Convegni


Le risorse invisibili. La gestione del patrimonio archeologico e scientifico tra criticità e innovazione

Il patrimonio culturale italiano riveste grande importanza e significato a livello mondiale, non solo per la sua complessità, che deriva dalla sequenza di fondamentali contesti storici che si sono succeduti nel tempo, ma anche per le sue dimensioni, in termini di qualità e quantità.
Quest’ultimo aspetto, quello della quantità, è da tempo discusso in differenti ambiti in particolare con riferimento all’insieme dei beni culturali conservati nei depositi di Musei e Istituzioni che, seppur organizzati, spesso non sono nelle condizioni di facilitarne la fruizione, non soltanto a carattere scientifico, ma anche nei riguardi del grande pubblico.
Al fine di sviluppare questo tema e consentire una migliore conoscenza delle differenti modalità di conservazione dei reperti, l’Università degli Studi di Ferrara ha promosso, nell’ambito del Dottorato in Scienze e Tecnologie per l'Archeologia e i Beni culturali, una linea di ricerca volta alla comprensione delle modalità di gestione dei materiali e delle collezioni che non sono o non possono essere oggetto di esposizione. Gli obbiettivi che ci si propone di raggiungere riguardano la messa a punto di modalità di catalogazione in linea tra le varie Istituzioni al fine di pervenire ad una appropriata conoscenza del patrimonio “sommerso”, di proporre possibili interventi per il monitoraggio della qualità degli spazi adibiti a depositi (umidità, temperatura, luce, ecc.), di approfondire le problematiche connesse con la fruizione delle raccolte conservate, anche nella previsione di eventuali spostamenti sia per esposizioni che per delocalizzazioni.