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Sezione dedicata alle pubblicazioni riguardanti l'ANMS
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Febbraio 2008 - N. 2

Memorie

Volume: 2

Anno: 2008
Copertina - Atti del XIV Congresso ANMS IL PATRIMONIO DELLA SCIENZA LE COLLEZIONI DI INTERESSE STORICO
Cristina Cilli, Giancarla Malerba, Giacomo Giacobini (eds.)

p. 0 /Copertina - Atti del XIV Congresso ANMS IL PATRIMONIO DELLA SCIENZA LE COLLEZIONI DI INTERESSE STORICO

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Frontespizio

p. 1 /Frontespizio

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Les Arts et Métiers: une collection retrouvée, un musée rénové.
Dominique Ferriot

Riassunto

Nel 1794 l’abate Henri Grégoire presenta alla Convenzione Nazionale il suo progetto di creazione di un Conservatoire des Arts et Métiers, con lo scopo di creare a Parigi un “deposito di macchine, modelli, strumenti, disegni, descrizioni e libri relativi a qualsiasi tipo di arti e mestieri”. Il Conservatoire, che dispone rapidamente di un’importante collezione ottenuta dalla confisca di proprietà dell’aristocrazia, inizia la sua attività nel 1802 e dispone di dimostratori che spiegano il funzionamento delle macchine. Il pubblico dimostra un interesse crescente al museo, mentre le collezioni si arricchiscono e vengono istituite diverse cattedre di insegnamento. Durante l’Ottocento il Museo continua a svilupparsi. Oggi, il Musée des Arts et Métiers ospita le collezioni del Conservatoire National des Arts et Métiers (CNAM) che comprendono 80.000 oggetti e 15.000 disegni. Il programma di rinnovamento del Museo, che è stato riaperto al pubblico nel marzo 2000, ha previsto anche la creazione in un edificio separato di un deposito accessibile agli studiosi.

Parole chiave
Musée des Arts et Métiers, Parigi, collezioni, riallestimento.

Abstract

At the National Convention of 1794, the Abbot Henri Grégoire presented his project for the establishment of a Conservatoire des Arts et Métiers, with the purpose of creating, in Paris, “a depository for machines, models, instruments, drawings, descriptions and books related to any form of art or profession”. The Conservatoire, which rapidly gave shape to a significant collection obtained through the confiscation of properties from aristocracy, begins its activity in 1802, accurately describing the functioning of the machines by means of demonstrators. The public manifested an increasing interest in the museum, as the collections were enriched and numerous teaching posts were assigned. The museum continued to grow throughout the nineteenth century. Today, the Musée des Arts et Métiers houses collections of the Conservatoire National des Arts et Métiers (CNAM) which include 80,000 objects and 15,000 drawings. The renovation plan for the Museum, which was reopened to the public in March 2000, has also provided for a separate storehouse accessible to scholars.

Keywords
Musée des Arts et Métiers, Paris, collections, renovation plan.

 

p. 9 /Les Arts et Métiers: une collection retrouvée, un musée rénové.

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Le collezioni di interesse naturalistico alla luce del nuovo Codice dei Beni culturali e del Paesaggio
Fausto Barbagli

Riassunto

Entrato in vigore il 1 maggio 2004, il Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, meglio noto come “Codice Urbani”, ordina, aggiorna e semplifica la legislazione in materia di Beni culturali, ne regola tutela, fruizione e valorizzazione e stabilisce sanzioni amministrative e penali per le eventuali violazioni. Esso riconosce anche alle collezioni naturalistiche la dignità di Beni culturali costituendo così una garanzia per la loro salvaguardia. Dalla lettura degli articoli che definiscono i Beni culturali si evince come i beni naturalistici vi rientrino non tanto per un vero riconoscimento alla cultura della storia naturale o dei reperti ad essa legati, ma soprattutto come conseguenza dal generico rafforzamento della tutela dei reperti conservati in istituzioni pubbliche. Il Codice infatti non contempla l’utilizzo dei campioni naturalistici a scopo di ricerca, ma solo usi compatibili con il loro carattere storico e artistico. All’interno del Codice, esistono numerose disposizioni che interessano i reperti naturalistici, e che implicano significativi mutamenti nella gestione del materiale naturalistico da parte degli addetti ai lavori.

Parole chiave
Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, Beni culturali, Normativa sulle collezioni naturalistiche.

 
The Natural History Collections and the new Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.

Abstract

The Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, also known as “Codice Urbani” came into force on May 1st, 2004, and arranges, updates and simplifies the legislation on cultural heritage; it regulates its protection, fruition and improvement, and establishes administrative sanctions and penalties against possible infringements. It recognizes the dignity of cultural heritage also in the case of natural history collections, thus guaranteeing their safeguard. Reading through the paragraphs which define the cultural heritage, we understand that natural history heritage is included not so much as an indicator of a true recognition of the culture of natural history or of related specimens, but mostly as a consequence of a more general strengthening of the protection of the specimens preserved in public institutions. As a matter of fact, the Code does not consider the use of natural history specimens for the sake of research, but only a usage compatible with their historical and artistic features. Within the Code, directions which involve the natural history collections are numerous, implying relevant changes in the management of the natural history material by the people in charge.

Keywords
Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, Cultural heritage, Regulations on Natural History collections

 

p. 14 /Le collezioni di interesse naturalistico alla luce del nuovo Codice dei Beni culturali e del Paesaggio

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Catalogazione di strumenti scientifici: dalla scheda STS alla scheda PST
Mara Miniati

Riassunto

Gli strumenti scientifici di interesse storico non sono stati a lungo oggetto di attenzione. Il progetto di una scheda che ne consentisse la catalogazione e che permettesse anche lo scambio dei dati è stato portato avanti nel corso di una ventina di anni. Il presente contributo ne ripercorre le tappe fino alla recente approvazione di una scheda valida per il patrimonio storico scientifico e tecnologico.

Parole chiave
strumenti scientifici, catalogazione, patrimonio scientifico e tecnologico.

 
The Natural History Collections and the new Codice dei Beni culturali e del Paesaggio.

Abstract

For a long time, historical scientific instruments have received little attention. The project to create a form useful for their cataloguing and for the exchange of data has been carried out for twenty years. This paper describes the project and its development up to the recent approval of a form for the historical scientific heritage and for technological items.

Keywords
Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, Cultural heritage, Regulations on Natural History collections

 

p. 18 /Catalogazione di strumenti scientifici: dalla scheda STS alla scheda PST

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Indice Museologia Scientifica Memorie 2

Riassunto

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p. 0 /Indice Museologia Scientifica Memorie 2

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SIGEC: Sistema Informativo Generale del Catalogo. Il sistema per la catalogazione integrata delle collezioni museali e del contesto territoriale
Beatrice Calosso, Antonio Di Lorenzo, Marco Lattanzi

Riassunto

La diffusione in ambito museale del SIGEC, sistema informativo avanzato per la catalogazione museale, costituisce un momento fondamentale per la condivisione di una modalità innovativa per la catalogazione, dalla ricognizione sul territorio, fino alla validazione tecnico-scientifica dei dati e delle componenti documentali, prerequisito irrinunciabile per la fruizione mediante Internet.

Parole chiave
condivisione dei dati catalografici, network dei musei, museologia.

 
SIGEC: General Information System for the Cataloguing of the National Cultural Heritage.

Abstract

SIGEC aims at a complete integration of museum collections in the territorial context. The system enables institutions to produce high quality catalogue data which will be shareable among all the museums present in the SIGEC cultural network.

Keywords
sharing catalogue data, museum network, museological research.

 

p. 21 /SIGEC: Sistema Informativo Generale del Catalogo. Il sistema per la catalogazione integrata delle collezioni museali e del contesto territoriale

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Esperienze di tutela e catalogazione sulle collezioni scientifiche torinesi
Cristina Mossetti, Elena Ragusa

Riassunto

Il lavoro riassume i risultati ottenuti dalla costruttiva collaborazione maturata nell’ultimo decennio in Piemonte tra docenti dell’Università, storici dell’arte, architetti, archivisti e bibliotecari delle Soprintendenze e funzionari di Enti locali (Regione e Città di Torino). Ciò ha consentito di intraprendere progetti museali integrati e di ampio respiro volti a favorire la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-scientifico.

Parole chiave
collezioni scientifiche universitarie, Piemonte.

 
The preservation and cataloguing experience of Torino’s scientific collections.

Abstract

This paper summarizes the results of a constructive collaboration accrued in Piemonte in the last decade between University professors, art historians, architects, archivists and librarians of the Superintendencies and officials of local institutions (the Regione Piemonte and the City of Torino). Such collaboration has encouraged the creation of integrated and wide-ranging museum projects which aim to foster the preservation and promotion of historical and scientific heritage.

Keywords
University scientific collections, Piemonte.

 

p. 25 /Esperienze di tutela e catalogazione sulle collezioni scientifiche torinesi

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Inventario delle collezioni paleontologiche del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze: obiettivi e modalità
Elisabetta Cioppi, Francesca Tangocci

Riassunto

La conoscenza dei beni conservati, compresa quindi la stima del valore patrimoniale, è necessaria per programmare appropriate valorizzazioni dei reperti, interventi di sicurezza dei locali o delle vetrine e adeguati restauri. La determinazione del valore dei reperti dovrà basarsi su criteri di valutazione da stabilirsi in relazione alle vigenti leggi, ma soprattutto in base alle peculiarità del singolo bene. Per i beni paleontologici è necessario considerare: completezza, stato e modo di conservazione, valore scientifico e storico, condizione di Tipo, rarità assoluta, rarità relativa alla località di provenienza e al tipo di fossilizzazione, eccezionalità e accessibilità del giacimento fossilifero, pubblicazioni e materiale iconografico, accuratezza nella determinazione della località di provenienza e della giacitura stratigrafica, interventi di restauro, montaggio a fini espositivi, prestito per mostre temporanee. L’applicazione dei parametri sopraelencati è preceduta dalla verifica campione per campione. Tale lunga ma inevitabile operazione offre comunque l’opportunità di riordinare il materiale, rifinire i lavori di catalogazione e cartellinatura, individuare incompletezze, aggiornare dati, evidenziare la necessità di nuovi restauri: tutti interventi fondamentali nella vita di un museo.

Parole chiave
inventario, catalogo, collezione paleontologica, stima.

 
Inventory of the paleontological collections of the Natural History Museum of the University of Firenze: objectives and methodologies.

Abstract

A detailed knowledge of the collections preserved in the museum is necessary to highlight their significance and to plan their reorganisation. The definition of economic value has to obviously be based on legislation, but value mainly depends on the characteristics of the single object or find. The following parameters should be considered within the framework of paleontological collections: completeness, state and method of preservation, scientific and historical value, Type status, absolute rarity, rarity dependent on the place of provenance, typology of fossilization, accessibility of fossiliferous sites, geological age, accuracy in the determination of provenance, as well as publications and iconographic material, preventive conservation, display and loan. The application of these parameters is preceded by inspection, sample by sample. This long but necessary work allows to reorganise the material, refine the catalogue and the labels, find things left uncompleted, refresh the database and point to the necessity for new restoration work. These aspects are fundamental to the life and development of the museum.

Keywords
inventory, catalogue, palaeontological collection, evaluation.

 

p. 28 /Inventario delle collezioni paleontologiche del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze: obiettivi e modalità

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Catalogazione e studio storico dell’Erbario Parolini (Museo Civico di Bassano del Grappa, Vicenza) come esempio di valorizzazione di una collezione storica
Cristina Busatta, Renato Bonato

Riassunto

Vengono presentati riassuntivamente alcuni risultati inediti della recente (2000-2004) catalogazione informatica dell’Erbario Parolini, conservato presso il Museo-Biblioteca-Archivio di Bassano del Grappa, fornendo contemporaneamente indicazioni sul tipo di database utilizzato e sui criteri adottati nella catalogazione. Ne emerge una descrizione della collezione con riguardo a composizione e struttura fisica; consistenza storica e attuale; cronologia e provenienza geografica dei campioni che la costituiscono; raccoglitori e corrispondenti. Descrizione con la quale si mette in evidenza l’imprescindibilità delle indagini di tipo storico, in particolare su fondi archivistici e librari, come supporto alla catalogazione e allo studio di una collezione storica.

Parole chiave
erbari storici, catalogazione, studio storico.

 
The cataloguing and historical study of the Parolini Herbarium (Civic Museum of Bassano del Grappa, Vicenza) as an example of activity aimed at giving prominence to an historical collection.

Abstract

A number of unpublished results, obtained from the recent (2000-2004) digital cataloguing of the Parolini Herbarium preserved in the Museum Library Archives of Bassano del Grappa, were presented, supplying information on the type of database utilized and on the criteria adopted in cataloguing. What emerges is a description of the collection with particular regard to its composition and physical structure; historical and present day consistency; chronological and geographic origin of the samples it contains; collection cabinets and related elements. A description through which the indispensable necessity for historical research is made evident, especially with regards to archival and literary sources as support to cataloguing and to the study of an historical collection.

Keywords
historical herbarium, informatic cataloguing, historical study.

 

p. 32 /Catalogazione e studio storico dell’Erbario Parolini (Museo Civico di Bassano del Grappa, Vicenza) come esempio di valorizzazione di una collezione storica

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Erbario Flora Montis Oropae (Biella): la catalogazione informatica come strumento per gestori, storici, floristi e divulgatori
Rosa Camoletto Pasin, Fabrizio Bottelli

Riassunto

Un buon catalogo digitale è fondamentale per la gestione e per la valorizzazione di un erbario storico. Questo lavoro illustra la digitalizzazione dei dati di un erbario di flora locale alpina dell’inizio del Novecento.

Parole chiave
erbario, flora, Alpi, cataloghi digitali.

 
The herbarium Flora Montis Oropae (Biella): computerized data filing as a resource for managers, historians, biologists and scientific writers.

Abstract

A good digital catalogue is very useful for the management and for the use of an ancient herbarium. This paper presents the computerisation of an alpine flora herbarium collected in the early 1900’s.

Keywords
herbarium, flora, Alps, digital data sources.

 

p. 39 /Erbario Flora Montis Oropae (Biella): la catalogazione informatica come strumento per gestori, storici, floristi e divulgatori

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Distruggere per conservare
Vittorio Marchis

Riassunto

I dilemmi di una civiltà industriale, che ha fondato i propri paradigmi sulla produzione di massa, sempre più incalzano sui temi della gestione della memoria. Se da un lato le nuove tecnologie informatiche sembrano illuderci di un futuro senza limiti, dall’altro i problemi di conservazione delle “cose” appaiono sempre più insolubili. Per conservare bisogna saper distruggere.

Parole chiave
conservazione, deposito, memoria, distruzione, spazzatura.

 
To destroy in order to preserve.

Abstract

Industrial society, grounded on the mass production paradigm, is increasingly afflicted by memory management problems. On one side information technologies seem to give the illusion that our future will have no limits, on the other problems related to the preservation of material objects appear more and more impossible to solve. To preserve it is necessary to know how and what to destroy.

Keywords
conservation, store, memory, destruction, waste..

 

p. 44 /Distruggere per conservare

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Contro i musei positivisti
Giovanni Pinna

Riassunto

Viene discusso l’approccio positivista alla scienza di molti musei naturalistici, cui viene attribuito il generale disinteresse di queste istituzioni per la storia della scienza intesa come veicolo di diffusione scientifica. Si mettono poi in evidenza i pericoli connessi con tale impostazione filosofica, primi fra tutti una debole capacità educativa dei musei e l’allargamento del solco che divide la cultura scientifica da quella umanistica.

Parole chiave
positivismo, storia della scienza, esposizioni museali.

 
Against positivist museums.

Abstract

The positivist approach to science of many natural history museums is discussed and criticized. Positivist thought is considered the main reason for the indifference of museums towards the history of science as vehicle of scientific communication as well as for their weak educational action. Moreover positivism is thought to stress the gap between scientific and humanistic cultures.

Keywords
positivism, history of science, exhibits.

