Settembre 2014 - N. 13

Memorie

Anno: 2014
Volume: 13

p. 0 / Settembre 2014 - N. 13

Riassunto

Tre anni fa in una delle tante telefonate di lavoro con Luigi Cagnolaro, uno degli ultimi direttori di grandi musei italiani, gli raccontavo di alcune nuove tendenze della politica culturale dell’ Associazione Nazionale Musei Scientifici, sodalizio al quale era molto legato. Il discorso venne immediatamente sul forte impegno dell’ANMS verso quello che io continuo a considerare il “core business” di ogni museo scientifico e cioè le collezioni. Gli raccontai della nuova Collana delle Memorie ANMS dedicata alla descrizione delle collezioni naturalistiche nazionali (era da poco stata pubblicata una prima Memoria sulle collezioni di Rettili) e gli presentai in assoluta anteprima il nuovo progetto CollMap che aveva la grandissima ambizione di porre l’accento sull’intero patrimonio di collezioni biologiche conservate nei musei scientifici italiani, identificando, elencando e descrivendo tutti i nuclei di raccolte zoologiche e botaniche, grandi e piccole, storiche ed attuali, e mappandole geograficamente e tassonomicamente. I soli metadati, quindi, ma che avrebbero riempito un gap museologico ormai insostenibile; in realtà ancora oggi nessuno di noi addetti ai lavori ha esatta cognizione dell’intero patrimonio nazionale di collezioni naturalistiche, della sua distribuzione sul territorio e della sua copertura tassonomica.

The CollMap project and the catalogue of Cetacean collections in Italian museums

Abstract

Three years ago in one of my many work-related telephone calls with Luigi Cagnolaro, one of the last directors of major Italian museums, I recounted some new directions in the cultural policy of the Italian Association of Scientific Museums (ANMS), an association dear to his heart. The dialogue turned immediately to the ANMS’s strong commitment to what I still consider the “core business” of every scientific museum, i.e. the collections. I mentioned the new series of ANMS Memorie dedicated to the description of our country’s naturalistic collections (a first memoir on the reptile collections had just been published) and he was the first person I told about the new CollMap project whose great aim was to focus on the entire patrimony of biological collections conserved in the Italian scientific museums, identifying, listing and describing all the zoological and botanical collections, large and small, historical and current, and mapping them geographically and taxonomically. Hence only metadata, but which would fill a by now untenable museological gap; indeed, even today none of us museum workers has precise knowledge of the entire national patrimony of naturalistic collections, of its geographical distribution and its taxonomic coverage.

p. 4 / Settembre 2014 - N. 13

Riassunto

Le collezioni a cetacei fossili dei musei scientifici italiani, uno dei nostri patrimoni culturali più importanti, sono il frutto di scoperte e raccolte che si sono accumulate dal 1700 fino ai nostri giorni. La quasi totalità dei ritrovamenti proviene da affioramenti mio-pliocenici (circa da 23 a 2,5 milioni di anni fa) del territorio italiano. La nostra penisola rappresenta, infatti, una delle aree a più elevata concentrazione di cetacei fossili al mondo. La frequenza dei ritrovamenti è eccezionalmente alta in alcune regioni, in particolare in Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna, o in alcune aree più ristrette, come quelle vicine a Belluno, Lecce e Ragusa, in cui le condizioni si sono dimostrate particolarmente favorevoli all’accumulo e alla preservazione dei reperti. I musei che conservano questi fossili sono spesso situati in prossimità delle aree di ritrovamento e non di rado le collezioni sono il risultato di attività di monitoraggio e raccolta portate avanti da singole persone, come ad esempio Giovanni Capellini a Bologna, Giorgio Dal Piaz a Padova o, in tempi più recenti, Angelo Varola a Lecce e Raffaele Quarantelli a Salsomaggiore Terme. Nei musei universitari di Padova e Bologna sono ancora esposte le collezioni raccolte rispettivamente da Dal Piaz e Capellini. In altri musei i cetacei fossili sono inseriti in percorsi espositivi allestiti recentemente, che in alcuni casi utilizzano anche ricostruzioni tridimensionali (ad esempio nel Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa).

