e quando è auspicabile utilizzare questa affascinante resina e tutte le tecniche decorative a essa associate, per poter riproporre, in futuri interventi di restauro, le medesime tecniche utilizzate per realizzare, decorare e verniciare in origine l’oggetto d’arte.
Parole chiave
urushi, pannelli Shibayama, legno giapponese, colla nikawa.
Restoration work on oriental artefacts: Shibayama panels, Japanese house models and wardrobe shelves
Abstract
The restoration of Japanese artifacts underscores the importance of respecting the materials involved in the research; however, it most significantly emphasises the study of Japanese artistic techniques. Curiosity and the desire to comprehend the executive and conservative philosophy that permeates intriguing, delicate, and fragile objects are of great importance. The restoration of the wooden house models, the ornate cabinets and the Shibayama panels encompassed various methodological and technical aspects, as well as different materials and distinct conservation approaches. This diversity resulted in a restoration intervention successfully integrating Italian and Japanese materials and methods. A deeper understanding of urushi, including how and when to use it, as well as all the decorative techniques associated with this fascinating resin, will be essential for replicating the original methods employed in creating, decorating, and varnishing the art object during future restoration efforts.
Keywords
urushi, Shibayama, Japanese wood, nikawa glue.
p. 76 /Intervento di restauro su manufatti orientali: pannelli Shibayama, modelli di casette giapponesi e stipo-mensole
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L’intervento di conservazione e restauro ha riguardato un cospicuo numero di manufatti di varia natura e composizione materica, come ceramica e oggetti laccati derivanti dalla collezione Enrico di Borbone del Museo di Arte Orientale di Venezia e opere etnoantropologiche del Museo della Natura e dell’Uomo dell’Università di Padova. Viene descritto in particolare il restauro eseguito su elementi ceramici di provenienza cino-giapponese. Tali oggetti si distinguono in due gruppi ideali: il primo gruppo riguarda statuette tradizionali in ceramica raffiguranti personaggi tipici di varie arti, mestieri e leggende popolari; il secondo gruppo riguarda vasellame in porcellana con un approfondimento sui marchi di produzione.
Parole chiave
ceramica invetriata, “hakata ningy ˉo”, porcellana, marchi ceramici.
Returns: restoration interventions on artifacts from the Far East
Abstract
The conservation and restoration intervention involved numerous artefacts of various nature and material composition, including ceramics and lacquered objects from the Bardi collection of the Museum of Oriental Art in Venice and ethnic anthropological works from the Museum of Nature and Mankind of the University of Padua. The article describes in particular the restoration carried out on ceramic elements of Chinese/Japanese origin. These objects are divided into two ideal groups: the first group concerns traditional ceramic statuettes depicting typical characters from various arts, crafts and popular legends; the second group concerns porcelain tableware with an in-depth analysis of production brands.
Keywords
glazed ceramic, “hakata ningyˉo”, porcelain, brands.
p. 82 /Restituzioni: intervento di restauro su manufatti dell’Estremo Oriente
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Il restauro oggetto di questo studio ha riguardato undici abiti cinesi e giapponesi, quattro armature da samurai e diciannove bambole giapponesi del Museo d’Arte Orientale di Venezia. L’intervento, durato circa due anni e mezzo, ha affrontato diverse sfide, in particolare per la varietà dei manufatti tessili. Gli abiti e le armature sono non solo oggetti d’uso, ma anche veicoli di cultura, storia e tradizioni. Il restauro ha richiesto conoscenze approfondite delle tecniche originarie, come tessitura, tintura e ricamo. I casi studio analizzati riguardano tre abiti cinesi, ognuno con diverse problematiche di conservazione, come depigmentazione, depolimerizzazione delle fibre e filati metallici slegati. Per l’intervento sono state impiegate tecniche avanzate come la disinfestazione anossica, la pulitura fisica con microaspirazione, il consolidamento localizzato o dell’intero manufatto. Per il restauro sono stati utilizzati supporti in tulle e seta, posizionati e cuciti per consolidare la struttura e preservare l’estetica originaria. La pulitura a immersione è stata impiegata solo per uno dei manufatti, dopo l’esame dei test di solidità dei coloranti su microprelievi. La corretta conservazione a lungo termine richiede il controllo dell’ambiente museale, compreso il monitoraggio di temperatura, umidità e illuminazione. Questo restauro ha combinato scienza, arte e storia, preservando non solo i materiali ma anche l’eredità culturale degli abiti orientali.