 

p. 48 /Contro i musei positivisti

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Dal paesaggio al Museo: un viaggio nella geologia ligure attraverso le collezioni storiche dell’Università di Genova
Maria Cristina Bonci, Marco Firpo, Gabriella Lucchetti

Riassunto

La formazione delle collezioni storiche di Scienze della Terra dell’Ateneo genovese si collega alla scoperta geologica della Liguria e al ruolo che in essa hanno avuto naturalisti e geologi direttamente o indirettamente collegati con Università. Le prime notazioni geologiche di studiosi quali L. Spallanzani e P. Spadoni sono coeve della nascita dell’embrione delle collezioni universitarie geo-paleontologiche legate all’attività di naturalisti come C.N. Canefri e D. Viviani e di chimici come G. Mojon e G.B. Canobbio. Con essi l’approccio alle Scienze della Terra evolve da semplice osservazione di terreno ad analisi critica e costruzione di ipotesi interpretative. Le collezioni diventano così archivio delle conoscenze del territorio e punto di aggregazione anche per ricercatori esterni all’Università. Tra fine ‘800 e primi decenni del ‘900 L. Pareto, A. Issel e G. Rovereto sono figure chiave di questo percorso, per la cui ricostruzione le collezioni storiche diventano strumento indispensabile. Issel stesso è stato profondamente consapevole della loro importanza come testimonianza della conoscenza scientifica e della funzione di trait d’union tra accademia e società civile. La riscoperta e valorizzazione di queste collezioni sono quindi un elemento primario per la diffusione delle conoscenze e per la salvaguardia della memoria storica del territorio, primo passo per la sua comprensione e tutela.

Parole chiave
geologia, Liguria, collezioni storiche, musei universitari.

 
From Landscape to Museum: a journey into Ligurian geology through the historical collections of the University of Genova.

Abstract

The formation of the Earth Sciences historical collections in the Genoese University is linked to the geological discovery of Liguria and to the role that naturalists and geologists associated with the University played directly or indirectly in such discovery. The first geological citations, those of L. Spallanzani and P. Spadoni, date to the time of the establishment of the University’s geopalaeontological collections, associated with naturalists such as C.N. Canefri and D. Viviani and chemists such as G. Mojon and G.B. Canobbio. Under these men the scientific approach to the Earth Sciences evolved from one of simple observation of the landscape to critical analysis and development of interpretive hypotheses. Thus, the collections became the record of our awareness of the Ligurian territory and a meeting point for researchers from outside the University milieu. At the end of the nineteenth and beginning of the twentieth centuries L. Pareto, A. Issel and G. Rovereto played key roles in this geological journey and the historical collections became indispensable tools for its reconstruction. Issel was profoundly aware of their importance as evidence of scientific knowledge and communication between academy and society. The rediscovery and promotion of these collections are primary elements in the diffusion and preservation of the historical memory of Liguria, the first step towards its understanding and protection.

Keywords
geology, Liguria, historical collections, university museums.

 

p. 53 /Dal paesaggio al Museo: un viaggio nella geologia ligure attraverso le collezioni storiche dell’Università di Genova

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Le collezioni geologiche e litologiche del Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università: dalle origini al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
Lorenzo Mariano Gallo

Riassunto

Viene proposta una breve descrizione degli eventi storici che hanno portato alla costituzione e alla crescita delle collezioni geologiche e litologiche del Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Torino. In particolare sono descritte le vicissitudini subite dalle raccolte a partire dalla prima metà del XVIII secolo attraverso i vari trasferimenti dei materiali da una sede ad un’altra, fino alla loro attuale collocazione, in comodato, nei depositi del Museo Regionale delle Scienze Naturali di Torino (MRSN). Viene infine segnalato che anche le collezioni litologiche storiche provenienti dal Museo di Mineralogia e Petrografia dell’Università e dal Museo di Geologia e Giacimentologia del Politecnico di Torino sono attualmente in corso di recupero e ripristino nei locali del MRSN.

Parole chiave
collezioni storiche, collezioni litologiche, Università di Torino, Politecnico di Torino.

 
The lithological collections of the Museum of Geology and Paleontology of the University of Torino: from origins to the Regional Museum of Natural Sciences of Torino.

Abstract

The formation of the Earth Sciences historical collections in the Genoese University is linked to the geological discovery of Liguria and to the role that naturalists and geologists associated with the University played directly or indirectly in such discovery. The first geological citations, those of L. Spallanzani and P. Spadoni, date to the time of the establishment of the University’s geopalaeontological collections, associated with naturalists such as C.N. Canefri and D. Viviani and chemists such as G. Mojon and G.B. Canobbio. Under these men the scientific approach to the Earth Sciences evolved from one of simple observation of the landscape to critical analysis and development of interpretive hypotheses. Thus, the collections became the record of our awareness of the Ligurian territory and a meeting point for researchers from outside the University milieu. At the end of the nineteenth and beginning of the twentieth centuries L. Pareto, A. Issel and G. Rovereto played key roles in this geological journey and the historical collections became indispensable tools for its reconstruction. Issel was profoundly aware of their importance as evidence of scientific knowledge and communication between academy and society. The rediscovery and promotion of these collections are primary elements in the diffusion and preservation of the historical memory of Liguria, the first step towards its understanding and protection.

Keywords
historical collections, lithological collections, University of Torino, Politecnico of Torino.

 

p. 59 /Le collezioni geologiche e litologiche del Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università: dalle origini al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino

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La collezione petrografica di Enrico Nicolis (1841-1908). Aspetti stratigrafici e commerciali in una collezione di rocce e “marmi” del veronese
Anna Vaccari, Roberto Zorzin

Riassunto

Enrico Nicolis è una figura rilevante nel panorama scientifico e culturale veronese di fine ‘800. Membro effettivo dell’Accademia d’Agricoltura Scienze Lettere Arti e Commercio di Verona dal 1881, rivestì al suo interno anche l’incarico di Direttore del Museo, dal 1882 fino al 1908. Fu uno dei personaggi più attivi dell’epoca nel campo delle scienze geologiche, con numerose pubblicazioni riguardanti prevalentemente la geologia stratigrafica e l’idrogeologia della Provincia di Verona. Curò per il Museo Civico di Verona il riordino delle collezioni della sezione di geologia ed ideò, nei primi anni del ‘900, l’allestimento del salone di paleontologia dedicato ai fossili di Bolca. Realizzò, inoltre, una tra le più complete ed innovative raccolte di fossili e rocce del veronese, oggi patrimonio del Museo Civico di Storia Naturale. La collezione petrografica, unica per la particolare preparazione dei campioni e le informazioni dettagliate annotate in uno schedario cartaceo manoscritto, è costituita da 255 campioni ordinati secondo la successione cronostratigrafica del veronese. Le due collezioni, denominate da Nicolis “Marmi veronesi noti in commercio”, e realizzate probabilmente tra il 1882 ed il 1889, sono costituite complessivamente da 51 campioni ed illustrano i “marmi” veronesi più famosi, provenienti dai livelli del Rosso Ammonitico Veronese (Giurassico superiore) ed il lastame, ricavato dai livelli della Scaglia Rossa Veneta (Cretaceo superiore), oggi conosciuti con il nome di “Pietra della Lessinia”. I campioni provengono da località site in Valpolicella (Verona) ed estratti rispettivamente nelle cave a giorno di Sant’Ambrogio e Monte e nelle cave in galleria delle località di San Giorgio e Mazzurega, oggi non più attive.

Parole chiave
Enrico Nicolis, collezioni petrografiche, “marmi” veronesi.

 
The petrographic collection of Enrico Nicolis (1841-1908). Stratigraphic and trading aspects of a collection of rocks and “marbles” from the Verona area.

Abstract

Enrico Nicolis was an important figure in the Veronese scientific and cultural scene at the end of the 19th century. He became a full member of the Academy of Agriculture, Science, Letters, Art and Commerce of Verona in 1881, where he held the post of Director of the Museum from 1882 until 1908. He was one of the most active figures of the time in the field of the geological sciences, with numerous publications prevalently related to stratigraphic geology and hydrogeology of the Verona Province. He was in charge of the reorganization of the geology section collections for the Civic Museum of Verona and at the start of the 20th century he designed the paleontology hall dedicated to the Bolca fossils. He also set up one of the most innovative and complete collections of fossils and rocks of the Veronese area, which constitutes today the heritage of the Civic Museum of Natural History. The petrographic collection was considered unique due to the particular preparation of the samples and the detailed information noted on handwritten paper index cards. The collection consists of 255 samples classified according to the chronostratigraphic succession of the Veronese area. The two collections of the “Veronese Marbles known in trade”, probably created between 1882 and 1889, consist in a total of 51 samples and illustrate the most famous of the Veronese “marbles”, so defined in the world of commerce. They originate from the levels of the Rosso Ammonitico Veronese (Upper Jurassic) and the lastame, which was excavated from the levels of the Scaglia Rossa Veneta (Upper Cretaceous), and are known today by the name of “Lessinia Stone”. The samples from sites located in the Valpolicella (Verona) were extracted respectively from the open-cast quarry of Sant’Ambrogio and Monte and from the galleries of the sites of San Giorgio and Mazzurega, which are no longer active today.

Keywords
Enrico Nicolis, petrographic collection, Veronese “marbles”.

 

p. 65 /La collezione petrografica di Enrico Nicolis (1841-1908). Aspetti stratigrafici e commerciali in una collezione di rocce e “marmi” del veronese

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Le collezioni mineralogiche del Museo Tridentino di Scienze Naturali: recupero e valorizzazione
Maria Chiara Deflorian, Diana Valdiserri, Marco Avanzini

Riassunto

vicende storiche ed alle attività del Museo. Le raccolte, che raggiunsero la consistenza di 5000 minerali attorno al 1960, oggi conservano oltre 4300 campioni. Nel 2004 è stato avviato il riordino delle collezioni allo scopo di approfondire le conoscenze sul patrimonio presente e migliorare la gestione e la conservazione dei reperti. Le ricerche bibliografiche e archivistiche condotte hanno riguardato fonti strettamente connesse all’attività del Museo. Sono stati consultati i volumi della rivista Studi Trentini di Scienze Naturali dal 1920 al 1964 e 45 documenti dell’Archivio amministrativo storico relativi alla Mineralogia. Le informazioni raccolte hanno consentito di ricostruire la storia delle collezioni mineralogiche e di arricchire la documentazione dei reperti. Il riordino delle collezioni ha interessato 3800 minerali dei circa 4300 stimati. Tutti i campioni sono stati puliti e collocati in nuovi contenitori atti ad una corretta conservazione. Per migliorare la gestione delle collezioni è stata impiantata una nuova numerazione progressiva e sono stati realizzati nuovi cartellini. I dati già presenti nel catalogo informatizzato sono stati aggiornati e integrati con le nuove informazioni emerse. Inoltre la struttura del database è stata modificata, per rendere più agevoli ed efficaci le operazioni di inserimento e consultazione. L’ulteriore affinamento delle pratiche gestionali e l’approfondimento delle ricerche bibliografiche potrà accrescere ulteriormente le conoscenze sinora acquisite per valorizzare maggiormente il patrimonio conservato.

Parole chiave
collezioni mineralogiche, Museo Tridentino di Scienze Naturali, documentazione, riordino, catalogazione.

 
The mineralogical collections of the Museo Tridentino di Scienze Naturali: care and improvement.

Abstract

The mineralogical collections of the Museo Tridentino di Scienze Naturali experienced alternate fortune in relation to the historical events and to the activities of the Museum. Around 1960 they reached the maximum number of 5000 minerals and consist today of 4300 specimens. In 2004 a reorganization of the mineralogical collections was undertaken to improve the knowledge, management and preservation of the heritage. Bibliographical and archival researches focused on sources strictly connected to the activity of the Museum. Volumes comprised between 1920 and 1964 of the periodical Studi Trentini di Scienze Naturali and 45 documents from the historical-administrative Archive concerned with mineralogy were examined. The information collected permitted to reconstruct the history of the mineralogical collections and to enrich the documentation of the specimens. The reorganization of the collection regarded 3800 of the 4300 estimated minerals. All samples were cleaned and placed in new containers, more suitable for a correct preservation. A new progressive numeration of the specimens was established and new labels were prepared for a better management of the collections. The catalogue was updated and integrated with the new data. Moreover, the structure of the database was modified to facilitate data entry and query. A further refinement of the management and a wider bibliographical research will improve the knowledge so far achieved to increase the value of the preserved heritage.

Keywords
mineralogical collections, Museo Tridentino di Scienze Naturali, documentation, care, cataloguing.

 

p. 70 /Le collezioni mineralogiche del Museo Tridentino di Scienze Naturali: recupero e valorizzazione

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Le raccolte storiche di paleontologia conservate all’APAT di Roma (già del Servizio Geologico d’Italia). Programmi di studio e valorizzazione
Francesco Angelelli

Riassunto

Le collezioni paleontologiche museali dell’APAT (Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici, già del Servizio Geologico d’Italia) in quanto costituite nel 1869 annoverano ingenti raccolte d’interesse storicoscientifico. Successivamente all’articolato progetto d’inventariazione, che ha reso possibile la costituzione del database di gestione dell’ingente patrimonio ivi conservato, sono in corso di realizzazione alcuni progetti pluriennali, volti allo studio ed alla diffusione delle informazioni a vari livelli di utenza. Tra questi, risultano di prioritaria importanza la stesura del catalogo inerente gli esemplari figurati, del catalogo on-line dei tipi e la costituzione del nuovo sito Web. Inoltre, nell’ambito dei programmi in corso, sono previste alcune mostre temporanee in collaborazione con altre strutture museali.

Parole chiave
museo, paleontologia, raccolte storiche.

 
Historical paleontological collections preserved by APAT in Rome (previously of the Geological Survey of Italy). Projects of study and exploitation.

Abstract

Constituted in 1869, the museal paleontological collections of APAT (Agency for Environmental Protection and Technical Services) and previously of the Geological Survey of Italy, count vast collections of historical and scientific interest. After the extensive inventory project of all fossil collections which permitted, some years ago, the creation of a database for the fossil heritage data management, a few long-term projects are now being carried out to develop and spread scientific information meant for different levels of users. Among these projects, those regarding the creation of a figured specimens catalogue and of a fossil “type” on-line catalogue, as well as the constitution of the new website, are of primary importance. A number of paleontological temporary exhibitions in joint work with other museums are also being programmed.

Keywords
museum, paleontology, historical collections.

 

p. 77 /Le raccolte storiche di paleontologia conservate all’APAT di Roma (già del Servizio Geologico d’Italia). Programmi di studio e valorizzazione

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La raccolta geo-paleontologica nelle collezioni didattiche storiche del Liceo Ginnasio “Domenico Cotugno” in L’Aquila
Dora Di Sabatino, Gianluca Ferrini, Antonio Moretti

Riassunto

Il Liceo Ginnasio “Domenico Cotugno”, fondato nel 1816, oltre a rappresentare la più antica istituzione didattica della città si identifica, specialmente nelle sue origini, con l’evoluzione dei suoi studi superiori. Fin dai primi anni il Liceo fu dotato di un Gabinetto di Fisica dotato di moderni ed efficienti strumenti scientifici a cui si affiancavano un Gabinetto di Storia Naturale, con importanti collezioni naturalistiche, ed un efficiente laboratorio chimico. Nel quadro del riordino, dello studio e dell’auspicabile valorizzazione delle ricche raccolte scientifico/ didattiche storiche dell’Istituto è stata analizzata la collezione geo-paleontologica che risulta costituita da una sezione mineralogica e da una paleontologica. La collezione mineralogica conta al 2004 circa 500 esemplari; la classificazione originale stabilita è quella tradizionale che segue la loro composizione chimica ed anche la modalità ostensiva segue questa logica. ad eccezione di sei pregevoli contenitori in vetro, di forma ogivale, contenenti campioni provenienti dai depositi evaporatici di Stassfurt. La collezione paleontologica conta circa 300 esemplari ed il suo nucleo è costituito da una raccolta didattica realizzata dalla ditta Krantz acquistata intorno al 1850; altri campioni risultano invece acquisiti da fornitori umbri e toscani. Di una certa importanza la raccolta di fossili provenienti dal circondario dell’Aquila che comprende anche resti di vertebrati.

Parole chiave
museologia, paleontologia, cronostratigrafia, mineralogia.

 
The geo-paleontological historical and didactic collections of the Liceo Ginnasio “Domenico Cotugno” in L’Aquila.

Abstract

The Liceo Ginnasio “Domenico Cotugno”, founded in 1816, not only represents the most ancient didactic institution in L’Aquila, but is identified, especially in its origins, with the evolution of advanced studies in the city. Since the first years of its foundation the Liceo was equipped with a modern Physics laboratory (with many efficient scientific instruments), with a Natural History Laboratory (comprehensive of important naturalistic collections) and with a Chemical Laboratory. In the process of reorganization, of study and valorization of the rich historical scientific and didactic collections of the Institute, the geo-paleontological collection, constituted by a mineralogical and a paleontological section, has been analysed. The mineralogical collection counts (up until 2004) approximately 500 specimens; the traditional classification is based on the chemical composition of minerals and the display modality also follows this logic, with the exception of six beautiful point-shaped glass containers, displaying evaporitic salts coming from the famous locality of Stassfurt. The paleontological collection counts approximately 300 specimens and its core is constituted by one didactic collection, prepared by the Krantz company and acquired around to 1850; other items were acquired from suppliers from Umbria and Tuscany. Very important is the collection of fossil specimens, collected from L’Aquila’s surroundings, which also comprises vertebrate remains.