Parole chiave
collezioni paleontologiche, esposizioni museali, cetacei fossili, Italia.

Fossil cetaceans in Italian museums

Abstract

The collections of fossil cetaceans, one of the most important heritages of the Italian scientific museums, are the result of discoveries and acquisitions that have accumulated over the years, since 1700 to the present day. Almost all of the fossils are from Mio-Pliocene (about 23 to 2.5 million years ago) marine sediments out cropping in Italy. The Italian Peninsula, in fact, has one of the world’s highest concentrations of fossil cetaceans. The frequency of finds is exceptionally high in some regions, especially Piedmont, Tuscany and Emilia Romagna, or in restricted areas with particularly favourable conditions of preservation, such as near Belluno, Lecce and Ragusa. The Museums where these fossils are kept are often located close to the areas of discovery and frequently the collections are the result of a single person activity, such as Giovanni Capellini in Bologna, Giorgio Dal Piaz in Padua or, in more recent times, Angelo Varola in Lecce and Raffaele Quarantelli in Salsomaggiore Terme. In the museums of the universities of Padua and Bologna the original collections by Dal Piaz and Capellini respectively are still exposed. In other museums the fossil cetaceans are exposed in recent exhibitions, sometimes including threedimensional reconstructions (e.g., in the natural history museum of Pisa University).

Keywords
palaeontological collections, museum exhibitions, fossil cetaceans, Italy.

p. 7 / Settembre 2014 - N. 13

Riassunto

Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino viene fondato nel 1978, e raccoglie e gestisce, a seguito delle convenzioni stipulate dalla Regione Piemonte, due importanti patrimoni: quello delle antiche collezioni naturalistiche dell’Università di Torino e quello immobiliare dell’ex Ospedale di San Giovanni Battista, che ne è la sede. Le collezioni cetologiche hanno sempre fatto parte del patrimonio museale universitario, grazie alla grande ricchezza fossilifera del territorio e all’impegno di vari professori e studiosi. Molti olotipi e reperti unici scoperti e descritti nell’800 sono ancora oggi oggetto di studio e ritrovamenti più recenti devono ancora essere indagati approfonditamente.

Parole chiave
collezioni paleontologiche, cetacei fossili, Neogene, Piemonte, Torino.

The fossil Cetaceans of the Regional Museum of Natural Science of Turin.

Abstract

The Regional Museum of Natural Science of Turin was founded in 1978 and gathers and manages, after the conventions agreed by the Regione Piemonte, two important heritages: one is the ancient natural history collection of the Turin University and the other is the real estate of the former Hospital of St. John, which is its current seat. The cetacean collection has always been part of the University Museum, thanks to the great number of fossils discovered in the region and commitment of various professors and scholars. Many holotypes and unique specimen discovered and described in the XIX century are still studied today and more recent findings have yet to be investigated thoroughly.

Keywords
educational research, visitors-non visitors, museum social accountability.

p. 18 / Settembre 2014 - N. 13

Riassunto

Vengono riportate le tappe principali della storia del museo paleontologico di Asti e delle scoperte e acquisizioni di reperti di cetacei fossili. I fossili di cetacei più significativi sono rappresentati da quattro reperti provenienti dai sedimenti pliocenici dell’astigiano: uno scheletro di delfinide scoperto nel 1979 presso Settime (AT) e recentemente descritto come olotipo di Septidelphis morii, i resti di due balenottere rinvenute nel 1983 a S. Marzanotto d’Asti e nel 2003 nella cava Cellino nei pressi di Chiusano d’Asti e infine uno scheletro parziale di delfinide scoperto nel 2003 a Belangero d’Asti.

Parole chiave
collezioni paleontologiche, esposizione museale, cetacei fossili, Asti.

The fossil cetaceans of the Palaeontological Museum of Astigiano and Monferrato, Asti.

