Convegni


Inaugurazione del nuovo Museo Galileo

Dopo due anni di radicali lavori di ristrutturazione, che ne hanno rivoluzionato gli spazi espositivi e l'allestimento, il Museo di Storia della Scienza di Firenze torna ad aprire al pubblico con il nuovo nome di Museo Galileo. La reputazione internazionale del Museo, che custodisce gli unici strumenti ideati e costruiti da Galileo pervenutici (tra cui, di eccezionale importanza, i due cannocchiali e la lente obbiettiva del cannocchiale col quale Galileo scoprì i satelliti di Giove), oltre alle preziosissime collezioni scientifiche medicee e lorenesi, rende l'inaugurazione del Museo Galileo uno dei più importanti appuntamenti culturali a scala internazionale.

La nuova denominazione del Museo pone l'accento sull'importanza che l'eredità galileiana riveste per le attività e per la fisionomia culturale dell'ente: un museo dotato di un inestimabile patrimonio di strumenti e apparati sperimentali e, al tempo stesso, un istituto impegnato in attività di ricerca e di documentazione, che mette a disposizione degli studiosi del mondo intero le cospicue risorse della sua ricchissima biblioteca, accessibili anche attraverso internet.
Il percorso espositivo (che presenta oltre 1000 strumenti e apparati, di grande importanza scientifica, ma anche di eccezionale bellezza) fa fulcro intorno alla figura straordinaria di Galileo ed è arricchito da sistemi multimediali d'avanguardia: video-guide portatili interattive, utilizzate per la prima volta in ambito museale, consentono di rendere pienamente comprensibili, anche al pubblico non specialistico, gli strumenti più complessi grazie alla possibilità di accedere a schede ipertestuali, animazioni, biografie e di selezionare molteplici modalità di visita che rispondono agli interessi delle diverse tipologie di utenti.

In occasione della riapertura, verranno inoltre presentati i resti di Galileo (due dita e un dente) scomparsi da oltre un secolo e di recente ritrovati da due collezionisti fiorentini. Periziati e notificati, questi cimeli sono esposti insieme a un terzo dito dello scienziato già conservato dal Museo Galileo.