Keywords
museology, paleontology, chronostratigraphy, mineralogy.

 

p. 83 /La raccolta geo-paleontologica nelle collezioni didattiche storiche del Liceo Ginnasio “Domenico Cotugno” in L’Aquila

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Le collezioni storiche del Museo di Mineralogia di Firenze: l’uso dei modelli
Curzio Cipriani, Luisa Poggi

Riassunto

Già nei musei del passato esisteva, come del resto anche oggi, la tecnica espositiva con l’uso di modelli, ma i più comuni sono quello di un esemplare in scala ridotta per poter essere riprodotto e quello di uno schema ai fini didattici. Nella presente nota vengono presentati i vari tipi di modelli usati nell’ostensione della sezione di Mineralogia del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze ed inoltre alcune notizie storiche sulla collezione di antichi modelli cristallografici.

Parole chiave
museo, modelli, mineralogia, cristallografia.

 
The use of models in mineralogical museums.

Abstract

Long ago, mineralogical museums began to use - and still do - the display technique of models. Some types of models used in the exhibition of the Mineralogical Section of the Museo di Storia Naturale of the University of Firenze are presented. The most common models are those of specimens produced on small scale, so as to be able to be easily reproduced. They are on display in the showcases for teaching purposes. Some historical information about the collection of ancient crystallographic models is also given.

Keywords
museum, models, mineralogy, crystallography.

 

p. 89 /Le collezioni storiche del Museo di Mineralogia di Firenze: l’uso dei modelli

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L’Erbario dell’Università di Torino: risultati preliminari del censimento delle collezioni fanerogamiche
Giuliana Forneris, Laura Guglielmone, Guglielmo Pandolfo

Riassunto

L’Erbario dell’Università di Torino è fra le sedi italiane di maggior prestigio (Moggi, 1988). Per quanto riguarda le raccolte fanerogamiche i vari apporti, oltre a non essere stati per lo più documentati al tempo dell’acquisizione, sono oggi riuniti secondo un ordinamento sistematico-numerico e geografico; tale impostazione costituisce un limite sia per ricostruzioni storico-biografiche inerenti i botanici che allestirono le diverse collezioni sia per una valutazione qualitativa e quantitativa di queste. L’indagine avviata è stata volta, in prima fase, ai 1.164 faldoni della sezione fanerogamica dell’Herbarium Generale (TO-HG); lo studio ha avuto lo scopo di censire le raccolte che furono intercalate e i documenti (manoscritti, lettere, tavole iconografiche) che sono risultati uniti agli exsiccata. Fra i circa 193.000 campioni verificati sono stati individuati reperti rappresentativi dal punto di vista scientifico e storico noti solo in parte e altri del tutto ignorati in letteratura. Nonostante restino da definire le effettive consistenze di alcune raccolte e in parte le modalità con cui pervennero, le ricerche hanno consentito una più corretta valutazione di collezioni già individuate, di rilevare lo straordinario contingente di campioni della flora mondiale acquisito attraverso scambi (ad es. la documentazione relativa all’Egitto), di identificare esemplari appartenuti a studiosi le cui collezioni personali sono ritenute disperse e di altri riferibili a F. Vitman, a G. Lavy e a G. Tagliabue. Il materiale archivistico e iconografico riscontrato unito ai campioni intercalati in TO-HG rappresenta inoltre un patrimonio la cui valenza storica si aggiunge a quella scientifica degli exsiccata.

Parole chiave
Erbario dell’Università di Torino, collezioni storiche, Egitto, F. Vitman, G. Lavy, G. Tagliabue.

 
The Herbarium of the University of Torino, Italy: preliminary results of an analysis of the phanerogamic collections.

Abstract

The Herbarium of the University of Torino is one of the most prestigious of Italy (Moggi, 1988). The phanerogamic collections, whose origin is seldom documented at the moment of their acquisition, are arranged according to a systematic-numerical and geographical order. Consequently, seriously limited are the historical-biographic accounts regarding the botanists who set up the various collections and their qualitative and quantitative evaluation. The 1,164 folders of the phanerogamic section of the Herbarium Generale (TO-HG) were analyzed to detect the origin of the specimens which had been included and to investigate the documents (manuscripts, letters, iconographic tables) associated with the exsiccata. About 193,000 samples were examined and specimens of significant scientific and historical interest, yet scarcely documented or completely unknown, were identified. Research allowed to obtain a precise evaluation of many collections, although the content of some of them and the modality of their acquisition are still to be attained. The extremely large number of specimens of exotic flora obtained through exchanges, with particular regard to Egypt, was documented; exsiccata which belonged to botanists whose personal collections were considered lost, as well as samples referable to F. Vitman, G. Lavy and G. Tagliabue, were recognized. Furthermore, the archival and iconographic material associated with the specimens inserted in TO-HG represents a legacy which adds a substantial historical value to the scientific importance of the exsiccata..

Keywords
Herbarium of the University of Torino, historical collections, Egypt, F. Vitman, G. Lavy, G. Tagliabue

 

p. 94 /L’Erbario dell’Università di Torino: risultati preliminari del censimento delle collezioni fanerogamiche

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Le raccolte briologiche dell’Università di Torino: prime indagini sui contenuti
Annalaura Pistarino, Giuliana Forneris

Riassunto

E’ in corso di attuazione il censimento della “collezione intercalata” di Briofite dell’Erbario universitario torinese. Sono state schedate le camicie e conteggiati i campioni che risultano oltre 30.700, fra cui interessante materiale relativo a “tipi” e a documentazione di spedizioni extra-europeee. E’ stata inoltre posta attenzione agli exsiccata provenienti dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta quale testimonianza delle indagini svolte in quei territori in circa due secoli di studio della brioflora. La documentazione estratta, già significativa ad una prima analisi, necessita tuttavia di aggiornamento nomenclaturale, al fine di costituire una base per la rivisitazione sistematico-tassonomica degli esemplari. L’elenco dettagliato delle entità presenti nella Sede torinese è in corso di stesura e di prossima pubblicazione.

Parole chiave
Briofite, Piemonte, erbario Università di Torino.

 
Bryological collections of the University of Torino: first surveys on their contents.

Abstract

The census of the “interspersed collection” of Bryophytes of the Herbarium of the University of Torino is being carried out. The envelopes have been filed and the samples counted, totalling over 30,700 units, including some interesting material concerning “types” and documentation of extra European expeditions. Care has been taken for the exsiccata from Piedmont and the Aosta Valley, which testify investigations conducted in those areas in about two centuries of study of the bryoflora. The documentation extracted, already meaningful on first analysis, needs however a nomenclatural updating. The detailed list of entities present in the Torino seat is being edited and its publication is forthcoming as a groundwork aimed at a systematic and taxonomic revision.

Keywords
Briophites, Piedmont, Herbarium University of Torino.

 

p. 108 /Le raccolte briologiche dell’Università di Torino: prime indagini sui contenuti

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Editoriale e Presentazioni

p. 2 /Editoriale e Presentazioni

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Recupero e valorizzazione della collezione di Briofite della Val Sangone del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
Annalaura Pistarino, Sonia D’Andrea

Riassunto

L’indagine è stata condotta su una collezione d’erbario di Briofite acquistata dal Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (MRSN); i materiali sono stati raccolti negli anni ’70-’80 del secolo scorso in Val Sangone (Alpi occidentali, provincia di Torino) e sono rimasti per la maggior parte indeterminati e incompleti nell’allestimento. Gli interventi sono stati finalizzati innanzitutto al recupero dei 3.386 esemplari e successivamente allo studio e alla valorizzazione della collezione e hanno prodotto come risultato la pubblicazione del Catalogo critico (Pistarino et al., 2005). Il presente lavoro evidenzia il ruolo di ciascuna delle fasi operative che hanno condotto non solo a un incremento quantitativo dei dati nell’archivio informatizzato (in totale 6.360 schede, corrispondenti a 345 specie) ma soprattutto in modo sinergico alla progressiva qualificazione dei contenuti della raccolta nel suo complesso.

Parole chiave
Briofite, collezione, Piemonte, Val Sangone, Erbario MRSN.

 
Recovery and exploitation of the collection of Bryophytes of Val Sangone in the Regional Museum of Natural Sciences of Torino

Abstract

The investigation was carried out on a herbarium of Bryophytes purchased by the Regional Museum of Natural Sciences of Torino (MRSN); the material was collected in the years ‘70-’80 of the past century in Val Sangone (western Alps, province of Torino) and remained mostly undetermined and incomplete in its display. The interventions performed were aimed, above all, at recovering the 3,386 specimens and then studying and exploiting the collection. The result was published in a critical Catalogue (Pistarino et al., 2005). This work points out the role of every operative phase that led not only to a quantitave increase of the data preserved in the digital archives (a total of 6,360 cards, corresponding to 345 species) but above all, synergically, to the progressive qualification of the contents of the collection as a whole.

Keywords
Bryophytes, collection, Piemonte, Val Sangone, Herbarium MRSN.

 

p. 113 /Recupero e valorizzazione della collezione di Briofite della Val Sangone del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino

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L’Iconographia Taurinensis (1752-1868): restauro e valorizzazione scientifica della collezione
Giuliana Forneris

Riassunto

La Direzione dei Beni Culturali della Regione Piemonte, Settore Soprintendenza Beni Librari, ha avviato in questi anni un progetto per la conservazione, la tutela e la valorizzazione dell’Iconographia Taurinensis, collezione di acquarelli del ‘700 e della prima metà dell’800 conservata presso la Biblioteca del Dipartimento di Biologia vegetale dell’Università di Torino. Tale impegno comprende la riproduzione fotografica dei soggetti botanici rappresentati e la contestualizzazione dei dati che si evincono dalla loro analisi. Mancando riferimenti precisi riguardo le date di allestimento e gli autori dei disegni, lo studio condotto ha avuto lo scopo di individuare una cronologia di massima cui fare rimando per quanto riguarda la preparazione delle tavole e, anche tramite il confronto con altra documentazione, di assegnare i contenuti dei volumi ai rispettivi disegnatori. Alcuni risultati emersi da questa indagine sono stati applicati allo studio della collezione in relazione alla famiglia delle Campanulaceae e delle Crassulaceae.

Parole chiave
Iconographia Taurinensis, restauro e valorizzazione scientifica, cronologia di allestimento, F. Peyrolery, A. Bottione, A. Rossi Bottione, M. Lisa Mussino.

 
Recovery and exploitation of the collection of Bryophytes of Val Sangone in the Regional Museum of Natural Sciences of Torino

Abstract

The Superintendence of Librarian Heritage, section of the Office of Cultural Heritage Affairs of the Regione Piemonte has, in recent years, started a project aimed at the preservation and recognition of the scientific and artistic value of the Iconographia Taurinensis, a collection of watercolours of the 18th and first half of 19th centuries, housed in the Library of the Department of Plant Biology of the University of Torino. The project includes the photographic reproduction of the botanical plates and their association to other available documentation. As no precise information about the authors and the dating of the drawings is available, the study was addressed to the definition of an approximate reference chronology for the preparation of the iconographic tables and, thanks to comparisons with other documentation, to the attribution of the paintings to their respective authors. Some of the results of this research were applied to and/or confirmed by studies of the collections of Campanulaceae and Crassulaceae.

Keywords
Iconographia Taurinensis, preservation and evaluation of collection, datation, F. Peyrolery, A. Bottione, A. Rossi Bottione, M. Lisa Mussino.

 

p. 119 /L’Iconographia Taurinensis (1752-1868): restauro e valorizzazione scientifica della collezione

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Lo studio delle Campanulaceae nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’Iconographia Taurinensis (1752-1868)
Annalaura Pistarino, Giuliana Forneris

Riassunto

L’analisi delle unità sistematiche afferenti alle Campanulaceae rappresentate nell’Iconographia Taurinensis si inserisce nel progetto di valorizzazione della collezione che comprende anche la catalogazione dei dati iconografici e scientifici contenuti nell’opera. Le entità rappresentate nei 64 volumi della collezione sono state individuate sulla base dell’identificazione dei generi, delle entità specifiche e infraspecifiche che nel tempo sono stati fatti afferire (o disgiunti) a (da) questa famiglia. Le Campanulaceae raffigurate sono risultate comprese su 117 carte, incluse in 39 volumi realizzati fra il 1752 [1742] e il 1868 (fra il II ed il LXIV), per un totale di 82 entità; fra queste 33 sono da riferire alla flora piemontese e le restanti documentano le introduzioni di specie esotiche nell’Orto universitario. I risultati ottenuti hanno consentito sia di qualificare ulteriormente la valenza di documento scientifico dell’Iconographia Taurinensis sia di sperimentare un metodo per l’analisi della collezione.

Parole chiave
Iconographia Taurinensis, Campanulaceae, flora piemontese, specie esotiche, disegnatori.

 
The study of Campanulaceae within the project for the exploitation of the Iconographia Taurinensis (1752-1868).

Abstract

The analysis of the systematic units belonging to the Campanulaceae represented in the Iconographia Taurinensis falls within the project to exploit this work and includes the filing of the iconographic and scientific data. The taxa depicted in the 64 volumes of the collection were identified on the grounds of the genera and the specific and infraspecific entities that were included in this family or excluded from it during the years. The Campanulaceae are represented on 117 sheets in 39 volumes, depicted between 1752 [1742] and 1868 (from II to LXIV), for a total of 82 entities; among these, 33 are to be referred to the Piedmontese flora and the remaining ones document plants grown in the University Garden. The results obtained permitted both to further qualify the value of a scientific document such as the Iconographia Taurinensis and to test an analytic method of the collection contents.

Keywords
Iconographia Taurinensis, Campanulaceae, Piedmontese flora, exotic species, drawers.

 

p. 129 /Lo studio delle Campanulaceae nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’Iconographia Taurinensis (1752-1868)

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Lo studio delle raffigurazioni di Crassulaceae nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’Iconographia Taurinensis (1752-1868)
Lorenzo Gallo, Laura Guglielmone, Giuliana Forneris

Riassunto

L’Iconographia Taurinensis (IT) è una raccolta di circa 7500 disegni ad acquarello a soggetto botanico riuniti in 64 volumi realizzati tra il primo ‘700 e la metà dell’800 presso l’Orto universitario torinese. Per valutare il ruolo che l’IT ebbe come supporto agli studi dei botanici piemontesi che operarono presso la Sede, è stata scelta a titolo esemplificativo la famiglia delle Crassulaceae. L’esame effettuato ha evidenziato la presenza di 60 tavole per un totale di 81 disegni raffiguranti 69 entità, comprensive di taxa specifici e infraspecifici. Le tavole con questi soggetti sono distribuite in 29 volumi compresi tra il III ed il LXIII, riferibili ad un arco temporale che, sulla base delle date riportate su alcuni frontespizi, va dal 1752 al 1864. L’analisi è stata rivolta alle 41 raffigurazioni relative alle 28 entità riconducibili alla flora italiana.

Parole chiave
Iconographia Taurinensis, Crassulaceae, Sedum, Jovibarba, sistematica.

 
A study of the Crassulaceae family as illustrated in the Iconographia Taurinensis (1752-1868).

Abstract

The Iconographia Taurinensis (IT) is an unpublished collection of 7500 or so botanical plates in sixty-four volumes painted between 1752 and 1868 in Torino (Italy). We have studied the role of the IT in supporting Piedmontese botanists of the 18th and 19th centuries who worked at the Botanic Garden of Torino (Italy); the sixty plates illustrating Crassulaceae have been selected as an example of this study. Eighty-one illustrations, representing sixty nine taxa (inclusive of specific and infraspecific taxa) have been located in scattered form through the twenty nine volumes between the 3rd (1752) and the 63rd (1864). The study has focused on 41 plates, representing 28 Italian taxa.

Keywords
Iconographia Taurinensis, Crassulaceae, Sedum, Jovibarba, taxonomy.