Abstract

The main steps of the history of the palaeontological museum of Asti and of the discoveries and acquisition of cetacean fossil remains are reported. The most significant fossil cetaceans consist of four specimens from Pliocene sediments of Asti Province: one skeleton of delphinid discovered in 1979 near Settime and recently described as holotype of Septidelphis morii; the remains of two balaenopterids discovered respectively in 1983 near S. Marzanotto d’Asti and in 2003 in the Cellino quarry near Chiusano d’Asti; a partial skeleton of delphinid discovered in 2003 near Belangero d’Asti.

Keywords
palaeontological collections, museum exhibitions, fossil cetaceans, Asti.

p. 25 / Settembre 2014 - N. 13

Riassunto

Nella collezione di paleontologia custodita nella sezione di Scienze della Terra del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Pavia è conservato il rostro di un cetaceo zifide, l’olotipo di Dioplodon taramellii Pelizzola, 1916. Dimenticato per molto tempo solo recentemente è stato sottoposto ad un nuovo studio di revisione che ha portato a considerare la specie di Pelizzola come un sinonimo più recente di Mesoplodon longirostris Cuvier, 1822.

Parole chiave
collezione paleontologica, cetaceo fossile, Ziphiidae, olotipo, Pavia.

The holotype of Dioplodon taramellii Pelizzola, 1916 of the Natural History Museum of the University of Pavia.

Abstract

In the palaeontogical collection of the Sistema Museale d’Ateneo (University of Pavia) is kept a rostrum of Ziphiidae, the holotype of Dioplodon taramellii. This fossil was neglected for several years and only recently a new revision considered this species as a junior synonym of Mesoplodon longirostris Cuvier, 1822.

Keywords
palaeontological collection, fossil cetacean, Ziphiidae, holotype, Pavia.

p. 29 / Settembre 2014 - N. 13

Riassunto

Il Museo Geologico di Castell’Arquato ospita diversi scheletri di importanti cetacei fossili provenienti dal Pliocene dell’Italia nord-occidentale. Questi fossili includono tre balenotteridi, un balenide e una serie di resti di odontoceti che, a loro volta, comprendono uno scheletro parziale ancora non descritto molto ben conservato. Tra i misticeti, due reperti sono attribuiti a balenotteridi primitivi e includono gli olotipi dei generi Protororqualus e Archaebalaenoptera. I cetacei fossili sono incorporati in un’esposizione permanente sul Pliocene marino dell’Italia settentrionale e costituiscono il centro di una serie di percorsi educativi.

Parole chiave
collezioni paleontologiche, esposizione museale, cetacei fossili, Castell’Arquato, Pliocene.

Cetacean fossils held by the Geological Museum, Castell’Arquato (PC).

Abstract

The Museo Geologico of Castell’Arquato houses several important fossil cetacean skeletons from the Pliocene of the north-west Italy. These fossils include three balaenopterids, one balaenid, and a number of odontocete remains comprising a well preserved but still undescribed partial skeleton. Among the mysticetes, two specimens are assigned to early-diverging balaenopterid taxa being the holotypes of the genera Protororqualus and Archaebalaenoptera. The fossil cetaceans are incorporated within an exhibition room on the marine Pliocene of the northern Italy and are the focus of educational projects.

Keywords
palaeontological collections, museum exhibitions, fossil cetaceans, Castell’Arquato, Pliocene.

p. 31 / Settembre 2014 - N. 13

Riassunto

Il presente articolo ricostruisce la storia del Museo Paleontologico Parmense (MPP) che conserva una delle più antiche collezioni italiane di cetacei fossili raccolti, più di due secoli fa, prevalentemente da Giuseppe Cortesi e Giovanni Podestà. La collezione comprende ben 15 resti significativi di misticeti e odontoceti, provenienti dalle successioni sedimentarie del Pliocene piacentino e parmense, oltre a numerosi reperti frammentari appartenenti a cetacei indeterminati. Tra i reperti emergono per completezza ed importanza scientifica un grande scheletro di balenotteride lungo 7,50 m (MPP - 51) e uno scheletro di delfinide riferito a Hemisyntrachelus cortesii (MPP - 48) con numerosi segni di predazione riconducibili a Carcharodon carcharias.