Parole chiave
disinfestazione anossica, microaspirazione, pulitura chimica per immersione, consolidamento a “sandwich”, allestimento museale.
Restoration and conservation of Oriental clothing: objectives, strategies, and outcomes
Abstract
This restoration research focused on eleven Chinese and Japanese garments, including four samurai armors, and nineteen Japanese dolls from the Museo d’Arte Orientale in Venice, which are currently conserved in the University of Padua’s Department of Anthropology. The project spanned approximately two and a half years, tackling the challenges posed by various textile artifacts. Both Chinese and Japanese garments are not merely clothing; they embody significant cultural symbolism, often reflecting social status, historical periods, and cultural values. The restoration aimed to preserve the materials and the historical and cultural meanings embedded within these objects. Techniques such as anoxic disinfestation, micro-aspirator cleaning, and meticulous consolidation were employed. Three case studies presenting different restoration approaches were showcased, illustrating the diverse conservation challenges, including fabric degradation, color alterations, and material fragility. The restoration of a silk garment, for example, involved meticulously repairing and consolidating delicate silk fibers while preserving the original embroidery and metallic threads. Similarly, a Chinese silk “ jifu” was reinforced with tulle to support its deteriorating structure. Each intervention respected the original materials, ensuring the garments’ structural integrity and cultural value were preserved for future museum display. The final stage of the project highlighted the importance of proper museum conditions to guarantee long-term preservation. Effective long-term conservation requires managing the museum environment by monitoring temperature, humidity, and lighting. This restoration integrates science, art, and history to preserve the materials and the cultural heritage of Eastern clothing.
Keywords
anoxic disinfestation, microaspiration, chemical cleaning by immersion, “sandwich” consolidation, museum display.
p. 87 /Restauro e conservazione di abiti orientali: obiettivi, strategie e risultati
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In occasione dell’allestimento del neonato Museo della Natura e dell’Uomo di Padova, il laboratorio di conservazione e restauro di Open Care si è occupato della valorizzazione e conservazione di un nucleo di beni eterogenei, fra cui quattro armature giapponesi, provenienti dal Museo d’Arte Orientale di Ca’ Pesaro (VE). Per comprendere nel dettaglio il procedimento e la complessità che caratterizzano in maniera sostanziale il restauro di opere polimateriche, sono presentati alcuni interventi effettuati su differenti elementi che costituiscono l’armatura giapponese (interno in pelle della corazza, rivestimento in lacca esterno alla corazza, maniche in tessuto ed elmo in metallo). Parallelamente alla ricerca storica e alla rilevazione dello stato conservativo di ogni singolo pezzo, si è avuta la possibilità di effettuare analisi scientifiche (presentate al convegno “Dialogando con la materia, giornata di studi in memoria di Fabio Frezzato”, Pinacoteca di Brera, Milano 21/11/2023) per approfondire le tecniche esecutive nell’uso dei materiali e mirare le operazioni di intervento sui manufatti. Per dare vita nel tempo alle armature restaurate, è stato importante curarne la corretta conservazione nella sede espositiva, sia in riferimento ai parametri standard museali, sia in riferimento alla progettazione di sostegni mobili realizzati ad hoc e alla possibilità di prevedere una rotazione espositiva periodica dei pezzi.
Parole chiave
armature giapponesi, restauro polimaterico, lacche urushi.
Japanese armour: the history, science, and techniques of complex multi-material restoration
Abstract
On the occasion of the opening of the newly established Padua’s Museum of Nature and Humankind, the conservation and restoration department of Open Care Servizi per l’Arte has focused on enhancing and preserving a diverse collection of items, which includes four suits of armor originating from the Ca’ Pesaro Museum of Oriental Art (VE). To gain a thorough understanding of the procedures and complexities that significantly define the restoration of polychromatic works, several interventions were conducted on various components of the Japanese armor (the leather interior of the cuirass, the external lacquer coating of the cuirass, fabric sleeves, and metal helmet) have been presented. Alongside historical research and assessing each item’s conservation status, opportunities emerged to undertake scientific analyses (presented at the conference “Dialoguing with Matter, a study day in memory of Fabio Frezzato”, Pinacoteca di Brera, Milan, 21/11/2023) that would deepen the understanding of the materials’ execution techniques and refine the intervention operations on the artifacts. To ensure the long-term vitality of the restored armors, it has been crucial to consider their conservation in the exhibition space, considering not only standard museum parameters but also the design of bespoke mobile supports and the potential for planning a periodic rotation of the displayed pieces.