 

p. 136 /Lo studio delle raffigurazioni di Crassulaceae nell’ambito del progetto di valorizzazione dell’Iconographia Taurinensis (1752-1868)

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Primi risultati sullo stato di conservazione della collezione “Terracciano Sardegna” in Herbarium Neapolitanum
Cristiana Adamo

Riassunto

In questo lavoro vengono presentati i primi risultati sullo stato di conservazione degli exsiccata della collezione “Terracciano Sardegna”; la ricerca è stata condotta ai fini della valutazione del suo interesse scientifico. La maggior parte dei campioni osservati evidenzia uno stato di conservazione buono nonostante siano stati evidenziati danni dovuti a muffe e parassiti. Tali risultati suggeriscono ulteriori studi sulla collezione.

Parole chiave
exsiccata, collezione “Terracciano Sardegna”, stato di conservazione.

 
Preliminary results concerning the preservation conditions of “Terracciano Sardegna” collection in Herbarium Neapolitanum.

Abstract

Preliminary research results concerning the conditions of preservation of the “Terracciano Sardegna” Herbarium specimens are reported. Research was carried out in order to better evaluate their scientific interest. Most of the specimens observed result to be well preserved but several damages due to fungi and insects have also been evidenced. These preliminary results suggest that greater effort has to be paid to better investigate the collection.

Keywords
exsiccata, “Terracciano Sardegna” collection, state of preservation.

 

p. 142 /Primi risultati sullo stato di conservazione della collezione “Terracciano Sardegna” in Herbarium Neapolitanum

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Le collezioni della sezione crittogamica dell’Erbario Webb (Firenze)
Piero Cuccuini

Riassunto

Nel presente lavoro vengono indicati i primi risultati di una indagine sulla Sezione Crittogamica dell’Erbario Webb limitatamente alle Briofite, Alghe e Licheni. Tali indagini attuate per saggi mirati, hanno interessato la struttura della collezione sia per quanto riguarda gli apporti istituzionali che quelli personali e hanno avuto una particolare attenzione per le serie di exsiccata. Sono forniti i dati distributivi, viene costituito un catalogo per i raccoglitori e sono indicati alcuni esempi per le serie di exsiccata presenti.

Parole chiave
erbario, collezioni crittogamiche, Webb, raccoglitori, catalogo, serie di exsiccata.

 
The Collections of the Cryptogamic Section of the Webb Herbarium (Firenze).

Abstract

This paper gives the preliminary results of a study on the Cryptogamic Section of the Webb Herbarium, focused on Briophytes, Algae and Lichens. This study, presented in essay form, concerns the structure of the Collection regarding both Institutional and Personal contributions and pays particular attention to the series of exsiccata. Distributive data is provided and a catalogue has been composed for the collectors. Some examples of the series of exsiccata present in the collection have also been given

Keywords
herbarium, cryptogamic collections, Webb, collectors, catalogue, exsiccata series.

 

p. 146 /Le collezioni della sezione crittogamica dell’Erbario Webb (Firenze)

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L’erbario di Vincenzo Cesati a Roma
Anna Millozza, Emanuela Giovi

Riassunto

L’erbario di Vincenzo Cesati (1806-1883) è considerato il principale erbario storico del Museo Erbario dell’Università di Roma “La Sapienza” (RO) dove è conservato, come raccolta separata, con il nome di Erbario Cesati. La consistenza numerica delle sue raccolte, stimata in più di 350.000 esemplari, la vastità delle provenienze geografiche, europee ed extraeuropee, e il contributo di un numero straordinario di corrispondenti, rendono particolarmente complesso e impegnativo lo studio di questo erbario. A queste difficoltà si deve aggiungere la necessità di fare riferimento ad una ricca documentazione correlata, che solo in parte si è conservata con l’erbario. Ciò nonostante, il Museo Erbario (RO) è impegnato, già da diversi anni, nell’opera di conoscenza e valorizzazione di questa raccolta. Più di recente, è stato possibile definire la consistenza reale di una parte significativa della collezione, con la realizzazione dei primi cataloghi informatizzati, e disporre di una base di informazioni analitiche, grazie ad alcuni saggi di schedatura.

Parole chiave
Cesati, erbario, Museo Erbario, Roma.

 
The herbarium of Vincenzo Cesati in Roma.

Abstract

The herbarium of Vincenzo Cesati (1806-1883) is considered the most important historical collection of the Museum Herbarium of the University of Roma “La Sapienza” (RO), where it is kept as a separate collection under the name of Erbario Cesati. The study of this herbarium is particularly complex on account of the abundance of its different collections (more than 350,000 specimens), the variety of their geographical origins, both European and non-European, and the contribution of a great number of correspondents. Furthermore, mention should be made of the many correlated documents, which only partially have been kept with the herbarium. Nevertheless, the Museum Herbarium (RO) has since several years started to study and to inform about the value of this collection. More recently a computerised data bank has been created so that it is now possible to obtain detailed information on parts of the collection.

Keywords
Cesati, herbarium, Museum Herbarium, Roma.

 

p. 152 /L’erbario di Vincenzo Cesati a Roma

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Le collezioni botaniche dell’Università di Genova: storia del Museo e dell’Orto Botanico
Simonetta Peccenini

Riassunto

Viene delineata la storia delle collezioni dell’Istituto e dell’Orto Botanico Hanbury dell’Università di Genova dal 1802. Viene fornita una breve descrizione delle raccolte di fanerogame, crittogame, frutti, semi, droghe, acquerelli, tavole, cartelloni didattici e piante vive.

Parole chiave
collezioni botaniche, museo, Orto Botanico, Università di Genova.

 
The University of Genova botanical collections: the history of the Museum and of the Botanical Garden.

Abstract

The history of the University of Genova Botanical Museum and Botanical Garden collections is presented starting from the year 1802. The phanerogamic and cryptogamic Herbariums, fruits, seeds, drugs, drawings, didactic posters and living plants collections are described.

Keywords
botanical collections, museum, Botanical Garden, Genova University.

 

p. 156 /Le collezioni botaniche dell’Università di Genova: storia del Museo e dell’Orto Botanico

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Collezioni e strutture dell’Orto Botanico dell’Università di Torino
Rosanna Caramiello, Valeria Fossa

Riassunto

Vengono riportate le principali tappe dell’evoluzione dell’Orto Botanico di Torino, dalla sua fondazione nel 1729 sino alle realizzazioni attuali. Viene sottolineato l’apporto di innovazione dovuto all’attività dei diversi direttori, sia per ciò che riguarda le collezioni sia per la realizzazione di strutture.

Parole chiave
Orto Botanico, Torino, collezioni, strutture.

 
Botanical collections and buildings of the Botanical Garden of Torino.

Abstract

The paper relates about the most important stages in the process of plant collection and the construction of premises of the Botanical Garden of Torino carried out by its different directors since its foundation in 1729 up to the present day.

Keywords
Botanical Garden, Torino, collections, buildings.

 

p. 161 /Collezioni e strutture dell’Orto Botanico dell’Università di Torino

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La collezione di Cicadee dell’Orto Botanico di Firenze
Giovanna Cellai, Luciano Di Fazio, Paolo Luzzi, Sabatino Varriale

Riassunto

La collezione di Cicadee dell’Orto Botanico di Firenze rappresenta un patrimonio di grande rilievo scientifico e storico. Dallo studio d’antichi cataloghi e opere di illustri botanici risulta che le Cicadee ebbero come prima sede l’Orto Botanico del Regio Museo di Fisica e Storia Naturale, detto “la Specola” di via Romana, dove prosperarono per molti anni. L’ingresso di queste piante nel “Giardino dei Semplici” avvenne quindi alla fine dell’800, in occasione del trasferimento delle collezioni di piante vive dall’Orto Botanico della Specola. Sotto la direzione di Teodoro Caruel, il Giardino dei Semplici fu arricchito di cinque nuove Cicadee. Ma solo nei primi del 900, a seguito di una donazione (300 piante) da parte del Comm. Ernesto Modigliani possiamo parlare di collezione di Cicadee. Le spedizioni di Luciano Giugnolini, le donazioni del prof. A. Verga avvenute negli anni ’70, e recentemente le donazioni dei sig.ri R. Bruno e L. Monzone hanno contribuito a incrementare la collezione che attualmente consta di 189 esemplari.

Parole chiave
Cicadee, Orto Botanico, Firenze.

 
The Cycad collection of the Botanical Garden of Firenze.

Abstract

The Cycad collection of the Botanical Garden of Firenze represents a heritage of great scientific and historical importance. From the study of ancient catalogues and of the work of renowned botanists, what emerges is that Cycads first had their place in the Botanical Garden of the Royal Museum of Physics and Natural History, called “Specola” in via Romana, where they thrived for many years. The introduction of these plants in the Giardino dei Semplici occurred at the end of the nineteenth century on the occasion of the transfer of the live plants collection from the Botanical Garden of Specola. Under the direction of Teodoro Caruel, the Giardino dei Semplici was enriched with five new Cycads. But only from the beginning of the twentieth century, following a donation (300 plants) by Comm. Ernesto Modigliani does it become possible to talk of a proper cycads collection. The expeditions of Luciano Giugnolini, the donations of Prof. A. Verga in the seventies and, lately, the donations of Mr. R. Bruno and Mr. L. Monzone have aided to enlarge the collection which consists, at present, of 189 specimens.

Keywords
Cycads, Botanical Garden, Firenze.

 

p. 167 /La collezione di Cicadee dell’Orto Botanico di Firenze

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Le collezioni zoologiche “Edoardo De Betta” nel panorama del naturalismo veronese della seconda metà dell’Ottocento
Leonardo Latella, Sandro Ruffo, Roberta Salmaso

Riassunto

Uno dei più interessanti personaggi del panorama naturalistico veronese della seconda metà dell’Ottocento è Edoardo De Betta (1822 - 1896). Uomo politico ed appassionato naturalista si occupò soprattutto di erpetologia e malacologia diventando uno dei maggiori esperti dell’epoca. Le sue collezioni furono acquistate dal Museo all’inizio del ‘900. I circa 1300 esemplari della collezione erpetologica provengono in prevalenza da località italiane, ma il 40% del materiale di provenienza europea e mondiale testimonia gli intensi scambi e contatti con gli erpetologi dell’epoca. Raccolse inoltre una collezione malacologica di circa 90.000 esemplari ed altre piccole collezioni di pesci uccelli e mammiferi. I suoi interessi furono prevalentemente sistematici e faunistici, ma si occupò anche di zoologia applicata evidenziando l’utilità, in agricoltura, degli uccelli insettivori e delle api come impollinatrici. Dei suoi studi ci rimangono diverse pubblicazioni scientifiche, possiamo ricordare tra queste la Malacologia Veneta (De Betta, 1870), il lavoro sulle faune erpetologiche del Veneto, Lombardia e Trentino (De Betta, 1857), un importante elenco commentato della fauna del veronese (De Betta, 1863) e i rettili e anfibi d’Italia (De Betta, 1874).

Parole chiave
storia del collezionismo, Edoardo De Betta, museo di Storia Naturale di Verona, Veneto, Italia.

 
The “Edoardo De Betta” zoological collections in the context of Veronese naturalism during the second half of the 19th century.

Abstract

Edordo De Betta (1822 – 1896) was one of the most interesting personalities of naturalism in Verona during the latter half of the 19th century. This politician and passionate naturalist devoted most of his life to herpetology and malacology, and became one of the leading experts of his time. His collections were acquired by the Museum at the beginning of the 20th century. The majority of the 1300 specimens in his herpetological collection were collected in Italy, but 40% of them come from across the border and testify the extensive contacts and exchanges between herpetologists at that time. De Betta built up a malacological collection of about 90,000 specimens and smaller collections of fish, birds and mammals. He was mainly interested in taxonomy and faunistics, but he also studied applied zoology and emphasized the usefulness of insectivorous birds and pollinating bees in agricultural practice. He left us several scientific publications, including Malacologia Veneta (De Betta, 1870), a work on the herpetological fauna of Veneto, Lombardia and Trentino (De Betta, 1857), an important annotated list of Verona’s fauna (De Betta, 1863), and Italian reptiles and amphibians (De Betta, 1874).

Keywords
history of collecting, Edoardo De Betta, Verona Museum of Natural History, Veneto, Italy.

 

p. 173 /Le collezioni zoologiche “Edoardo De Betta” nel panorama del naturalismo veronese della seconda metà dell’Ottocento

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Restauro e catalogazione della storica collezione erpetologica del Museo di Zoologia dell’Università di Padova
Paola Nicolosi, Marco A.L. Zuffi, Barbara Centis, Margherita Turchetto

Riassunto

Il Museo di Zoologia dell’Università di Padova, possiede una collezione storica i cui reperti più antichi risalgono al Museo Vallisneriano (XVII-XVIII sec.). Tra questi è presente l’esemplare più importante dell’intera collezione, l’olotipo di Dermochelys coriacea (Vandelli, 1761), donato da Papa Clemente XIII all’Ateneo patavino nel 1760. La collezione erpetologica, oggetto di studio negli ultimi tre anni, risale per lo più al XIX secolo e consta in totale di 370 unità (per la maggior parte esemplari in liquido, alcuni tassidermizzati e pochi preparati osteologici), recentemente restaurate e catalogate.

Parole chiave
collezione storica, rettili e anfibi, museo di Zoologia (Università di Padova), restauro e catalogazione

 
Restoration and catalogation of the historical herpetological collection of the Zoological Museum of the University of Padova.

Abstract

The Museum of Zoology of the University of Padova holds an historical collection whose earliest findings date back to Vallisneri’s Museum (XVII-XVIII Century). Among them, the most important specimen is the holotypus of Dermochelys coriacea (Vandelli, 1761) donated by the Pope Clemente XIII to the University of Padova in the same year. The herpetological collection, whose study has been resumed in the last three years, dates back mainly to XIX century and consists of 370 samples (mostly specimens preserved in liquid, some stuffed animals and a few osteological preparations) recently restored and classified.

Keywords
historical collection, reptiles and amphibians, museum of Zoology (University of Padova, Italy), restoration and catalogation.

 

p. 177 /Restauro e catalogazione della storica collezione erpetologica del Museo di Zoologia dell’Università di Padova

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La sala delle Paradisee e le raccolte di Odoardo Beccari del Museo “La Specola” di Firenze
Marta Poggesi, Annamaria Nistri, Gianna Innocenti, Anna Altobelli

Riassunto

Il lavoro fornisce informazioni riguardanti quanto contenuto nel sistema multimediale sulla collezione ornitologica della sala XX del Museo “La Specola” di Firenze.

Parole chiave
sistema multimediale, collezione ornitologica, Odoardo Beccari, Paradisaeidae, Ptilonorhynchidae.

 
The room of the Paradise birds and the collections of Odoardo Beccari of “La Specola” Museum in Firenze.

Abstract

The paper gives information concerning the multimedia system of the ornithological exhibit (room n. XX) of “La Specola” Museum in Firenze.

Keywords
multimedia system, ornithological collection, Odoardo Beccari, Paradisaeidae, Ptilonorhynchidae.

 

p. 182 /La sala delle Paradisee e le raccolte di Odoardo Beccari del Museo “La Specola” di Firenze

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La raccolta ornitologica di Orazio Antinori a Perugia. Un esercizio di memoria
Angelo Barili, Francesco Lapiana, Sergio Gentili

Riassunto

Da alcuni anni il Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (C.A.M.S.) dell’Università degli Studi di Perugia si sta occupando delle raccolte storiche conservate presso l’Ateneo perugino. Tra queste particolare rilievo presenta la collezione Ornitologica del Marchese Orazio Antinori (1811 – 1882), viaggiatore, esploratore e naturalista perugino che effettuò numerose spedizioni, soprattutto nell’Africa Nord Orientale. Recentemente hanno preso il via studi e ricerche mirati sia alla revisione sistematica dei campioni sia a delineare le vicende storiche che hanno dato origine alla collezione e, nel tempo, alle successive integrazioni. Sono inoltre previsti interventi di recupero conservativo dei campioni che potranno così essere collocati in locali con idonei parametri ambientali. Il patrimonio culturale rappresentato dai campioni ornitologici (in totale circa 800) e dalla relativa documentazione, è stato nel corso degli ultimi anni ricordato alla comunità locale, attraverso degli “esercizi di memoria” periodici (mostre temporanee, seminari di studio, conferenze, attività didattiche, visite guidate), allo scopo di realizzare degli spazi espositivi permanenti, liberamente fruibili al più vasto pubblico, che possano dare continuità ai “messaggi” e alle opportunità offerte da un adeguata valorizzazione della collezione.