Parole chiave
collezioni paleontologiche, cetacei fossili, Pliocene, Parma.

Pliocene cetaceans of the Palaeontological Museum of Parma.

Abstract

This article outlines the history of the Paleontological Museum of Parma (MPP) which contains one of the oldest collections of Italian fossil cetaceans. Mainly gathered more than two centuries ago by Giuseppe Cortesi and Giovanni Podestà, the collection includes 15 well preserved fossils of baleen and toothed whales, coming from Pliocene strata of Piacenza and Parma, as well as many isolated fragmentary bones belonging to indeterminate cetaceans. Among the findings emerge, for their completeness and scientific importance a large balaenopterid skeleton (MPP - 51; 7.50 m long) and a delphinid skeleton belonging to Hemisyntrachelus cortesii (MPP - 48) with several marks of predation due to Carcharodon carcharias.

Keywords
palaeontological collections, fossil cetaceans, Pliocene, Parma.

p. 37 / Settembre 2014 - N. 13

Riassunto

Nel presente articolo viene ricostruita la storia e la nascita del recente Museo Paleontologico “Il Mare Antico” di Salsomaggiore Terme (Parma), che conserva una interessante collezione di reperti paleocetologici rinvenuti negli ultimi 30 anni dal paleontofilo Raffaele Quarantelli e da esso recuperati con l’aiuto del “Gruppo Paleontofili Salsesi”. La collezione comprende cinque resti scheletrici, recuperati nei sedimenti miocenici del torrente Stirone e nei sedimenti pliocenici dell’ex area di cava di Campore, oltre ad una serie di singole ossa fossili di cetacei. Tra i reperti scheletrici emerge, per completezza ed interesse scientifico, l’olotipo di Plesiobalaenoptera quarantellii.

Parole chiave
collezioni paleontologiche, esposizioni museali, cetacei fossili, Pliocene, Salsomaggiore Terme.

The Mio-Pliocene fossil cetaceans kept in the Paleontological Museum “The Ancient Sea” of Salsomaggiore Terme (Parma, Italy).

Abstract

This paper recreates the history and the birth of the recent Palaeontological Museum “The Ancient Sea” in Salsomaggiore Terme (Parma, Italy), which contains an interesting collection of fossil cetaceans discovered in the last 30 years by Raffaele Quarantelli and recovered by himself with the help of the group “Paleontofili Salsesi.” The collection includes five skeletal remains, recovered in the sediments of the Stirone-river Miocene and Pliocene sediments of the former quarry area of Campore, as well as a series of isolated cetacean fossil bones. Among the skeletal findings stands out, for its completeness and scientific interest, the holotype of Plesiobalaenoptera quarantellii.

Keywords
palaeontological collections, museum exhibitions, fossil cetaceans, Pliocene, Salsomaggiore Terme.

p. 46 / Settembre 2014 - N. 13

Riassunto

I Musei Civici di Reggio Emilia ospitano uno scheletro incompleto di balena, di specie non determinata, risalente al Pliocene, rinvenuto nei pressi di Castellarano (RE) e recuperato tra il 2000 e il 2001. Il reperto appartiene alla famiglia Balaenidae perché presenta mandibole con torsione anteriore e con solco miloioideo e vertebre cervicali fuse in un singolo blocco.

Parole chiave
Balaenidae, Balena fossile, Pliocene, Musei Civici di Reggio Emilia.

Valentina, a fossil whale in the collections of the Civic Museums of Reggio Emilia.

Abstract

The Civic Museums of Reggio Emilia houses an incomplete skeleton of a whale, found near Castellarano (RE). It dates back to the Pliocene, the specie is not determined but belongs to the family Balaenidae having anterior torsion in the dentary, mylohyoidal groove in the dentary and fused cervical vertebrae

Keywords
Balaenidae, fossil whale, Pliocene, Civic Museums of Reggio Emilia.

p. 54 / Settembre 2014 - N. 13