Keywords
japanese armor, multi-material restoration, urushi lacquers.
p. 92 /Le armature giapponesi: storia, scienza e tecnica di un complesso restauro polimaterico
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L’esposizione della sala giapponese del nuovo Museo della Natura e dell’Uomo ha dato l’occasione di realizzare dei nuovi supporti per le armature giapponesi della collezione. Il lavoro, svolto in collaborazione con il Museo d’Arte Orientale di Venezia, è frutto di anni di ricerca e ha visto alcune tappe fondamentali per la messa a punto di un metodo espositivo completamente nuovo per questo tipo di manufatti. Le armature giapponesi si distinguono da quelle europee per la loro ricchezza di forme, di dimensioni e di colori, ma anche per essere multimateriche; quindi, nessuna è uguale all’altra e ognuna ha specifiche esigenze conservative. Materiali e tecniche impiegati nella realizzazione, unitamente alla loro storia conservativa, fanno di ogni armatura un unicum. Realizzare un supporto per ognuna tecnicamente è senz’altro possibile, ma il lavoro su misura comporta anche una manipolazione eccessiva, richiede prove ripetute sino ad arrivare a definire le corrette posizioni delle singole parti, con la conseguenza di uno stress meccanico subito dalle opere che contrasta nettamente con le logiche di conservazione. Pertanto, in fase di progettazione vanno previste il più possibile anche le operazioni necessarie per posizionare la parte di armatura interessata, così da evitare a un manufatto spostamenti che non siano strettamente necessari. Questo aspetto è tanto più importante quanto più sono fragili i manufatti sui quali lavoriamo. Il lavoro svolto ha avuto come obiettivo principale la realizzazione di un supporto che permettesse di esporre in sicurezza tali manufatti, caratterizzati da una profonda e intrinseca fragilità, garantendone la conservazione a lungo termine oltre che una manipolazione minima in fase di allestimento. Per raggiungere tale obiettivo si è reso necessario svincolarsi dai tradizionali sostegni in legno, e puntare alla realizzazione di uno scheletro espositivo che permettesse un appoggio adeguato al manufatto in ogni sua parte. Una particolarità del Museo di Padova era la necessità di esporre, a rotazione, un gruppo di quattro armature di misure diverse con varie problematiche di conservazione. Tutto questo ha comportato una attenzione particolare al campo di regolazione di ogni supporto, per far sì che tali supporti si potessero adattare a differenti taglie senza venir meno alle esigenze di sostegno e conservazione. Il nuovo supporto ha anche rinnovato l’estetica finale delle armature allestite, esponendole in maniera del tutto inedita rispetto ai sostegni verticali in legno.
Parole chiave
sostegno, conservazione, armature giapponesi, fragilità, allestimento.
Supporting fragility. the new display stands for Japanese armour of the new Museum of Nature and Humankind
Abstract
The exhibition at the Japanese gallery of Padua’s Museum of Nature and Humankind has enabled the collection to acquire new supports for the Japanese armour. Moreover, the project carried out in collaboration with Venice’s Museo d’Arte Orientale is the result of years of research and has shed light on the essential process of developing a new display method for these artifacts. Japanese armors stands out from Europeans armors due to their numerous shapes, sizes, and colors and because they are made of several materials. Each piece is unique, requiring specific conservation needs that must consider their history. Designing support for each piece of armor is technically feasible. However, the execution involves excessive manipulation, requiring repeated tests until the correct positions of each part of the piece are accurately established. Consequently, the systematic stress endured by the pieces contradicts conservation principles. Therefore, the procedures for positioning the armour components must also be anticipated in the project to prevent unnecessary movements. This aspect becomes even more vital as the items we work with become increasingly fragile. This work aimed to develop the support that would enable these artifacts, marked by a profound and inherent fragility, to be displayed safely, ensuring their preservation over time and minimising handling during installation. To achieve this goal, it was necessary to move beyond traditional wooden supports and create an exhibition skeleton that would provide adequate support in every section. A notable aspect of the Padua Museum was the need to exhibit a set of four armours in various sizes, each presenting different conservation challenges. This demanded a specific focus on the adjustment range of each support, allowing them to accommodate different sizes without compromising the need for support and storage. The new support has also revitalised the armors’ overall aesthetic, displaying them in a distinctly different manner from vertical wooden designs.
Keywords
support, conservation, Japanese armors, fragility, staging.
p. 98 /Sostenere la fragilità. I nuovi supporti espositivi per le armature giapponesi del Museo della Natura e dell’Uomo
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