Parole chiave
collezione ornitologica, raccolte storiche, valorizzazione, Umbria, Corno d’Africa.

 
The Orazio Antinori ornithological collection of Perugia. An exercise in memory.

Abstract

For some years now the Scientific Museum Centre (CAMS) of the University of Perugia has been involved with the historical collections preserved within the university itself. Amongst these, a prominent position is held by the Ornithological Collection of Marquis Orazio Antinori (1811-1882), a Perugian traveller, explorer and naturalist who undertook numerous expeditions, especially in Northeast Africa. Research has recently gone underway to systematically review the items of the collection and to describe the historical events that gave rise to the collection and its subsequent integrations. In addition, interventions are foreseen to improve the conservation of the items by ensuring their storage and display in climatically suitable conditions. The cultural heritage represented by a total number of ca. 800 ornithological specimens and the related documentation has, over the last few years, been brought to the attention of the local community by means of periodic “exercises in memory” (temporary exhibitions, seminars, lectures, teaching activity, guided tours). The goal of these initiatives has been to create a permanent exhibition area open to the general public, which, by guaranteeing continuity to the “messages” and the opportunities offered by the collection, will help it gain the recognition it greatly deserves.

Keywords
ornithological collection, historical collection, recognition, Umbria, Horn of Africa.

 

p. 186 /La raccolta ornitologica di Orazio Antinori a Perugia. Un esercizio di memoria

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Storia e recupero della collezione zoologica dell’ex Istituto di Biologia Marina di Rovigno, conservata a Chioggia
Margherita Turchetto, Marta Meneghini, Paola Nicolosi

Riassunto

Nella Stazione Idrobiologica di Chioggia (VE), sede distaccata del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, si trova la storica Collezione zoologica marina dell’ex Istituto Italo-Germanico di Biologia marina di Rovigno (Rovinj, Istria) (1891). La collezione, che comprende anche preparati più antichi della Stazione Zoologica di Trieste (1875), è stata recentemente restaurata e catalogata. Sono attualmente presenti 1266 preparati di animali provenienti dall’Adriatico, alcuni dei quali ormai rari.

Parole chiave
collezione Rovigno, fauna adriatica, storia, restauro.

 
History and restoration of the zoological collection which once belonged to Marine Biology Institute of Rovigno (Istria), now kept in Chioggia.

Abstract

The historical collection of sea-water animals of the Marine Biology Institute of Rovigno’s (Istria) (1891) is now preserved at the Hydrobiological Station of the Department of Biology (University of Padova) in Chioggia (VE). The Collection, recently restored and catalogued, also includes specimens once belonging to the Zoological Station of Trieste (1875). Specimens collected from the Adriatic sea, some of which quite rare, are today 1266 in number.

Keywords
Rovigno’s Collection, fauna from Adriatic sea, history, restoration.

 

p. 192 /Storia e recupero della collezione zoologica dell’ex Istituto di Biologia Marina di Rovigno, conservata a Chioggia

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Restauro e valorizzazione dei pesci e crostacei del “Fondo Riccati” depositato presso il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna (Treviso)
Margherita Turchetto, Marta Meneghini, Paola Nicolosi

Riassunto

L’Istituto Tecnico Commerciale Statale “Jacopo Riccati” fu fondato dalla Provincia di Treviso nel 1869 e dall’11 novembre 1923 ha sede in Piazza della Vittoria a Treviso. Durante la sua storia, l’Istituto ha accolto diversi corsi di studi ed è stato un importante punto di riferimento per l’ambiente culturale della Provincia, raccogliendo all’interno dei suoi laboratori una serie di collezioni scientifiche e didattiche denominate Fondo Riccati e che oggi sono depositate presso il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna (Treviso). Le collezioni zoologiche, formatesi in un periodo di tempo compreso tra la seconda metà dell’800 e gli anni ’60 del secolo scorso, presentano esemplari preparati a secco ed in liquido, appartenenti prevalentemente alla fauna locale, accanto ad alcuni esemplari esotici di provenienza soprattutto africana. Tra le collezioni dei preparati a secco spicca la serie dei pesci, risalente agli anni ’20 e ’30 del secolo scorso e composta da 15 esemplari tassidermizzati, tutti dei nostri mari e fiumi e 2 esemplari di crostacei, risalenti allo stesso periodo e di provenienza locale. Tali esemplari sono stati oggetto di un restauro nel 1995, allo scopo di contrastare il degrado fisico/chimico delle preparazioni e rinnovarne la protezione generale e rivalorizzare l’importanza dei reperti ai fini espositivi e di studio. Dopo una prima fase di analisi e preliminare pulitura meccanica per verificare lo stato di fatto, si è cercato di ricostruire la storia della prima preparazione, identificando materiali e tecniche di intervento. La scelta successiva è stata quella di un restauro conservativo, orientato a restituire il più possibile il soggetto alle condizioni originali e applicando il criterio generale di completare la forma dell’animale, lasciando intravedere la differenza tra parti ripristinate ed originali.

Parole chiave
Fondo Riccati, Istituto Tecnico Commerciale “J. Riccati”, restauro, valorizzazione.

 
Restoration and valorization of fish specimens and crustaceans of the “Fondo Riccati “ preserved at the Museo di Storia Naturale e Archeologia of Montebelluna (Treviso).

Abstract

The Istituto Tecnico Commerciale “Jacopo Riccati” was founded by the Province of Treviso in 1869 and it has been located in Piazza della Vittoria in Treviso since the 11th of November 1923. During its history, the Institute has been an important point of reference for the cultural atmosphere of the Province, collecting inside its laboratories scientific and didactic collections called Fondo Riccati, which are now preserved at the Museo di Storia Naturale e Archeologia of Montebelluna (Treviso, Italy). The zoological collections, originated between the second half of the nineteenth century and the 1960s, present local fauna specimens and some exotic exemplars, especially from Africa. The fish collection (15 taxidermy specimens) and two dried crustaceans, part of Italian freshwater and sea fauna, have been object of restoration in 1995 in order to prevent physical and chemical degradation, to renew general protection and to enhance their importance for exhibition and teaching purposes. The first phase has been to analyze the specimens to reconstruct the history of the first preparation and to identify material and techniques. The successive phase has been conservative restoration, applying the general criterion of completing the shape of the animal in such a way as to make it possible to recognize the difference between restored and original parts.

Keywords
Fondo Riccati, Istituto Tecnico Commerciale “J. Riccati”, restoration, valorization.

 

p. 197 /Restauro e valorizzazione dei pesci e crostacei del “Fondo Riccati” depositato presso il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna (Treviso)

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Le collezioni entomologiche storiche del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino: uno stato dell’arte
Mauro Daccordi, Pier Mauro Giachino, Pietro Passerin d’Entrèves

Riassunto

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino è, in Italia, uno dei maggiori Musei, se non il maggiore, per quanto riguarda il numero e l’importanza delle collezioni, soprattutto entomologiche. Di queste, sulla base di apposita Convenzione, nel 1995 il Museo Regionale di Scienze Naturali ha ricevuto in gestione dall’Università di Torino 20 collezioni storiche corrispondenti a 2048 scatole e a circa 386.500 esemplari. Su queste collezioni sono stati realizzati interventi curatoriali sia di conservazione che di catalogazione. Gli autori presentano gli interventi effettuati e il loro stato di avanzamento su un totale di oltre 2.500.000 esemplari di proprietà sia dall’Università di Torino che della Regione Piemonte.

Parole chiave
collezioni entomologiche, Torino, conservazione, catalogazione.

 
The historical entomological collections of the Regional Museum of Natural Sciences of Torino: the state of the art.

Abstract

The Regional Museum of Natural Sciences of Turin is one of the greatest museums in Italy, if not the greatest, as far as number and importance of collections are concerned, above all entomological collections. Regarding the latter, in 1995, on the basis of a specific agreement, the Regional Museum of Natural Sciences received from the University of Torino 20 historical collections to preserve, corresponding to 2,048 boxes and about 386,500 specimens. These collections underwent curatorial operations for preservation and cataloguing purposes. The authors illustrate the interventions carried out and their progress on a total of over 2,500,000 specimens owned by the University of Turin and by Regione Piemonte. in such a way as to make it possible to recognize the difference between restored and original parts.

Keywords
entomological collection, Torino, preservation, cataloguing.

 

p. 200 /Le collezioni entomologiche storiche del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino: uno stato dell’arte

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La collezione entomologica di Agostino Dodero a Oropa: studio, catalogazione, conservazione
Fabrizio Bottelli, Eva Calonghi, Mauro Daccordi, Pier Mauro Giachino

Riassunto

La raccolta entomologica allestita dal coleotterologo Agostino Dodero, depositata al Santuario di N. S. Oropa, è stata affidata al Centro Studi Naturalistici del Giardino Botanico Montano di Oropa nel 2002. Nel 2003 sulla collezione è stato predisposto un intervento di recupero in collaborazione con il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. La schedatura informatizzata dei dati ha permesso di elaborare un catalogo e di valutare la consistenza della collezione, rappresentata da 599 generi e 1341 specie o sottospecie, per un totale di 2980 esemplari. Il recupero della collezione ha permesso e permetterà l’avvio di altre ricerche storiche, documentali e scientifiche sul territorio, nonché di divulgare correttamente le informazioni possedute.

Parole chiave
Agostino Dodero, collezione entomologica, Oropa, restauro.

 
The entomological collection of Agostino Dodero in Oropa: research, cataloguing, conservation.

Abstract

In 2002 the entomological collection of the coleopterist Agostino Dodero, kept in the Oropa Sanctuary, has been entrusted, for research and conservation purposes, to the Naturalistic Studies Centre of the Oropa Botanical Gardens. In 2003, in a joint effort with the Regional Museum of Natural Sciences of Turin, the collection has undergone a restorative form of intervention. The computerized filing of the data allowed the creation of a catalogue and the estimate of the size of the collection, represented by 599 genera and 1,341 species and subspecies, for a total of 2,980 specimens. The restoration of the collection has and will further allow historical, documentary and scientific research in the area, as well as the divulgation of accurate information. in such a way as to make it possible to recognize the difference between restored and original parts.

Keywords
Agostino Dodero, entomological collection, Oropa, restoration. collection, Torino, preservation, cataloguing.

 

p. 205 /La collezione entomologica di Agostino Dodero a Oropa: studio, catalogazione, conservazione

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Ricognizione dei preparati della collezione storica Alessandrini del Museo di Anatomia Comparata dell’Università di Bologna
Daniela Minelli, Bruno Sabelli

Riassunto

Il Museo di Anatomia Comparata dei Vertebrati dell’Università di Bologna fu fondato nel novembre del 1800. La sua fama internazionale fu acquisita durante la direzione di Antonio Alessandrini dal 1819 al 1861. La collezione ottocentesca fu descritta in un catalogo manoscritto dallo stesso Alessandrini e i reperti più interessanti furono pubblicati in un catalogo a stampa del 1854. Richiardi proseguì la catalogazione manuale arrivando ad un totale di oltre 9000 preparati. Dopo di allora furono aggiunti solo pochi esemplari, ma molti furono trasferiti ad altri musei o furono danneggiati. Questo ha portato alla necessità di una revisione delle collezioni che è sortita in un nuovo catalogo ed in una nuova esposizione secondo criteri evolutivi.

Parole chiave
anatomia comparata, collezioni storiche, catalogo, Alessandrini.

 
Revision of the Alessandrini historical collection of the Comparative Anatomy Museum of the University of Bologna.

Abstract

The Museum of Comparative Anatomy of Vertebrates of the University of Bologna was established in November 1800. It was during the term of Director Antonio Alessandrini from 1819 to 1861 that the Museum acquired its international fame. The XIX century collection was described in a handwritten catalogue by Alessandrini and the most interesting specimens were published in a printed catalogue dated 1854. Richiardi continued expanding the handwritten catalogue reaching about 9000 specimens. Since then very few additions were made but several specimens were transferred to other Museums or were damaged. This lead to the necessity of a revision of the collections leading to a new catalogue and a new exhibition, following evolutionary criteria.

Keywords
comparative anatomy, historical collections, catalogue, Alessandrini.

 

p. 208 /Ricognizione dei preparati della collezione storica Alessandrini del Museo di Anatomia Comparata dell’Università di Bologna

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Note storiche e considerazioni sul valore scientifico e didattico della collezione osteologica del Museo di Anatomia comparata dell’Università di Torino
Elena Gavetti, Elena Giacobino, Camillo Vellano

Riassunto

La collezione osteologica del Museo di Anatomia comparata dell’Università di Torino costituisce un patrimonio di inestimabile valore sia come ricchezza, sia come importanza e rarità degli esemplari. La mostra “Scheletrinluce”, recentemente allestita presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, ha permesso di visionare una parte considerevole di questa raccolta e di comprendere l’importanza che le antiche collezioni naturalistiche tuttora rivestono nei diversi ambiti della ricerca scientifica e delle attività didattiche.

Parole chiave
Museo di Anatomia comparata, collezioni osteologiche, ricerca scientifica, attività didattica.

 
Historical notes and considerations on the scientific and didactic importance of the osteological collection of the Comparative Anatomy Museum of the University of Torino.

Abstract

The osteological collection of the Comparative Anatomy Museum of the University of Torino constitutes a very important heritage in the number, value and rarity of the specimens. The exhibition “Scheletrinluce”, recently staged at the Museo Regionale di Scienze Naturali of Torino, allowed visitors to see a considerable part of this collection and to better understand how ancient naturalistic collections can still be important for different fields of scientific research and for teaching activities.

Keywords
Comparative Anatomy Museum, osteological collections, scientific research, teaching activities.

 

p. 211 /Note storiche e considerazioni sul valore scientifico e didattico della collezione osteologica del Museo di Anatomia comparata dell’Università di Torino

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Una collezione settecentesca del Museo di Anatomia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. I modelli ostetrici realizzati in terracotta da Giovan Battista Manfredini
Bernardo Fratello, Rita Maramaldo, Sandra Andreoli, Paolo Tongiorgi

Riassunto

La collezione di modelli ostetrici in terracotta dipinta realizzata per l’Università di Modena nel 1775 dal ceroplasta bolognese G.B. Manfredini, costituita da otto statue e trenta modelli del bacino femminile con feto a termine, è stata restaurata (da Sandra Andreoli) ed è esposta al pubblico in una sala dei Musei Anatomici modenesi. È riportato un elenco dei modelli in terracotta.

Parole chiave
ostetricia, arti plastiche, G.B. Manfredini, terracotte ostetriche, modelli anatomici, parti eutocici e distocici.

 
The 18th century collection of the Anatomy Museum of the University of Modena and Reggio Emilia. The terracotta obstetric models made by G. B. Manfredini.

Abstract

The collection of obstetric models in painted terracotta made by the bolognese wax modeller G.B. Manfredini in 1775 for Modena University, has been restored (by Sandra Andreoli) and can now be viewed by the public in a room of the Anatomical Museums of Modena. This collection is made up of eight figures and thirty models of the female pelvis with fully developed foetus. A list of the terracotta models is also reported.

Keywords
obstetrics, midwifery, Manfredini G.B., plastic art, terracotta, obstetric exhibits, anatomical exhibits.

 

p. 215 /Una collezione settecentesca del Museo di Anatomia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. I modelli ostetrici realizzati in terracotta da Giovan Battista Manfredini

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Il significato didattico dell’Anatomia umana attraverso le cere del Museo “La Specola” di Firenze
Enzo Brizzi, Eleonora Sgambati, Marta Poggesi, Saulo Bambi

Riassunto

La collezione delle cere anatomiche del Museo “La Specola” è stata iniziata alla fine del ‘700 da Felice Fontana, allo scopo di studiare l’anatomia umana senza l’osservazione diretta del cadavere. Essa fu infatti voluta e concepita come un trattato tridimensionale poiché è composta dai pezzi in cera, oltre che da disegni con didascalie annesse. I preparati, oltre 1400, furono realizzati tra la fine del XVIII e la metà del XIX secolo. I modelli di anatomia umana, contenuti in 513 urne, sono ordinati in sale secondo un criterio sistematico, cioè raggruppando gli organi che formano i diversi apparati del corpo. Questo studio rappresenta un tentativo di ricostruire l’anatomia del corpo umano attraverso l’esame dei preparati ceroplastici del museo, utilizzando le fotografie dei vari preparati e di particolari di esse che possano evidenziare anche strutture poco visibili durante una visita della collezione. A questo scopo, oltre che per la curiosità di sapere se la conoscenza di quelle lontane epoche corrisponde a quella moderna, abbiamo voluto ricostruire le diverse parti del corpo umano (testa, collo, tronco ed arti superiori ed inferiori) in regioni, seguendo un criterio topografico. Ognuna di queste regioni è stata studiata procedendo dalla superficie esterna verso l’interno. Le fotografie dei diversi strati di ogni regione sono state raccolte in files. Ogni scheda dei files contiene un testo esplicativo. I vocaboli anatomici del testo sono stati raccolti in un glossario al quale si accede con un ipertesto. Questo studio delle cere anatomiche del Museo della Specola ci ha permesso di rilevare che esse sono espressione di una conoscenza anatomica estesa, ma approfondita solo in alcuni organi ed apparati, tanto da presentare sostanziali differenze dalla anatomia moderna. Nelle schede che contengono le immagini si trovano sempre sottolineate queste discordanze.

Parole chiave
ceroplastica, cere anatomiche, anatomia umana, Museo “La Specola”.

 
The didactic importance of Human Anatomy as evidenced by the collection of waxes of the Museum “La Specola” of Firenze.

Abstract

The anatomical waxwork collection of “La Specola” Museum was conceived by Felice Fontana to study the human anatomy without the direct observation and dissection of corpses. Over 1400 specimens were created between 1770 and 1890 as a tridimensional treatise composed by wax sculptures and self-explanatory drawings. The models of human anatomy, contained in 513 display cases, are arranged according to systematic criteria, i.e. the organs forming the different apparatuses of the human body are grouped together. This study represents an attempt to use the wax model specimens of the museum to investigate human anatomy, also by means of specimen pictures giving details of structures not usually visible during the visit to the collection. Besides the curiosity to understand whether knowledge in those remote ages corresponded to the modern one, our purpose was to rebuild the different parts of the human body in regions, following a topographic criterion. Each region was studied proceeding from the outer surface toward the inside. The pictures of each different layer were collected in files. Each file card contains an explicative text. The anatomical terms are collected in a hypertext glossary. Our study revealed to us that the wax collection is an expression of great anatomical awareness. Yet such knowledge is extensive only with regards to some organs and apparatuses, thus the collection shows substantial differences with modern anatomy. In the file cards such discrepancies are consistently underlined.

Keywords
wax modeling, anatomical waxes, human anatomy, Museum “La Specola”.

 

p. 221 /Il significato didattico dell’Anatomia umana attraverso le cere del Museo “La Specola” di Firenze

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Il restauro del Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando” dell’Università di Torino
Giacomo Giacobini, Cristina Cilli, Giancarla Malerba

Riassunto

Ordinato nell’attuale sede nel 1898, il Museo di Anatomia umana dell’Università di Torino contiene quasi esclusivamente materiali di epoca precedente. La sua visita offre la possibilità di osservare, in locali con allestimento di fine Ottocento, la testimonianza quasi intatta dell’attività svolta durante tutto l’arco del secolo da una scuola scientifica torinese di grande prestigio nazionale e internazionale. I lavori di restauro, in gran parte iniziati nel 2003 e conclusi all’inizio del 2006, hanno interessato gli ambienti e le collezioni e si sono svolti in stretta collaborazione con le Soprintendenze competenti.

Parole chiave
restauro, anatomia umana, modelli in cera, museo storico-scientifico.

 
The restoration of the “Luigi Rolando” human Anatomy Museum of the University of Torino.

Abstract

The human Anatomy Museum of the University of Torino was transferred in 1898 in new large exhibit halls especially constructed for this purpose. It almost exclusively houses the more ancient collections. It offers the opportunity to come into contact, through the museography and the halls of the 19th century, with an almost intact record of the activity of a renowned scientific school of Torino. The restoration of the Museum, begun in 2003 and completed at the beginning of 2006, concerned both the exhibit halls and the collections. They were carried out in collaboration with the Monument and Fine Arts Office.

Keywords
restoration, human anatomy, wax models, historical-scientific museum.

 

p. 228 /Il restauro del Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando” dell’Università di Torino

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www.torinoscienza.it/anatomia Le collezioni del Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando” di Torino sul web
Chiara Mancinelli

Riassunto

Il sito www.torinoscienza.it/anatomia è stato realizzato nel 2004 dal Progetto Science Center della Provincia di Torino per far conoscere al grande pubblico il Museo di Anatomia umana dell’Università di Torino, chiuso nel 2003 per lavori di ristrutturazione. Il navigatore può così accedere a parte della collezione del museo con le modalità tipiche del web, l’interattività e l’ipertestualità, che permettono di approfondire la conoscenza degli oggetti esposti in una forma diversa rispetto ad una visita al museo.

Parole chiave
sito web, progetto science center, museo di Anatomia umana, Torino.

 
The collections of the Museum of human Anatomy “Luigi Rolando” of Torino on the web (www.torinoscienza.it/anatomia).

Abstract

The website www.torinoscienza.it/anatomia was created by the Science Center Project of the Province of Torino. The aim of the website is to make the Museum of human Anatomy of the University of Torino known to the larger public, subsequently to its closure for renovation works in 2003. Thanks to the website it is now possibile to gain access to the Museum’s collections in a new interactive and ipertextual way.

Keywords
web site, science center project, human Anatomy museum, Torino.

 

p. 234 /www.torinoscienza.it/anatomia Le collezioni del Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando” di Torino sul web

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Le collezioni di interesse storico del Museo di Antropologia dell’Università di Bologna come fonti di studio per la storia delle scienze antropologiche
Elisabetta Calanchi

Riassunto

Le collezioni scientifiche di interesse storico conservate nel Museo di Antropologia dell’Università di Bologna sono costituite da strumenti scientifici, apparecchi fotografici, ricostruzioni plastiche e tavole murali che rappresentano i gruppi umani. Il presente articolo illustra l’importanza di queste collezioni nello studio della storia delle scienze antropologiche.

Parole chiave
collezioni scientifiche di interesse storico, Museo di Antropologia, storia delle scienze antropologiche.

 
The collections of historical interest of the Museum of Anthropology of the University of Bologna: resources for research on the history of anthropological sciences.

Abstract

The scientific collections of historical interest kept in the Museum of Anthropology of the University of Bologna include scientific instruments, photographic equipment, plastic reconstructions and posters of human groups. The present paper shows the value of these collections in the study of the history of anthropological sciences.

Keywords
scientific collections of historical interest, Museum of Anthropology, history of anthropological sciences.

 

p. 239 /Le collezioni di interesse storico del Museo di Antropologia dell’Università di Bologna come fonti di studio per la storia delle scienze antropologiche

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La collezione etnografica australiana del Museo di Antropologia dell’Università di Padova
Nicola Carrara, Stefano Morato, Maja Radivojevic

Riassunto

Il Museo di Antropologia dell’Università di Padova conserva preziose collezioni di interesse etnografico provenienti dall’area oceaniana. Tra queste, la “Collezione Capra” di oggetti australiani spicca per l’alto valore etnologico. La collezione conta 42 oggetti degli Aborigeni: 7 mazze, 7 boomerang, 6 scudi, 5 propulsori, 4 bastoni da getto, 3 clave piatte, 2 asce, 1 sciabola di legno, 1 rombo, 4 bastoncini-messaggio, 1 borsetta di fibre vegetali e 1 collana con elementi di conchiglie. Prevalgono dunque oggetti tipici di una popolazione di cacciatori-raccoglitori nomadi. La povertà degli oggetti è solo apparente, poiché si avvale dell’ingegnosità di soluzioni tecniche presentate da strumenti quali il boomerang o il propulsore, che hanno permesso agli Aborigeni di sopravvivere con successo in un ambiente spesso ostile.

Parole chiave
collezione etnografica, Australia, Aborigeni.

 
The australian ethnographic collection from the University of Padova Museum of Anthropology.

Abstract

The University of Padova Museum of Anthropology retains many precious ethnographic collections from the Oceanian area. Among these, the “Capra collection”, made of Australian objects, stands out for its high ethnological value. This collection counts 42 Aboriginal objects: 7 clubs, 7 boomerangs, 6 shields, 5 spear-throwers, 3 paddle clubs, 2 axes, 1 wooden sabre, 1 decorated object, 4 message sticks, 1 woven bag and 1 necklace of shells. Most of the objects are typical of hunter-gatherer peoples. The poverty of the objects is only apparent: a great ability can be observed in the technical solutions adopted for tools such as boomerangs and spear-throwers. These solutions allow the Aboriginals to survive with success in the often hostile surroundings

Keywords
ethnographic collection, Australia, Aboriginals.

 

p. 243 /La collezione etnografica australiana del Museo di Antropologia dell’Università di Padova

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Il Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria, Roma. Riflessioni sui ruoli e le funzioni nella società contemporanea
Lorenza Merzagora, Vincenzo Vomero

Riassunto

Partendo da una breve analisi storica dei ruoli e delle funzioni svolte dal Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria, vengono discusse le opportunità e i vincoli che toccano il museo medico nella società contemporanea. Questi suggeriscono che le finalità e le strategie operative del museo possano oggi essere meglio definite attraverso un approccio che coinvolga una gamma di soggetti più ampia che in passato. Un esempio di applicazione di tale orientamento è dato dallo sviluppo progettuale della mostra “Fabrica di medicina”.

Parole chiave
museo, storia della medicina, finalità.

 
The Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria. Considerations on roles and functions in contemporary society.

Abstract

Starting with a brief overview of the Museum’s history and roles, the authors discuss how issues in contemporary society provide new opportunities for medical museums and point to a wider approach in the definition of the museum’s goals and strategies. This has been experienced during the planning of the exhibition “Fabrica di medicina”.

Keywords
museum, history of medicine, goals.

 

p. 248 /Il Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria, Roma. Riflessioni sui ruoli e le funzioni nella società contemporanea

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Per un Museo-Archivio del Politecnico di Milano: la valorizzazione delle collezioni dell’Istituzione Elettrotecnica Carlo Erba
Andrea Silvestri

Riassunto

Il lavoro illustra innanzitutto l’interesse del Politecnico di Milano (pioniere negli studi tecnici a livello universitario nel nostro Paese, e prima università milanese) a ripercorrere e a rimeditare la propria storia. In questa direzione, il progetto di un Museo-Archivio tende a favorire la conservazione, la catalogazione e la valorizzazione del patrimonio storico del Politecnico, patrimonio sia strumentale sia documentario. Come specifico caso di studio, ci si riferisce alle collezioni dell’Istituzione Elettrotecnica Carlo Erba (ora Dipartimento di Elettrotecnica) e all’attenzione dedicata alla loro illustrazione, storicizzazione e catalogazione in un volume splendidamente illustrato.

Parole chiave
conservazione, catalogazione, valorizzazione, Istituzione Elettrotecnica Carlo Erba.

 
For the Politecnico di Milano Archive-Museum: the valorisation of the collections held by the Istituzione Elettrotecnica Carlo Erba.

Abstract

The work portrays the interest shown by the Politecnico of Milano (pioneer in technical degree courses and the earliest university in Milano) to study and analyze its own story. In this direction, the Archive-Museum project could favour the conservation, the cataloguing and the valorization of the entire historical heritage of the Politecnico, with regard both to the instruments and to the documents. As case study, we refer to the collections held by the Istituzione Elettrotecnica Carlo Erba (founded in 1886-7, presently the Electric Department) and to the attention dedicated to their presentation, their historical context and their cataloguing in a splendidly illustrated volume.

Keywords
conservation, cataloguing, valorization, Istituzione Elettrotecnica Carlo Erba.

 

p. 259 /Per un Museo-Archivio del Politecnico di Milano: la valorizzazione delle collezioni dell’Istituzione Elettrotecnica Carlo Erba

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Patrimoni da valorizzare: gli strumenti storico-scientifici delle scuole e degli osservatori della Liguria
Matteo Leone, Alessandro Paoletti, Nadia Robotti

Riassunto

Si presenta un progetto di catalogazione e recupero di collezioni storico-scientifiche nella regione Liguria. Questo progetto ha portato recentemente alla costituzione di due musei scientifici attraverso la collaborazione e la consulenza scientifica del Dipartimento di Fisica di Genova: il Museo Scientifico dell’Antico Gabinetto di Fisica del Liceo Classico “G.D. Cassini” di Sanremo, dove sono esposti 280 strumenti, la maggior parte di costruzione francese, e il Museo Scientifico “Leonardini-Sanguineti”, presso il Seminario Vescovile di Chiavari, ove sono esposti 300 strumenti provenienti dal “Gabinetto di Fisica” e dall’Osservatorio.

Parole chiave
liceo classico “Cassini”, Sanremo, Seminario Vescovile, Chiavari, collezioni scientifiche, Liguria.

 
Promoting cultural heritage: the historical-scientific collections of schools and observatories in Liguria.

Abstract

A project of cataloguing and recovery of historical-scientific collections in the Liguria region is here discussed. This project recently led, through the assistance of the Genova University Department of Physics, to the establishment of two scientific museums, namely the scientific museum of the old “Physics laboratory” of the Liceo Classico “G.D. Cassini” in Sanremo (whose exhibits include 280 physics instruments, mostly of French provenance) and the “Leonardini-Sanguineti” scientific museum, close to the “Seminario Vescovile” in Chiavari (including 300 instruments).

Keywords
liceo classico “Cassini”, Sanremo, Seminario Vescovile, Chiavari, scientific collections, Liguria.

 

p. 266 /Patrimoni da valorizzare: gli strumenti storico-scientifici delle scuole e degli osservatori della Liguria

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Bagliori nel vuoto. Un percorso interattivo attraverso la storia dell’elettricità e della pneumatica dal Seicento al Novecento
Giulio Peruzzi, Sofia Talas

Riassunto

Si illustrano nel presente articolo gli aspetti salienti della mostra “Bagliori nel vuoto”, curata da Giulio Peruzzi e Sofia Talas e aperta a Padova da febbraio a dicembre 2004. La mostra si proponeva di illustrare lo sviluppo dal Seicento ai giorni nostri dei vari settori della scienza e della tecnica coinvolti nello studio delle scariche elettriche in atmosfera rarefatta, i “bagliori nel vuoto”, fenomeni non solo spettacolari ma che portarono alle grandi scoperte di fine Ottocento, raggi X, elettrone e radioattività, dalle quali prenderà le mosse la ricerca fisica del XX secolo. Il percorso espositivo, illustrato dai prestigiosi strumenti antichi del Museo di Storia della Fisica dell’Università di Padova, era anche arricchito da filmati, simulazioni multimediali, esperimenti interattivi e ricostruzioni funzionanti di apparecchiature storiche che il pubblico poteva manipolare o vedere in funzione. Oltre a sottolineare il carattere interdisciplinare delle ricerche sui “bagliori nel vuoto”, la mostra metteva in luce uno dei tratti tuttora connotativi della scienza moderna, ossia la saldatura che venne a istituirsi nel Seicento tra la costruzione di strumenti e l’emergere di fondamentali questioni teoriche. L’itinerario espositivo intendeva inoltre dare della scienza l’immagine di un processo vivo e affascinante sempre in corso, ricco di personaggi, avvenimenti e idee, non riducibile a una serie di consolidati successi. La storia delle ricerche sui “bagliori nel vuoto” mostrava infine - ed è particolarmente importante sottolinearlo oggi - l’importanza della ricerca libera non finalizzata ad applicazioni: gli studi sui “bagliori nel vuoto”, nati dalla curiosità per un fenomeno spettacolare e misterioso, portarono infatti due secoli dopo alle grandi rivoluzioni della fisica del XX secolo ricche di importanti applicazioni tecnologiche, dall’illuminazione elettrica alla televisione, dalla rivoluzione elettronica fino alla diagnostica medica.

Parole chiave
storia della fisica, storia della strumentazione scientifica, divulgazione scientifica, mostra.

 
Glows in the vacuum. An interactive itinerary through electricity and pneumatics from the Seventeenth to the Twentieth Century.

Abstract

The present paper outlines the main characteristics of the exhibition “Glows in the Vacuum”, held in Padova from February to December 2004. The exhibition, organised by Giulio Peruzzi and Sofia Talas, focused on the fact that, since the seventeenth century, electricity and pneumatics have been connected by a particular link, a field of research where these two branches of physics joined and gave extraordinary results. This “link” is the study of electrical discharges in rarefied gases, which produce beautifully coloured glows, “glows in the vacuum”. The analysis of these spectacular glows led to the great discoveries of the late nineteenth century, X-rays, radioactivity and the electron, which marked the birth of modern physics. Along with original historical instruments from the prestigious collection of the Museum of the History of Physics of Padua University, the exhibition presented films, multimedia laboratories, interactive experiments and copies of historical apparatus that the public could handle and see in use. It is worth mentioning a few distinguishing details of the exhibition. The itinerary not only underlined the role of interdisciplinarity in the development of scientific knowledge, but it also pointed out the connection which was established in the seventeenth century between the making of instruments and the raising of fundamental theoretical questions. Moreover, the exhibition intended to present science not simply as a successful one-way story, but as an ongoing and fascinating process, rich in actors, events and ideas. Finally, the research on the “Glows in the Vacuum“ showed - and it is particularly important to point it out nowadays - the fundamental role of free research, i.e. not directed towards applications: studies on the “glows”, at first only a curiosity driven by the spectacular and mysterious effects observed, led to twentieth century physics revolutions with their important technological applications, from electrical light to television, from the birth of electronics to medical diagnosis.

Keywords
history of physics, history of scientific instruments, science popularization, exhibition.

 

p. 271 /Bagliori nel vuoto. Un percorso interattivo attraverso la storia dell’elettricità e della pneumatica dal Seicento al Novecento

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Museografia e multimedialità: le collezioni medicee e lorenesi del Museo di Storia della Scienza di Firenze
Filippo Camerota

Riassunto

L’intervento presenta le applicazioni multimediali con cui l’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze ha voluto risolvere il problema della fruibilità delle proprie collezioni storiche, sia nella forma remota del collegamento internet, sia nella dimensione diretta e personalizzata dei più tradizionali laboratori didattici.

Parole chiave
multimedialità, ricerca, didattica.

 
Museography and multimediality: the Medici and Lorrain Collections at the Museum of the History of Science in Firenze.

Abstract

This paper presents the multimedia applications through which the Institute and Museum of Science History of Firenze seeks to guarantee better comprehension of its historical collections. Access is made possible both through the Internet and through the more direct, customizable tool of traditional educational laboratories.

Keywords
multimediality, research, educations.

 

p. 277 /Museografia e multimedialità: le collezioni medicee e lorenesi del Museo di Storia della Scienza di Firenze

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L’esperienza dell’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino
Marco Galloni

Riassunto

L’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino svolge da oltre un decennio la funzione di conservare, studiare e valorizzare le memorie materiali del lavoro di ricerca e insegnamento svolto negli ultimi secoli in questo antico Ateneo. Si è così salvato un vasto patrimonio e si è maturata un’esperienza originale che ha prodotto varie mostre e pubblicazioni, contribuendo a divulgare l’importanza dello studio dei cimeli scientifici. Si sono anche affrontati problemi di ordine burocratico, organizzativo e materiale, come l’allagamento del magazzino durante l’alluvione dell’autunno 2000.

Parole chiave
storia, strumentaria, ricerca, insegnamento.

 
The University of Torino’s Scientific and Technologic Archives.

Abstract

Ever since the 1990s, the University of Torino’s Scientific and Technologic Archives are devoted to conservation and study programmes, in order to highlight the importance of and to add value to the memory of research and teaching carried out within this higher education establishment, with records dating as far back as six centuries ago. The main results were the preservation of a substantial number of notable scientific instruments. Some of them featured in exhibitions and became subject of publications. Also, a number of administrative, managerial and organisational issues have been dealt with, including handling the aftermath of the flooding of the depository in october 2000.

Keywords
history, instruments, research, teaching.

 

p. 281 /L’esperienza dell’Archivio Scientifico e Tecnologico dell’Università di Torino

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La collezione di strumenti di Fisica dell’Università di Torino
Dino Galante, Ciro Marino Alberta, Marzari Chiesa

Riassunto

Viene presentato il lavoro svolto finora per il ricupero e la catalogazione degli strumenti di proprietà dei Dipartimenti di Fisica dell’Università di Torino, con una breve introduzione sulla storia del vecchio “Istituto di Fisica”. Vengono citati alcuni degli strumenti più significativi, risalenti per lo più alla seconda metà del 1800.

Parole chiave
strumenti antichi, museo di fisica.

 
The collection of the ancient Physics instruments of the University of Torino.

Abstract

The work to recover and catalogue the ancient instruments of the Physics Departments of the Torino University is presented, together with a brief introduction on the history of the ancient “Physics Institute”. Some of the most interesting instruments, more than 100 years old, are mentioned.

Keywords
ancient instruments, physics museum.

 

p. 287 /La collezione di strumenti di Fisica dell’Università di Torino

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I Borbone a Napoli. La Collezione reale del Museo di Fisica
Edvige Schettino

Riassunto

La storia della Collezione reale è di particolare interesse per le diverse funzioni che ebbe, dalla sua nascita come raccolta privata della Casa Borbone a potenziale museo scientifico e si evolse dal 1840 all’Unità d’Italia, quando gli strumenti furono consegnati all’Università di Napoli. La Collezione reale perse la sua identità, inglobata nella più vasta moltitudine di strumenti del Gabinetto fisico universitario. La riacquistò solo a seguito del lavoro di identificazione e sistemazione avvenuto a partire dal 1983.

Parole chiave
storia della scienza, fisica, collezioni scientifiche, Napoli.

 
The Bourbon in Napoli. The Royal Collection of the Museum of Fisica.

Abstract

The history of the Royal Collection stands out because of its varied role, from its inception as a private collection of the Bourbon household to its conception as a science museum and its evolution from the 1840’s to the Unification of Italy when the instruments were handed over to the University of Napoli. The Royal Collection lost its identity when it was absorbed into the University’s Physics laboratory, engulfed as it was amidst the wealth of apparatus. It began to regain its identity only after cataloguing work started in 1983.

Keywords
history of science, physics, scientific collection, Napoli

 

p. 290 /I Borbone a Napoli. La Collezione reale del Museo di Fisica

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Vedere e/o Toccare
Vittorio Marchis

Riassunto

Ogni esperienza coinvolge la persona nella sua totalità e ciò attiene anche e soprattutto alla conoscenza scientifica. La cultura contemporanea, in una società che sempre più si identifica con la virtualità, dei cinque sensi privilegia sempre più la vista e l’udito. La televisione è stata la vera protagonista di questo processo. Ma la “pesantezza della materia” non deve essere dimenticata, e anche la esposizione museale dovrebbe, soprattutto nei confronti di quelle “cose” che sono state fatte per essere manipolate, dare al pubblico (di visitatori e di studiosi) anche la possibilità di “consultare” gli oggetti che sono i documenti della memoria materiale. Altrimenti anche le vetrine diventano schermi, e le cose si trasformano in feticci.

Parole chiave
conoscenza, memoria, esperienza, esposizione, laboratorio.

 
To see and/or to touch.

Abstract

Every experience involves the subject in his whole essence, and this happens especially in relation to the scientific knowledge. Contemporary society, which becomes more and more virtual, has a special sympathy for sight and hearing. Television has been the main actor of this process. But the “heaviness of matter” must not be forgotten and the museum exhibition also ought to give to the public the possibility to have direct access to things which are “documents” of material heritage and memory. Otherwise the display cases also become screens and things transform themselves into fetishes.

Keywords
knowledge, memory, experience, exhibition, workshop.

 

p. 293 /Vedere e/o Toccare

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Gabinetti e musei scolastici scientifici in Piemonte
Gianluca Kannès

Riassunto

Il lavoro propone una panoramica sul patrimonio storico scientifico dei gabinetti e musei scolastici dell’Ottocento in Piemonte attraverso l’analisi dei fondi archivistici conservati presso la Direzione generale istruzione superiore del Ministero della pubblica istruzione oggi conservati all’Archivio centrale di Stato di Roma.

Parole chiave
collezioni scientifiche scolastiche, Ottocento, Piemonte.

 
Scientific museums and collections of schools in Piemonte.

Abstract

This paper presents an overview of the historical and scientific heritage of nineteenth century museums and collections of Piedmontese schools, through an analysis of the archival funds preserved by the General Office for Higher Education of the Ministry for Public Education and now kept at the Central State Archives in Rome.

Keywords
scientific collections in schools, nineteenth Century, Piemonte.

 

p. 297 /Gabinetti e musei scolastici scientifici in Piemonte

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Le collezioni del Gabinetto di scienze naturali dell’Istituto Tecnico Commerciale “J. Riccati” di Treviso. Da oggetto a reperto, da collezione didattica a bene culturale
Gabriella Anello, Sabrina Modolo

Riassunto

Attualmente sono custodite presso il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna (Treviso, Italia) delle collezioni realizzate tra la metà del XIX e del XX secolo dal gabinetto di Scienze Naturali dell’Istituto Tecnico Commerciale “J. Riccati” di Treviso. Fin dalla sua fondazione, l’Istituto ha sempre dimostrato grande cura ed attenzione nell’allestimento dei laboratori scientifici il cui contenuto, costantemente arricchito, costituisce il Fondo Riccati. Nato con una funzione prevalentemente didattica, acquisisce oggi, a distanza di oltre un secolo, un valore aggiunto che trasforma le collezioni del Fondo da oggetti didattici a veri e propri beni culturali.

Parole chiave
Fondo Riccati, oggetto, reperto, collezioni, bene culturale.

 
The natural sciences collections of the Istituto Tecnico Commerciale “J. Riccati, Treviso (Italy). From object to finding, from didactic collection to cultural heritage.

Abstract

Currently the Museo di Storia Naturale e Archeologia of Montebelluna (Treviso) preserves collections of the natural sciences collections of the Istituto Tecnico Commerciale “J. Riccati” of Treviso which date from the mid-nineteenth century to the mid-twentieth century. Since its foundation, the Institute has always shown great care and attention in the preparation of its scientific laboratories, whose content, constantly enriched, constitutes the Fondo Riccati. Born primarily for educational purposes, it gains today, at a distance of over a century, an added value that transforms the Fund’s collections from didactic objects to cultural heritage.

Keywords
Fondo Riccati, object, finding, collections, cultural heritage.

 

p. 305 /Le collezioni del Gabinetto di scienze naturali dell’Istituto Tecnico Commerciale “J. Riccati” di Treviso. Da oggetto a reperto, da collezione didattica a bene culturale

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L’archivio fotografico storico del Museo civico di Storia Naturale di Verona: una risorsa
Angelo Brugnoli

Riassunto

A seguito della dispersione degli archivi documentali del museo, avvenuta negli anni venti del Novecento, si sta cercando di riorganizzare con criterio sistematico tutto il materiale storico, in particolare quello fotografico. Una prima ricognizione mostra la presenza di importanti fondi fotografici, in corso di inventariazione. Aspetto particolare di questa operazione riguarda l’Archivio Storico Virtuale (ASV), comprendente tutti quei documenti riguardanti il museo e le sue collezioni, ora collocati presso altri istituti cittadini.

Parole chiave
conservazione, fotografia, storia naturale, documentaristica.

 
The historical photographic archive of the Museo civico of Storia Naturale of Verona.

Abstract

Today we are reorganizing all the historical material of the Museum, due to the dispersion of the documented archives in the 1920s, especially with regards to the Photographic Archive. A first investigation of the archive has permitted us to find important specimens which at present are undergoing inventory. The Virtual Historical Archive deserves particular attention as it comprises all the documents regarding the Museum and the collections housed in other city institutions.

Keywords
storage, photography, natural history, papers maintenance.

 

p. 309 /L’archivio fotografico storico del Museo civico di Storia Naturale di Verona: una risorsa

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I fondi fotografici storici del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino
Emma Rabino Massa

Riassunto

I fondi fotografici del Museo sono documenti di primaria importanza per la comprensione della storia dell’Antropologia. Essi contengono elementi di conoscenza e ci permettono di percepire, ancor più degli scritti, la continuità tra passato e presente, e di analizzare i fatti storici essenziali per meglio comprendere i fenomeni contemporanei. Le fotografie del passato rappresentano la “traduzione in immagine” di un certo momento storico e di coloro che lo hanno vissuto. Nel caso degli avvenimenti scientifici, le fotografie sono preziosi indicatori della produzione della scienza, del suo campo di ricerca, dei suoi attori e delle sue prospettive. Fanno parte dei fondi fotografici del Museo le seguenti collezioni: - Collezione fotografica egiziana “G. Marro”. Consta di oltre 200 lastre in vetro alla gelatina di bromuro di argento risalenti al periodo 1911-1923, documentanti gli scavi della Missione Archeologica Italiana in Egitto. - Collezione fotografica “C. Bicknell”. Costituita da 140 lastre in vetro al bromuro d’argento riproducenti incisioni rupestri di epoca pre-protostorica eseguite da Clarence Bicknell e Luigi Polloni sulla regione del Monte Bego, presumibilmente nel periodo 1905-1913. Esse documentano il monumentale sito etnologico delle Alpi Marittime. - Collezione Fotografica “C. Sesti”. Comprende 300 lastre in vetro realizzate personalmente dall’ingegnere C. Sesti, risalenti ai primi anni del Novecento, documentanti l’ambiente naturale, gli usi e i costumi delle popolazioni del bacino del Congo. - Collezione fotografica “G. Marro”. L’archivio fotografico di Marro, utilizzato anche come supporto alla didattica è composto da 1500 fotografie, documentanti i suoi lavori sulla popolazione italiana, su quella egiziana antica e moderna, e i suoi studi di psichiatria e da oltre 700 fotografie relative alle incisioni della Val Canonica e all’arte primitiva e pastorale.

Parole chiave
fondi fotografici, museo di Antropologia ed Etnografia.

 
Historical photographic materials of the Museum of Anthropology and Ethnography, University of Torino.

Abstract

The Museum’s photographic materials are very important for an understanding of the history of Anthropology. They contain elements of knowledge and allow us to perceive, even more than writings, the continuity between past and present as well as to analyse the essential historical facts to better understand contemporary phenomena. Photographs of the past are the “translation into images” of a certain historical moment and of the people who experienced it. In the case of scientific events, the photographs are valuable indicators of how science was produced, of its fields of research, its actors and its perspectives. The following collections are part of the Museum’s photographic materials: - “G. Marro” Egyptian Photographic Collection. Over 200 gelatine-silver bromide glass plates from the period 1911-1923 documenting the excavations of the Italian Archaeological Mission in Egypt. - “C. Bicknell” Photographic Collection. 140 gelatine-silver bromide glass plates reproducing rock engravings from the pre-protohistoric era made by Clarence Bicknell and Luigi Polloni in the area of Mount Bego, presumably in the period 1905-1913. They document the monumental ethnological site of the Maritime Alps. - “C. Sesti” Photographic Collection. 300 glass plates made personally by Dr. C. Sesti in the early twentieth century, documenting the natural environment and the customs and dress of the populations of the Congo Basin. - “G. Marro” Photographic Collection. Marro’s photographic archive, which he also used in his teaching, consists of 1500 photos documenting his studies of the Italian population, ancient and modern Egyptians and psychiatric studies, as well as over 700 slides related to the Val Canonica engravings and primitive and pastoral art.

Keywords
historical photographic materials, museum of Anthropology and Ethnography.

 

p. 312 /I fondi fotografici storici del Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino

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Lastre dell’altro secolo: il patrimonio fotografico dell’Osservatorio Astronomico di Pino Torinese
Gabriella Bernardi, Beatrice Bucciarelli, Walter Ferreri, Luciano Lanteri, Beppe Massone

Riassunto

L’informazione astronomica contenuta in alcune centinaia di migliaia di lastre fotografiche giacenti negli archivi astronomici di tutto il mondo è a rischio di perdita a causa del lento, ma inesorabile deterioramento della gelatina utilizzata per il fissaggio dell’immagine. Per salvaguardare questo patrimonio, è stato necessario un coordinamento di sforzi sia in campo nazionale che internazionale. Questo rinnovato interesse per la conservazione delle lastre astronomiche, realizzabile tramite la digitalizzazione per utilizzo dei dati in esse contenute, ha dato l’opportunità all’Osservatorio Astronomico di Torino (OATo) di riesaminare il proprio archivio, assai eterogeneo sia in termini di conservazione che di potenziale scientifico. L’OATo possiede alcune migliaia di lastre fotografiche, le più antiche risalgono ai primi anni ‘20, e le più moderne ai primi anni ‘90, ottenute tramite il telescopio astrografo Zeiss, il rifrattore astrometrico Morais e il riflettore astrometrico Reosc. Il contenuto scientifico dell’archivio è vario, con la prevalenza di asteroidi e di comete per le lastre più datate, mentre il materiale più recente riguarda radiosorgenti, ammassi aperti e stelle di alto moto proprio. Attualmente le lastre sono conservate in un’apposita stanza, a temperatura ed umidità controllate e le fasi dell’archiviazione passano attraverso l’ispezione visuale con l’aiuto di un microscopio binoculare, la scansione a bassa risoluzione (600 dpi, ~ 5-10 min per lastra) per operazioni di quick-look, l’accurata pulizia, l’archiviazione in buste di polietilene ad alta densità (Hd-Poly envelopes) per protezione contro il deterioramento da agenti esterni, ed infine l’inserimento dei parametri di lastra nel database Access anche sulla base dei registri originali di osservazione. Per la digitalizzazione delle lastre si utilizza uno scanner Umax modello Powerlook 1000 retroilluminato, avente una risoluzione ottica di 2400x2400 dpi, ed una risoluzione digitale di 14-bit.

Parole chiave
astronomia, archivi, archivi informatici, lastre fotografiche, osservatori virtuali.

 
Plates from the past century: the photographic heritage of the Pino Torinese Astronomical Observatory

Abstract

The Astronomical Observatory of Turin (OATo) has undertaken the first step toward the employment, for scientific purposes, of its photographic archive which consists of a few thousand plates ranging from the early 1920’s to the early 1990’s. To this end, a national team has tested and implemented the process of digitizing the old plates by means of commercial scanners, which are more affordable and much faster than traditional plate-measuring machines. OATo’s archive is very diversified both in scientific content and conservation status. Therefore, the first task was to carry out a thorough inventory of the archive, of which a good percentage is represented by asteroids/comets search, double stars orbits and parallax determinations, while the more modern plates are especially devoted to QSOs and open clusters programs. Subsequently, the following operations were performed on each plate: inspection with a binocular microscope to assess image quality and emulsion status; low-resolution (600dpi, format jpeg) scan for quick look-up purposes; cleaning and storage in high-density polyethilene envelopes for best protection; population of a Microsoft Access database with all the relevant plate information. The database is already accessible on-line and we intend to implement a query program that will allow to search the database by different keywords. Till now, about 1500 plates have been fully classified and archived. For the digitization we have acquired a scanner Umax (model Powerlook 1000, 2400x2400 dpi, optical density 3.0, 14-bit resolution), which can be efficiently employed for high-resolution scans (1200 or 2400 dpi), necessary for a good sampling of the image density profile.

Keywords
astronomy, archives, computerized archives, photographic plates, virtual observatory.

 

p. 316 /Lastre dell’altro secolo: il patrimonio fotografico dell’Osservatorio Astronomico di Pino Torinese

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Dove la conoscenza passata, presente e futura si incontrano: uno sguardo sui musei e collezioni universitarie in Europa.
Marta C. Lourenço

Riassunto

Le Università conservano una parte importante del patrimonio culturale dell’umanità e i musei universitari sono tra i più antichi al mondo. Oggi i musei e le collezioni universitarie vedono messa in discussione la loro missione tradizione nell’ambito dell’università e della società e stanno riflettendo sulle loro funzioni e sul rapporto con il loro pubblico. Contemporaneamente, o forse conseguentemente, l’interesse per i musei e le collezioni universitarie, il loro patrimonio e ruolo sociale è in crescita nel mondo intero. Sono nate associazioni nazionali e internazionali, sono stati sviluppati progetti interuniversitari e il numero di conferenze, convegni, pubblicazioni e workshop sull’argomento è notevolmente in crescita negli ultimi anni. In risposta a questi eventi alcuni musei universitari stanno già cambiando e stanno migliorando la visibilità dello loro collezioni sviluppando progetti integrati multidisciplinari, rinnovando le esposizioni e collaborando con gli Enti locali. Questo insieme di situazioni rappresenta una buona opportunità per cambiare e queste iniziative vanno apprezzate e rese note. Nonostante ciò, ancora poco è stato fatto in merito alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale accademico e queste iniziative rappresentano solo una percentuale limitata del potenziale ruolo sociale dei musei universitari. Il presente contributo discute i recenti sviluppi dei musei universitari nel mondo e in particolare in Europa, e le attuali sfide cui essi si trovano di fronte. Inoltre sarà discussa l’importanza del patrimonio universitario per le Università stesse e in generale per la società contemporanea con un accento sui significativi sviluppi europei sia in termini museologici sia politici.

Parole chiave
musei universitari, collezioni, Europa.

 
Where past, present and future knowledge meet: an overview of university museums and collections in Europe

Abstract

Universities hold a very significant proportion of the heritage of mankind and university museums are among the oldest museums in the world. Today, university museums and collections are discussing their traditional missions in the context of contemporary universities and societies. They are reassessing the uses and users of their collections. Simultaneously, or perhaps as a consequence, the interest for university museums and collections, their heritage and their social role is growing worldwide. National and international associations were created, interuniversity projects are being developed, and the number of conferences, meetings, publications and workshops has increased significantly in the past four years. Gradually, several university museums are already changing as a result of this reflection - they are increasing the accessibility to their collections, developing integrative and interdisciplinary projects, renovating exhibitions, collaborating with local communities. This global movement provides an opportunity for change and these initiatives deserve to be acknowledged and better known. However, it still represents a drop in the ocean of the preservation and promotion of academic heritage and a tiny percentage of the potential social role of university museums. This communication aims at discussing recent developments in university museums worldwide, particularly in Europe. Current challenges facing university museums and collections are identified and discussed. The communication also discusses the value of university heritage for universities and for contemporary societies in general, with a focus on significant recent European developments, both in museological and in political terms.

Keywords
university museums, collections, Europe.

 

p. 321 /Dove la conoscenza passata, presente e futura si incontrano: uno sguardo sui musei e collezioni universitarie in Europa.

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I musei dell’Università di Parma tra passato e futuro
Vittorio Parisi

Riassunto

Vengono forniti una breve storia dei Musei scientifici dell’Ateneo di Parma ed un sintetico quadro della loro attuale situazione.

Parole chiave
musei scientifici, università, Parma.

 
The Museums of the University of Parma between past and future

Abstract

The history of the scientific Museums of Parma University is briefly delineated. The present situation of these institutions is depicted.

Keywords
scientific museums, university, Parma.

 

p. 330 /I musei dell’Università di Parma tra passato e futuro

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Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste - smaTs: dal reale al virtuale
Manuela Montagnari Kokelj, Pier Luigi Nimis, Simonetta Pasqualis Dell’Antonio, Francesco Peroni, Francesco Princivalle

Riassunto

Il Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste - smaTs è un’entità di recente costruzione, nata per raccordare i musei e le collezioni di interesse storico-scientifico che sono presenti in oltre la metà delle strutture universitarie, e che in molti casi sono state scoperte solo da poco. Si presentano per la prima volta le componenti principali del Sistema Museale e la filosofia su cui esso si basa.

Parole chiave
sistema museale dell’Ateneo di Trieste - smaTs, conservazione, valorizzazione, internet.

 
Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste - smaTs. From the real to the virtual.

Abstract

The Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste - smaTs is a recently created network connecting the museums and collections of historical and scientific relevance which are present in more than half of the University departments, although their existence was largely unknown until recently. The main components of the System and its philosophy are presented here for the first time.

Keywords
sistema museale dell’Ateneo di Trieste - smaTs, preservation, promotion, internet.

 

p. 333 /Sistema Museale dell’Ateneo di Trieste - smaTs: dal reale al virtuale

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Il Sistema dei Musei e delle Collezioni dell’Università degli Studi di Pavia: un progetto di valorizzazione
Fabio Bevilacqua, Lidia Falomo, Carla Garbarino, Clementina Rovati

Riassunto

L’Università di Pavia possiede uno straordinario patrimonio storico-scientifico, testimonianza delle attività di ricerca e di didattica svolte nel corso di più di sei secoli. Raccolti in numerosi musei e collezioni, 600.000 oggetti tra strumenti, preparati, reperti e documenti illustrano lo sviluppo delle scienze e le conquiste pavesi che sono entrate a far parte della storia della scienza, come quelle di Cardano, Aselli, Scarpa, Spallanzani, Scopoli, Volta, Brugnatelli, Lombroso, Forlanini, Golgi, via via fino ai nostri giorni. Ormai da anni si svolge un’intensa attività volta al recupero, identificazione e restauro di questo patrimonio e si è recentemente costituito il Sistema Museale di Ateneo per la gestione e il coordinamento di tutte le attività museali. Il progetto di valorizzazione delle collezioni pavesi prevede la creazione di un polo di musei scientifici, Museo della Tecnica Elettrica, Museo di Storia Naturale e Museo per la Storia della Scienza, collocato alla periferia della città. Altre collezioni, l’Orto Botanico, il Laboratorio di Camillo Golgi, il Museo per la Storia dell’Università, il Museo di Archeologia, dovrebbero invece rimanere nelle loro sedi storiche, che conservano il loro fascino originario.

Parole chiave
patrimonio storico-scientifico, collezioni dell’Università di Pavia, Sistema Museale di Ateneo.

 
Museums and collections of the University of Pavia: an exploitation project.

Abstract

An extraordinary historical-scientific heritage belongs to the University of Pavia as evidence of research in teaching activities that took place over more than six centuries. In numerous museums and collections more than 600.000 objects including instruments, medical apparatus, documents show the development of the sciences and the results obtained in Pavia that are now part of history of science, like those of Cardano, Aselli, Scarpa, Spallanzani, Scopoli, Volta, Brugnatelli, Lombroso, Forlanini, Golgi to the present day. In the last twenty years a team has dedicated time and energy to the restoration, identification and exhibition of this inheritance and recently the University has developed the Sistema Museale di Ateneo to manage and coordinate all the activities connected with the museums. The project aims to create a number of new scientific museums, the Museum of Electrical Technology, the Museum of Natural History, The Museum for the History of Science, in the new scientific campus of the University in the periphery of the town. Other collections like the Botanical Garden, the Laboratory of Camillo Golgi, the Museum for the History of University, the Archeology Museum, will instead be renewed in their historical buildings, which maintain their ancient charm.

Keywords
historical-scientific inheritance, collections of Pavia University, Sistema Museale di Ateneo.

 

p. 337 /Il Sistema dei Musei e delle Collezioni dell’Università degli Studi di Pavia: un progetto di valorizzazione

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“Make-up” delle collezioni universitarie: nuovi allestimenti e nuovi utilizzi
Francesca Vannozzi

Riassunto

La comunicazione verte su una riflessione personale, che deriva da numerose esperienze concrete nel campo dei musei e collezioni universitarie e dalle vicende condotte a partire dal 1999 dalla Commissione CRUI Delegati rettorali per i musei di ateneo. In sintesi, gli scarsi risultati delle istanze avanzate dalla suddetta Commissione ad oltre sei anni dall’inizio dei suoi lavori, la ampissima disparità nelle condizioni di tutela dei patrimoni storici universitari degli atenei italiani, la conseguente difficoltà di un loro coordinamento anche su problemi di base e quindi fondamentali come la catalogazione, la sempre minore disponibilità di finanziamenti a favore delle università, richiamano alla necessità di attivare anche lo studio di modelli ‘alternativi’ ai tradizionali musei universitari, più “agili” nella gestione, nei costi, nella fruizione. Come conseguenza, emerge l’urgenza di avviare la ricerca di nuove modalità di conservazione e allestimento dei beni culturali in ambito scientifico, per i quali altrimenti si rischia di ripercorrere la via dell’esposizione ottocententesca o del “deposito di lusso” o della “cantina”, scarsamente fruibile al pubblico, riservando poi energie e fondi solo agli allestimenti delle sporadiche, e spesso costosissime, mostre temporanee di argomento scientifico. Tutto ciò a partire dalla necessità di ripensare la collezione universitaria, non solo come patrimonio da conservare e collocare in modo adeguato, ma soprattutto quale detentrice di un ruolo attivo che può esprimere, ad esempio, nella odierna didattica, soprattutto all’interno dei Corsi di Laurea delle facoltà scientifiche. L’utilizzo “concreto” del bene storico-scientifico lo porrebbe in tal modo non solo quale oggetto da tutelare perché di proprietà dell’ateneo, ma come mezzo al servizio della didattica moderna, con la conseguenza di doverlo rendere facilmente accessibile soprattutto da parte della popolazione studentesca.

Parole chiave
patrimonio storico scientifico, Università, Siena.

 
The “make-up” of University collections: new forms of organization and use.

Abstract

The presentation is based on personal reflections which derive from a good number of concrete experiences in the field of museums and of university collections, as well as from activities pursued since 1999 within the Conference of Chancellors of Italian Universities (CRUI) Commission – Delegation for University Museums. In brief, the poor results of the aforementioned Commission’s appeals during a period of six years since the beginning of its activity; the wide disparity in the preservation conditions of the historical heritage of Italian Universities; the consequent complexity of their coordination even on basic - and therefore fundamental - issues such as cataloguing, and finally the decreasing availability of funding for University, are issues which call for the search of alternative models which, by contrast with traditional university museums, are more flexible in terms of management, costs and public use. As a result, it is clear that there is an urgent need for research in new forms of conservation and organization of scientific heritage, which otherwise runs the risk of being once again subjected to a nineteenth century conception of exhibition spaces, a return to the “luxury deposit” or the “cellar”, hardly accessible to the public. In such case, much energy and funding would primarily be spent in the mounting of infrequent, and often highly expensive, temporary scientific exhibitions. Such reflections are based on the idea of rethinking university collections, not only in terms of heritage that needs to be preserved and positioned adequately, but especially as beholders of a potentially active role within the educational context, especially within the degree courses of the Scientific Faculties. The “concrete” use of historical and scientific heritage would then endorse its conception not only as property of the athenaeum which needs be preserved, but as a tool useful in modern education, which consequently has to be made accessible, particularly to the student population.

Keywords
historical and scientific heritage, University, Siena.

 

p. 343 /“Make-up” delle collezioni universitarie: nuovi allestimenti e nuovi utilizzi

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Musei scientifici universitari e governi regionali e locali: l’esperienza del Piemonte
Alberto Vanelli

Riassunto

Il contributo sintetizza lo sviluppo dei rapporti tra Università di Torino e Regione Piemonte in merito alla conservazione, valorizzazione e fruizione delle collezioni scientifiche universitarie con la nascita di tre diverse realtà museali, dal Museo Regionale di Scienze Naturali al Museo dell’Uomo e all’Osservatorio Astronomico.

Parole chiave
collezioni scientifiche universitarie, Torino.

 
University Science Museums and Regional and Local Government. The Piedmontese experience.

Abstract

This contribution briefly describes the development of relations between the University of Torino and the Regione Piemonte with regards to the conservation, valorization and use of the University’s scientific collections and more specifically to the creation of three distinct museums: the Regional Natural Science Museum, the Museum of Mankind, and the Astronomical Observatory.

Keywords
University scientific collections, Torino.

 

p. 346 /Musei scientifici universitari e governi regionali e locali: l’esperienza del Piemonte

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Il Progetto Museo dell’Uomo di Torino
Giacomo Giacobini, Cristina Cilli, Giancarla Malerba

Riassunto

Una convenzione tra l’Università di Torino e la Regione Piemonte, firmata nel 2001, sancisce la nascita ufficiale del Progetto Museo dell’Uomo che prevede di riunire in un unico polo all’interno del Palazzo degli Istituti Anatomici le collezioni dell’Ateneo relative alle scienze dell’uomo: il Museo di Anatomia umana “Luigi Rolando” (già presente nell’edificio), il Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso” (in fase di trasferimento) e il Museo di Antropologia ed Etnografia (ancora in altra sede). Queste collezioni storiche saranno integrate da nuovi settori permanenti, in particolare da un percorso espositivo sull’evoluzione fisica e culturale dell’uomo.

Parole chiave
anatomia, antropologia, etnografia, antropologia criminale, collezioni storiche.

 
The Project Museo dell’Uomo of Torino.

Abstract

An agreement signed in 2001 between the University of Torino and the Regione Piemonte ratifies the official birth of the Project Museo dell’Uomo. According to this project, university collections related to the study of humankind will be gathered in the “Palazzo degli Istituti Anatomici”. They include the “Luigi Rolando” Museum of human Anatomy (already present in the building), the Lombroso Museum of Criminal Anthropology (in course of transfer) and the Museum of Anthropology and Ethnography (still located in another building). These historical collections will be integrated by exhibits on the physical and cultural evolution of humans.

Keywords
anatomy, anthropology, ethnography, criminal anthropology, historical collections.

 

p. 348 /Il Progetto Museo dell’Uomo di Torino

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